Mps, pronta la squadra per le sofferenze
Mentre prosegue senza sosta il processo di preparazione della cartolarizzazione dei 27 miliardi di euro di sofferenze lorde del Monte (con la scelta degli special servicer oramai in arrivo), il mercato si interroga sulla reale capacità di Mps di portare a casa i 5 miliardi di euro di aumento di capitale. Interrogativi che sono cresciuti dopo che l’altroieri, con la pubblicazione della relazione pre-assembleare, è emerso che il board ha aperto all’ipotesi di una conversione (pur volontaria) anche dei bond senior in azioni.
Se a questo si aggiungono le incognite legate all’ispezione in corso sui crediti da parte della Bce si capisce come mai ieri il titolo Mps abbia subito in Borsa una raffica di sospensioni per eccesso di volatilità, per chiudere in calo del 9,17% a 0,21 euro, in una giornata dai volumi elevati. A pesare del resto è la «sostanziale indisponibilità» che lo stesso management ammette di avere riscontrato tra gli investitori istituzionali nell’«assumere importanti decisioni di investimento relative a società italiane prima di conoscere l'esito del referendum costituzionale».
Nessun impegno dai grandi fondi, insomma, a partecipare all’aumento prima di sapere cosa succederà il 4 dicembre. Da qua la decisione del management di ampliare anche ai bond senior, oltre che ai subordinati, la potenziale conversione in azioni dei titoli. Una scelta che rimane volontaria e che riguarda nel complesso un bacino potenziale di oltre 22 miliardi di euro di debito. E che rimane uno «scenario puramente teorico», hanno commentato ieri gli analisti di Equita e «deve essere sufficientemente interessante per garantire l'adesione». Qualcosa di più della ricerca di un anchor investor si capirà nelle prossime settimane, a valle del road show che il Ceo Marco Morelli, assieme al Cfo Francesco Mele, stanno portando avanti. Dopo un pit stop in Italia all'inizio della prossima settimana (anche per riferire a Consob rispetto alla vicenda del piano B presentato da Corrado Passera e all'ipotesi di manipolazione del mercato), i manager ripartiranno alla volta di Hong Kong e Singapore.
In parallelo, i soci Axa, Falciai e Fondazione Mps stanno lavorando per individuare un candidato presidente dopo Massimo Tononi. Vista la complessità della situazione si va verso una soluzione interna, dove però nessuno dei consiglieri freme: stando alle indiscrezioni di ieri sembrano crescere le quotazioni di Alessandro Falciai.
Nel frattempo però continua senza intoppi il cantiere che prevede la dismissione del portafogli in sofferenza, come concordato con Bce. Dopo che nelle scorse settimane Fonspa e Italfondiario per conto di Quaestio sgr e JpMorgan hanno concluso la doppia due diligence (validando le ipotesi iniziali rispetto al valore finale dei crediti lordi, pari al 33%) ora l’attenzione si sposta sulla strutturazione del servicing. Sotto il master servicer Fonspa agiranno 5-6 servicer, che avranno il compito del recupero vero e proprio dei crediti. La road map prevede che nel giro di 2-4 settimane sia definita la lista definitiva dei soggetti da parte di Quaestio sgr, assistita dall’advisor Fonspa. A quanto risulta al Sole 24Ore, tra i 10 maggiori operatori del settore che si sono offerti per partecipare sarebbero già stati selezionati Cerved, Prelios e Italfondiario.
I restanti 2-3 operatori verranno selezionati in una seconda fase, e comunque nel giro di un mese, al termine di un beauty contest che analizzerà le condizioni economiche praticate e le skills. I 27 miliardi di sofferenze verranno suddivisi in diversi portafogli a seconda delle tipologie dei crediti (cessione del quinto, chirografari, immobiliare residenziale, corporate) e assegnati ai singoli servicer per procedere con un recupero che inizierà dopo marzo/aprile, quando si stima che le agenzie di Rating avranno dato il loro giudizio sulle tranche.
.@lucaaldodavi
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