Titoli di Stato area non Euro Obbligazioni CROAZIA: bond & newsflow (1 Viewer)

tommy271

Forumer storico
[FONT=verdana,]Consigli per tutti i gusti per salvare i risparmi
alla vigilia della presunta apocalisse dell'euro
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[FONT=verdana,]Lista dei beni rifugio per sopravvivere
alla «fine della moneta unica europea»
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ZAGABRIA – La situazione economica in Europa e in particolare nella cosiddetta Eurolandia si fa di giorno in giorno più complicata. Sono sempre più numerosi gli esperti che non escludono il “break-up”, ovvero l’implosione della moneta unica e il ritorno alle valute nazionali. Uno scenario apocalittico, in piena sintonia con la profezia Maya sulla fine del mondo, che per i più pessimisti potrebbe avverarsi già sul finire di quest’estate o al più tardi entro dicembre.

Chiunque abbia anche un pizzico di dimestichezza con i mercati finanziari sa che proprio i periodi di crisi offrono numerose opportunità per fare ottimi affari. Una tesi, questa, sostenuta nel corso di un suo celebre discorso a un incontro di Confindustria pure dall’ex presidente del Consiglio dei ministri italiano, Silvio Berlusconi, uno degli uomini più facoltosi del “Vecchio continente”, che non ha mai nascosto la propria nostalgia per la lira italiana.

CONVERSIONE IN FRANCHI SVIZZERI Ma chi non dispone di milioni, per non dire miliardi, da investire, cosa deve fare per tutelare i propri risparmi dal rischio del crollo dell’euro? Le possibili opzioni sono numerose. La cosa più semplice da fare è convertire gli euro che si hanno in banca in valute più stabili, ad esempio in corone norvegesi o svedesi, franchi svizzeri e dollari. Si tratta di valute con alle proprie spalle economie forti e con sistemi fiscali efficienti. La Norvegia è uno dei Paesi con le maggiori riserve di petrolio e con uno dei fondi pensionistici più ricchi al mondo, il cui patrimonio è stimato attorno ai 460 miliardi di euro. La corona svedese dal 2009 a oggi si è rafforzata nei confronti della moneta unica del 30 p.c. Una delle principali multinazionali, la General Electric, ha immesso sul mercato obbligazioni denominate proprio in corone svedesi.

ACQUISTO DI DOLLARI Per quanto concerne l’acquisto di dollari, non si ha che l’imbarazzo della scelta. Gli Stati Uniti, nonostante tutte le difficoltà, rimangono la maggiore economia al mondo. L’Australia e il Canada a loro volta dispongono di enormi risorse di materie prime indispensabili ad alimentare le industrie mondiali (ovunque esse siano dislocate). Per chi desidera puntare sul sicuro la soluzione più semplice è rappresentata dai franchi svizzeri. Si tratta di una valuta a bassa rendita, ma al contempo a basso rischio di deprezzamento. Sono più unici che rari i momenti della storia recente durante i quali la valuta elvetica ha subito grosse oscillazioni del proprio valore. Anche in queste occasione le autorità monetarie della confederazione hanno agito tempestivamente per stabilizzare il cambio.

TITOLI DI STATO Un ottimo strumento finanziario per salvaguardare i propri risparmi è rappresentato dai titoli di stato. Il più delle volte le obbligazioni non garantiscono guadagni ingenti, ma indubbiamente rappresentano un ottimo strumento per salvaguardare i propri risparmi, mettendoli al riparo pure dall’inflazione. Gli investimenti sono garantiti dagli Stati e di conseguenza è molto difficile, ma non impossibile, che gli investitori possano perdere i loro soldi. Negli ultimi anni hanno fatto un buon affare tutti coloro i quali hanno investito in obbligazioni emesse da Paesi emergenti quali la Cina, l’India e il Brasile. In Europa godono di grande popolarità i fondi d’investimento che “scommettono” sull’economia di Paesi quali la Polonia, la Repubblica Ceca e la Russia.

BORSE Chi alla sicurezza preferisce l’emozione e possibilmente lauti guadagni a medio termine deve investire i propri averi sul mercato azionario. È ormai celebre il consiglio che Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi al mondo, ripete a chi gli chiede come abbia fatto a fare fortuna: “Il value investor cerca titoli il cui prezzo è ingiustificatamente basso rispetto al loro valore intrinseco”. Inoltre, per mettersi al riparo dal rischio di default di parecchi Paesi della Zona euro, si farebbe bene a puntare su mercati extraeuropei, ad esempio Wall Street, dove l’indice Dow Jones, dall’estate del 2011 ad oggi è lievitato del 30 p.c.

MATTONI (DI CARTA) Per molti decenni uno degli investimenti più sicuri è stato rappresentato dal mattone. Oggi con lo spettro, ad esempio, della tassa patrimoniale in Croazia e della realtà rappresentata dall’IMU in Italia, molti investitori sembrano essersi disaffezionati da questo tipo d’investimento, per non essere presi di mira dal fisco. In realtà, anche in questo caso il mercato finanziario ha creato strumenti che corrono in soccorso dei potenziali investitori. Ci stiamo riferendo ai fondi immobiliari. Si tratta di strumenti che consentono di investire in grosse operazioni immobiliari, senza però diventare proprietari dei beni in questione e di conseguenza rimanendo esenti da qualsiasi onere tributario inerente ai medesimi.

ORO&Co. Anche se potrebbe sembrare strano, l’oro continua a ricoprire un ruolo importantissimo nell’economia mondiale e rappresenta un ottimo modo per conservare il valore di un patrimonio nel tempo. Basta fare una semplice considerazione. A cavallo tra il XIX e il XX secolo a Londra il prezzo di un buon abito maschile ammontava più o meno a una moneta d’oro. A più di un secolo di distanza, il valore dell’oro contenuto nella stessa moneta è sufficiente a consentire l’acquisto di un abito da uomo di qualità discreta. L’oro non è l’unico metallo nel quale vale la pena investire. Ottime sono state ultimamente le prestazioni dell’argento e poi ci sono il platino e il palladio. I metalli preziosi offrono numerose possibilità di investimento. Si possono acquistare i tradizionali lingotti, oppure investire in cosiddette obbligazioni auree, il cui valore dipende dall’andamento del prezzo dell’oro o in alternativa dell’argento o di qualche altro metallo prezioso. Allo stesso modo i piccoli risparmiatori possono investire pure in fondi d’investimento i cui rendimenti sono basati sull’andamento del prezzo di materie prime quali il rame, petrolio, carbone o gli alimenti (i più gettonati sono i cereali, il cacao, lo zucchero e il caffè).

FARE LA BELLA VITA C’è, infine, un altro ottimo modo per utilizzare al meglio i propri risparmi: spenderli, magari concedendosi quella bella vacanza ai tropici che avete sempre sognato o per levarsi lo sfizio di mettersi alla guida di una bella automobile sportiva… con al fianco una bella ragazza (o un toyboy).
Krsto Babić
(La Voce del Popolo)


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Consigli dalla Croazia ...
 

tommy271

Forumer storico
[FONT=verdana,]La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo
corregge al ribasso i propri pronostici
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[FONT=verdana,]Croazia, una recessione senza fine[/FONT]

[FONT=verdana,]In autunno è possibile che l’agenzia Moody’s declassi
il Paese, il cui rating dovrebbe passsare da BAA3 a C
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LONDRA – Peggiora ulteriormente il quadro economico della Croazia. Stando all’ultimo rapporto stilato dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), nel corso del 2012 il calo delle attività economiche dovrebbe attestarsi sull’1,2 p.c. Nel maggio scorso il pronostico degli analisti dell’istituto bancario londinese era più favorevole: il calo economico all’epoca era stato stimato allo 0,6 per cento. La situazione dovrebbe migliorare nel 2013, quando l’economia croata è data in crescita dell’1,5 p.c. (a maggio la crescita era stimata all’1,7 p.c.).

La BERS ha espresso il giudizio che l’economia croata stia arrancando. Da Londra è stato fatto presente che il PIL è calato per due trimestri consecutivi. Nel primo trimestre di quest’anno il PIL è sceso dell’1,6 p.c. rispetto all’ultimo trimestre del 2011. A sua volta il PIL del quarto trimestre dell’anno scorso era calato dello 0,7 rispetto a quello del trimestre precedente. Ciò significa che l’economia è ufficialmente in recessione.

ANDAMENTO NEGATIVO “Fino alla fine dell’anno non si verificherà nessuna crescita; l’andamento sarà di segno negativo. Un trend che rispecchia la mancanza di competitività dell’economia. D’altro canto, la firma dell’Accordo di adesione all’Unione europea e le reali possibilità che l’integrazione abbia luogo verso la metà del 2013 rappresentano, a medio termine, segnali positivi, che potrebbero contribuire a rafforzare la fiducia e gli investimenti”, si legge nel rapporto pubblicato dalla BERS.

QUADRO FOSCO A detta di Slavko Kulić, esperto di economia, lo scenario al quale va incontro la Croazia potrebbe rivelarsi addirittura peggiore rispetto a quello pronosticato dagli esperti della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. “Sarà peggio di quanto è stato previsto. Soltanto i nostri creditori sanno veramente in quale situazione ci troviamo in questo momento. Quelle della BERS sono valutazioni ottimistiche. Ci vengono incontro per non farci deviare dalla dottrina del debito”, ha osservato Kulić. “Sono dell’opinione – ha proseguito –, che il calo sarà più grave di quello pronosticato e che il nostro rating, che loro sanno non esistere, ci farà sprofondare ancora di più”. Kulić ha respinto i pronostici di crescita economica avanzati dal governo e ha proposto di ricorrere al cosiddetto modello argentino. “Dobbiamo pazientare per 5-10 anni. Suddividere ciò che è ancora rimasto, impegnandoci ad aumentare la produttività. La soluzione del problema non consiste nel taglio della spesa, bensì nell’aumentare la capacità di produrre valore aggiunto”, ha spiegato Kulić.

DECLASSAMENTO Le agenzie di ranting stanno seguendo molto da vicino la situazione in Croazia. Stando al Večernji list, in autunno l’agenzia Moody’s declasserà la Croazia, il cui giudizio passerà da BAA3 a C. L’agenzia è preoccupata a causa del modo nel quale il governo pensa di tagliare i diritti materiali del pubblico impiego, poiché in mancanza di un accordo con i sindacati, i creditori della Croazia devono mettere in conto altri 5 miliardi di kune di spese impreviste. Un’eventualità funesta per le finanze statali.

PURE LA SLOVENIA CON IL FIATONE Stando al giudizio della BERS quest’anno l’economia, oltre che in Croazia dovrebbe arrancare pure in Slovenia e Ungheria. Polonia e Slovacchia sono indicate, invece, come esempi positivi da seguire.



(La Voce del Popolo - Fiume/Rijeka)
 

Quoziente

Forumer attivo
....DECLASSAMENTO Le agenzie di ranting stanno seguendo molto da vicino la situazione in Croazia. Stando al Večernji list, in autunno l’agenzia Moody’s declasserà la Croazia, il cui giudizio passerà da BAA3 a C......
Cioè,
questo dice che gli tagliano il rating di 11 steps?
Spero che almeno l'outlook rimanga stabile.....
ho anche un po di Croazia in portafoglio
che, per ora paiono non risentire :)
http://www.onvista.de/anleihen/snapshot.html?ID_INSTRUMENT=24892806
 
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tommy271

Forumer storico
Cioè,
questo dice che gli tagliano il rating di 11 steps?
Spero che almeno l'outlook rimanga stabile.....
ho anche un po di Croazia in portafoglio
che, per ora paiono non risentire :)
Anleihen - KROATIEN, REPUBLIK EO-NOTES 2009(15) - Snapshot

Solitamente nei mesi estivi la Kuna si apprezza un poco e l'economia viene rimpolpata da un pò di valuta estera.
La Croazia la seguo poco, mi pare però in una situazione problematica anche da un punto di vista politico. Credo che il malaffare regni sovrano, insieme al Montenegro e al Kossovo formano un'area dove la legalità è dubbia. Forse l'unico paese della zona balcanica con buone premesse di crescita è l'Albania.
Comunque non vi è dubbio che nell'area le cose non vanno benissimo: Slovenia, Ungheria e Serbia han qualche poblema. Quest'ultima, come Cipro, è andata a bussare con il cappello in mano a Putin.
Se la Russia vuol giocare un ruolo, credo sia questo il momento per riaffermare la sua posizione nel sud-est Europa.

Da un punto di vista operativo ti posso dire che recentemente ha emesso un titolo in euro da 400 MLN, durata 11 anni, ad un tasso del 6,5%.
Altrettanto recentemente ha emesso titoli a debito interno per 2 MLD di Kune ad un tasso del 5,75%, durata quinquennale.

Il cambio euro/kuna ha oscillato, la scorsa settimana, intorno a 7,5 per euro.
 
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tommy271

Forumer storico
Con la Croazia c'entra poco o niente.
Ma si tratta di un bel documentario sul "Pianeta Zastava", siamo in Serbia ... sempre in area ...

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=1lC-VDJyBCY]Pianeta Zastava - YouTube[/ame]
 

tommy271

Forumer storico
[FONT=verdana,]Il governo punta a incamerare tre miliardi di euro
per ridurre il debito con l'estero
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[FONT=verdana,]Le autostrade in concessione trentennale?[/FONT]
[FONT=verdana,]Quest'anno crescita zero dell'economia.
Nel 2013 prevista l'introduzione dell'imposta sugli immobili
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ZAGABRIA – Le autostrade a insegna HAC e RI-ZG (l’arteria viaria che collega Fiume alla capitale), potrebbero essere date in concessione trentennale. Lo ha deciso ieri il governo. “Le autostrade sono importanti per la Croazia. Rimarranno qui e dovranno essere sottoposte a regolare manutenzione. Il patrimonio dello Stato deve produrre utili e non perdite”, ha dichiarato il primo ministro Zoran Milanović.
Il ministro della Marineria, dei Trasporti e dell’Infrastruttura, Siniša Hajdaš Dončić, ha ricordato che l’anno prossimo la Croazia dovrà rimborsare rate ingenti del debito estero.

SBARAZZARSI DEL DEBITO ESTERO

“Se dando in concessione le autostrade è possibile ridurre il debito pubblico, io non ho nulla in contrario. Monetizziamo le autostrade, sbarazziamoci di una parte del debito pubblico, semplifichiamo i lavori connessi alla manutenzione e all’ampliamento della rete autostradale”, ha dichiarato il ministro. L’ipotesi è quella di riuscire a guadagnare ben tre miliardi di euro. Il primo vicepresidente del governo e ministro dell’Economia, Radimir Čačić, ha osservato che si tratta di una questione troppo delicata per essere realizzata dall’oggi al domani. Il governo pertanto ha deciso di bandire il concorso internazionale per la ricerca di consulenti che dovranno analizzare i possibili effetti dell’assegnazione in concessione delle autostrade. Il documento dovrebbe essere pronto a settembre. Ad oggi la Croazia ha investito nelle proprie autostrade circa 35 miliardi di kune. Nell’Unione europea nove sono i Paesi che al momento hanno privatizzato le proprie reti autostradali.

SVILUPPO

Contemporaneamente il governo ha inoltrato al Sabor la proposta di legge volta a favorire gli investimenti in Croazia. Illustrando la manovra, il vicepremier Čačić ha menzionato la volontà di ridurre da 8 a 3 milioni l’importo degli investimenti che aprono le porte agli incentivi statali, di allungare il periodo di esonero dal pagamento delle imposte sui profitti per chi avvia un nuovo business, di includere il turismo tra i settori dell’economia che possono avvalersi di tali agevolazioni. Čačić ha spiegato che lo scopo della manovra è quello di elevare il livello tecnologico dell’economia, salvaguardando contemporaneamente l’attuale numero di posti di lavoro. Il ministro dell’Imprenditoria e dell’Artigianato, Gordan Maras, ha sottolineato che saranno introdotti incentivi per le microimprese e agevolazioni doganali fino all’adesione della Croazia all’Unione europea. Ha anche annunciato che in futuro gli incentivi statali dovranno essere reindirizzati dal settore commerciale a quello manifatturiero.

NIENTE TASSE

Tradotto in numeri ciò significa che un imprenditore pronto ad assumere almeno 5 persone nei successivi 10 anni pagherà solo la metà della tassa sugli utili. Lo sgravio fiscale lieviterà al 70 p.c. nel caso di investimenti da 1 a 3 milioni di euro e dell’assunzione di almeno 10 persone. Gli investitori che assumeranno almeno 15 persone, investendo più di 3 milioni di kune, invece, saranno completamente esenti, per 10 anni, dal versamento all’erario delle imposte sull’utile.

CRESCITA ZERO DEL PIL

Il governo ha stabilito pure le direttrici della politica fiscale ed economica per il periodo 2013-15. Spiegando la manovra il ministro delle Finanze, Slavko Linić, ha annunciato che lo scopo del governo è di assicurare al Paese una crescita zero del prodotto interno lordo. Nel 2013 l’ex sindaco di Fiume ha detto di attendersi una crescita del PIL dell’1,8 p.c. Nel 2014 e nel 2015, la crescita del PIL dovrebbe ammontare rispettivamente al 3 e al 3,5 p.c. Quest’anno la crescita dell’inflazione dovrebbe essere superiore al 3 p.c. L’anno prossimo il debito pubblico continuerà a lievitare, mentre nel 2014 dovrebbe esserci un’inversione di tendenza. Stando a Linić, tra due anni il debito pubblico dovrebbe scendere al 52,6 p.c. del PIL.

PATRIMONIALE

Per quanto concerne i cittadini e la vita quotidiana, le novità più significative riguardano l’annullamento dell’aliquota zero del PDV e l’introduzione di quella agevolata del 5 p.c. (del 10 p.c. nel caso della ristorazione). L’anno prossimo, inoltre, dovrebbe essere varata pure la tassa patrimoniale e ridotto il contributo per l’assicurazione sanitaria dal 13 al 12 p.c. dell’importo della paga lorda.



(La Voce del Popolo - Fiume/Rijeka)
 
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tommy271

Forumer storico
Croazia, scambi commerciali nel I semestre






martedì 28 agosto 2012


Secondo i dati diffusi dall'Ente Statistico Nazionale, l'interscambio commerciale nel primo semestre dell'anno 2012 è stato pari a 12,6 miliardi di euro; ovvero dello 0,5% inferiore rispetto al primo semestre dello scorso anno.

Nel periodo gennaio-giugno del 2012 le esportazioni pari a 4,23 miliardi di euro - sono state del 4,2% inferiori rispetto al periodo gennaio - giugno del 2011.
Le importazioni, che sono state sono state pari a 8,05 miliardi di euro registrano il calo dello 0,5%.

L'Italia continua ad essere il primo partner commerciale della Croazia. Nel periodo gennaio-giugno 2012 il valore dell' interscambio bilaterale è stato pari a 2,112 miliardi di euro (superiore del 2,9% rispetto al primo semestre dell'anno 2011).
L'aumento è dovuto esclusivamente alla crescita delle forniture italiane verso la Croazia (le importazioni dall'Italia - pari a 1,432 miliardi di euro - sono state del 14,9% superiori rispetto all'import realizzato nei primi sei mesi del 2011) mentre continuano a diminuire gli acquisti italiani dalla Croazia (-15,8%).

Nel primo semestre del 2012, quindi, oltre un sesto (16,8%) del valore totale dell'interscambio commerciale della Croazia è rappresentato dagli scambi commerciali con l'Italia, il 17,8% del valore totale delle importazioni è risultato di provenienza italiana ed il 15% dell'export croato si è diretto verso il mercato italiano.

(euregion.net)
 
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tommy271

Forumer storico
Crisi: Croazia; aumenta disoccupazione, al 17,5% in luglio

Nonostante stagione turistica, +0,7% a livello annuale

22 agosto, 17:16




(ANSAmed) - ZAGABRIA, 22 AGO - La disoccupazione in Croazia ha raggiunto alla fine di luglio il 17,5 per cento della forza lavoro, lo 0,2 per cento in piu' rispetto al mese precedente. Lo ha reso noto l'Istituto di statistica nazionale di Zagabria. Il dato negativo, in piena stagione turistica quando tradizionalmente la disoccupazione in Croazia e' in calo grazie ai lavori stagionali, e' un segnale della gravita' della crisi economica. A livello annuale, rispetto ai dati del luglio 2011, il tasso dei senza lavoro e' cresciuto dello 0,7 per cento.
 

tommy271

Forumer storico
Contrazione del PIL della Croazia nel 2012 gli analisti prevedono







Ritiro dell'economia croata, che vanno dal 2% al 2,9%, gli analisti si aspettano esaminare i dati macroeconomici, alcuni giorni prima della pubblicazione della prima stima del servizio di statistica per la crescita del PIL nel 2012.

Allo stato attuale, secondo l'agenzia di stampa telegramma "Hina", i dati disponibili per gli analisti non lasciare spazio per l'ottimismo sullo stato dell'economia nel secondo trimestre del 2012 c'è stato un calo della produzione industriale, i costi e esportazioni. "Questo sviluppo è stimato a portare a una forte contrazione economica, peggiore di quella del secondo trimestre del 2010, quando il PIL è diminuito del 2,5%", ha sottolineato.

Dall'inizio del 2009, l'economia croata è in declino. Il primo trimestre del 2012, il PIL è diminuito del 1,3% e tutti gli indicatori macroeconomici sono stati registrando percorso analogo, in particolare la produzione industriale, produzione e vendita al dettaglio.

Secondo il telegramma "Hina", non ci si aspetta di recuperare gli investimenti a causa di andamenti negativi della produzione industriale e delle costruzioni, e la stagnazione nei settori pubblico e privato.
Nel frattempo, anche se le esportazioni sono cresciute nel primo trimestre del 2012, il clima economico in Europa, i paesi che sono i principali partner commerciali della Croazia deteriorata.

Recentemente, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ha pubblicato le sue previsioni per il percorso dell'economia croata, notando che il PIL dovrebbe scendere 1,2% quest'anno, rispetto allo 0,6% (la previsione iniziale della Banca maggio ).

La Commissione europea prevede il calo del PIL croato del 1,2%, mentre il PIL del Fondo monetario internazionale riduce al tasso del 0,5%.

Fonte: ANA-MPA

 

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