NESSUNO PUO' GIUDICARE LE MIE SCELTE O I MIEI PENSIERI... PERCHE' NESSUNO (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Modena, 18 aprile 2018 - «Cecile poteva contare fino a cinque prima di parlare, a volte meglio stare zitti».

A metter fine al ‘Caso Kyenge’ e al lancio di cacca di cane scambiata per atto di puro razzismo
è,
alla fine e in modo plateale lo stesso marito dell’europarlamentare Pd la quale, fino a ieri, ha comunque sostenuto la propria versione: «E’ un gesto odio».

Domenico Grispino, contattato telefonicamente dai giornalisti di Radio 24, alla trasmissione ‘La Zanzara’
non solo ha candidamente ammesso che la moglie, prima di parlare, avrebbe dovuto contare almeno fino a cinque
ma ha anche fornito una versione, come dire, colorita della questione ‘escrementi’.

Insomma il povero cane della coppia, Zibi, non solo con le proprie feci ha sollevato un caso politico
(il primo cane in Italia) ma ora rischia di compromettere la serenità della vita di coppia.

E in merito al vicino di casa, uscito allo scoperto dopo la polemica politica sui presunti atti vandalici
e xenofobi subiti dalla Kyenge, Grispino ha comunque parlato di ‘menzogne’.

«So bene chi è perchè in un’occasione, dopo che ero uscito col cane, ero stato preso a maleparole –
afferma il marito dell’europarlamentare – non porto nessuno in tribunale, ma ha esagerato.
Sarà capitato due volte che non ho visto i ‘pezzetti’ perchè Zibi è stitico e rialzandosi, forse, ha sporcato».
E poi l’altra confessione: Domenico Grispino non solo ritiene fosse stato meglio che Cecile rispettasse ‘il silenzio’,
ma annuncia anche di aver votato Lega. «Il Pd è morto, è bollito. E ho votato Lega al Senato e M5s alla camera».

Dopo il mistero sulla faccenda, l’arrivo della Digos e dei carabinieri a casa Kyenge
e il dubbio di un atto vandalico legato all’odio razziale, con tanto di catena di solidarietà politica ............
 

Val

Torniamo alla LIRA
Anche qui monta ...eh come monta....ma la spuzza

Durante la trsmissione su Rai3, Toninelli ha detto di volersi affidare "alla lungimiranza e alla saggezza del presidente della Repubblica" Sergio Mattarella.
"Non voglio fare ingerenze in prerogrative costituzionalmente garantite - ha argomentato - posso solo dire che la Casellati e Fico sono due figure istituzionali,
non più membri di partito e andremmo da loro con la stessa serietà e concretezza, sentendo tutti sulle nostre spalle i nostri 11 milioni di voti".

Per Toninelli resta, però, fermo il veto su Forza Italia. E, in particolar modo, su Berlusconi.
E a Bianca Berlinguer che gli domandava se il Cavaliere fosse "fuori dai giochi" per la formazione del nuovo governo, il capogruppo grillino ha sentenziato:
"Ovviamente sì".

Una sfrontata presunzione che mette in un angolo i Cinque Stelle e complica maggiormente la formazione di un esecutivo,
ma che al tempo stesso svela la (bassa) statura politica di Grillo e dei suoi grillini.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Se arriva questo tizio, stacco la corrente così non pago più l'abbonamento TV

Da Palazzo Chigi a Viale Mazzini: la guerra tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sposta dal governo all'occupazione delle poltrone nella tv di Stato.

In attesa che dal Quirinale arrivi la schiarita per la formazione di un esecutivo, Lega e M5s,
che giustamente rivendicano di essere le due forze politiche uscite vincitrici dalle elezioni, cominciano a spartirsi il bottino di guerra.

Partendo dalla Rai, che sia nella strategia salviniana che in quella grillina rappresenta un crocevia fondamentale
per conservare il consenso e accompagnare le rispettive basi elettorali verso scelte non proprio in linea con le promesse.
Il fortino dei tre anni dell'era renziana diventa ora terra di conquista per pentastellati e leghisti.
Una guerra che per ora fa registrare posizionamenti e minacce.

Il leader del Carroccio ha tentato il primo assalto, cercando di opzionare la poltrona di direttore al Tg1:
i leghisti sanno bene che la guida della prima rete nazionale vale più di un ministero.
L'idea di Salvini è di promuovere l'attuale vicedirettore Gennaro Sangiuliano, filo-Putin e vicino alle posizioni del Carroccio:
un nome che potrebbe ritornare utile alla strategia della Lega sulla politica estera nell'ambito del dibattito sulla Siria.

La mossa del segretario leghista ha spiazzato lo stato maggiore pentastellato, distratto dalle trattative per la formazione del governo,
ma per nulla intenzionato, nonostante le battaglie grilline degli ultimi anni contro l'ingerenza della politica in Rai, a farsi da parte.
Dalle colonne del Fatto Quotidiano è partito il primo avvertimento a Di Maio a non lasciare campo libero a Salvini nelle stanze di Viale Mazzini.
Il capo politico del M5s ha affidato il dossier Rai a Emilio Carelli e Gianluigi Paragone:
due giornalisti che conoscono bene le dinamiche dell'informazione pubblica.

Ma tra i grillini non c'è da contenere solamente l'avanzata leghista in Rai ma anche lo scontro interno tra le due anime del Movimento.
Il sogno dei duri e puri, il gruppo che si riconosce nella leadership del presidente della Camera Roberto Fico, porta al nome di Marco Travaglio:
il direttore del Fatto sarebbe la soluzione ideale per trasferire sulla prima rete della tv italiana le campagne antiberlusconiane e giustizialiste.

Ipotesi su cui Luigi Di Maio non è d'accordo: le due opzioni su cui vuole puntare l'ala governista e moderata
sono Gianluigi Nuzzi ed Enrico Mentana, ospiti fissi all'evento di Ivrea di Davide Casaleggio.
Una mossa che servirebbe a Di Maio a normalizzare il Movimento in una fase delicata, in cui sta provando a sdoganarlo come forza di dialogo.

Ma per ora, ambizioni grilline a parte, Salvini non intende mollare la presa sul Tg1, aprendo un nuovo conflitto con il M5s.
Se salta Sangiuliano, le due carte di riserva del leader leghista sono Sonia Sarno e Grazia Graziadei.
In quel caso, i Cinque stelle sarebbero costretti a virare sulla direzione del Tg2: Milena Gabanelli è più di un'ipotesi.
L'ex conduttrice di Report potrebbe mettere d'accordo ortodossi e governisti.

Con i renziani ormai fuorigioco, Salvini e Di Maio puntano anche all'azzeramento del Cda in Rai:
al posto di Monica Maggioni circola il nome di Ferruccio de Bortoli, su cui Lega e M5s potrebbero trovare un'intesa.
Ma prima di giungere a un accordo, Di Maio e Salvini vogliono garantirsi il rispettivo spazio di potere (e poltrone) nel servizio pubblico televisivo
 

l'arricchito

genealogicamente impunito
Io non giudico le Tue scelte ed i pensieri, ma si fa il compleanno senza uno straccio di torta?....non ho parole.
Auguri comunque.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Per l’intelligence israeliana, l’attacco in Siria da parte di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, non ha raggiunto i suoi obiettivi.

“Se il presidente Trump ha ordinato lo strike solo per dimostrare che gli Stati Uniti
hanno risposto all’uso di armi chimiche da parte di Assad, allora questo obiettivo è stato raggiunto”.

ha detto un alto funzionario dei servizi di Israele a Ynetnews.

“Ma se c’erano altri obiettivi, come paralizzare la capacità di lanciare armi chimiche o dissuadere Assad dal riutilizzarle,
allora è molto dubbio che qualcuno di questi obiettivi sia stato raggiunto“.

Parole non troppo diverse da quelle pronunciate da un altro funzionario dell’intelligence di Tel Aviv.

“La dichiarazione di ‘missione compiuta’ e quella secondo cui la capacità di Assad
di usare armi chimiche sia stata colpita in modo fatale, non hanno alcuna base”.

Il bombardamento è stato molto limitato e assolutamente poco incisivo.
Inoltre, come sottolineato da più parti, il fatto che buona parte dei missili da crociera lanciati dalle forze occidentali
sia stata abbattuta
, mostra un problema di efficacia dell’attacco.
Inoltre, a detta dei funzionari israeliani intervistati, il fatto che il raid fosse annunciato e che non siano sprigionati gas tossici dagli edifici colpiti,
dimostrerebbe che le armi chimiche e le componenti già non erano più presenti in quei depositi.

In sostanza, l’idea è che le armi chimiche siano altrove, non che non ci siano mai state.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Se Israele crede che Bashar al Assad abbia ancora pieno controllo del suo presunto arsenale chimico,
allora Israele si sentirà autorizzato a colpire nuovamente in territorio siriano.

Oppure, dal momento che il suo obiettivo resta la presenza dell’Iran ai suoi confini, premerà affinché l’Occidente faccia ulteriori sforzi contro il governo siriano.

Lo scenario, dunque, si fa sempre più pericoloso.
Israele non sembra contento di quanto avvenuto in Siria.
Non ha avuto alcuna dimostrazione di forza come voluto dopo il presunto attacco chimico di Douma.
E non ha ricevuto alcuna garanzia sulla questione della presenza iraniana non troppo lontano dai suoi confini.
E il fatto che abbia confermato di essere l’autore dell’attacco alla base T-4 vicino Palmira,
dimostra che Israele non ha alcun interesse a ritirarsi dal grande gioco siriano.


Un gioco che però sta diventando sempre più inquietante.
L’Iran ha giurato vendetta dopo la morte dei suoi consiglieri militari
e dopo un raid che ha distrutto buona parte dell’arsenale di droni dell’Iran in territorio siriano.

Dall’altro lato, il raid ha certificato per certi versi anche l’isolamento di Israele rispetto alla strategia dell’Occidente
(che ha attaccato poco e male) e della Russia, che adesso si può rivalere proprio contro chi ha fatto di tutto per ostacolare la sua campagna in Siria: e cioè proprio Israele.
 

l'arricchito

genealogicamente impunito
Ecco vedi, si legge tra le righe che dimostri la tua età, non pensare , agisci....a me piace al cioccolato, sono figaccione ad honoris causa, mica per niente.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Sarà capitato anche a Voi ? ........

Una scena quasi surreale quella accaduta questa mattina tra via dei Riccioli e via Belfiore:
un giovane straniero fermato in strada da un 44enne italiano che lo blocca
e trascina per una ruota la bicicletta sulla quale il ragazzo viaggiava,
secondo testimoni quest’ultimo avrebbe reagito con pugni e calci.


La gente si avvicina e chiede cosa sta succedendo:
“E’ mia, me l’ha rubata!” urla il 44enne ai passanti che si antepongono tra i due contendenti,
poi una ruota si stacca e resta in mano al lecchese e il ragazzo straniero sembra andarsene
con il mezzo sulle spalle per poi, racconta chi ha visto la scena, lasciarla sulla strada e allontanarsi.

Le immagini, riprese da una lettrice, documentano quanto accaduto questa mattina, martedì, poco prima delle 9.
Si scoprirà che il 44enne avrebbe riconosciuto in quella bicicletta la propria che gli sarebbe stata sottratta qualche giorno prima.
La dinamica dei fatti e della violenta lite che ne è scaturita è al vaglio della Polizia
che intervenuta con un equipaggio della Squadra Volante, insieme ai Carabinieri.
Al momento, spiegano dalla Questura, sono in corso delle verifiche per accertare quanto accaduto.

Il ragazzo straniero, risultato essere un cittadino ghanese, classe 1996,
è stato rintracciato dagli agenti della Volante.
Ora gli accertamenti proseguono per attribuire eventuali responsabilità.
 

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