NL Economia e Finanza del 18/12: la nostra view sui cambi (1 Viewer)

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Ma che ripresa è se non comporta un miglioramento economico?


Buonasera,

oggi non potevamo esimerci dal trattare l'unica notizia della giornata, che ha scosso profondamente la maggioranza degli analisti, ossia i livelli di cambio delle varie economie mondiali. Il problema sembra distante anni luce dagli interessi imminenti di noi tutti piccoli privati e trader, ma in realtà è molto più vicino di quello che si ritiene, perchè interessa già direttamente il nostro portafoglio ed aleggia come una spada di Damocle sui Mercati Azionari.

Il problema non è recente, nè delimitato solo al cross Euro-Dollaro, ma in un qualche modo, abbraccia gli ultimi trent'anni di storia economica, perchè parte dalla crisi monetaria nipponica degli anni '80. Lungi da noi scrivere qui trent'anni di politica monetaria, quindi ci limitiamo agli eventi più recenti che interessano i nostri investimenti ed i nostri risparmi.

Del cross Euro Dollaro abbiamo già parlato altre volte, ma oggi ha raggiunto livelli davvero critici, affacciandosi pericolosamente verso quota 1,24 dollari descritta da noi come un livello di cambio assolutamente non mantenibile per un arco di tempo molto ampio. Davvero allarmanti anche le dichiarazioni vicine al direttivo delle BCE rilasciate da una agenzia di stampa oggi, perchè prevedono un intervento della banca centrale solo in caso di superamento di soglie nettamente più elevate, quali quelle comprese tra 1,30 dollari e 1,35 dollari.

A questo punto ci si può chiedere perchè la BCE si ostini ad avere una moneta così forte, che soffoca le nostre esportazioni e penalizza eccessivamente anche la nostra pur debole crescita. Domanda più che leggittima, ma priva di una risposta logica. Noi ne possiamo fornire solo una illogica per molti, perchè l'unico motivo che possiamo presumere è che nemmeno la BCE crede che l'Europa abbia i mezzi necessari per guidare o anche solo essere parte di questa ripresa nella sua fase iniziale.

Intendiamoci bene, a nostro avviso la BCE non corre contro gli interessi comuni europei proclamandosi sconfitta per prima, ma è altresì consapevole che non può essere protagonista della ripresa perchè:
1. ha un sistema economico troppo rigido.
2. Non ha un soggetto politico che persegua adeguate riforme in campo economico.
3. Non gode di una politica fiscale uniforme che possa stimolare un aumento di fiducia dei consumatori e quindi una ripresa dei consumi.

Consapevole di tutto ciò mantiene un atteggiamento solo apparentemente fatalista, perchè cerca di fare decollare la ripresa economica americana e beneficiare solo in seguito ed in maniera diretta della maggiore domanda di beni e servizi provenienti da un'economia statunitense forte, mentre in maniera indiretta si gioverà di un automatico apprezzamento del biglietto verde, determinato da un maggiore afflusso di risorse private nel sistema economico con maggiore crescita.

Fuori dall'Europa invece, tutte le macroaree economiche mondiali assumono atteggiamento diametralmente opposto, badando a portare acqua al proprio mulino attraverso svalutazioni, a volte anche forzate, alimentando così la propria crescita economica. E' il caso del Giappone con il suo Yen e dell'ormai tristemente famoso Peg Cinese. Entrambe le monete sono state sempre molto deboli negli ultimi 15-16 mesi, ma pur sempre in contesti di politica monetaria diversa: la BOJ (acronimo di Bank of Japan, equivalente alla Banca Centrale del Giappone) ha cercato con fondi propri di riacquistare sul forex Yen per cercare di sostenere la propria moneta, la Bank of China invece non vuole nemmeno sentire parlare di rivalutare il Peg.

Come ed in misura maggiore degli Stati Uniti, anche Giappone e Cina beneficiano di una moneta debole per alimentare enormemente le proprie esportazioni (sicuramente molti di voi hanno sentito parlare di concorrenza sleale cinese soprattutto in occasione del vertice dei Ministri dell'Economia dei vari stati europei) e quindi anche il loro PIL.

Ma se la ripresa economica passa da una pesante svalutazione della moneta, questa porta con se maggiore o minore ricchezza? Facciamo ad esempio riferimento al PIL statunitense, cresciuto a ritmi record negli ultimi trimestri. Ma quanto vale una crescita del 3,8% annuo se il Dollaro nei confronti dell'Euro in poco più di 14 mesi è passato dai 0,92 centesimi a quota 1,24 dollari? Il PIL statunitense si misura in Dollari, eppure per noi europei il dato reale della quantità di ricchezza prodotta dagli Stati Uniti d'America è tanto più ridotta quanto è maggiore la svalutazione del Dollaro nei confronti dell'Euro, considerando che noi lo dovremmo rapportare all'Euro. Quindi gli Stati Uniti stanno producendo ricchezza per i propri cittadini o li stanno impoverendo, ossia vi è una ripresa economica quantificabile in un PIL pari al 3,8% su base annua o un PIL reale negativo, che tiene conto della svalutazione del Dollaro?

Come al solito la virtù sta nella via di mezzo e la verità è che all'interno del "sistema economico USA" i cittadini stanno beneficiando di una maggiore crescita economica, ma in termini assoluti questa crescita economica è tanto più ridotta o assente quanto più forte è la moneta a cui la rapportiamo ossia, se un cittadino statunitense avesse come abitudine di trascorrere le vacanze di Natale tutti gli anni a Parigi si accorgerebbe oggi di quanto sia divenuto più povero rispetto all'anno scorso.

In realtà il beneficio economico di una moneta debole è quindi fittizzio e alla lunga andrà ad incidere negativamente anche all'interno del sistema economico che utilizza tale debole moneta (ne sappiamo qualcosa noi italiano a causa della vecchia Lira); ma nel caso degli Stati Uniti il pericolo è maggiore perchè è il dollaro a reggere le sorti dell'economia mondiale, perchè nei vari sistemi economici ha pari peso dell'oro, poichè le riserve stesse delle varie banche centrali mondiali sono composte una parte in oro, una parte in moneta vigente locale, una parte in monete di riferimento principali ed infine per una parte molto importante in dollari.

Una permanenza di una debolezza diffusa sul biglietto verde finirebbe anche con l'interessare negativamente le comodities. Pensate un po' a come potrebbe incrementare il costo del petrolio: viene acquistato in tutto il mondo in dollari, ma con il dollaro allungo debole i principali produttori mondiali vedrebbero diminuire il reale valore della propria produzione rispetto ai vari sistemi economici mondiali che utilizzano moneta diversa dal dollaro. Dal caffè al petrolio si creerebbero pericolossisimi squilibri sui sistemi economici mondiali, determinate da oscillazioni di prezzo rilevanti.

Tutta questa spiegazione per motivare un nostro consiglio sul futuro immediato: a questi livelli un ulteriore e repentino apprezzamento dell'Euro preoccuperebbe enormemente i Mercato Azionari e determinerebbe dei più che motivati ribassi; quindi invitiamo tutti a prestare attenzione ai cambi.
 

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