Banca Popolare Milano (PMI) Banco Bpm (1 Viewer)

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Ai fondi il 70% del nuovo Banco Bpm
Castagna: "Nessun aumento, ed è vicina la vendita di 700 milioni di sofferenze"


Massimo Restelli - Dom, 09/04/2017 - 08:14

Sono i fondi di investimento, perlopiù stranieri, i nuovi (per ora silenziosi) padroni di casa delle «ex» banche popolari italiane, costrette a trasformarsi in spa dalla riforma imposta da Matteo Renzi. Era successo lo scorso anno alla Ubi Banca di Victor Massiah, la prima a fare il salto, ed è stato confermato ieri all'assemblea dei soci di Bper e a quella del «nuovo» Banco Bpm, le prime dopo l'addio al voto capitario.


Meno di sei mesi dopo le nozze tra Bpm e Banco Popolare (era il 15 ottobre 2016), i torpedoni che favorivano l'affluenza dei dipendenti all'assise, i capannelli delle associazioni dei soci e dei sindacati del credito, gli ambasciatori della politica locale hanno ceduto il posto al capitale. A una public company dove «il 70% degli azionisti sono fondi italiani ma per la maggior parte internazionali, con loro dobbiamo costruire un rapporto duraturo, perché sono i primi a poter garantire un futuro di crescita», ha dichiarato l'ad Giuseppe Castagna ai circa mille soci accorsi a Novara per approvare il bilancio combinato proforma del 2016 (1,6 miliardi il rosso): era presente il 35% del capitale, di cui il 10% in quota ai piccoli soci (7mila teste considerando le deleghe) e 25% agli investitori istituzionali, tra cui Deutsche Bank, Blackrock, Axa, Pioneer, Vanguard, Standard Life e State Street.
Castagna ha quindi confermato gli «obietti» del piano, che prevedono un utile di 1,1 miliardi nel 2019; fra un mese presenteremo dei risultati trimestrali che sono nella traiettoria tracciata dal piano» ed escluso qualsiasi necessità di aumento di capitale, malgrado gli esami Bce. È inoltre in dirittura d'arrivo l'accordo per cedere 700 milioni di crediti in sofferenza.

Unico azionista in chiaro sopra il 3% è ad oggi Norges Bank, cui seguono le Fondazioni di Lucca (2% circa), Verona (0,4%) ed Alessandria (0,3%). È da qui che ora si parte per provare a costruire un «nocciolo duro», coinvolgendo anche imprenditori come soci stabili di lungo periodo. «Nessuno punta a costruire zoccoli duri - ha detto il presidente Carlo Fratta Pasini - ma altra cosa è avere compagni di strada stabili nel nostro percorso, è a questo che miriamo». L'idea è far nascere delle associazioni di azionisti, «qualcosa di analogo a Ubi», ha concluso Fratta Pasini.

Simile il quadro a Bper, di cui i fondi posseggono quasi la metà del capitale (40-45%) e che se ieri avessero voluto, avrebbero potuto prendere la maggioranza del cda di Modena: in palio c'era la nomina di 8 dei 15 consiglieri, in attesa del ricambio completo atteso nel 2018. Alla resa dei conti però, la «lista 1», proposta dell cda ha preso ha preso più del 70% delle preferenze quella di Assogestioni il 29,95%. In sostanza i fondi hanno votato a favore della gestione dell'ad Alessandro Vandelli.

Unico azionista in chiaro sopra il 3% è ad oggi Norges Bank, cui seguono le Fondazioni di Lucca (2% circa), Verona (0,4%) ed Alessandria (0,3%). È da qui che ora si parte per provare a costruire un «nocciolo duro», coinvolgendo anche imprenditori come soci stabili di lungo periodo. «Nessuno punta a costruire zoccoli duri - ha detto il presidente Carlo Fratta Pasini - ma altra cosa è avere compagni di strada stabili nel nostro percorso, è a questo che miriamo». L'idea è far nascere delle associazioni di azionisti, «qualcosa di analogo a Ubi», ha concluso Fratta Pasini.

Simile il quadro a Bper, di cui i fondi posseggono quasi la metà del capitale (40-45%) e che se ieri avessero voluto, avrebbero potuto prendere la maggioranza del cda di Modena: in palio c'era la nomina di 8 dei 15 consiglieri, in attesa del ricambio completo atteso nel 2018. Alla resa dei conti però, la «lista 1», proposta dell cda ha preso ha preso più del 70% delle preferenze quella di Assogestioni il 29,95%. In sostanza i fondi hanno votato a favore della gestione dell'ad Alessandro Vandelli.

Ai fondi il 70% del nuovo Banco Bpm
 

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Banco Bpm: cede palazzi di pregio (MF)


MILANO (MF-DJ)--La gestione del patrimonio immobiliare è uno snodo centrale nella strategia del gruppo Banco Bpm . L'istituto guidato da Giuseppe Castagna ha in pista diverse operazioni dedicate alla valorizzazione di crediti garantiti da significative garanzie reali.

Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, oltre alla cessione di portafogli con una forte componente ipotecaria (come il progetto Rainbow entrato adesso nella stretta finale), Banco Bpm avrebbe in corso trattative per la cessione di immobili di pregio nei centri storici di Milano e Roma. Si tratta in buona sostanza di garanzie di singoli crediti per cui la banca ritiene più redditizio l'approccio individuale rispetto alla cessione all'interno di un portafoglio più ampio. Almeno un paio di questi dossier (riferiti a esposizioni in bonis) sarebbero già in fase avanzata e potrebbero arrivate al closing in tempi spediti. La strategia seguita da Castagna può sembrare atipica nel panorama italiano, ma trova giustificazione nell'alto livello di collaterizzazione del portafoglio crediti, con un rapporto medio tra valore delle garanzie e valore netto di libro del 228% e superiore al 100% per l'85% dei volumi. Anche ammettendo la valutazione generosa di qualche asset, il collaterale vale comunque mediamente di più dei crediti riportati in bilancio al netto delle svalutazioni (a fine anno le coperture sono salite al 60%). Nel dettaglio si parla di 14,8 miliardi al fair value, dei quali il 39% a uso residenziale, il 20% a destinazione commerciale, il 17% industriale e il 24% è destinato ad altri usi. Se questo è il quadro, non stupisce che l'immobiliare sia al centro delle strategie di Banco Bpm sugli npl. Nel gruppo è infatti prevista un'unità specifica di real estate advisory la cui mission è massimizzare il valore dei beni acquisiti a garanzia.

red/lab

(END) Dow Jones Newswires

May 09, 2017 02:16 ET (06:16 GMT)

il titolo ha ciuso la giornata con un ribasso : -5,05%
 

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alè... scende anche oggi.... manco avesse la lebbra ... comunque il target ribass è 2,54€ dove chiude il GAP

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Banco-Bpm cede Aletti ad Anima, idea terzo polo risparmio5 agosto 2017

BancoBpm ha ceduto Aletti sgr ad Anima per un valore di quasi un miliardo di euro (700 milioni il valore di Aletti più 250 milioni dal closing deal). In questo modo, come scrive Luca Davi a pagina 19 del Sole 24 Ore, l’istituto ha consolidato i ratio patrimoniali e razionalizzato le fabbriche prodotto. D’altronde i conti della banca guidata da Giuseppe Castagna (in foto) continua a raccogliere frutti dall’aggregazione fatta il gennaio scorso: l’utile netto si è attestato a 94 milioni.

Con la cessione di Aletti, inoltre, è cominciata la costruzione attorno ad Anima del terzo polo del risparmio in Italia (93 miliardi di masse in gestione) dietro a Generali, Intesa e Amundi/Pioneer. Il discorso potrebbe farsi ancora più importante se l’indiscrezione del Sole 24 Ore fosse vera: e cioè la possibile aggregazione del nuovo soggetto con Poste Italiane, secondo azionista di Anima con il 10,3%, in un’operazione che potrebbe «creare un campione nazionale nel settore», la cui capacità attrattiva potrebbe far «consolidare ulteriori attività nel settore».
 

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il dopo fusione
Centomila clienti del Banco Bpm con i conti bloccati per giorni. La banca: casi in gran parte risolti
Centomila clienti del Banco Bpm con i conti bloccati per giorni. La banca: casi in gran parte risolti

Dal blackout totale all’accesso ai servizi a singhiozzo. Dal 21 luglio scorso molti clienti di Banco Bpm, la nuova realtà bancaria nata dalla fusione della Banca Popolare di Milano e del Banco Popolare, hanno problemi ad accedere al loro conto corrente. Un disagio che deriva dall’integrazione di programmi e procedure informatiche per far confluire tutti i clienti su un’unica piattaforma post fusione. Adesso si spera che da domani per molti clienti sia solo un brutto ricordo.

La risposta della banca
«Prima di tutto – fanno sapere dalla banca – porgiamo le scuse alla clientela e sottolineiamo come tutte le strutture dedicate, sia di sede che di rete, siano tuttora concentrate nella completa soluzione delle residue anomalie e siamo a disposizione di tutta la clientela. La migrazione informatica ha interessato oltre 1 milione di clienti di Banca Popolare di Milano di circa 600 filiali e nonostante l’impegno profuso, per quanto inevitabili in un’operazione di tali ampiezza e rapidità, una parte della clientela ha dovuto sopportare dei disagi». Secondo quanto risulta a Plus24 sono oltre 100mila i clienti coinvolti nel blackout.
«È opportuno segnalare – continuano dalla banca – che le disfunzioni (avvenute specialmente nei primi giorni della settimana scorsa, e in gran parte prontamente prese in carico e risolte) non sono dipese da problemi, tecnici o di sicurezza, del sistema informatico, ma per la maggior parte sono ascrivibili ai cambiamenti introdotti nella nuova interfaccia utenti e, in limitati casi, ad alcune tipologie di carte prepagate».

Il caos allo sportello
Bastava recarsi nei giorni scorsi presso una delle filiali della banca sparse lungo la Penisola, per constatare il caos che regnava agli sportelli. Nel lamentarsi della prolungata impossibilità di operare sul proprio conto tramite il canale home banking, i clienti evidenziavano i più svariati disservizi: non poter fare trading o vendere i titoli in portafoglio, giroconti non andati a buon fine che mandano i conti in rosso, aziende che non riuscivano a pagare gli stipendi ai dipendenti, impossibilità di pagare un semplice bonifico o le tasse con un F24. Situazioni che oltre al disagio possono comportare anche un aggravio di costi. C’era anche chi si lamentava dei maggiori costi dei servizi paradossalmente entrati in vigore con il migration day. Tutti all’unisono segnalavano inoltre l’impossibilità di parlare con il call center.

Call center in tilt

«L’impatto significativo dei cambiamenti apportati ai servizi online – spiegano dalla banca – ha generato un notevole incremento degli accessi e delle richieste di assistenza. Tutti i canali di assistenza ai clienti sono stati rafforzati e ampliati. Nella settimana post-migrazione il call center ha gestito una media giornaliera di 5mila contatti, che però sta progressivamente tornando sui livelli ordinari». A due settimane dal migration day, quindi, per la banca il problema sta rientrando, anche se non è stato del tutto risolto. Ma a segnalare numerose criticità sono state anche le rappresentanze sindacali dei dipendenti: la Fisac-Cgil Gruppo Banco Bpm il 31 luglio lamentava una formazione insufficiente ed erogata troppo in anticipo; alcune filiali lasciate senza colleghi tutor con competenze informatiche, anche per problemi di autorizzazione degli straordinari; ruoli non perfettamente sovrapponibili nelle due reti Banco Bpm e Bpm; problemi su «Assisto», nella gestione delle carte di credito e nella chiusura delle casse automatiche. Ai loro iscritti la Fisac-Cgil comunicava anche qualche numero fornito dall’azienda: «Il 45% delle strutture coinvolte viaggiano oggi a piena operatività e 23 punti vendita stanno ancora affrontando situazioni di criticità».
«Ad oggi – replicano dalla banca – l’attività di supporto alla clientela e di monitoraggio sui punti d’attenzione continua con la massima cura, anche attraverso la struttura dedicata alla ricezione e gestione dei reclami che sinora ha raccolto poco più di 150 segnalazioni di cui un terzo già evase». Un numero destinato ad aumentare, anche se non lieviterà a dismisura nonostante il grande numero di clienti coinvolti. In banca per un cliente che protesta, mille come minimo subiscono, rassegnati o ignari, i disguidi senza reclamare. E su questo le banche ci giocano.

Risarcimenti neanche a parlarne
Per avere un risarcimento in banca, anche quando è sacrosanto, occorre quindi reclamare. Nel caso specifico, Plus24 ha chiesto al Banco Bpm se ha l’intenzione di riconoscere ai clienti un indennizzo automatico. Neanche a parlarne. Per chi ritiene di aver subito un danno e desidera avere un risarcimento occorre prima reclamare e poi eventualmente ricorrere all’Abf (arbitro bancario finanziario). Il ricorso costa poco (20 euro) e se viene accolto il cliente ha anche diritto al rimborso da parte dell’intermediario. Oltre al risarcimento.
 

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Banco Bpm, Aviva vende la quota in Avipop
Aviva ha esercitato l'opzione di vendita dell'intera quota detenuta in Avipop Assicurazioni. L'esercizio della put fa seguito alla disdetta dell'accordo distributivo comunicato dalla banca lo scorso 30 giugno. Berenberg alza il target price a 2,20 euro ma conferma sell su Banco Bpm: 3 mld l'ammanco di capitale
Banco Bpm, Aviva vende la quota in Avipop - MilanoFinanza.it
di Francesca Gerosa
Aviva ha esercitato l'opzione di vendita dell'intera quota detenuta in Avipop Assicurazioni. L'esercizio della put, ha annunciato questa mattina Banco Bpm , fa seguito alla disdetta dell'accordo distributivo con Avipop Assicurazioni e Avipop Vita comunicato dalla banca al mercato lo scorso 30 giugno. Ad Avipop Assicurazioni fa capo la jv Protezione tra il gruppo Aviva, che possiede il 50%+1 delle azioni (tramite Aviva Italia Holding), e il gruppo Banco Bpm che detiene la restante quota. Il valore dell'opzione di vendita sarà determinato secondo i termini stabiliti nel patto parasociale e sarà annunciato a tempo debito. Il pagamento verrà effettuato in denaro al completamento dell'operazione.

Avipop Assicurazioni, che nel 2016 ha registrato 77 milioni di premi nei rami danni, controlla il 100% di Avipop Vita, che nel 2016 ha raccolto 92,4 milioni di premi. L'Italia è per Aviva il quarto mercato in ordine di grandezza. La società nel Paese ha una distribuzione ben diversificata che include partnership con Ubi Banca , Unicredit e Banca Popolare di Bari, una rete di consulenti finanziari in crescita e un network distributivo di oltre 500 agenti plurimandatari.

Si ricorda che, in concomitanza con la naturale scadenza al 30 giugno delle partnership dell'ex gruppo Banco Popolare rispettivamente con il gruppo Unipol (ramo vita) e con il gruppo Aviva (ramo protezione), Banco Bpm ha avviato il processo di razionalizzazione delle fabbriche prodotto, teso a conseguire le migliori sinergie industriali e uniformare il livello dei servizi alle proprie reti distributive.

Nel quadro del processo avviato, ha reso noto la banca a fine giugno, "primarie compagnie assicurative hanno manifestato il loro interesse nella partnership con Banco Bpm ". I finalisti per l'accordo di bancassicurazione dovrebbero essere Cattolica Assicurazioni e Covèa. Al contempo l'istituto ha assicurato che "non sono significativi gli impatti sui ratio patrimoniali del gruppo al termine del processo di razionalizzazione del comparto".

La risoluzione delle joint venture di bancassicurazione ha ridotto il Cet1 di Banco Bpm di 74bp a circa il 10,4%. "Nonostante la fiducia dell'istituto di poter compensare questo impatto negativo con la rivendita delle quote delle jv a nuovi partner, troviamo un po' sconcertante che la banca abbia scelto di vendere Aletti Gestielle ad Anima per generare circa 91bp di Cet1. Crediamo che questo dimostri che la rivendita delle quote nelle nuove joint venture non possa compensare completamente l'impatto negativo di 74bp sul Cet1 dalla cessazione delle joint venture esistenti", si legge in un report di oggi di Berenberg che ha confermato il rating sell sul titolo, pur alzando il target price da 1,90 a 2,20 euro.

Durante la conference call sui conti 2016, l'amministratore delegato di Banco Bpm , Giuseppe Castagna, era fiducioso che Banco Bpm avesse abbastanza capitale, ma non aveva escluso la vendita di asset se la situazione fosse cambiata. A seguito della riduzione di 74bp del Cet1, la banca ha annunciato la vendita di Aletti ad Anima per un corrispettivo complessivo di 950 milioni di euro. "Questo consente a Banco Bpm di aumentare il Cet1 di 91bp a circa l'11,3%, ma a discapito dell'utile. Per la quota del 15% di Banco Bpm in Anima , la banca dovrà, infatti, rinunciare a 20 milioni di euro di utile l'anno, circa il 3% dell'utile netto previsto dal consenso nel 2019", precisano a Berenberg.

Oltre alla vendita di Aletti, Banco Bpm è in trattative per trasferire la gestione delle riserve assicurative a Anima per 150 milioni di euro. Ciò genererebbe ulteriori 15bp di Cet1. Anche questo però a discapito dell'utile stimato a 7-9 milioni di euro l'anno (l'1% dell'utile previsto dal consenso nel 2019). Quanto alla vendita dei non performimg loans "la strada è ancora lunga", aggiungono gli analisti di Berenberg. "Banco Bpm ha deciso di vendere 8 miliardi di euro di Npl entro il 2019. Finora ha venduto 2,5 miliardi e ha previsto di vendere ulteriori 2 miliardi nel quarto trimestre di quest'anno. Questo dovrebbe permettergli di raggiungere il proprio obiettivo di 8 miliardi di euro".

Tuttavia, "anche se l'istituto raggiunge il suo obiettivo di riduzione degli Npl, sulla base delle sue stime il ratio Npl lordo sarebbe del 17,9%, più di tre volte la media europea. Vediamo, quindi, il rischio che Banco Bpm sia costretta a ridurre i suoi Npl più velocemente in quanto ridurre gli Npl è uno degli obiettivi espliciti del SSM. Di conseguenza, prevediamo un ammanco di capitale di 3 miliardi di euro nei nostri numeri dai 3,5 miliardi di euro previsti prima visti i progressi della banca nel ridurre gli Npl e nell'aumentare i rapporti di copertura", calcolano a Berenberg.

A Piazza Affari al momento il titolo Banco Bpm sale dell'1,89% a quota 3,24 euro. Questa settimana Goldman Sachs ha alzato il target price sull'azione da 3,2 a 3,7 euro per tener conto di un minor costo dell'equity, confermando la raccomandazione buy.
E Norges Bank ha dichiarato di detenere direttamente il 3,15% di Banco Bpm .
Mentre Calzedonia Holding ieri ha comprato sul mercato ulteriori 925.925 titoli dell'istituto guidato da Giuseppe Castagna a un prezzo medio unitario di 3,2073 euro. Quest'operazione si va ad aggiungere a un pacchetto analogo di azioni che erano state acquistate martedì scorso a 3,2388 euro per azione.




Goldman Sachs punta tutto su Unicredit e Banco Bpm

Il secondo trimestre 2017 è stato una "pietra miliare" in termini di risanamento del mercato delle banche italiane, a detta del broker, ma per alcune questo ha un costo. Rivisti al rialzo i target price, fatta eccezione per Bper. Buy solo su Unicredit e Banco Bpm
di Francesca Gerosa
Goldman Sachs punta tutto su Unicredit e Banco Bpm - MilanoFinanza.it
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oggi ho presentato Reclamo ufficiale alla banca tramite Reclami

"simpaticamnete" mi hanno tassato i premi delle opzioni scaduti in ITM che a scadenza sono state esercitate
ho telefonato almeno 3 volte ... ho fatto richiesta tramite emeil a cui la banca mi ha rispostao che sarò contattata al più presto.... teoricamente più presto perchè è passato un mese e non si vede neppure l'ombra di una restituzione della somma indebitamente sottratta dal mio conto corrente


State attenti perchè è una banca farlocca ... pare non abbia neppure una "carta dei servizi" e non garantisce in quali tempi correggerà l'errore.
con il Reclamo ufficiale almeno
si sa per certo che risponderà entro 60 giorni e quindi entro il 30 dicembre... ho pertanto ancora 2 giorni utili per ricorrere eventualmente alla denuncia penale per omissione di atti - inosserevanza della normativa vigente stabilita dal TUIR e appropriazione indebita di somma di denaro affidato alla sua custodia.


vi faccio il copia incolla


Oggetto: RECLAMO per ERRORE di WEBANK sulla tassazione delle Plus/minusvalenze del Capital Gain a danno di 526,50 euro a sfavore della cliente

Io sottoscritta TontoLina c.c.xxxxxxxxx con la presente propone RECLAMO per addebito di capital gain agosto sbagliato a mio danno di 526,50 euro


Webank in data 5 ottobre 2017 mi comunicava tramite la piattaforma il documento delle plus/minusvalenze realizzate al 31 agosto 2017 e certificava l’errore commesso sulla tassazione non dovuta di 162,50+364,00=526,50€ sui premi delle opzioni esercitate in quanto alla scadenza sono risultate in ITM

[-10PUT12,00/ 18-08-2017 (N°ordine 009510, simbolo ten7t12) con premio di 625 euro e

-10PUT12,50/18-08-2017 (N°ordine 009194, simbolo ten7t12.50) con premio di 1400 euro]


QUESTO è DECISAMENTE SBAGLIATO.... Come la Banca sa bene l'art.67 e 68 del TUIR stabilisce che i premi delle opzioni esercitate in ITM per la determinazione del prezzo di carico delle azioni consegnate ai fini fiscali, devono essere sottratti dal prezzo di carico del sottostante e NON tassati.



Dal 6 ottobre ho più volte sollecitato tramite telefonate ed email la restituzione della somma sottratta con l’unico risultato di ottenere solo il n° di protocollo

Siamo giunti al 31 ottobre e nessuna novità è giunta di una pronta correzione e restituzione della somma ingiustamente addebitata.



Pertanto propongo Reclamo Ufficiale a cui chiedo l’immediata correzione e restituzione di 526,50Euro.



Con la presente chiede il n° di protocollo con cui l’ufficio accoglie il presente reclamo per poter , se non soddisfatta la richiesta, ricorre a denuncia penale per mancata osservanza della normativa vigente con furto dal conto corrente di somma ingiustamente addebitata



ALLEGATO: Riepilogo delle plus/minusvalenze realizzate Estratto al 31/08/2017




Distintamente

TontoLina
 

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