4) Erano massoni affiliati anche alla White Eagle, Ur-Lodge supersegreta, nata nel 1978 per portare Margaret Thatcher al governo nel Regno Unito e Ronald Reagan negli USA,
gli italiani Carlo Azeglio Ciampi e Beniamino Andreatta, che, nel 1981, furono gli artefici del primo clamoroso passo verso la liquidazione dell'Italia come potenza economica, attraverso la mai abbastanza
vituperata separazione fra Banca d'Italia e Tesoro, che privò il nostro Paese della sovranità monetaria, rendendoci schiavi delle banche private e che avviò la perversa spirale del debito, come spiega l'
economista Nino Galloni, Vicepresidente del
Movimento Roosevelt: alla fine degli anni ‘80, la vera partita dietro le quinte è la liquidazione definitiva dell'Italia come competitor strategico:
Ciampi, Andreatta e De Mita, secondo Galloni,
lavorano per cedere la sovranità nazionale pur di sottrarre potere alla classe politica più corrotta d’Europa. Col divorzio tra Bankitalia e Tesoro, per la prima volta il paese è in crisi finanziaria: prima, infatti, era la Banca d’Italia a fare da "
prestatrice di ultima istanza" comprando titoli di Stato e, di fatto, emettendo moneta destinata all’investimento pubblico
. Chiuso il rubinetto della lira, la situazione precipita: con l’impennarsi degli interessi (da pagare a quel punto ai nuovi "
investitori" privati) il debito pubblico esploderà fino a superare il Pil.
Non è un "problema", ma esattamente l'obiettivo voluto:
mettere in crisi lo Stato, disabilitando la sua funzione strategica di spesa pubblica a costo zero per i cittadini, a favore dell’industria e dell’occupazione. Degli investimenti pubblici da colpire, "
la componente più importante era sicuramente quella riguardante le partecipazioni statali, l'energia e i trasporti, dove l'Italia stava primeggiando a livello mondiale".
Al piano anti-italiano partecipa anche la grande industria privata, a partire dalla Fiat, che di colpo smette di investire nella produzione e preferisce comprare titoli di Stato: da quando la Banca d’Italia non li acquista più, i tassi sono saliti e la
finanza pubblica si trasforma in un ghiottissimo business privato.
L’industria passa in secondo piano e – da lì in poi – dovrà costare il meno possibile. "
In quegli anni la Confindustria era solo presa dall’idea di introdurre forme di flessibilizzazione sempre più forti, che poi avrebbero prodotto la precarizzazione". Aumentare i profitti: "
Una visione poco profonda di quello che è lo sviluppo industriale». Risultato: «Perdita di valore delle imprese, perché le imprese acquistano valore se hanno prospettive di profitto". Dati che parlano da soli.
E spiegano tutto: "
Negli anni ’80 – racconta Galloni – feci una ricerca che dimostrava che i 50 gruppi più importanti pubblici e i 50 gruppi più importanti privati facevano la stessa politica, cioè investivano la metà dei loro profitti non in attività produttive ma nell'acquisto di titoli di Stato, per la semplice ragione che i titoli di Stato italiani rendevano tantissimo e quindi si guadagnava di più facendo investimenti finanziari invece che facendo investimenti produttivi. Questo è stato l’inizio della nostra deindustrializzazione".
5) Per arrivare infine alle privatizzazioni degli anni '90, esse furono operate prevalentemente (ma non esclusivamente)
da politici di centro-sinistra, tutti massoni neoaristocratici: le famigerate e scandalose dismissioni e privatizzazioni all'italiana – supervisionate dalla regia del massone neoaristocratico
Mario Draghi (classe 1947, affiliato alle
Ur-Lodges Pan-Europa, Edmund Burke e in seguito anche alla
Three Eyes, alla
Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum e alla
White Eagle) in qualità di Direttore Generale del Ministero del Tesoro dal 12 aprile 1991 al 23 novembre 2001 e per conto terzi – furono realizzate sotto i governi di
Giuliano Amato (28 giugno 1992-28 aprile 1993),
Carlo Azeglio Ciampi (28 aprile 1993-10 maggio 1994),
Silvio Berlusconi (10 maggio 1994-17 gennaio 1995),
Lamberto Dini (17 gennaio 1995-17 maggio 1996),
Romano Prodi (17 maggio 1996-21 ottobre 1998),
Massimo D'Alema (21 ottobre 1998-25 aprile 2000),
Giuliano Amato (25 aprile 2000-11 giugno 2001).
"
L'immarcescibile e granitico Mario Draghi diresse le operazioni ininterrottamente per un decennio, mentre a Palazzo Chigi si avvicendavano ministri e premier del tutto compiacenti (da destra, centro e sinistra) al piano di doloso smembramento e immotivata (sul piano dell'interesse pubblico) svendita a potentati privati di beni e aziende di proprietà del popolo sovrano". (G. Magaldi, op. cit., p. 395)
Tutto comincia nel 1992.
Vogliamo ricordare che cosa fu privatizzato?
Lo illustra
questo articolo: "
È l’anno in cui in soli 7 giorni cambiano il sistema monetario italiano che viene sottratto dal controllo del Governo e messo nelle mani della finanza speculativa. Per farlo vengono privatizzati gli istituti di credito e gli enti pubblici compresi quelli azionisti della Banca D’Italia, è l’anno in cui viene impedito al Ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione) che viene quindi ceduto a privati. È l’anno della firma del Trattato di Maastricht e l’adesione ai vincoli europei. In pratica è l’anno in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del Cartello finanziario internazionale ha ceduto ogni nostra sovranità. A sostituirlo come Presidente del Consiglio in Italia e a continuare il suo lavoro di smembramento delle aziende di Stato ci penserà Massimo D’Alema che nel 1999 favorirà la cessione, tra le altre, di Autostrade per l’Italia e Autogrill alla famiglia Benetton, che di fatto hanno, così, assunto il monopolio assoluto nel settore del pedaggio e della ristorazione autostradale. Una operazione che farà perdere allo Stato italiano miliardi di fatturato ogni anno".
Se invece di "
cartello finanziario internazionale" leggiamo, con Magaldi, "
Massoneria aristocratica sovranazionale", capiamo di colpo il nesso chiarissimo fra privatizzazioni, neoliberismo, cessione di sovranità monetaria (prima con la separazione fra Tesoro e Banca centrale e poi con il sistema dell'euro) e politica (con il Trattato di Maastricht, capolavoro neoliberista), deindustrializzazione, crisi della democrazia e del
Welfare e
Ur-Lodges neoaristocratiche. Soprattutto, appare chiaro che: "
l'Europa dei tecnocrati e dell'euro, che fu realizzata da Maastricht in poi, lontanissima dall'Europa dei popoli vagheggiata da Altiero Spinelli, era stata progettata fin dall'immediato dopoguerra (dai massoni neoaristocratici Richard Coudenhove-Kalergi e Jean Monnet) per portare al potere un'élite economico-finanziaria a danno delle democrazie europee. Il neoliberismo era un'ideologia costruita appositamente per questo fine, cioè per travasare ricchezza dai poveri ai ricchi e asservire gli Stati alle banche private mediante il debito, secondo il più tradizionale sistema imperialista, tenendo buone le masse con la favoletta del debito pubblico, della crisi, dei vincoli europei, del rapporto deficit-PIL, dell'austerity e infine dello spread".
Essa fu diffusa capillarmente finanziando università, centri di ricerche, think tank, per soppiantare il capitalismo dal volto umano e dei diritti sociali che era stato delineato da Keynes e che vedeva come scopo delle politiche economiche la piena occupazione e il sostegno alla domanda interna. "
Mentre esalta a parole il libero mercato e lo Stato minimo, l'ideologia neoliberista lavora per costruire monopoli, rendite di posizione, consorterie di privati che si arricchiscono a spese della collettività e assurdi vincoli all'espansione economica, come il pareggio di bilancio. La caratterizza la continua confusione di pubblico e privato, con le sliding doors fra cariche istituzionali e incarichi privati e con i complessi conflitti di interesse. Ogni Paese applica la ricetta a modo suo, ma con lo stesso risultato. Disuguaglianze, povertà, disoccupazione, compressione dei diritti e insicurezza non sono effetti collaterali del neoliberismo applicato alle politiche degli Stati; esse sono esattamente il fine di tali politiche". Per conseguirlo, occorre comunque la complicità dei governanti locali, che restano quindi i veri responsabili di questo scempio criminale.
6) Il progetto continuò anno dopo anno, con lo smantellamento pezzo a pezzo del
Welfare State, delle tutele del lavoro, del settore pubblico, della scuola, della classe media,
per culminare con il governo Monti nel 2011 e con quel terribile tradimento bipartisan del popolo italiano (votato dal PD di Bersani e dal Centro-Destra di Berlusconi, sotto lo sguardo vigile di Giorgio Napolitano, massone neoaristocratico affiliato alla
Three Eyes), che fu l'introduzione dell'equilibrio di bilancio (supremo dogma neoliberista) nella Costituzione, che ci condanna per sempre al dissanguamento economico, almeno finché non verrà rimosso. Fu allora che Monti (anche lui, dice Magaldi, massone affiliato alla
Ur-Lodge Babel Tower) si disse soddisfatto per aver distrutto la domanda interna (
ecco qui la famosa intervista alla CNN) e
Draghi osservò che tutto stava andando per il meglio: l’
Europa scivola verso la recessione, e Mario Draghi è contento: vede "buoni segnali", beato lui.
È impazzito? Tutt’altro: si limita a constatare che l’inaudito piano di sequestro della sovranità nazionale dei paesi europei a beneficio delle potentissime lobby finanziarie di Bruxelles procede a tappe forzate.
Prima mossa: dare ossigeno alle
banche ma non alle aziende, per indebolire l’
Europa del Sud.
Seconda: impedire agli Stati, attraverso il "
Fiscal Compact", di spendere a deficit per i propri cittadini, rilanciando l’occupazione. Obiettivo finale, testualmente: "
Riforme strutturali per liberalizzare il settore dei beni e dei servizi e rendere il mercato del lavoro più flessibile". L’unica soluzione parrebbe dunque la privatizzazione dei beni comuni: quelli che gli italiani hanno tentato di difendere coi referendum del giugno scorso.
Il declassamento dello Stato, secondo l’uomo che la
Germania ha voluto alla guida della Bce, darebbe più "
equità" al sistema, aprendo spazi meno precari ai giovani attualmente privi di garanzie:
per Draghi, la causa della disoccupazione non è la crisi mondiale della crescita, ma l’eccesso di tranquillità di chi invece il posto fisso ce l’ha (e se lo tiene stretto). Tutto da rifare: "
Il modello sociale europeo è oggi superato", dice il super-banchiere di Francoforte. In una intervista al
Wall Street Journal, l’ex dirigente strategico della Goldman Sachs getta alle ortiche oltre mezzo secolo di pax europea, cresciuta al riparo del miglior sistema mondiale di
welfare.
La pace è finita, è come se annunciasse Draghi: "
d’ora in poi, ciascuno dovrà lottare duramente per sopravvivere, perché gli Stati – in via di smantellamento, neutralizzati con l’adozione della moneta unica da prendere in prestito a caro prezzo dalla Bce – non potranno più garantire protezioni sociali: attraverso il "Fiscal Compact", i bilanci saranno prima validati a Bruxelles e, dal 2013 in poi, nessuno Stato potrà più investire un euro per i propri cittadini, al di là della copertura del gettito fiscale".
Occorre dunque andare a fondo e guardare dietro la superficie per comprendere chi ci ha derubati della nostra ricchezza,
ha tradito la Costituzione e ha svenduto la nostra vita e il nostro Paese per arricchire un'élite spietata e immeritevole. Sarà la storia a giudicare questo sciagurata operazione di rapina ai danni di tutti noi, perpetrata sotto il nostro naso e sotto tutte le bandiere politiche, mentre i mass media compiacenti ci parlavano d'altro. Ora è il momento di aprire gli occhi. La tragedia di Genova è un terribile monito per tutti noi.
O ci riprendiamo diritti, democrazia e sovranità, oppure saremo schiavi per sempre.
"
Le incredibili concentrazioni di ricchezza e di potere che esistono adesso ai livelli più alti del capitalismo non si vedevano dagli anni Venti. Il flusso dei tributi verso i maggiori centri finanziari del mondo è stato stupefacente. Quello che però è ancora più stupefacente è l'abitudine a trattare tutto questo come un semplice – e magari in qualche caso deprecabile – effetto collaterale della neoliberalizzazione. La sola idea che questo aspetto possa invece costituire proprio l'elemento sostanziale a cui puntava la neoliberalizzazione fin dall'inizio – la sola idea che esista questa possibilità – appare inaccettabile. La teoria neoliberista ha dato prova di molto talento presentandosi con una maschera di benevolenza, con parole altisonanti come libertà, indipendenza, scelte e diritti, nascondendo le amare realtà della restaurazione del puro e semplice potere di classe, a livello locale oltre che transnazionale, ma in particolare nei principali centri finanziari del capitalismo globale". (D. Harvey, op. cit. p. 138; corsivo mio).
P.S.: Leggendo il libro di Magaldi, si possono trovare i nomi di tutti i politici italiani e stranieri coinvolti nella distruzione della democrazia in Europa. Così può esserci più chiaro quali responsabilità abbiano i rappresentanti del popolo di destra, di centro e di sinistra che abbiamo votato, ignari e in buona fede, per tanti anni. Per chi lo abbia letto e sia curioso di sapere se sia arrivata all'autore qualche querela da parte dei personaggi citati, la risposta è no, come il silenzio è stata la risposta all'
intervento in Senato della parlamentare M5S Laura Bottici del 12 gennaio 2015,
con il quale la senatrice chiedeva conto a Giorgio Napolitano della sua affiliazione alla Massoneria internazionale. Il che vorrà ben dire qualcosa...
Patrizia Scanu
Segretario Generale del Movimento Roosevelt