NON CI E' DATO DI SCEGLIERE LA CORNICE DEL NOSTRO DESTINO. PERO' SIAMO NOI A IMMETTERE IL CONTENUTO (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
“Lo chiamano don ego".

"la lotta della resistenza contro le ingiustizie"
Forse qualcuno gli "traduca" le parole della canzone che parla di lotta all'invasore
(come quelli che questo pseudo parroco sostiene) non di ingiustizie ... quando si vuole girare la frittata !

C'erano diversi giornalisti, si dice addirittura una decina: quindi era uno spettacolo preparato a tavolino per fare notizia?
In una chiesa e durante una funzione liturgica? Dubito che questo signore sia un vero prete.

C’erano una decina di giornalisti, qualche curioso come me e una ventina di partecipanti", racconta un signore della zona.
Che poi confessa di non aver gradito: "Non mi è piaciuto, non era né il luogo, né il momento adatto".
 

Val

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Inizia il massacro: Audi ha annunciato che licenzierà 9500 dei suoi 61 mila dipendenti in Germania.

Un taglio notevole, il 14% della forza lavoro che viene lasciato a casa da un giorno all’altro,
colpendo in profondità una forza lavoro considerata tradizionalmente stabile.

Il CEO di Audi ha parlato di un taglio “Necessario” che favorirà ” La transizione di Audi verso un “Nuovo modello di mobilità” cioè verso l’ibrido elettrico.

Del resto ha affermato che il taglio fatto nei momenti “Buoni” viene a favorire la maggiore efficienza.

In realtà siamo di fronte ad una crisi mondiale delle vendite che ha il proprio epicentro principale in Cina,
ma che si espande anche ad India, Giappone, e Germania.

Nello stesso tempo anche i valori azionari del settore stanno precipitando.



La caduta delle vendite è , come sappiamo , particolarmente forte in Cina, mercato su cui i tedeschi
hanno puntato molto e dove quindi ora vengono a pagare fortemente la propria debolezza:



Questo calo diventerà ancora più forte nel prossimo futuro, dato che il governo di Pechino ha tagliato a giugno gli aiuti alle auto elettriche, a
nnullando addirittura quelli per i mezzi con autonomia sotto i 250 km.

Dato che questo settore era l’unico che ancora stava tirando, vuol dire che nel secondo semestre avremo dei cali ancora più forti delle vendite.

Siamo al Carmagheddon, il massacro delle aziende automobilistiche e la scelta di Audi è il solo il primo passo in questa direzione.

Nel frattempo, se l’indice azionario del settore auto specifico MSCI è in calo, quello generale mantiene la crescita. Fino a quando?

 

Val

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Di chi sto scrivendo ?

"Non vale neppure la pena contradire sto personaggio.Lui e' pagato per svolgere questo lavoro
Lui e' colpevole per il calcolo sbaglilato del molteplicatore fiscale per la Grecia.
E' stato calcolato al 0.4% invece del 1,7%. Questo causo' un crollo del PIL Greco al 29,75%.
Un criminale che va in giro a raccondare dell mi..te.
Quale riforma fare idiota?.Facendo queste "riforme" (ma quanti decenni durerano ancora?)
la EU e' diventato il buco nero dell' economia mondiale."

"Ah beh.. veniva addirittura pagato migliaia di euro per andare a mentire in Rai in prima serata
con conduttori SPUGNE IGNORANTI vittime di complesso di inferiorità per l'europeista del momento!"

"vorrei ricordare al professore che il problema è il RAPPORTO debito/PIL e che proprio "l' Aumento"
della spesa pubblica NAZIONALE fa convergere il rapporto a 1 essendo che l'incremento X della spesa pubblica incrementa ANCHE il PIL (
con moltiplicare M maggiore di 1 tra l' altro). Quindi noi andiamo da

D/P a (D+X)/ (P+MX) e se D/P > 1 (D+X)/(P+MX)< D/P ,e anno dopo anno andiamo a 1 (se M=1) e sotto 1 se M>1

Quindi anche stando nell' euro non ci sarebbe questo problema del debito "eccessivo" se quel gran pezzo di Ciampi
non avesse spinto il risparmio italiano a farsi fottere in borsa , escludendolo dai ricchi rendimenti dei titoli decennali
riservati alle grandi banche ( soprattutto estere ) che così MUNGONO il contribuente italiano da 25 anni."

"Dimentichi che le università che hanno frequentato hanno modificato i programmi e hanno inculcato Hayek. Keynes è il demonio."
 

Val

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Monta, come una valanga, l'inchiesta su Open.

I magistrati gigliati indagano su Alberto Bianchi e Marco Carrai, da sempre vicini all’ex presidente del consiglio ed ex segretario del Partito Democratico.

Ma l’attenzione delle toghe è tutta per i finanziatori dell’ex fondazione, chiusa nel 2018 dopo sei anni di intensa attività.

Sotto la lente di ingrandimento della Procura e delle Fiamme Gialle, le società che hanno sostenuto economicamente le iniziative di Renzi.
Menarini, Rifle, British American Tobacco, Fondo Algebris (di Davide Serra), Gruppo Getra,
Gruppo Gavio (concessionario italiano delle autostrade), Karat, Garofalo Health Care e la Isvafim di Alfredo Romeo.

Ora la faccenda si infittisce. Già, perché L'Espresso ha visionato i nuovi documenti dell’inchiesta.

Ecco, il settimanale del Gruppo Gedi pone l’accento sulla figura di Gianfranco Librandi,
ex deputato del Pd – ora passato con Italia Viva – che ha donato alla fondazione Open una cifra "da record" di 800mila euro.

Il fu premier ha replicato a muso duro, annunciando denuncia all'Espresso "per violazione del segreto bancario.
 

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E stamattina quella faccia di bronzo di librandi, ospite di la7, alle domande del conduttore rispondeva evasivamente con dei "non ricordo",
e poi ripartiva a testa bassa ad attaccare Salvini, cambiando totalmente discorso.

Veramente un bel personaggio, ex-montiano, poi transfuga in partitini, partitucoli, e infine nel pd fino a pochi giorni fa. Bella gente!

Se mi è permesso, è importante cercare di ricordare che Matteo Renzi
fino a poco tempo fa era il segretario del PD.


Qualche sospetto mi sovviene, a Voi no?
 

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Fratello dell’ex presidente del Consiglio, il professor Franco Prodi è un fisico e accademico
che ha dedicato tutta la vita agli studi della meteorologia e della fisica dell’atmosfera,
prendendo parte a numerose commissioni di studio nazionali e internazionali.

Fino al 2008 ha diretto l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr.

Intervenuto ad una trasmissione radiofonica in onda su Punto Radio, trasmessa in diretta dall’Aula 40 del Cnr di Pisa,
il professor Prodi ha detto, senza mezzi termini, che il movimento ambientalista lanciato dalla giovane svedese Greta Thunberg “è una bufala mondiale”.

Così ha spiegato la propria affermazione:

“Bisogna stare attenti alla tutela dell’ambiente planetario. Il fatto di lanciare questo allarmismo basato sulla Co2 è non scientifico.
Farebbero bene a studiare i giovani, a studiare di più, a studiare il ciclo cliamtico che è complesso.
L’umanità sta andando dietro ai dettami dell’Ipcc (Intergovernmental Panel On Climate Change) e non è la strada della scienza.
Quella del contatto fra i governi mondiali, le Nazioni Unite e diversi scienziati convocati per questo scopo”.

Prodi nega “che si possa dire con sicurezza scientifica, che la responsabilità dell’uomo (nei cambiamenti climatici, ndr) sia del 95%.
Questa affermazione non ha un fondamento scientifico. Il problema è proprio questo.
Non è possibile con la conoscenza attuale del sistema clima quantificare quant’è l’effetto antropico.
Intanto sfatiamo l’idea che siamo solo due partiti, negazionisti e catastrofisti. C’è un partito della scienza vera che dice, attenzione,
non siamo come nella meteorologia dove abbiamo le cinque stazioni, qui siamo in un sistema fisico molto complesso, che non è ancora conosciuto completamente”.

Nel dibattito durante la trasmissione il professor Antonello Provenzale (Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr di Pisa) ha confutato le tesi di Prodi:

“Quando si dice che il cambiamento climatico è in atto, che c’è sempre stato certamente ma che in questo momento è particolarmente accelerato
e una buona parte è dovuta ad emissione di C02 da parte umana, si parla di dati, misurati su tutto il pianeta, dati scientifici.
Dopo di che quando facciamo previsioni usiamo dei modelli, qui si che entrano in gioco delle delicatezze, delle difficoltà di rappresentare dei fenomeni,
per questo si fanno degli scenari e su questo è vero c’è molto da migliorare. Non si deve fare confusione, i dati ci sono, i modelli sono un’altra cosa”.
 

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Una società che fa capo al miliardario di Dubai Hussain Sajwani, il gruppo Dico, ha acquistato il gruppo Roberto Cavalli.

L’operazione è avvenuta tramite la società d’investimento privato Vision Investments, con sede negli Emirati Arabi Uniti,
che ha presentato la migliore offerta per rilevare il brand.

In precedenza il gruppo Roberto Cavalli era controllato dal fondo italiano di private equity Clessidra.

“Siamo entusiasti – spiega Hussain Sajwani – di portare avanti l’incredibile storia del brand Roberto Cavalli.
Dico vanta una lunga e fruttuosa collaborazione con Roberto Cavalli, e credo che il brand sposi perfettamente la nostra idea di lusso.
Sono lieto di annunciare che la transazione si è svolta senza intoppi e che assicureremo la stabilità del management.
L’obiettivo di Dico Investments è detenere brand dal prestigio internazionale, e questa acquisizione segna un passo significativo nella nostra strategia”.

Fondato nel 1992, il gruppo Dico è il ramo d’investimento da ’svariati miliardi di dollarì di Hussain Sajwani, con interessi diversificati nei mercati di tutto il mondo.
Gli investimenti della società si dividono in cinque aree chiave: mercati finanziari, immobiliare, hotel & resort, manifattura e catering e, ora, moda di lusso.

La società ha in mente di investire circa tre miliardi di dollari nei prossimi anni in alcuni mercati chiave in Europa occidentale e negli Usa.


Nato a Firenze nel 1940, nipote di un artista macchiaiolo le cui opere sono esposte anche agli Uffizi, Roberto Cavalli
studia all’Istituto d’arte specializzandosi nella pittura dei tessuti. Poco più che trentenne brevetta un tipo di stampa su pelle
e inizia a creare patchwork di materiali diversi, attirando l’attenzione di Hermès e Pierre Cardin.
La sua prima collezione risale al 1970, la prima boutique nel 1972 in Costa Azzurra.
Dopo un periodo di lontananza dalle scene, anche per motivi personali, nel 1994 torna sotto le luci della ribalta con una grande sfilata a Milano.
Cavalli lancia i jeans invecchiati a sabbia e il successo è immediato. Spuntano boutique in tutto il mondo, da Parigi a Las Vegas, fino a Tokyo.
Nel 2002 apre a Milano il Just Cavalli Club. Nel 2007 lo stilista si diverte disegnando una linea anche per il marchio di abiti low cost H&M.

Nel marzo 2015 la direzione creativa passa allo stilista norvegese Peter Dundas: due mesi dopo il fondo Clessidra SGR rileva il 90% del gruppo.
 

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Non abbiamo alcun bisogno delle sardine in tonaca a cantare Bella Ciao.
E’ davvero penosa la messinscena di questo Biancalani che fa il prete e non si capisce perché.
La liturgia prevede canti religiosi e preghiere. E non inni e canzoni di guerra.

Ne torniamo a scrivere dopo aver letto parole importanti sull’Avvenire, che invita a non scambiare la Chiesa per la piazza.
Ma la gravità dell’accaduto c’è tutta, perché questo signore non dovrebbe dire messa.
Tanto è vero che grida su Facebook “Vergogna” proprio ad Avvenire. Biancalani non rispetta i fedeli.
E costringe chi non la pensa come lui a disertare la funzione.

E’ una scusa infantile per mascherare un atto politico nel luogo sbagliato.

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Possiamo essere liberi, se credenti, di andare a messa senza essere costretti a sorbirci un comizio?
Certo, c’è qualche pericoloso precedente, ma è ugualmente vergognoso e irrispettoso delle persone che in parrocchia vanno solo per pregare.

Tanto più, caro Biancalani, che di preti ammazzati da quelli che cantavano Bella Ciao ne è piena la storia,
a partire proprio dalla Toscana, tristemente protagonista di episodi simili a quelli del triangolo rosso emiliano.
Storie di morte all’indomani della guerra.

Comunisti rossi che ammazzavano partigiani bianchi e preti
.

Ma lui canta Bella Ciao in spregio persino ad essi per farsi bello con pessima pubblicità.

Non è questa la nostra Chiesa, rischieremmo di dire quasi bestemmiando.
Ma qualcosa deve accadere anche da quelle parti perché simili sceneggiate sono diventate insopportabili.
Ci sta che il Papa e i suoi pastori predichino accoglienza per lo straniero.
Anche se pure loro dovrebbero comprendere le difficoltà dell’Italia. Ma in fondo è il loro “mestiere”.
Quel che suona davvero clamoroso – anche se ahinoi non più inaspettato, purtroppo – è pretendere di mischiare fede politica e religiosa (se quest’ultima c’è ancora in tizi del genere Biancalani).

Dovrebbe studiare – quell’uomo in tonaca che non riusciamo a chiamare sacerdote – la storiadei "preti sacchettati"

Si prendeva, in quel dopo 1945, un sacchetto di stoffa, lo si riempiva con qualche manciata di sabbia e poi giù – col micidiale manganello sul corpo della vittima.
Non restavano lividi né segni sulla pelle e si ledevano gli organi interni senza uccidere subito.

Così furono ammazzati i primi, don Luigi Grandetti (17 dicembre 1946), e l’anno successivo don Pietro Maraglia.
Una dozzina i sacerdoti assassinati nella regione dove oggi predica strane cose Biancalani in quel dopoguerra insanguinato di allora.

Il sacrificio di quei religiosi è svillaneggiato a messa, quando la funzione termina e comincia il coro di Bella Ciao.
E’ l’offesa peggiore a quegli uomini di fede.
 

Val

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Poverini, che pena.
Ma i centri sociali ? Quelli no, vero ? Tutto legale...ah.
Domani indosserò la mia camicia nera di Armani ahahahahahahah

L’odio deve riguardare solo la destra, pare una parola d’ordine ormai. Con la voglia di istigare le teste calde che sono ovunque.
Perché ci ha fatto rabbrividire un suo tweet di ieri mattina, che annuncia da oggi su Repubblica
una sua “rubrica quotidiana: si intitolerà #PiovonoPietre.
Ogni giorno racconterò un episodio di razzismo, fascismo, nazismo, antisemitismo, bullismo politico, sessismo”.

Aspettiamoci un minestrone di antifascismo e fakenews.

Altro che commissione Segre. Ormai si scatenerà il ludibrio quotidiano.
Guai a chi solleverà un braccio, a chi conserverà la bandiera del nonno, il cimelio che gli fu regalato.
Arriva Berizzi, lo straordinario investigatore che andò a scoprire persino un pericoloso stabilimento balneare a Chioggia. La caccia è aperta.

Ovviamente, una cosa del genere scatenerà l’emulazione, tra chi farà a gara per campeggiare su una rubrica giornalistica
e chi invece a segnalare la camicia scura, -non-so-se-blu-notte-o-nera-dottore, del vicino di casa.
Ci sarà anche un indirizzo mail per l’opportuna opera di spionaggio caciarone.
 

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