Notizie dal mondo dell'arte (1 Viewer)

RedArrow

Forumer storico
Ho osato fare una battuta sul Fol e subito è intervenuto qualcuno per scrivere "ma come, 102 anni dopo Duchamp c'è ancora chi eccetera eccetera"... che andassero....
Delle pagliacciate di Cattelan non si dirà mai abbastanza però dalla posizione dello scotch sulla banana questa della mangiata sembra un fake.
 

Ziig

Forumer attivo
Prescindendo dall'opera (di cui poco mi interessa), calcolando che un buon 99.9% della popolazione si limita ad insulti e risate, l'obiettivo per tutti dovrebbe essere vedere l'opera con un filo di consapevolezza, senza la necessità ovviamente di apprezzarla; se poi è lo spunto per interessarsi anche all'arte in senso più lato meglio, altrimenti le uniche cose che secondo me hanno poco senso sono i soliti, stantii commenti tipo "è una cagata pazzesca, lo faccio anche io, tutti quei soldi per una banana, il mio fruttivendolo me ne vendeva 2 camion per quel prezzo, vuoi mettere Raffaello" etc etc...
Si, l'abbiamo pensato tutti e no, mediamente non si dovrebbe aver bisogno di conferme su scala mondiale delle ovvietà che diciamo/pensiamo, è come se ogni volta che son 40 gradi incontrassi 200 persone che mi dicono "hai visto, son 40 gradi, che caldo!"; sì, ho visto, grazie, non me ne frega una mazza.
Se invece son 40 gradi perchè ci sono cambiamenti climatici in corso c'è anche il caso che voglia capirne la ragione e documentarmi sulle cause, le conseguenze, magari in generale le questioni ambientali: in quel caso il caldo mi è servito a qualcosa, altrimenti torno a casa, accendo il condizionatore e a posto così.
 

vecchio frank

could be worse...
Prescindendo dall'opera (di cui poco mi interessa), calcolando che un buon 99.9% della popolazione si limita ad insulti e risate, l'obiettivo per tutti dovrebbe essere vedere l'opera con un filo di consapevolezza, senza la necessità ovviamente di apprezzarla; se poi è lo spunto per interessarsi anche all'arte in senso più lato meglio, altrimenti le uniche cose che secondo me hanno poco senso sono i soliti, stantii commenti tipo "è una cagata pazzesca, lo faccio anche io, tutti quei soldi per una banana, il mio fruttivendolo me ne vendeva 2 camion per quel prezzo, vuoi mettere Raffaello" etc etc...
Si, l'abbiamo pensato tutti e no, mediamente non si dovrebbe aver bisogno di conferme su scala mondiale delle ovvietà che diciamo/pensiamo, è come se ogni volta che son 40 gradi incontrassi 200 persone che mi dicono "hai visto, son 40 gradi, che caldo!"; sì, ho visto, grazie, non me ne frega una mazza.
Se invece son 40 gradi perchè ci sono cambiamenti climatici in corso c'è anche il caso che voglia capirne la ragione e documentarmi sulle cause, le conseguenze, magari in generale le questioni ambientali: in quel caso il caldo mi è servito a qualcosa, altrimenti torno a casa, accendo il condizionatore e a posto così.
In realtà sarei (abbastanza) d'accordo con te. Il mio di là non voleva essere un commento, ma una semplice battuta. Però mi dà fastidio che subito si ergano dei paladini a difendere l'ortodossia, cioè che la storia dell'arte dopo Duchamp non è più la stessa, che la "manualità" (ormai una parolaccia) non conta più niente, il "bello" nemmeno (tanto è soggettivo), conta solo l'idea ecc... Questa è la piega che ha preso la storia dell'arte nel XX secolo, ma se ne potrebbe discutere, non trovi? Io trovo difficile che quella banana incollata al muro con tutto il clamore che ne è seguito possa costituire per qualcuno, come tu dici, lo spunto per interessarsi anche all'arte in senso più lato, anzi, secondo me si ottiene l'effetto esattamente contrario. Cattelan secondo me è un artista, a scanso di equivoci, ma lo sono anche tanti altri che secondo una certa narrazione sarebbero "rimasti indietro", spero di essermi spiegato....
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Prescindendo dall'opera (di cui poco mi interessa), calcolando che un buon 99.9% della popolazione si limita ad insulti e risate, l'obiettivo per tutti dovrebbe essere vedere l'opera con un filo di consapevolezza, senza la necessità ovviamente di apprezzarla; se poi è lo spunto per interessarsi anche all'arte in senso più lato meglio, altrimenti le uniche cose che secondo me hanno poco senso sono i soliti, stantii commenti tipo "è una cagata pazzesca, lo faccio anche io, tutti quei soldi per una banana, il mio fruttivendolo me ne vendeva 2 camion per quel prezzo, vuoi mettere Raffaello" etc etc...
Si, l'abbiamo pensato tutti e no, mediamente non si dovrebbe aver bisogno di conferme su scala mondiale delle ovvietà che diciamo/pensiamo, è come se ogni volta che son 40 gradi incontrassi 200 persone che mi dicono "hai visto, son 40 gradi, che caldo!"; sì, ho visto, grazie, non me ne frega una mazza.
Se invece son 40 gradi perchè ci sono cambiamenti climatici in corso c'è anche il caso che voglia capirne la ragione e documentarmi sulle cause, le conseguenze, magari in generale le questioni ambientali: in quel caso il caldo mi è servito a qualcosa, altrimenti torno a casa, accendo il condizionatore e a posto così.
Direi che "in precedenza" ogni nuova opera d'arte faceva i conti con la storia, con i precedenti e con i criteri di giudizio tramandati. Le novità alla fine venivano giudicate in rapporto ai rispettivi cambiamenti storici e il cerchio si chiudeva.
Il problema oggi è quello solito, quali criteri di giudizio vengono usati, quali i valori soddisfatti o meno. L'insieme delle abilità che un tempo convivevano nella stessa persona (manuale, ideativa, spirituale ecc) ora sono scisse. L'idea viene venduta come e più del manufatto. Ciò è reso possibile in un mercato manipolato, perché se volessimo vendere una semplice idea ad un privato, pur ricco, saremmo spernacchiati. Accade che tuttavia si spinga a valutare qualcosa con criteri alieni. Per esempio, una scritta su neon, al massimo espressione di un pensiero filosofico o letterario, la si dovrebbe valutare con i criteri dell'arte figurativa.
Il fatto centrale è che la gente tira fuori molto denaro solo per le opere dichiarate arte visiva. Per i libri, i CD musicali, il teatro (visto in TV) c'è molto meno denaro. E allora tutto si traveste da arte visiva e chiede di stare nei musei.
Il gesto di attaccare con scotch una persona o una banana al muro è, appunto, un gesto. In quale ambito andrebbe "valutato"? Teatro? Ma allora i quattrini non sarebbero così tanti.
Un armadietto di medicinali può essere visto come base per considerazioni pseudo filosofiche. Anche lì, con quali guadagni?
Chiudo. Se il valore non è rapportarsi con il passato ed innovarlo, ma distinguersene il più possibile, ne nasce una definizione in negativo, quindi un'assurdità.
Per esempio, che cos'è un palo? Non è una finestra, non è un uccello, non è una malattia ... e via alla membro di botolo. Che cos'è quest'opera? E' una cosa nuova, nuovissima, si distingue da tutto quanto fatto prima, stupisce ...
- Ma, diobbonino, ma se è solo uno starnuto e nulla più ...?
- Starnuto artistico. Non mi faccia commenti banali anche lei ...

Perché, certo, da Duchamp in poi si è creata confusione tra artistico ed estetico. L'atteggiamento estetico riguarda come io osservo. E' stato messo in discussione, con risultati anche interessanti. Ma non risultati artistici, prodotti da un atteggiamento artistico.

Anche in musica, io posso ascoltare l'urlo di un poveraccio che precipita dal grattacielo dal punto di vista estetico e scoprirci dei valori inattesi. Ma non è un prodotto artistico.
Comunque, se qualcuno volesse acquistare i miei starnuti, gli mando l'IBAN
 

RedArrow

Forumer storico
Per me siete già oltre. Io di Duchamp non mi occupo proprio. La scissione di cui correttamente parla Baleng (idea e manufatto) non la attuo. Che poi lo facciano gli altri, non ho niente in contrario.
 

Ziig

Forumer attivo
@vecchio frank
Si, in realtà concordo con te, una cosa che non sopporto sono i concetti neri o bianchi, perchè penso che oggi come oggi sia tutto troppo complesso per non essere almeno in parte sfumato; in questo senso anche le posizioni di ultra-difesa dell'opera mi infastidiscono, nel senso che non sempre hanno la reale percezione di cosa e come sia realmente strutturato un linguaggio universale contemporaneo nell'arte (ammettendo che esista, cosa che io non credo) ed in ogni caso approcciano una situazione che ha potenzialmente impulso positivo di conoscenza in una maniera che non fa altro che estremizzare i concetti buttando nel cesso il dialogo.
Quello che non posso fare a meno di notare è che però nella stragrande maggioranza dei casi (es. @baleng nel suo intervento confuta questa tesi, ma siamo alle mosche bianche) la posizione opposta, "distruttiva", di fatto non ha base teorica nè conoscitiva, ed in questo senso per me è già auto-eliminata; cioè di base se uno non conosce la materia e si interessa solo di calcio io manco ci discuterei, così come non discuterei con me di molti argomenti che non conosco e di cui mi accorgo in alcune situazioni di voler dare la mia opinione: nulla da obiettare sul fatto che la voglia esprimere, ma a mente fredda mi rendo conto che se mi ascolta qualcuno che conosce l'argomento bypassa a piè pari le mie parole, a ragione.
Poi chiaro che le chiacchiere ci stanno, ho preso il caffè oggi con in sottofondo persone che discutevano di questo quindi immagina quali profonde disquisizioni hanno aperto la mia giornata, di sicuro però non butto il mio tempo a discutere se non con persone di cui almeno devo apprezzare la sensibilità o che ritengo possano capire almeno in parte una questione.

Se poi discutiamo di idea vs manufatto il discorso ovviamente è GIGA-complesso e apre a una marea di osservazioni che vanno dalla psicologia, alla filosofia, all'arte etc etc, il tutto mischiato con il substrato storico, culturale...chiaro che ne possono uscire cose interessantissime, ma di base è un mare che (giustamente, per la sua complessità) non ha uno sbocco; ed in questo senso è anche accettabilissimo il rifiuto di un arte che tronca di netto il legame con la manualità, io non sono di quel partito ovviamente ma non mi crea nessun fastidio chi la pensa diversamente.
E' chiaro che anche in questa posizione però pretendo conoscenza, sensibilità (ad esempio per un quadro dell'800 io non ho nessuna delle due), rispetto per le idee altrui etc, altrimenti ognuno per sè e felici tutti :D
 

RedArrow

Forumer storico
Occupatevi del bello, date retta a me. E prestate orecchio alle voci lontane (nel tempo e nello spazio) che giungono fino a noi. Così avrete vissuto non una ma cento volte.
E le banane di Cattelan appariranno ai vostri occhi come le prese per i fondelli che di fatto sono, uno sputo nell'universo.
 

vecchio frank

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baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Per me siete già oltre. Io di Duchamp non mi occupo proprio. La scissione di cui correttamente parla Baleng (idea e manufatto) non la attuo. Che poi lo facciano gli altri, non ho niente in contrario.
In realtà il fenomeno della scissione dell'io, iniziato a fine 800 (Jekill-Hyde, Freud, Schönberg che distrugge la tonalità, Kandinskij e l'astrattismo ..., Uno Nessuno e Centomila ...) è la vera caratteristica fondamentale della nostra epoca. Con esso occorre fare i conti, piaccia o meno.

da Wikipedia
Dopo Sigmund Freud ed Albert Einstein, tutte le certezze diventano relative: da qui la crisi dell'individuo nel suo rapporto con la realtà oggettiva e i valori che fino ad allora avevano mantenuto la sua unità oggettiva e integrità psicologica, trasformandosi da eroe romantico all'individuo complesso e problematico di Franz Kafka e Marcel Proust.

Occultamente ad esso corrisponde un estendersi del campo vitale al di fuori del corpo. Ciò genera percezioni spirituali che facilmente vengono intese in modo falsato. La fuga nella droga riflette le difficoltà che l'uomo d'oggi trova nell'affrontare responsabilmente la nuova situazione: si tratta quindi di una regressione, ciò che dovrei conquistarmi con fatica mi viene donato da una sostanza, senza sforzo. Il problema è che il senso di tutto ciò sta proprio nello sforzo, inteso in certo modo come un allenamento. Il risultato in sé conta ben poco.

Nell'arte, quindi, il superamento del lavoro di ricerca (anche perché oggi una introspezione rischia di non trovare quasi nulla) e la scelta di affidarsi ad effetti corrispondono a quello che nella vita è la droga: una fuga, stavolta verso l'esterno.
 

vecchio frank

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In realtà il fenomeno della scissione dell'io, iniziato a fine 800 (Jekill-Hyde, Freud, Schönberg che distrugge la tonalità, Kandinskij e l'astrattismo ..., Uno Nessuno e Centomila ...) è la vera caratteristica fondamentale della nostra epoca. Con esso occorre fare i conti, piaccia o meno.

da Wikipedia


Occultamente ad esso corrisponde un estendersi del campo vitale al di fuori del corpo. Ciò genera percezioni spirituali che facilmente vengono intese in modo falsato. La fuga nella droga riflette le difficoltà che l'uomo d'oggi trova nell'affrontare responsabilmente la nuova situazione: si tratta quindi di una regressione, ciò che dovrei conquistarmi con fatica mi viene donato da una sostanza, senza sforzo. Il problema è che il senso di tutto ciò sta proprio nello sforzo, inteso in certo modo come un allenamento. Il risultato in sé conta ben poco.

Nell'arte, quindi, il superamento del lavoro di ricerca (anche perché oggi una introspezione rischia di non trovare quasi nulla) e la scelta di affidarsi ad effetti corrispondono a quello che nella vita è la droga: una fuga, stavolta verso l'esterno.
Puoi dirci da quale voce di Wikipedia hai tratto la citazione?
 

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