Newsletter del 15/12 (1 Viewer)

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Vittoria?


Buonasera,

stasera accenniamo soltanto ad un argomento che di certo potrebbe avere ampi ed imprevedibili risvolti: la cattura di Saddam Hussein. Come al solito non entriamo negli aspetti politici e sociali di questa vicenda, ma la inquadriamo soltanto dal punto di vista dei Mercati, cercando di capire le loro reazioni.

Oggi il Mercato Azionario è subito partito bene, sulla scia emotiva di un elemento apparentemente rasseneratore di fattori fortemente aleatori quali quelli scaturiti dalla situazione geopolitica del Medio Oriente; ma nel pomeriggio ha subito lasciato il posto ad un più prudente ripiego dai massimi, non costituendo la cattura del leader l'elemento risolutivo della difficile situazione in Iraq.

Il problema oggi non è l'azionario, comunque motivato in continuazione da eventi emotivi e sentimenti variabili, ma il prezzo degli idrocarburi; infatti, questo Mercato è già in fase di tensione e l'OPEC non si è mai affrancata totalmente dal sostenere continui esami di imparzialità rispetto alle componenti arabe estremiste o alle diverse fazioni religiose di alcuni Paesi che la compongono.

Oggi i Paesi Opec hanno riportato il prezzo del brent nella fascia alta dell'equilibrio stabilito con i Paesi industrializzati occidentali e non ne vogliono sapere di intervenire sulla produzione per fare scendere i prezzi. Le motivazioni a supporto delle rispettive posizioni sono tanto valide quanto divergenti le loro visioni dell'attuale situazione e delle prospettive future, ma il problema è costituito dagli eventi che si sono incastrati in queste due differenti politiche energetiche, andando pericolosamente ad alimentare le tensioni tra i due schieramenti.

Infatti gli Stati Uniti sono stati vittima molto presto del gelo e temono che i prezzi così alti sulla materia energetica fondamentale per trasporti e riscaldamento possano di fatto ridurre sensibilmente i benefici economici derivanti da una politica di bassa pressione fiscale, supportata fino ad ora da grossi sacrifici sul deficit federale. A questo oggi si è aggiunta la cattura di quello che in occidente viene definito un dittatore sanguinario e spietato, ma che molti Paesi arabi ritengono essere un leader e capo di stato di un Paese arabo. Certamente gli Stati Uniti non mancheranno di battere sul tasto della megalomania di Hussein nei confronti del mondo arabo e del suo ergersi e proclamarsi leader di tutti i Paesi musulmani, ma molti governanti arabi sono "prigionieri" del fanatismo religioso o comunque della volontà del loro popolo e non possono dimostrarsi "aperti al dialogo" nei confronti dei Paesi occidentali, soprattutto verso quelli che hanno guidato la coalizione militare in Iraq.

Per completare la situazione ed arrivare al titolo del numero della mailing list di oggi, si deve anche affermare che la cattura di Hussein non dovrebbe modificare di molto la situazione in Iraq, nè la guerriglia dovrebbe sedarsi e di questo sembrano ben consapevoli gli statunitensi, che per prima hanno avvisato il mondo intero.

A questo punto quella che poteva essere un elemento positivo per i Mercati Azionari rischia di divenire una trappola emotiva per i piccoli investitori e per questo noi invitiamo tutti alla prudenza: non serve tuffarsi emotivamente sul Mercato ora acquistando qualunque cosa, convinti che si salga sicuramente, nè tanto meno rafforzare la proprie esposizione incrementando le operazioni rialziste in portafoglio. Ricerchiamo un più giusto equilibrio.


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