News – Solo in Italia è facile entrare (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico

La ministra Kyenge ha definito «vergognoso» il centro d’accoglienza di Lampedusa? Beh, dovrebbe – se avesse il coraggio – farsi un giretto nei centri di ritenzione in cui i delinquenti ammassano le loro vittime in attesa che le famiglie, laggiù nell’Africa sahariana, raggranellino i quattrini aggiuntivi richiesti per il passaggio: Amnesty International ha mandato qualcuno a visitare sette di quei campi «di ritenzione», così li chiama, dove se i soldi delle famiglie non arrivano si può restare a «durata indefinita», in condizioni atroci, senza cibo né acqua né latrine, e dove i libici «picchiano brutalmente anche le donne con cavi elettrici o tubi di ferro». Anche lì, come a Lampedusa o nei centri nostri, i clandestini – quando sono tanti – si ribellano: la, però ricevono raffiche di kalashnikov, secondo Amnesty. Magari capirà perché tanti clandestini vogliono a tutti i costi venire nella «vergogna» italiana… dove li vestiamo, li curiamo e li alimentiamo di cibi halal. (La Libye accusée de mauvais traitements sur des milliers de migrants)
Vergogna a chi? (di Maurizio Blondet) | Rischio Calcolato
 

big_boom

Forumer storico
far venire in italia gente non qualificata con non si sa bene che passati criminali e patologie mentali e' un crimine contro gli italiani

gli svizzeri che sono piu' ricchi degli italiani hanno un limite di quote di immigrazione poi stop!
 

tontolina

Forumer storico
L’attacco di Renato Zero: “Carceri piene? Colpa di troppi stranieri criminali”

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Mondo | 6 novembre 2013 - 10:05
Durissimo attacco del cantante Renato Zero agli stranieri dalle pagine dell’Huffingtonpost:
“Le carceri hanno cominciato ad affollarsi grazie alla presenza degli stranieri, si parla tanto di persone che vengono da noi che lavorano e che sono oneste e ben integrate, ma ce ne sono tante altre che non hanno percorso la stessa strada. Tutto questo porta ad una situazione, per le condizioni in cui ci troviamo, ingestibile. Stiamo parlando di un paese dove in questi giorni è venuta fuori la notizia di un ospedale in Abruzzo che cade a pezzi perché è stato fatto con il cemento impoverito… queste sono cose gravissime. Se avessi le soluzioni in tasca avrei fatto un altro mestiere nella vita, ma so per certo che questa classe politica deve prendere seriamente coscienza di come siamo messi, deve ricompattare l’Italia perché non ci può essere una sanità di serie A e una di serie B in base alla geografia del paese”.
Ma per Renato Zero bisogna intervenire in maniera decisa anche sull’emergenza immigrazione:
Basta sbarchi. Non possiamo continuare ad assorbire l’arrivo di persone da altri paesi non avendo le strutture adeguate per riceverle: case, lavoro, assistenza. Noi, in quanto italiani, abbiamo tutto il diritto di preservare i nostri figli garantendo loro un’istruzione ed un’assistenza sanitaria adeguate, ma dall’altro lato c’è questa Europa che fa tanto la signora, soprattutto tedeschi e francesi, che però si defilano davanti al problema: perché non si accollano anche loro l’assorbimento di questi flussi migratori di extracomunitari? Onestamente noi abbiamo da risanare delle situazioni talmente arretrate che non ce la facciamo ad accogliere tutte queste persone”.
 

big_boom

Forumer storico
l'immigrazione e' una risorsa?

Giappone paese decisamente chiuso per l'immigrazione, notare quanto sono "sfigati" a non riempirsi di immigrati
 

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tontolina

Forumer storico
KYENGE SI E' GIA' INTEGRATA: SPARITI "A SUA INSAPUTA" I SOLDI DELLA ONLUS. PECCATO CHE TUTTI I DIRIGENTI SIANO SUOI PARENTI - basta casta

KYENGE SI E’ GIA’ INTEGRATA: SPARITI “A SUA INSAPUTA” I SOLDI DELLA ONLUS. PECCATO CHE TUTTI I DIRIGENTI SIANO SUOI PARENTI

Posted on novembre 13, 2013
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Soldi al Congo, la Kyenge non risponde
«Da mesi non sono più a capo della onlus». I fatti risalgono al 2007: cene di raccolta fondi per un ospedale mai nato
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Non ci sono state contestazioni o altri clamori ad attendere il ministro dell’integrazione, la modenese Cecile Kyenge, ieri in visita a Reggio Emilia. Ma, in compenso, una serie di pesanti accuse rilanciate da “Libero” e relative all’attività dell’associazione Dawa, fondata a Modena dal ministro nel 2002. I fatti contestati dal quotidiano milanese si baserebbero sulla documentazione raccolta dal consigliere comunale di Reggio Emilia Zeffirino Irali (ex Lega Nord, ora Progetto Reggio) e sono relativi a vicende del 2006-2007. “Libero” punta il dito contro il progetto di alcuni poliambulatori in Congo avviato dall’associazione della Kyenge ma pare mai realizzati, e sulla gestione dei fondi di alcune cene di autofinanziamento che gravitavano intorno al progetto.
Accuse che il ministro rispedisce al mittente: «Non è la mia associazione – ribatte Kyenge – non ne sono più presidente da molti mesi. Quindi la domanda è sbagliata in partenza».

Il ministro dunque non entra nel merito: «Se ci sono degli elementi da portare avanti, esiste un presidente dell’associazione a cui ci si può rivolgere».

E «se ci sono dati da conoscere – conclude il ministro – anche quelli si possono trovare nella sede dell’associazione».
La onlus Dawa – ha scritto “Libero” – sarebbe «un’organizzazione a conduzione famigliare:

il presidente di Dawa è Franca Capotosto, amica personale di Kyenge,

il responsabile relazione esteri e comunicazione è il marito di Kyenge, Domenico Grispino;
la responsabile arte e e cultura è sua cognata, la preside di scuola media Maria Teresa Grispino;

il revisore dei conti è l’altro cognato, il farmacista Gianni Mazzini».


Oggetto dell’attacco alla ministra è un’iniziativa del 2006: «Cene di beneficenza per il trasporto di un container e di un’autoambulanza» in Congo. Nel 2007 parte una delegazione di dodici persone, fra cui due primari dell’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. «La squadra dovrebbe inaugurare una nuova struttura sanitaria progettata dall’ingegner Domenico Grispino (marito di Kyenge) all’interno del parco Kundelungu. Ma qualcosa non va: «Avevo chiesto sei mesi di aspettativa per questa esperienza – ha raccontato una infermiera reggiana a “Libero” Avrei dovuto occuparmi di seguire l’apertura di un poliambulatorio. Ho rifatto i bagagli appena ho capito la situazione. Là non c’era proprio nessuna struttura da avviare».
Pare che i volontari abbiano trovato solo un «Centre maternité Kyenge»: «Un vero disastro. Non c’era un generatore elettrico, non esisteva il pavimento, i lettini erano praticamente inservibili. In più venivano usati due soli strumenti per quindici donne per volta e la luce era quella delle candele. Condizioni estreme in cui era impossibile operare». Bruno, docente universitario di origini straniere d ex collega di Kyenge, rincara: «Ho portato con me dall’Italia due ostetriche, ma quando sono entrate per poco non vomitano, non sono riuscite a continuare perchè la situazione era atroce. Non ho mai visto una cosa simile in vita mia e ho girato abbastanza».
In quei giorni – prosegue “Libero” – vengono organizzate due cene di finanziamento. «Esborso per la serata 60 dollari a testa. Una cifra cosi` alta che alcuni volontari danno forfait. L’altra cena e` stata organizzata dal Rotary locale e costò ai partecipanti addirittura 100 dollari». Che fine hanno fatto i soldi raccolti? E le promesse fatte? Per ora la Kyenge, che ha gestito l’associazione fino all’aprile scorso, rimanda al presidente di Dawa.
 

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