non esistono derivati "cattivi". Cattivo può esser l'uso che viene fatto. (1 Viewer)

f4f

翠鸟科
ACHTUNG! ACHTUNG! E cosa succede se qualcosa va storto in Eurozona?

Che tipo di perdite dovranno registrare le banche che utilizzano maggiormente la leva finanziaria?

E quindi, essendo le banche tedesche quelle con maggiore leva, cosa potrebbe accadere?

E allora…siamo così certi che la Grecia fuori dall’Eurozona sia un’opzione così conveniente per la Germania, visto il grande rischio dell’effetto contagio?

Intanto, proprio per non farci mancare nulla, vi segnalo un flash apparso ieri sera, già segnalato su Twitter avente come oggetto le banche spagnole.

Secondo l’IIF , le banche spagnole potrebbero arrivare a perdere a causa della crisi fino a 260 miliardi di Euro.
Spanish banks’ total loan losses could range between 218 billion and 260 billion euros, more than currently-expected provisioning, the Institute of International Finance predicted Monday. That suggests the government will have to step in to support “a significant number of banks, mainly the cajas,” the institute said, referring to local Spanish banks. The group represents more than 400 of the world’s largest private financial firms, recently negotiated an historic Greek debt restructuring on behalf private bond holders. (WSJ)
Perdonatemi se sono ragionevolmente preoccupato per il sistema finanziario dell’Eurozona


la leva in sè è un indice di rischio, non il rischio in toto
per dire: preferiremo avere titoli di una banca tedesca a leva 100 che opera solo con tedeschi o di una banca greca che opera solo sul mercato interno a leva 20 ?
 

tontolina

Forumer storico
JP Morgan: in Giappone indagata per insider trading JP Morgan: in Giappone indagata per insider trading
Quando i politici italiani (prima di essere estromessi dal loro pollaio definitivamente) sapranno farsi coraggio e denunciare il debito truffa subito dalle banche internazionali olandoangloamericane? Sarà sempre troppo tardi. ndr
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30 Maggio 2012 – 08:35

(ASCA) – Roma, 30 mag – Altra tegola per JP Morgan. Dopo la perdita di almeno 2 miliardi di dollari, per la banca d’affari si apre un altro capitolo negativo. Secondo indiscrezioni di stampa JP Morgan e’ indagata dalle autorita’ di borsa del Giappone per un caso di insider trading che riguarda le vendite di azioni della Nippon Sheet Glass dopo aver ottenuto illegalmente informazioni.
JP Morgan in un comunicato ha confermato di avere colloqui in corso con le autorita’ giapponesi ma ha sottolineato di non aver ricevuto alcuna indicazione dalle autorita’ di Tokyo circa un’indagine sul coinvolgimento di JP Morgan”.
 

tontolina

Forumer storico
Le verità nascoste

Le verità nascoste

Bisogna riconoscere che alcune grandi banche americane, in queste settimane, stanno ridefinendo il concetto di “conflitto di interesse”, attraverso un uso mediatico raffinatissimo di alcuni concetti come “asset allocation ideale” e “bull market secolare”.
L’ASSET ALLOCATION IDEALE
È UN MONDO NUOVO
Gli investimenti privi di rischio non esistono più. I mercati sono sempre più volatili. La fiducia degli investitori è scarsa. I mercati finanziari sembrano essere diventati maggiormente rischiosi e le opportunità di investimento più difficili da cogliere. Gli investimenti prima considerati privi di rischio oggi sembrano non esserlo più. Tutti si fanno la stessa domanda: “Come devo investire i miei soldi?”

La buona notizia è che le opportunità sul mercato non mancano. Crediamo che il tuo portafoglio oggi debba essere sufficientemente flessibile da potersi adattare ai rapidi cambiamenti di mercato e diversificato come non mai. Ciò potrebbe significare investire in una gamma di strumenti più ampia in termini di tipologie di investimento, aree geografiche, stili di gestione e così via.
Un portafoglio più dinamico e diversificato. Cinque idee di investimento di cui parlare con il tuo Consulente Finanziario:


Considera il prezzo della liquidità
Avere un portafoglio investito in liquidità può essere ragionevole nel breve periodo, ma in uno scenario di tassi di interesse bassi il valore del denaro viene sistematicamente eroso dall’inflazione che ne riduce il potere di acquisto futuro.
Diversifica le tue fonti di rendita
Se i prodotti obbligazionari tradizionali non sono in grado di battere l’inflazione, gli investitori potrebbero valutare di assumersi un livello maggiore di rischio investendo in classi di attivo come i titoli azionari che pagano dividendi e le obbligazioni corporate.
Guarda a soluzioni alternative
Strategie e tecniche d’investimento più sofisticate – quali gli investimenti in materie prime e in prodotti a rendimento assoluto – che prima erano riservate ai soli investitori istituzionali oggi sono disponibili ad un pubblico più ampio. Anche se queste strategie presentano dei rischi, i rendimenti che generano non dipendono necessariamente dal comportamento dei mercati azionari ed obbligazionari, permettendo così di aumentare la diversificazione di portafoglio.
Investi attivamente nella gestione passiva
Gli ETF sono fondi aperti indicizzati, quotati in borsa come le azioni, che permettono agli investitori di accedere alle asset class e ai mercati globali in modo trasparente ed efficiente in termini di costi.
Riconsidera il tuo orizzonte temporale di investimento
Viviamo più a lungo. Ciò ci permette di estendere l’orizzonte temporale dei nostri investimenti e di continuare ad essere esposti a mercati rischiosi, come ad esempio quelli azionari, anche una volta in pensione.
Questo è l’annuncio di una grande investment house americana. In sostanza, l’input – neanche tanto subliminale – è che l’investitore deve “crescere”, affrancarsi dal concetto obbligazione=rendimento certo, e che dovrebbe tendere verso un’asset allocation di questo tipo (qui di seguito espressa in modo schematico, senza peraltro rapportarla come si dovrebbe fare al livello di volatilità/rischio di ciascuna asset class):
20% flusso cedolare da bonds lunghi (es.: BTP?)
20% bonds corporate (o azioni ad alto dividendo)
20% prodotti alternativi (ormai ci sono SICAV multimanager UCITS3 compliant con liquidità giornaliera)
20% ETF su indici azionari di mercati maggiori (es.: MSCI World, USA)
20% mercati emergenti
Ne emerge un’asset allocation di gran buon senso, di taglio molto anglosassone e comunque di notevole raffinatezza nella sua apparente semplicità. Un piccolo capolavoro di comunicazione finanziaria.
Ma non è tutto qui.



“Il livello della speculazione finanziaria mondiale è risalito fino a tornare ai livelli prima della “prima ondata”, quella dei mutui subprime del 2007-2008, per intendersi. Il comunicato è il segno che la lezione non è bastata. Siamo infatti di nuovo a circa un milione di miliardi di dollari l’anno, rispetto ad un prodotto mondiale lordo intorno ai settanta mila miliardi di dollari – il che vuol dire un’economia virtuale che vale quasi 15 volte l’economia reale e con tale peso gigantesco gli si sovrappone, dirigendola e condizionandola. Dietro questo rapporto c’è, intatta, la bolla speculativa sul cui valore effettivo gli esperti si interrogano da oramai un quinquennio e che prima o poi dovrà venire a galla. La “seconda ondata”, quella dell’attacco speculativo ai titoli di Stato europei nel 2011, vorremmo tutti che fosse passata. In questi giorni la stampa ci vuole persuadere che il peggio è passato, la UE si è grosso modo accordata, lo spread è rientrato nei limiti, la Grecia ha forse raggiunto un accordo con i suoi creditori dell’alta finanza mondiale. Vorremmo tutti che fosse così, vorremmo credere a queste sirene ottimistiche che devono incantarci per rassicurarci. Ma sappiamo che non è così, e dobbiamo dunque dirlo chiaramente. La Federal Reserve americana e la BCE europea non hanno fatto altro in questi anni che guadagnare tempo per evitare il crollo delle grandi banche, dei grandi investitori istituzionali, dei cosiddetti “conglomerati” della finanza – quelli, in breve, che operano controllando banche, pacchetti azionari delle grandi multinazionali, dei grandi servizi finanziari come quelli assicurativi e dei fondi pensione. Hanno iniettato nel sistema della circolazione finanziaria migliaia di miliardi di dollari e di euro, a tassi stracciati, ottenendo in cambio in garanzia titoli sulla cui affidabilità i dubbi sono molti, in quanto molti di essi stanno proprio dentro la bolla speculativa di cui abbiamo parlato. Queste iniezioni di liquidità non sono affatto destinate ad aumentare la circolazione del denaro, il credito e gli investimenti nel sistema produttivo: sono in realtà destinati a rallentare per almeno un triennio il venire a galla della bolla speculativa, ossia l’affiorare di titoli che non valgono più nulla e le relative perdite annidate nei bilanci delle maggiori aziende mondiali. Si tratta di una disperata corsa contro il tempo: in questo triennio si spera infatti che le misure di spaventoso rigore che si sono adottate contro i cittadini americani ed europei riescano a drenare ulteriori risorse per il sistema finanziario globale, passando attraverso le finanze pubbliche, in questo caso – in maniera da dare il tempo alle banche di accumulare nuove risorse con cui alimentare il circolo vizioso avviatosi da un paio di decenni. L’annuncio è sulla stessa linea, rivolgendosi ai risparmiatori: “credete ancora in noi, dateci ancora i vostri soldi”, altro che mondo nuovo! Il problema di fondo è che la crisi è strutturale, per ragioni che si possono descrivere abbastanza rapidamente. Il capitalismo occidentale non ha più i livelli di investimento e di produttività che ne hanno rappresentato la forza propulsiva per circa una settantina d’anni, dagli anni Novanta del XIX secolo agli anni Sessanta del XX, grazie anche a due guerre mondiali, che hanno favorito la “distruzione creativa” di cui il sistema necessitava. A questo calo fisiologico, legato fra l’altro al fatto che le società post-industriali sono ormai focalizzate per il 70% almeno del proprio prodotto interno lordo sui servizi, notoriamente assai meno produttivi del settore primario e di quello industriale – si aggiunge un continuo invecchiamento della popolazione, con i ben noti effetti sul costo complessivo della vita sociale. Nel frattempo, l’enorme fame di energia di un sistema che presuppone uno sviluppo infinito ha instaurato un circolo vizioso fra consumo di energia, costo delle materie prime agricole (cibo) e distruzione delle risorse primarie terrestri (aria, acqua, suolo) – con costi enormi che cominciano ad essere considerati solo da una ventina d’anni. Il modello del capitalismo occidentale ha dunque trovato con la mondializzazione i propri inevitabili limiti materiali: di capacità produttiva, di risorse materiali e di tecnologia. Per tacere del sistema di vita che impone all’essere umano, delle ineguaglianze e dello sfruttamento che genera ed alimenta. Nemmeno l’innovazione introdotta dalle tecnologie web ha modificato di una virgola la questione: il capitalismo del web non è altro che un sistema marketing in grado di raggiungere numeri enormi di utenti in tempi istantanei, ma è solo una straordinaria manifestazione di capacità di promozione e, assai meno, di vendita. Non è certo in grado di accrescere la produttività globale o di generare nuovi prodotti o nuove capacità industriali. È l’estrema propaggine della affluent society degli anni Sessanta: iper-tecnologizzato e mondializzato quanto vogliamo, rimane un puro strumento consumistico.
I dati di fondo della crisi non sono dunque cambiati.
Il funzionamento del sistema non ha subito modifiche, per cui la speculazione finanziaria resta l’ultimo motore marciante: lo dimostra il fatto che nulla è stato fatto in questo drammatico quinquennio in tema di regolamentazione dell’enorme mercato over the counter, quello per capirsi degli strumenti speculativi più pericolosi e spregiudicati; nulla si è fatto per regolamentare i sistemi di rating, che continuano ad avere un potere sovraordinato a quello degli Stati, senza alcuna fonte di legittimazione democraticamente riconosciuta; nulla si è fatto nemmeno, nonostante i ripetuti annunci, in tema di tassazione della speculazione, nelle varie forme ipotizzate di Tobin tax e simili.
Questa sconcertante inerzia su di un punto focale della crisi, ha confermato che l’intreccio, anch’esso oramai sistemico, fra potere economico e politica determina la soggezione dei sistemi di democrazia parlamentare occidentale alle grandi istituzioni finanziarie: i costi della politica, l’inefficienza degli Stati nazione contemporanei, tutto facilita la rude presa di quelle istituzioni sugli uomini degli apparati di partito e sulle burocrazie amministrative dei grandi Paesi industriali, fino ai livelli di regioni, province e comuni.
La perdita del senso di comunità nazionale, di idealità patria, ha lasciato il varco a un controllo oramai diretto delle tecnocrazie espressione di quegli interessi finanziari sui governi nazionali, come dimostrato da ultimo dal caso della Grecia e dell’Italia.
Ma le elezioni in corso negli Usa, da questo punto di vista, saranno non meno istruttive, se si guarda ai finanziamenti dei candidati in corsa.

La prima ondata (2007-2008) è dunque passata, portando povertà e disoccupazione negli Usa ed allargandosi all’Europa.
La seconda (2011) ha colpito qui durissimamente anche il cosiddetto “capitalismo sociale di mercato”, con effetti profondi su milioni di cittadini europei, effetti di cui cominceremo ad accorgerci nei prossimi mesi. Se, come crediamo, i provvedimenti fin qui adottati servono a guadagnare tempo e non hanno toccato i dati di fondo per come li abbiamo sintetizzati – dobbiamo allora attenderci, in un arco di tempo assai breve, l’inevitabile terza ondata. Riteniamo che questa sarà a quel punto più grave delle precedenti, perché dovremo fare i conti con l’affiorare effettivo della bolla speculativa che si continua a cercare di mascherare, per non porre il sistema dell’alta finanza internazionale con le spalle al muro: questo significherà portare allo scoperto le perdite sottostanti, il che vuol dire distruzione di ricchezza virtuale e riconduzione ai dati produttivi reali di un sistema in crisi strutturale.
In poche parole, vuol dire “vedere” le carte delle speculazione in questa gigantesca partita a poker mondiale.
A quel punto sarà in gioco l’economia reale: vale a dire gli interessi quotidiani delle persone, rapportati all’arco temporale della vita di un essere umano – non più a quello, virtualmente infinito, delle banche e degli Stati.
Su questo punto, nessuna delle misure adottate in questi mesi ha nemmeno sfiorato la questione di fondo: essa è centrata sul lavoro umano, sul suo valore, diverso da quello di pura merce, nell’organizzazione sociale, nel suo rapporto con l’economia da una parte e con il diritto dall’altra. Da qui si dovrà muovere ad una considerazione diversa dell’organismo sociale nel suo complesso, e si dovrà di conseguenza por mano realisticamente alla questione della moneta, dato che il suo modo di essere concepita si presta ad essere strumento per eccellenza della speculazione. Questa è dunque la nuova questione sociale che la terza ondata porrà poderosamente all’ordine del giorno, come già avvenne alla fine dell’Ottocento, e lo farà su dimensioni talmente estese da evidenziare in modo immediato l’insufficienza degli attuali uomini di potere, dei tecnocrati, delle classi dirigenti dei partiti, degli intellettuali prodotti dalle nostre università. Per il manifestarsi di una simile questione sociale occorre, con umiltà ma anche con decisione e con consapevolezza, attrezzarsi, vivendo nell’economia reale, cercando di ritrarne un quadro vivo ed efficace, raccogliendo uomini ed idee nuove, suscitando soprattutto forze morali senza le quali nessuna economia così come nessuna organizzazione sociale può pensare di affrontare il proprio avvenire. È tardi, ma potrebbe ancora non essere troppo tardi.”
 

tontolina

Forumer storico
Deutsche Bank lancia i derivati-morte (Maurizio Blondet)

INTERNAZIONALE Deutsche Bank lancia i derivati-morte (Maurizio Blondet)

13 febbraio 2012 Di Maurizio Blondet

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Il lupo perde il pelo ma non il vizio: Deutsche Bank ha lanciato per al prima volta in Europa i death-bonds.
Questi sinistri derivati esistono da oltre un decennio in USA, ed approfittano delle persone in crisi economica per vecchiaia o per malattia.

Novanta milioni di americani hanno un’assicurazione sulla vita; molti di loro non possono più permettersi di pagare i premi, oppure hanno bisogno di incassare il denaro in anticipo.
A questo punto intervengono gli speculatori, che offrono agli assicurati in ristrettezze questo “accordo sulla vita” (life settlement): gli comprano le polizze vita per metà o meno del risarcimento atteso (tipicamente, 400 mila dollari per un milione), e poi pagano le rate del premio, aspettando la morte dell’assicurato.

Più precoce è la morte, più alto il profitto.
Non a caso i death bonds conobbero i primi successi negli anni ’80 coi malati di Aids, ridotti in miseria dalla malattia e bisognosi di incassare a qualunque costo: arrivarono gli avvoltoi ad offrire il life settlement, e ad incassare lucri altissimi dato che quei pazienti morivano rapidamente.

Il migliorare delle terapie ha prosciugato questo “mercato” , insieme ad inchieste giudiziarie sulle pratiche abusive condotte dagli speculatori a danno dei pazienti disperati, conclusesi con condanne.



Un’altra condanna giudiziaria ha colpito due “finanzieri” che avevano assicurato l’intera comunità di negri poveri di Los Angeles South Central, e poi rivendevano i prodotti impacchettati e cartolarizzati (esattamente come i derivati sui mutui sub-prime) promettendo profitti del 25%, col motivo che “i negri americani muoiono prima degli altri gruppi razziali” (già, chissà perchè…).


Tuttavia, questa speculazione sulla morte (e la miseria) non è mai cessata, anzi è cresciuta in America: i bond relativi danno interessi sicuri attorno all’8 per cento, perchè niente è sicuro come la morte. E sono venduti, impacchettati in titoli, ad hedge funds e a fondi pensioni.
E’ questo il motivo per cui Deutsche Bank, per prima in Europa, ha lanciato questo “prodotto finanziario”, che il business preferisce chiamare eufemisticamente “Life Settlement Backed Securities” (LSBS).

La crisi economica che colpisce i detentori di polizze-vita, nonchè l’invecchiamento della popolazione e il fatto che si dovrà lavorare fino ai 70 per le nuove austerità pensionistiche, ciò probabilmente ridurrà la longevità, apre rosee possibilità di profitto. E’ il derivato ideale per profittare delle ristrettezze delle famiglie e dei privati, indotte dalla recessione. Tanto pù che questi titoli derivati hanno il vantaggio di essere “uncorrelated assets”, ossia le loro performances non soffrono per gli alti e bassi degli altri mercati speculativi. I tassi di mortalità non dipendono dal rincaro delle commodities o dai corsi azionari, dopotutto. E in tempi di collasso della finanza speculativa, troppo interconnessa a livello globale, “uncorrelated assets” come questi hanno un alto valore nei portafogli.
E pensare che Josef Ackerman, il capo supremo della Deutsche Bank, solo pochi giorni aveva detto che la Deutsche Bank sente una speciale responsabilità di perseguire i suoi scopi economici “in modo onorevole e morale”. [ahahahahahahahahahahahahahahahahahah]

Als Marktführer in Deutschland und eine der führenden Banken weltweit sehen wir uns in einer besonderen Verantwortung, (…) unsere ökonomischen Ziele auf ehrbare, das heißt moralisch vertretbare Weise zu erreichen“
 

tontolina

Forumer storico
il film è lungo ma vale la pena vederlo
tocca parecchi argomenti
tra cui il Pil e il benessere della popolazione
i CDS i CDO il debito il FMI la Manca Mondiale

i derivati

insomma sembra abbasstanza completo
e fa un quadro veritiero della nostra società con i suoi problemi

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=7gSRg_zoBgA&feature=channel&list=UL][FILM COMPLETO] CENSURATO DA TUTTE LE TV ITALIANE! - YouTube[/ame]
 

tontolina

Forumer storico
JP Morgan: in Giappone indagata per insider trading Senza vedere la Sicilia non è possibile farsi un’idea dell’Italia. La Sicilia è la chiave di tutto. (J.W. Goethe da “Viaggio in Italia” 1787) : in Giappone indagata per insider trading
Quando i politici italiani (prima di essere estromessi dal loro pollaio definitivamente) sapranno farsi coraggio e denunciare il debito truffa subito dalle banche internazionali olandoangloamericane? Sarà sempre troppo tardi. ndr
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30 Maggio 2012 – 08:35

(ASCA) – Roma, 30 mag – Altra tegola per JP Morgan. Dopo la perdita di almeno 2 miliardi di dollari, per la banca d’affari si apre un altro capitolo negativo. Secondo indiscrezioni di stampa JP Morgan e’ indagata dalle autorita’ di borsa del Giappone per un caso di insider trading che riguarda le vendite di azioni della Nippon Sheet Glass dopo aver ottenuto illegalmente informazioni.
JP Morgan in un comunicato ha confermato di avere colloqui in corso con le autorita’ giapponesi ma ha sottolineato di non aver ricevuto alcuna indicazione dalle autorita’ di Tokyo circa un’indagine sul coinvolgimento di JP Morgan”.
sembra che le perdite sui prodotti derivati di JP MORGAN siano salite a 9 miliardi di dollari


come dire
se "vincono"[a me sembrano delle vere scommesse] allora i soldi se li spartiscono tra di loro

se perdono interviene lo Stato

bello così... troppo bello....:specchio:
e metterne qualcuno in galera?
 

tontolina

Forumer storico
giovedì 28 giugno 2012

JP Morgan: Voragine da 2 miliardi, anzi 3...anzi 5...anzi 9...chi offre di più?


Siamo alle solite: dopo il Crack Lehman NULLA è cambiato....
Prima leggetevi "la scontatissima" News
(scontata almeno per me e per chi legge questo blog...).
Operazioni di trading sui derivati : buco da 9 miliardi di dollari per JP Morgan
Lo scorso maggio si parlava di 2 miliardi di dollari, cifra poi corretta a 3 miliardi. Pare invece che le perdite del colosso bancario statunitense JP Morgan a seguito degli investimenti speculativi legati ai derivati siano ben peggiori : 9 miliardi di dollari.......

I derivati in questione sono denominati “synthetic credit securities”.
Dopo la notizia, i mercati e l’azionario europeo, soprattutto i bancari, hanno reagito con nervosismo, puntando decisamente verso il basso.

“Il comportamento di JP Morgan – scrive il portale di economia Wall Street Italia – dimostra quanto le banche siano tuttora irresponsabili e come non abbiano imparato nulla dalla grave crisi economia e finanziaria scoppiata nel 2007-2008.
La cifra di 9 miliardi di dollari sarebbe contenuta in un rapporto interno alla banca compilato nel mese di aprile; dunque per ora nulla è ufficiale.
Ma l’amministratore delegato della banca, Jamie Dimon, aveva previsto che le perdite avrebbero potuto raddoppiare nei trimestri successivi.

Trader e dirigenti di JP Morgan hanno dichiarato al New York Times che per riparare il danno la banca sta cercando di smobilizzare le posizioni investite negli asset più volatili.
La verità sulla cifra si conoscerà il prossimo 13 luglio, quando saranno comunicati i risultati relativi al secondo trimestre di JP Morgan.”
Wall Street: Jp Morgan in forte calo (-3,45%)
(ASCA) - Roma, 28 giu - Forte ribasso per JP Morgan a Wall Street in avvio di seduta.
Il titolo accusa una flessione del 3,45% sulle indiscrezioni pubblicate dal New York Times secondo le quali le perdite su strumenti derivati sarebbero di circa 9 miliardi di dollari rispetto ai 2 miliardi ufficializzati dalla banca guidata da Jamie Dimon.

E poi rileggetevi come commentavo fin dall'inizio
l'ennesima "edificante" parabola
che ci arriva da un sistema finanziario tecnicamente fallito nel suo complesso,
soprattutto nel suo modus operandi da biscazza di coca-cow-boys....

I giochetti di JP Morgan: come prima...peggio di prima...Ma la sapete una cosa? CHISSENEFREGA! (11 Maggio 2012)
...............
Per la serie: la coperta è troppo corta...
..... subito dopo la pseudo-Nazionalizzazione (in verità è il solito tampone a spese dei contibuenti) di BANKIA, la 4° Banca Spagnola....
ieri sera come un FULMINE A CIEL SERENO (per chi vive la fuori, incosapevole...altrimenti è solo una News ampiamente attesa e normale)......
JPMorgan Chase annuncia all'improvviso un buco di $2 miliardi
Nuovo shock per le Borse: i listini mondiali colpiti dal buco miliardario di Jp Morgan
da Milano Finanza: Con una improvvisa conferenza stampa, il Ceo di Jp Morgan, Jamie Dimon ha annunciato che a causa di alcune posizioni prese nel mercato dei derivati sul credito, la banca registrerà nel secondo trimestre 800 milioni di dollari di perdita nel segmento corporate, frutto di una maxiperdita sul mercato dei credit default swap di 2 miliardi nelle ultime sei settimane, solo parzialmente compensata da altre plusvalenze sul trading (1 miliardo)......
Il Ceo di Jpm si attende un altro miliardo di dollari di perdita nel secondo trimestre per la volatilità del mercato...........
JP Morgan ha anche deciso che il suo modello di value-at-risk (Var) si è dimostrato inadeguato e sta ritornando al vecchio modello.
Dimon dice che la strategia è stata “mal congegnata, mal eseguita e mal controllata”.
“Sono stati errori eclatanti, e ce li siamo auto-inflitti: le perdite nel primo trimestre erano piccole, ma nel secondo trimestre sono balzate a 2 miliardi di dollari”.....
Il titolo Jp Morgan in borsa ha perso subito il 5,2% a 38,61 dollari, trascinando con sè anche le altre grandi banche: Goldman giù del 2,6%, Morgan Stanley in calo del 3,5%, BofA giù del 3,5%, Citi -3,4%, Wells -2%, Aig -2%.
Alla domanda sul perché la Jpm avesse preso questa posizione sul mercato dei derivati del credito, Dimon ha risposto che “il piano originale era quello di proteggere la banca in un contesto di mercato del credito molto stressato.
Nel ricoprirsi, la banca ha adottato una cattiva strategia , mal eseguita, e che si è rivelata troppo complessa”. Sotto accusa è il chief investment office (Cio) di JpMorgan..........
Insomma è già tutto QUI DENTRO,
in questa dichiarazione del Banchiere più potente e fico d'America,
nonchè uno dei più potenti del Mondo....
a capo della JP Morgan, la Banca considerata più sicura e corazzata tra tutte
quella che anche post-Lehman si è difesa meglio delle altre che si sfaldavano come neve al sole.
Faro solo una breve lista riassuntiva: se volete approfondire vi basterà leggere i miei post passati dove 3-4 anni fa già dicevo tutto per filo e per segno

  • Sistema bancario e finanziario tecnicamente FALLITO
  • Sistema Finanziario tamponato dalle Banche Centrali e dai Governi
  • Banche Zombie che continuano a barcollare sui mercati ed ogni tanto dall'alto gli mettono un cerotto o gli ripassano il filo di sutura su un braccio che stava per staccarsi e cadere....
  • Giochini con derivati ed armi finanziarie di distruzione di massa, come prima e più di prima grazie al colossale Moral Hazard innescato da Banche Centrali e Governi che hanno salvato tutto e tutti a spese dei contribuenti
  • Lehman non ha insegnato una cippa anzi...tutto come prima e peggio di prima ed il Moral Hazard ha spento l'impulso a riformare il sistema ed a fare pulizia
  • Questa GRANDE CRISI ha scoperto i giochi, ha aperto gli occhi sul Sistema....ma non sta servendo a nulla
  • Leverage bancari da palloncino gonfiato fino ad un pelo dall'esplosione
  • Gestione delle banche come delle bische d'azzardo
  • Fantasiosi modelli cervellotici di Controllo del Rischio (d'azzardo...)
  • Strumenti d'investimento così complessi e poco trasparenti che non li sa nemmeno più capire e gestire chi li ha creati
  • Balla cosmica del Marciume Sistemico presentato come semplice Errore umano che ricade in capo al singolo capro espiatorio (vedi il mitico Jerome Kerviel)
  • Tempi velocissimi di crollo e sputtanamento di un contesto considerato solido fino al giorno prima (per capire vedi "palloncino" ed altri svariati punti soprastanti)
  • Maggiore scaicabarile della storia dal debito privato a quello pubblico
  • Privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite
  • Lobby finanziaria predatoria e trasversale che impone le scelte politiche in tutto il mondo
  • e dunque niente vera Nazionalizzazione (provvisoria) del Sistema Bancario perchè altrimenti dovresti fare veramente pulizia della suddetta Lobby
Vedi in merito la dottissima/tecnicissima (quanto vana...) disamina di Phastidio
La Chiosa finale è esemplare quanto pragmatica (ma anch'essa vana...):
Il problema, per la politica, è come fare in modo che eventuali fallimenti di queste operazioni elusive della norma pesino solo sulle banche coinvolte e sui loro azionisti, e non sulla collettività. Diversamente, il mondo resterà costantemente sotto la spada di Damocle (o di Dimon, più specificamente) della finanza che privatizza gli utili e socializza le perdite.
Ma sulla prognosi non saremmo ottimisti.
Devo andare avanti?
Direi di NO
E tutti i "soliti perditempo" già si chiedono:
sarà un caso isolato o potrebbe essere il classico "canarino nella miniera"?
Si fermerà qui o sarà un'altra Lehman?
Io rispondo: MA CHISSENEFREGA!
Tutto il sistema è marcio...
E' già tutto chiaro, già tutto scritto
e nel mio Blog trovate già tutto...basta sfogliarlo...................
.......................

Del resto come scrivevo in Il Casinò Globale dei Derivati: 1.200 trilioni di giocate...(21 Maggio 2012)
..............
Prima di tutto ecco la SLIDE con la quale inizio quasi tutte le mie conferenze:

N.B. Nella Cartina il "marrone" rappresenta gli Stati più immersi nella "m...." del Debito...
Per il resto ho solo aggiornato l'ultima riga visto che, fino a non molto tempo fa, il Casinò dei derivati stava intorno ai 700-900 trilioni di "giocate"....
mentre, secondo un recente studio, sarebbe quantificabile intorno ai 1.200 trilioni
circa 20 volte il PIL Mondiale....

.....................

Insomma...non solo viviamo in UN MONDO DI DEBITI
ma anche in un Mondo di Scommesse in leva sui Debiti...
Tranquillizzante vero?
Ecco perchè bastano 10 neri in Alabama che non pagano più il loro mutuo subprime e....PATATRACCCCC! ...S'innesca la più Grande Crisi dal 1929....
ed è una crisi STRUTTURALE
e non un forte raffreddore come ci hanno banfato per anni
mentre io predicavo al vento dalla nicchia del mio Blog...

Ed ecco perchè si crea un certo qual nervosismo globale
quando la corazzata JP Morgan comunica a sorpresa
di avere 2 miliardi di perdite straordinarie, cumulate giocando sui Derivati....
............Poi però sembra che siano 3 miliardi...poi però sembra che siano 5 miliardi...

Mmmm....provo una sensazione di déjà vu...
Insomma, nemmeno il Patron Jamie Dimon sa esattamente quanto cappero ha perso la sua JP Morgan....
anche perchè la tipica caratteristica delle armi finanziarie di distruzione di massa è che sono talmente complesse&strutturate
che anche i loro creatori ne hanno perso il controllo e non ne vengono più a capo...
e la leva tiratissima fa in modo che le cose succedano moooolto velocemente.....;-)
...........................
Del resto le stime sul casinò dei Derivati Strutturati con scappellamento a destra
NON sono particolarmente precise....
Si parla di una "forchettina" che oscilla tra 600 trilioni di $ ed i 1500 trilioni di $...
Tanto per avere un'idea della trasparenza cristallina di questa Bisca Finanziaria Globale...

Ma negli USA fanno i superiori...e guardano dall'alto e con compassione l'Europa

pontificando in Tavole Rotonde se la Crisi dell'Eurozona possa tradursi in un altro
Lehman Moment (se ben ricordo Lehman era made in USA...ma forse ricordo male...)
Insomma...gli USA si comportano come se "loro" stessero su di un altro Pianeta...
mentre in realtà non solo sono strettamente INTERCONNESSI con l'Eurozona
ma stanno anche seduti sopra ad una miriade di Bombe pronte ad esplodere
come quella di JP Morgan...
Tranquilli loro.....
............................


COME POTRETE NOTARE
NEL MIO BLOG
VI HO GIA' DETTO TUTTO QUELLO CHE ANDAVA DETTO SU QUESTA GRANDE CRISI
INUTILE RIPETERSI ALL'INFINITO:
BASTA CHE VI FACCIA SOLO IL COPIA/INCOLLA
DEI MIEI VECCHI POST
CHE SPIEGAVANO ED ANTICIPAVANO QUELLO CHE POI E' PUNTUALMENTE ACCADUTO...

ORMAI DA TEMPO AVRESTE DOVUTO PASSARE A SOLUZIONI CONCRETE
COME PROPONGO NEL MIO BLOG DA PIU' DI UN ANNO...
.

 

tontolina

Forumer storico
Banca Network, dietro il crac anche i titoli di Lehman Brothers



Ci sono anche investimenti in titoli molto rischiosi, costati perdite sia a Banca Network che alla sua clientela, dietro il crac dell'istituto nato da una costola della Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani. E tra questi figurano anche strumenti finanziari garantiti da Lehman Brothers, la banca fallita nell'ottobre del 2008 di cui è stato un esponente di primo piano Ruggero Magnoni, con il fratello Giorgio azionista della Sopaf, principale socio di Banca Network.
È quanto si apprende da ambienti giudiziari dopo che la Procura è stata chiamata ad indagare sulla banca, commissariata lo scorso novembre per gravi irregolarità, dall'invio di un fascicolo della Banca d'Italia da cui emergerebbero episodi di cattiva gestione. La banca, viene spiegato, ha un grosso problema di capitale perch´ negli anni ha accumulato perdite significative senza che i soci intervenissero a ripianarle. Sull'entità del buco si potrà avere visibilità non appena il pm Roberto Pellicano, titolare del fascicolo, prenderà contatto con i commissari della Banca d'Italia.
Al momento non figurano iscrizioni nel registro degli indagati ma è certo che se dovesse venire dichiarata l'insolvenza della banca, che appare destinata alla liquidazione coatta amministrativa (nel bilancio 2011 Sopaf ha azzerato il valore della sua partecipazione, in carico per 45 milioni), la Procura valuterà l'esistenza di reati fallimentari come la bancarotta.
Sul collasso (i conti dei 28 mila clienti sono congelati dal 31 maggio) ha pesato anche la mancanza di accordo tra i soci. Banca Network è controllata da Sopaf, affiancata dai soci di minoranza De Agostini (15%), Banco Popolare (19,9%) e Aviva (al 40,6% di Petunia, la holding controllata da Sopaf che detiene il 49,9%). Al momento per i soci c'è solo il danno reputazionale ma la Procura sta esaminando attentamente il dossier. Intanto Consultinvest, che ha rilevato la rete di Banca Network, sta raccogliendo le adesioni dei promotori.
 

tontolina

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Almeno con JP Morgan si è dimesso il presidente

mentre Societè Generale accuso e licenziò un semplice impiegato

da Solidarité et Progrès interviene contro la frode di Société Générale e propone un'azione rooseveltiana
Solidarité et Progrès interviene contro la frode di Société Générale e propone un'azione rooseveltiana
8 febbraio 2008 - Karel Vereycken, rappresentante di Solidarité et Progrès, è intervenuto il 7 febbraio a Parigi alla conferenza di presentazione del libro Psicologia dei principali operatori finanziari, il cui autore, Thami Kabbaj, in passato ha lavorato alla City di Londra e ora è docente di economia. L'intervento di Vereycken è servito a illustrare ai giornalisti presenti la politica della “muraglia” proposta da Lyndon LaRouche per proteggere le famiglie, le banche ordinarie e le economie nazionali dall'esplosione della bolla speculativa globale degli strumenti finanziari fondati sui debiti.
Kabbaj aveva cercato di spacciare ai presenti la favola per adulti che vorrebbe il dipendente di Société Générale, Jérrome Kerviel, uno spregiudicato 'elemento isolato', tra l'altro di formazione scolastica non prestigiosa, capace di ingannare tutti i suoi colleghi esperti e causare enormi perdite alla sua società.
Vereycken ha posto la seguente domanda: “Avete letto l'ultimo thriller di Martin Baker Meltdown?, esso è il copione adottato per coprire le perdite di Société Générale, perdite che potrebbero aver facilitato la riduzione dei tassi del 22 gennaio della Riserva Federale americana. Un giornalista de Les Echos ha preso la palla al balzo, procedendo a smantellare la costruzione difensiva di Société Générale: “Guardate, ho calcolato che Kerviel, soltanto grazie alle sue scommesse sull'EUREX, avrebbe dovuto depositare per mezzo di conti ufficiali di Société Générale, più di 2,3 miliardi di euro. è impossibile che nessuno, nella banca, se ne fosse accorto.” Un secondo giornalista ha invece aperto il fuoco su Kabbaj.
In seguito, Vereycken ha discusso della soluzione richiesta, indicando la necessità di cancellare per legge tutte le cifre legate a queste operazioni speculative e di introdurre un “nuovo Glass Steagall Act” per erigere una muraglia di protezione dell'economia fisica dal collasso di quella finanziaria. Alla fine, anche i funzionari dell'Associazione Stampa Estera, usualmente ostili, si sono compiaciuti del tenore dell'incontro.
 

tontolina

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ALLARME: Dopo MFGlobal, Salta PFGbest, E’ Tempo di Distruzione sui Derivati.

ALLARME: Dopo MFGlobal, Salta PFGbest, E’ Tempo di Distruzione sui Derivati. | Rischio Calcolato


E’ tempo di distruzione direbbe un noto supereroe. Fatto sta che il fondatore e padrone di PFGbest, ha tentato (fallendo) il suicidio e gli sfortunati clienti di PFGbest si sono visti congelare i conti con la sola opzione di chiudere le posizioni senza avere la possibilità di riavere la liquidità fino a nuovo ordine.
La Notizia da ZH:
Futures Brokerage PFG Best Freezes Accounts Following Discovery Of Accounting Irregularity | ZeroHedge
Just out from futures broker PFG Best to clients, where the owner’s suicide attempt apparently has led to a whole new MF Global spin off. Monday, July 9, 2012
Due to a recent emergency involving Russell R. Wasendorf, Sr., a suicide attempt, some accounting irregularities are being investigated regarding company accounts. PFGBEST is wholly owned by Mr. Wasendorf. Therefore, the NFA and other officials have put all funds on hold, and PFGBEST is in liquidation-only status with our clearing FCM. What this means is no customers are able to trade except to liquidate positions. Until further notice, PFGBEST is not authorized to release any funds. We will update you as any new procedures are stipulated and with any further information as it becomes available.

Non ho mai avuto direttamente a che fare con questo broker, nel 2011 si trovava al 33 posto nella top 50 stilata dalla rivista di settore FutureMagzine (link), con 365 milioni di dollari in equity dei clienti (USA).

Spulciando sul sito ho notato che oltre di derivati PFGbest si occupava anche di Oro e Argento fisico, o meglio pseudofisico visto che il servizio offerto è il solito “dacci i soldi che teniamo il tuo oro fisico, per te, nei nostri caveau…. e non azzardarti a chiederlo a casa tua… vi ricorda nulla?).

Comunque, 365mln di equity usati come collaterale per derivati non sono un scherzo. Di PFGbest ne sentiremo parlare a lungo, magari a partire dalla settimana prossima, vogliamo scommettere?

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  • rischio calcolato 10 luglio 2012
 

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