Dati di Borsa «News Sentiment Analysis to Predict Stock Market Trends» (1 Viewer)

Cren

Forumer storico
  1. L'investitore italiano che decidesse di comprare o vendere BTP sa che, qualora lo spread contro il Bund salisse e l'ipotesi di ristrutturazione non fosse presa in considerazione, l'unico modo per far quadrare i conti sarebbe adoperare un trasferimento di ricchezza dalle sue tasche (tasse, taglio servizi etc.) a quelle del creditore (cioè il compratore di BTP).
  2. Viceversa saprebbe che, in caso di haircut, soffrirebbe una bella perdita sul nominale ma al tempo stesso avrebbe salvato le proprie tasche personali.

  1. Nel I scenario l'investitore sa che porterà a casa, ogni anno, un rendimento del y%; al tempo stesso, però, sa che, affinchè questo accada, ogni anno avverrà ai suoi danni un salasso fiscale di x%.
  2. Nel II scenario l'investitore sa che subirà una perdita del 1 - R, dove R è il solito tasso di recupero, ma che non sopporterà alcun salasso fiscale di x%.

Lo scenario I è più probabile dello scenario II.

Se W è la ricchezza totale dell'investitore, e f la frazione di W allocata ai BTP, esiste una f ottimale che massimizza il valore atteso di P&L annuo (ovvero che minimizza la perdita attesa da ristrutturazione o da salasso fiscale)?

Ti piace messa giù così? :D
 
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Piedi a Terra

Forumer storico
E' quindi spontaneo chiedersi se esista una frazione ottima di BTP che ciascun Italiano conosciuto al fisco (*) dovrebbe detenere per ottimizzare questa situazione ambivalente.

E' coerente col tuo ragionamento?

Penso di si.
Si potrebbe calcolare con metodi numerici (anche minima varianza o CVAR) la frazione ottimale di BTP di un portafoglio imputando tra gli asset di partenza anche un asset improprio come il capitale umano.
Quindi

- il capitale umano (cash flows dei redditi del tuo lavoro capitalizzati in qualche modo per tenere conto degli avanzamenti di carriera o semplicemente per adeguarli al costo della vita)
- asset esteri
ed infine
- asset nazionali (btp)

P.S. E' uscita recentemente una versione curiosa tra i costituzionalisti riguardo l'intangibilita' degli asset esteri per il pavantato assoggettamento ad una conversione forzosa:
titoli di Stati stranieri anche se depositati presso banche italiane sono sottratti alla giurisdizione dello Stato Italiano: non li possono convertire in lire, nè vendere, nè espropriare... (l'espropriazione per pubblica utilità, del resto, nel nostro ordinamento è prevista solo per il diritto di proprietà ed altri diritti reali minori, non per i diritti di credito ed i tds stranieri sono solo un pezzo di carta rappresentativo di un credito verso uno Stato terzo). Li possono solo tassare, ma pur sempre nei limiti di quanto previsto dalla Costituzione (che dubito potrà essere fatta fuori in fretta e furia, salvo svolte autoritarie) e dunque, nel rispetto dei principi di legalità, capacità contributiva,ragionevolezza e parità di trattamento. Non si scappa...
 

Piedi a Terra

Forumer storico
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  1. Nel I scenario l'investitore sa che porterà a casa, ogni anno, un rendimento del y%; al tempo stesso, però, sa che, affinchè questo accada, ogni anno avverrà ai suoi danni un salasso fiscale di x%.
  2. Nel II scenario l'investitore sa che subirà una perdita del 1 - R, dove R è il solito tasso di recupero, ma che non sopporterà alcun salasso fiscale di x%.
Lo scenario I è più probabile dello scenario II.

Se W è la ricchezza totale dell'investitore, e f la frazione di W allocata ai BTP, esiste una f ottimale che massimizza il valore atteso di P&L annuo (ovvero che minimizza la perdita attesa da ristrutturazione o da salasso fiscale)?

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Bisognerebbe introdurre anche dei floor per tutelare che il peak to walley del P&L non scenda sotto determinati livelli di compressione che potrebbero generare scenari di "insussistenza economica" (bella questa locuzione per non dire piu' banalmente che non si vuole correre il rischio di morire di fame con il ritorno alla lira ? Vero ?) :D
 

Cren

Forumer storico
Bisognerebbe introdurre anche dei floor per tutelare che il peak to walley del P&L non scenda sotto determinati livelli di compressione che potrebbero generare scenari di "insussistenza economica" (bella questa locuzione per non dire piu' banalmente che non si vuole correre il rischio di morire di fame con il ritorno alla lira ? Vero ?) :D
Leggi cosa ho copiato sul thread che usiamo per parlare di obbligazioni, sembra che io sia fin troppo spesso un catastrofista :D

A parte i tecnicismi modellistici, il punto su cui mi preme riflettere non è come determinare la frazione ottima bensì questo: per un investitore che non è un semplice creditore, ma è anche e al tempo stesso debitore del medesimo debito, pur se con importi diversi, è ottimale comportarsi trascurando questa situazione ambivalente?

Se devo fare un portafoglio di obbligazioni, per esempio, per me i titoli di Stato italiani, il loro rendimento e il loro merito di credito valgono quanto quelli di altri emittenti; ma per me, in realtà, non è così: in quel merito di credito è contenuta una probabilità di insolvenza, e quella probabilità di insolvenza dipende anche (e soprattutto..?) da quanti soldi lo Stato mi sottrae in mille forme.

Vedendo quanto è stato solerte il Governo Monti a purgarci per prendere fiato e allontanare la minaccia del default, non dovremmo forse tutti quanti noi, Italiani per il fisco, cercare di capire se esiste una minima frazione del nostro capitale tassato che dovremmo investire in BTP per meglio digerire queste tasse più e meno occulte?

E' un trade off perfetto o esiste un punto di ottimo?
 
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Cren

Forumer storico
E' un trade off perfetto o esiste un punto di ottimo?
Semplificando all'osso, qual è il nostro P&L nei due scenari?

Simboli & significato:

  • Π = profitti & perdite;
  • X = scenario;
  • W = ricchezza totale dell'individuo;
  • f = frazione di W investita in titoli di Stato italiani;
  • y = rendimento annuo dei titoli di Stato italiani;
  • s = salasso fiscale che Monti ci spara ogni anno sul groppone, in un modo o nell'altro, per evitare l'insolvenza;
  • R = tasso di recupero.
Allora per i prossimi 365 giorni vale che

E[Π(f)] = Pr(X = 1)[Wfy - (1 - f)Ws]] + [1 - Pr(X = 1)][- Wf(1 - R)]

da massimizzare secondo f.

Qualcuno si vuole cimentare?

Sono le cose che piacciono a Paolo queste :D
 
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Piedi a Terra

Forumer storico
Semplificando all'osso, qual è il nostro P&L nei due scenari?

Simboli & significato:

  • Π = profitti & perdite;
  • X = scenario;
  • W = ricchezza totale dell'individuo;
  • f = frazione di W investita in titoli di Stato italiani;
  • y = rendimento annuo dei titoli di Stato italiani;
  • s = salasso fiscale che Monti ci spara ogni anno sul groppone, in un modo o nell'altro, per evitare l'insolvenza;
  • R = tasso di recupero.
Allora per i prossimi 365 giorni vale che

E[Π(f)] = Pr(X = 1)[Wfy - (1 - f)Ws]] + [1 - Pr(X = 1)][Wf(1 - R)]​


da massimizzare secondo f.​



Qualcuno si vuole cimentare?​



Sono le cose che piacciono a Paolo queste :D

Non puoi essere cosi' riduzionista, "y" non puo' essere determinato con formule chiuse perche' la curva non e' piatta ed "s" e' variabile sulla ricchezza e dipende dalle modalita' di espressione della stessa, con variazioni dal 5% dello scudo fiscale (minimo locale :D) al 70% delle tasse d'impresa.

Un approccio piu' ortodosso e convenzionale, ripeto, potrebbe basarsi su un modello montecarlo - con matrici di covarianza se vogliamo - dove anche il capitale umano viene valutato come un asset. Ho gia' dei modelli preparati in passato, che potrei rispolverare per l'occasione.
 

Cren

Forumer storico
Scusate, avevo dimenticato un "-".

Con Pr(X = 1) = 80%, W = €100,000, y = 5% e R = 25% siamo messi come in figura.

Ovviamente s e f sono compresi tra 0 e 1.

Quindi, se Monti non mi rompe le scatole e non mi ruba i miei risparmi per tenere la baracca a galla, io mi tengo i miei soldi; se invece mi tassa liquidità e lavoro, a me conviene comprare sempre più BTP (nell'ipotesi, ovviamente, che questi non vengano tassati in modo addizionale, altrimenti i detentori fuggirebbero facendo volare lo spread).

In realtà bisognerebbe tenere conto che la probabilità di insolvenza è a sua volta funzione di s; anche R e y, da un certo punto di vista, lo sono: più lo Stato ruba ai cittadini, più aumenta le sue probabilità di sopravvivenza nel breve periodo e riduce la potenziale entità di un haircut.

E' carino vedere come cambia se cambiano le probabilità e/o il rendimento medio dei BTP, purtroppo su questo PC non mi fa salvare una .GIF animata :)
 

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