Notizie dal mondo dell'arte (2 lettori)

vecchio frank

could be worse...
Mi sembra giusto ricordarlo qui:

Neanche 24 ore dopo è mancata pure sua moglie, Lea Vergine:


Non ho parole
RIP entrambi.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Museo arte di Baltimora ferma asta capolavori
colpo di scena da Sotheby's a due ore dalla vendita
Redazione ANSANEW YORK
29 ottobre 202020:25RIEPILOGO

- Con un colpo di scena a due ore dall'inizio dell'asta il Baltimore Museum of Arts ha gettato Sotheby's nello scompiglio. Il consiglio di amministrazione del museo ha deciso di "mettere in pausa per il momento" la controversa vendita di tre opere destinate a uscire dalle collezioni per finanziare una serie di iniziative, alcune a vantaggio dei dipendenti. In 'zona Cesarini' e in seguito alle proteste di trustees, facoltosi donatori e dell'Associazione Americana dei Direttori di Musei, il voto dei trustees ha sospeso la vendita di "1957-G" di Clifford Stills, di "3" di Brice Marden e di una "Ultima Cena" di Andy Warhol. La decisione ha segnato un clamoroso cambio di rotta dopo che all'inizio di ottobre il museo aveva annunciato il piano di liberarsi delle tre opere con l'obiettivo di usare incassi stimati in 65 milioni di dollari per aumentare gli stipendi a tutti i livelli, aprire gratuitamente al pubblico e acquistare opere di donne e artisti di colore all'insegna di una maggiore inclusivita' delle collezioni. L'annuncio del direttore Christopher Bedford non era passato sotto silenzio: oltre 200 ex membri del board e altri attivisti cittadini avevano scritto al procuratore generale del Maryland chiedendo di fermare la vendita sulla scorta che le opere di Marden e di Still erano le uniche dei due artisti nella raccolta del Baltimore Museum of Art. "Non c'e bisogno di cannibalizzare le raccolte per pagare allo staff uno stipendio decente", aveva protestato in un'altra lettera allo stato del Maryland l'ex direttore del museo Arnold Lehman che era stato personalmente coinvolto negli anni Ottanta nell'acquisto del Marden e del Warhol. Pur avendo bilanci sostanzialmente in pari, Bedford aveva dato luce verde alla vendita sulla scorta di una misura di emergenza dell'associazione dei Direttori dei Musei che in aprile, per salvare istituzioni con i conti in profondo rosso a causa del coronavirus, aveva autorizzato a vendere in deroga a precedenti regole che vietavano le "deaccessioni" anche nel caso in cui le opere fossero doppioni o attribuite ad artisti minori o condannate a raccogliere polvere nei magazzini. L'unica eccezione ammessa prima di aprile era di vendere per comprare arte e il Bma ne aveva approfittato l'anno scorso liberandosi di quadri di artisti maschi bianchi per acquistarne altri dipinti da donne e minoranze. (ANSA).

Grassetto azzurro: non è certo la prima volta che i musei cedono opere. Personalmente mi è capitato di comprare grafiche comuni con il timbro di musei, che le avevano alienate disponendone, immagino, in quantità.
Gr. rosso: beh, personalmente per nessuno di questi autori (soprattutto Marden, devo dire) protesterei in piazza ... :rolleyes: :fiu:
Gr. arancio: ahi ahi ahi :stop:, qui siamo nella recente linea degli organizzatori dei premi Oscar. Un politicamente corretto terribile in campo artistico, dove vigono criteri non democratici (tipo vinca il migliore, ovvero, libertà totale). Per me un criterio idiota. Tra l'altro, specularmente razzista :-o
GR. verde: e meno male che non ce n'erano altre :rotfl:
Gr. grigio scuro: confermo l'idiozia del criterio. Questo modo di ragionare (?) ed operare, se attecchisce anche da noi, procurerà danni talora irreparabili, più o meno come l'iconoclastia religiosa, o la furia della Rivoluzione Francese che distrusse capolavori gotici di scultura e architettura. Diciamo allora che i musei dovrebbero coerentemente riempirsi, secondo costoro, di opere come quelle delle cartoline "dipinto con i piedi" quali venivano spediti a fine millennio nelle case della gente per raccogliere offerte. Massimo rispetto, ovviamente, per gli svantaggiati artisti. Ma, purtroppo, se si vuole dirlo, a livello museo, cioè di opere esposte ad un giudizio, che dovrebbero testimoniare l'eccellenza di una zona o un periodo, non è considerando pietisticamente la situazione dell'autore che si valuta un'opera artisticamente. Tutt'al più si riconosce lo sforzo fatto a partire da situazioni difficili (sempre considerando che anche la situazione di donne e minoranze non è poi così "difficile"). Basterebbe che i musei pubblici non fossero la Mecca degli sprecatori di denaro collettivo, e che le scelte dei direttori di museo pubblico fossero in genere le stesse per le quali investirebbero il proprio denaro privato.
 

vecchio frank

could be worse...
Già. Ma come fare a vederla? Col nuovo DPCM pare chiudano di nuovo musei, sale da concerto e mostre, forse addirittura le sale bingo...
 

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