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giustino

Art is looking for you
Si dice che il pittore Giustino Caposciutti abbia invitato al suo matrimonio più di 200 persone, facendole tutte attivamente partecipare alla cerimonia :godo:, con grande e piacevole sorpresa da parte della moglie, che fece in un giorno più esperienze che in tutta la sua vita. Il matrimonio continuò poi felicemente, in quanto Giustino era spesso in viaggio per lavoro, con l’antenna ( :pig: ) sempre in mano, mentre intanto, a casa Caposciutti, per la ressa, la gente finiva nuda fuori dalle finestre e non tutti riuscivano a partecipare al festino.

:invasion:

Matrimonio partecipato.

Molto più divertente ed istruttivo. Sarebbe l'ora di istituirlo per sacrosanta legge.:clapclap:
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Cuba è una nazione molto povera. I pittori cubani non hanno soldi per comprarsi le tele, tantomeno per i colori. Alle carenze sopperiscono con una fantasia senza uguale. Molti pennelli, ad esempio, sono fatti con i peli del pube che, secondo le usanze locali, vengono rasati periodicamente. Tali pennelli permettono degli effetti particolari, molto apprezzati dal pubblico femminile locale ed internazionale.
Il pigmento più usato, in quanto praticamente gratuito, è il sangue: si narra di turisti sorpresi a girare di notte da bande di acquarellisti, storditi e prosciugati fin quasi a morte. Essendo azione a favore della cultura, la legge non prevede il fatto come reato, perciò, prima di andare a Cuba, conviene farsi una cura anemicizzante, onde scoraggiare i malintenzionati. Altri pigmenti assai usati derivano dalle deiezioni corporali: la cosa è meno schifosa di quanto potrebbe sembrare in quanto esse vengono raccolte in recipienti sterilizzati, e solo se provenienti da persone dichiaratamente sane. Si potrebbe usare anche il succo di mango, o di papaja, ma normalmente il povero artista affamato se lo beve tutto molto prima di aver occasione di utilizzarlo.
In carenza di tele, il pittore cubano usa dipingere sopra qualunque superficie a disposizione: spesso si tratta delle porte delle case, e pertanto non si deve pensare che a Cuba tutti si fidino degli altri perché le case non hanno porte. Il fatto è che le hanno smontate e fregate tutte proprio i pittori. Anche le schiene dei cani si prestano benissimo alla bisogna, ma il problema è se, quando si vende il quadro, l'animale non gradisce il nuovo padrone. Peraltro, alcuni artisti truffatori hanno addestrato Fido a tornare a casa di soppiatto dopo pochi giorni dalla vendita, e ci sono cani dipinti che già furono truffaldinamente venduti più di cinquanta volte. Ovviamente il cane dipinto non viene appeso al muro, ma vi sono eccezioni: in questo caso il proprietario si impegna a dare da bere all'animale una volta al giorno e a farlo scendere per un giretto una volta la settimana.Il cane deve allora giurare solennemente che non ne profitterà per svignarsela.
Esistono poche gallerie d'arte, un po' perché comunque, visti i pigmenti usati, diventano tutte in breve tempo ambienti puteolenti ed infrequentabili. Un po' perché è più semplice vendere i quadri tramite trasmissione radiofonica (la cosa ricorda le radiocronache delle partite di calcio in Italia anni addietro, non vedevi una minchia e così ti immaginavi partite favolose. In seguito la cosa fu perfezionata dalla televisione: della partita non vedevi ancora nulla, ma potevi osservare il presentatore che a sua volta vedeva la partita tramite un monitor: insomma, un po' come per i filmini porno, realtà virtuale e tanta fantasia).
Chi compra un quadro per radio, se non ne è contento, non può cambiarlo, ma ha comunque a disposizione una trasmissione che si chiama babBey dove a sua volta cercherà di rifilarlo a qualcun altro. Il commercio dell'arte, pertanto, a Cuba è fiorente, anche se molti lo considerano una cosa sporca, sempre a motivo dei pigmenti usati.
Quanto ai soggetti: il regime proibisce l'arte astratta, e se un poliziotto non riconosce quale sia il soggetto di un quadro il pittore rischia grosso. Per questo, prima di esporre un quadro pubblicamente, ogni artista lo fa vedere alla suocera e se questa non ci capisce nulla egli la può picchiare a sangue finché ella riconosca almeno un particolare. In tal modo non è sicuro di evitare la condanna dello stato, ma almeno si sfoga un poco, e si procura pure un po' di pigmento gratis.
 

baleng

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Pare che da bambino il pittore Virgilio Guidi marinasse la scuola spesso e volentieri. Poi si innamorò di una compagna di classe di nome Marina, e da allora per vedere sempre lei smise di marinare. Per starle vicino si mise a studiare anche privatamente.. Ancor oggi Marina di Guidi è sinonimo di ripetizione.
 
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baleng

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Il primo quadro astratto fu semplicemente dovuto all'improvviso scoppio di un palloncino vicino a W. Kandinskij
La pittura impressionista si deve alla bassa qualità degli ammortizzatori nei treni dove Monet e Pissarro dipingevano.
Il cubismo nacque quando una tempera ad acqua fu dimenticata nel congelatore.
L'arte concettuale sorse, paradossalmente, per mancanza di idee.
La pittura analitica, infine, inizialmente si chiamava semplicemente anale, poi qualcuno volle infiorettare il termine.
 

vecchio frank

could be worse...
Il primo quadro astratto fu semplicemente dovuto all'improvviso scoppio di un palloncino vicino a W. Kandinskij
La pittura impressionista si deve alla bassa qualità degli ammortizzatori nei treni dove Monet e Pissarro dipingevano.
Il cubismo nacque quando una tempera ad acqua fu dimenticata nel congelatore.
L'arte concettuale sorse, paradossalmente, per mancanza di idee.
La pittura analitica, infine, inizialmente si chiamava semplicemente anale, poi qualcuno volle infiorettare il termine.
Bella quella che ho evidenziato. Ora mi aspetto la risposta di Cris.
 

baleng

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Il problema della vernice molle è che non asciuga mai.
Quello della maniera nera è che non si vede niente.
Quello della serigrafia è di non essere seria.
 
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baleng

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Il giorno che dipinse la Gioconda Leonardo aveva mangiato ben tre porzioni di fagioli. Ovviamente il concerto di flatulenze che ne seguì disturbava alquanto la raffinata modella, la quale prima svenne più volte, poi gli mise su un broncio che non finiva mai e voleva picchiarlo. Leonardo era un tipo piuttosto autoritario, e legò le mani di Monna Lisa alla poltrona, ordinandole di sorridere altrimenti l'avrebbe buttata nel fiume (quello che ancora si vede sullo sfondo).
Da qui l'espressione incerta e un po' spaurita della ragazza, divenuta famosa per quel sorriso tirato, con cui supplicava il pittore di slegarle le mani per potersi grattare la schiena.
 

baleng

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In Alaska molti artisti si dedicano alla ielografia, cioè incidono una lastra di ghiaccio proprio come una xilografia e poi, con tutta calma, la inchiostrano con ceneri di balena e ne tirano quante copie vogliono. Più pregiate sono comunque le ielografie fatte a Santo Domingo, delle quali al massimo si arriva a tirare un paio di copie. Il termine inglese per le stesse sarebbe coolgraphy, però in italiano suona male.

In Cina fino all'800 era in uso la emografia, ottenuta incidendo con una punta la pelle dei prigionieri e poi premendo sul disegno di sangue un foglio di carta riso (detta così perché l'incisore si divertiva davvero un sacco e, in preda al riso, si sganasciava fino alle lacrime).

In Francia non ebbe grande fortuna la caseografia, anche perché le forme di camembert destinate a servire da matrici puzzavano orribilmente e impregnavano di tale puzza i fogli stampati. Per evitare l'inconveniente i concorrenti italiani presero allora a usare lo stracchino, che non lasciava cattivi odori: ma la pressione del torchio creava così tanti problemi che non si riuscì a stamparne in effetti nemmeno una.

Nel Nord Europa si sviluppò per breve tempo l'hamburgergrafia, ma gli artisti erano talmente affamati che le matrici sparivano quasi subito e nessuno sapeva dove fossero finite. Si passò allora alla zucchinografia, poi degenerata in articoli da sexshop.

Nel dopoguerra, mancando il denaro, gli artisti presero a usare come torchio per le patatografie, allora di moda, i compressori stradali, dietro piccola mancia ai conducenti. Il metodo non ebbe successo o, per meglio dire, non fece molta strada.

Maggior successo ebbe la battipannografia, esercitata per lo più sul sedere di marmocchi colpevoli di qualcosa di grosso. Questo fu un metodo che, si può proprio dirlo, lasciò il segno.

Infine, l'invenzione del torchietto scatologico, permettendo a chiunque di dedicarcisi grazie al bassissimo costo, rovinò definitivamente il mercato della grafica, e montagne di carta per incisioni furono riciclate in carta igienica aggiungendovi le linee di buchini tra un tratto e l'altro. Fu ispirandosi a questi fatti che la corrente dello spezialismo (certe spezie favorivano l'evacuazione dei più riottosi) poté inventare il gesto di bucare la carta e poi, in un momento di distrazione, anche la tela.
 

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