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Buonasera,
oggi trattiamo una buona notizia che proviene dal rapporto mensile della BCE: la ripresa economica in Europa c’è ed è in corso quasi esclusivamente grazie alla nostra incapacità di produrre ricchezza. Espressa così sembra davvero qualcosa fuori dal mondo e quasi una presa in giro, ma il problema è proprio questo, poiché la BCE ha esposto la sua view sull’economia dell’Area Euro proprio in questi termini, ovviamente utilizzando sottointesi ed espressioni più moderate, ma di fatto il concetto è lo stesso.
Più nello specifico, la BCE afferma che gli indicatori economici, primi tra tutti la produzione e la fiducia, affermano in maniera incontrovertibile una fase nuova espansione per l’economia europea e mondiale. Nel breve periodo quindi, la positività di questa fase trova le sue basi anche sui bilanciati rischi derivanti da una stabilizzazione geo-politica dell’aria Medio Orientale del globo, mentre nel lungo periodo potrebbe solamente essere messa in discussione da rischi riguardanti crescita economica non più sostenibile a causa delle possibili sensibili variazioni delle risorse primarie.
Fin qui i dati positivi per i Mercati Azionari, che quindi si vedono per la prima volta confortati in un inizio di 2004 che era rimasto praticamente sconosciuto agli analisti, se non interpretato in maniera negativa o poco ottimistica.
A seguire, la BCE scrive di suo pugno un’importante pagina economica per la nostra Comunità Europea, poiché nell’analizzare i rapporti di cambio afferma di non essere preoccupata per la forza dell’Euro, poiché di fatto la maggiore domanda estera di beni e servizi avviene anche in presenza di una moneta forte. In pratica, la BCE afferma che l’Euro forte non è un problema, anzi è un bene, poiché non avendo all’interno del nostro sistema economico le basi necessarie per produrre ricchezza, allora si ci deve affidare agli Stati Uniti, che grazie alla loro ripresa economica e alla loro forte domanda, riescono comunque ad aiutare le altre economie del globo. Così l’Euro è di fatto una moneta al servizio del Dollaro poiché, come abbiamo visto nei numeri precedenti, la ripresa economica statunitense è legata a doppio filo dalla svalutazione della moneta e dai tagli alle tasse (per altro non più sostenibili, a detta del FMI, poiché hanno ingigantito enormemente il deficit federale).
Di solito a noi interessa sottolineare tutti gli elementi collegati al Mercato e solo quelli, quindi potevamo anche risparmiarvi l’ultimo paragrafo e limitarci alla buona notizia, ma è altresì vero che bisogna sempre informare e rendere consapevoli tutti di quanto si sta costruendo intorno a loro, perché un domani potremmo vedere i nostri nipoti rinfacciarci l’ottusità nel costruire un sistema economico scadente e basare sopra questo un concetto di Patria.
Esulandoci per un attimo dall’argomento precedente, forniamo qui una risposta a tre o quattro email pervenuteci. La domanda dovrebbe essere comune a molti attenti lettori di questa newsletter (presa da un’unica email perché il concetto è lo stesso):
<<Nel passato recente consigliavate di lasciare perdere i titoli bancari già oltremodo “gonfiati” e dirigerci principalmente su titoli assicurativi e telefonici. Vi ringrazio per il consiglio che mi ha tutelato dagli alti e bassi dei bancari e che mi ha permesso di guadagnare bene con i titoli sopra, ma adesso cosa dovrei fare? Liquidare o tenere?>>
La risposta a questa domanda è semplice quanto schietta: a nostro avviso gli assicurativi sono da liquidare mentre per i telefonici si potrebbe anche rischiare di tenere per target un po’ più ambiziosi.
Ringraziamo tutti per la fiducia che ci dimostrate.
Buonasera,
oggi trattiamo una buona notizia che proviene dal rapporto mensile della BCE: la ripresa economica in Europa c’è ed è in corso quasi esclusivamente grazie alla nostra incapacità di produrre ricchezza. Espressa così sembra davvero qualcosa fuori dal mondo e quasi una presa in giro, ma il problema è proprio questo, poiché la BCE ha esposto la sua view sull’economia dell’Area Euro proprio in questi termini, ovviamente utilizzando sottointesi ed espressioni più moderate, ma di fatto il concetto è lo stesso.
Più nello specifico, la BCE afferma che gli indicatori economici, primi tra tutti la produzione e la fiducia, affermano in maniera incontrovertibile una fase nuova espansione per l’economia europea e mondiale. Nel breve periodo quindi, la positività di questa fase trova le sue basi anche sui bilanciati rischi derivanti da una stabilizzazione geo-politica dell’aria Medio Orientale del globo, mentre nel lungo periodo potrebbe solamente essere messa in discussione da rischi riguardanti crescita economica non più sostenibile a causa delle possibili sensibili variazioni delle risorse primarie.
Fin qui i dati positivi per i Mercati Azionari, che quindi si vedono per la prima volta confortati in un inizio di 2004 che era rimasto praticamente sconosciuto agli analisti, se non interpretato in maniera negativa o poco ottimistica.
A seguire, la BCE scrive di suo pugno un’importante pagina economica per la nostra Comunità Europea, poiché nell’analizzare i rapporti di cambio afferma di non essere preoccupata per la forza dell’Euro, poiché di fatto la maggiore domanda estera di beni e servizi avviene anche in presenza di una moneta forte. In pratica, la BCE afferma che l’Euro forte non è un problema, anzi è un bene, poiché non avendo all’interno del nostro sistema economico le basi necessarie per produrre ricchezza, allora si ci deve affidare agli Stati Uniti, che grazie alla loro ripresa economica e alla loro forte domanda, riescono comunque ad aiutare le altre economie del globo. Così l’Euro è di fatto una moneta al servizio del Dollaro poiché, come abbiamo visto nei numeri precedenti, la ripresa economica statunitense è legata a doppio filo dalla svalutazione della moneta e dai tagli alle tasse (per altro non più sostenibili, a detta del FMI, poiché hanno ingigantito enormemente il deficit federale).
Di solito a noi interessa sottolineare tutti gli elementi collegati al Mercato e solo quelli, quindi potevamo anche risparmiarvi l’ultimo paragrafo e limitarci alla buona notizia, ma è altresì vero che bisogna sempre informare e rendere consapevoli tutti di quanto si sta costruendo intorno a loro, perché un domani potremmo vedere i nostri nipoti rinfacciarci l’ottusità nel costruire un sistema economico scadente e basare sopra questo un concetto di Patria.
Esulandoci per un attimo dall’argomento precedente, forniamo qui una risposta a tre o quattro email pervenuteci. La domanda dovrebbe essere comune a molti attenti lettori di questa newsletter (presa da un’unica email perché il concetto è lo stesso):
<<Nel passato recente consigliavate di lasciare perdere i titoli bancari già oltremodo “gonfiati” e dirigerci principalmente su titoli assicurativi e telefonici. Vi ringrazio per il consiglio che mi ha tutelato dagli alti e bassi dei bancari e che mi ha permesso di guadagnare bene con i titoli sopra, ma adesso cosa dovrei fare? Liquidare o tenere?>>
La risposta a questa domanda è semplice quanto schietta: a nostro avviso gli assicurativi sono da liquidare mentre per i telefonici si potrebbe anche rischiare di tenere per target un po’ più ambiziosi.
Ringraziamo tutti per la fiducia che ci dimostrate.