" Nel Nome dei Figli" di Vittorio Vezzetti : un libro da non perdere ! (2 lettori)

Claire

ἰοίην
Sono andata nella libreria che, secondo il sito internet, distribuiva il libro, ma non c'era.
Hanno detto che era finito.
L'ho ordinato
:)

Quando arriverà sarà una delle mie prime letture
:)
 

RW1392

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L'ho ordinato Quando arriverà sarà una delle mie prime letture
:)

:up: Grazie Claire


Il no alla mafia di Don Ciotti: "Meno leggi ma più legge"
Inaugurata a Firenze la Festa nazionale di Libera.

Anche Don Luigi Ciotti, leggera' nel nome dei figli.
 

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RW1392

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:up: Grazie Claire
Anche Don Luigi Ciotti, leggera' nel nome dei figli.


Ora, NEL NOME dei FIGLI lo potranno leggere veramente TUTTI :ciao:
Ecco l'e-book !



res575660 Vittorio Vezzetti cv doc free ebook download from www.figlipersempre.com

Invito tutti voi, mano nel cuore, a pensare a chi conoscete, a chi vi sta vicino, a parenti, amici, conoscenti, vicini di casa.
Non sanno che possono trovare sollievo, da oggi, con un click.
Passa parola. Pensa a chi regalarlo, con una semplice mail.

Grazie.
 

RW1392

Forumer attivo
ROMA 19 LUGLIO 2011, SENATO DELLA REPUBBLICA


RELAZIONE DEL DR. VITTORIO VEZZETTI, RESPONSABILE
MEDICO-SCIENTIFICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMILIARISTI ITALIANI ANFI


Onorevole Presidente,
onorevoli Senatori,

il progetto di legge 957 intende porre soluzione al grave problema della disapplicazione della legge
54/06.

In primo luogo, il Legislatore ha chiaramente previsto che ogni minore abbia diritto a godere di rapporti
significativi e continuativi con ambedue i genitori anche dopo la separazione dei medesimi, ma la volontà dei
tribunali di merito, sia quelli ordinari che quelli minorili, si è diretta immediatamente verso una sistematica
sconfessione di quanto stabilito dal Parlamento. In particolare, secondo la nosra esperienza di ANFI
assolutamente collimante coi dati dell'osservatorio nazionale ADIANTUM (che ha raccolto 1.020 sentenze
da tutte le regioni italiane, coprendo quasi il 90% dei distretti di corte d’appello), oltre a non riconoscere
sempre una concessione formale/nominale dell'istituto dell'affido condiviso, quest'ultimo nei palazzi di
giusizia si è tradotto nella semplice individuazione di un genitore collocatario, con assegnazione all'altro
genitore di “diritti di visita” assolutamente in linea con quelli vigenti nel regime imperante (affidamento
eslcusivo alla madre) ante 2006: 83% del tempo col genitore “collocatario” – figura non prevista nel dettato
della legge e di invenzione giurisprudenziale - e 17% col genitore “ non collocatario”.

La ripartizione dei tempi muta a seconda dell'età dei minori: sotto gli undici anni diventa del 90%
versus il 10. Tempi, il 17 e il 10%, assolutamente teorici e tutt'altro che garantiti stante la ben nota incapacità
del sistema giudiziario a fare rispettare i propri provvedimenti e stante l'elasticità dell'interpretazione da parte
dei magistrati: in pratica spesso abbiamo osservato che ripetizioni, corsi sportivi, catechismo, piazzati ad hoc
nelle ore di spettanza del genitore non collocatario (talora persino azzerando i tempi a disposizione del
minore per relazionare con questi) sono stati giustificazioni sufficienti a scongiurare condanne o
provvedimenti sanzionatori per il genitore collocatario. Analogo discorso vale per i cosiddetti “genitori
assenti” che non vengono di regola sanzionati.

E' evidente che questa prassi cozza persino con la lingua italiana, non potendosi riconoscere a tali percentuali
il carattere di “equilibrato” (i cui sinonimi per qualunque dizionario sono “omogeneo” o “uniforme”) che
dovrebbero caratterizzare il rapporto previsto per i minori dalla legge 54/06 con i genitori.
D'altro canto dobbiamo ammettere che l'affido condiviso in Italia non è mai realmente partito se è vero che il
giudice Gloria Servetti, attuale Presidente della sezione Famiglia del Tribunale di Milano, a pochi giorni
dall'entrata in vigore della legge 54/06 già postulava la necessità di un collocatario, la possibilità di rapporti
col genitore non collocatario in affido condiviso a carattere quindicinale e il diritto di scelta per il
collocatario in quasi tutte le attività (cfr. comunicazione a Spaziomef, 2006 reperibile anche su internet).

Nella pratica si è continuato ad ammettere che la perdita di contatti con un genitore (quello non
affidatario o, come si dice appunto oggi, non collocatario) sia un accettabile dazio che il minore deve pagare
alla separazione dei genitori.
Poiché l’ANFI, associazione professionale per sua natura multidisciplinare, crede in un Diritto che
tramuti in atti giuridici le conquiste della Scienza e non che adatti queste ultime a prassi obsolete basate
spesso sui luoghi comuni e sul pregiudizio, riteniamo indispensabile una disamina dei principali studi
scientifici svolti sull’argomento e di cui il legislatore non può non tenere conto.
Paesi progrediti, dove l'istituto del divorzio è molto più datato che da noi, hanno cercato di ovviare al grave
problema della perdita di un genitore dopo la separazione (secondo l’ISTAT 2008, quindi con la legge 54 in
vigore, in Italia il 25% dei minori ha perso contatto con uno dei genitori dopo la separazione dei medesimi)
promuovendo l'affidamento condiviso con tempi il più possibile paritetici di frequentazione dei genitori.
La correttezza scientifica e l'utilità di questo approccio sono state recentemente confermate da uno studio
medico internazionale (il più importante al mondo), validato statisticamente, sull'utilità del coinvolgimento
paterno (ACTA PEDIATRICA 97,152-158, FEBBRAIO 2008, Sarkadi et al., Uppsala e Melbourne). Gli
studiosi hanno analizzato retrospettivamente 24 studi svolti in 4 continenti diversi e con durate dai 10 ai 15
anni, concludendo che in 22 studi su 24 si è avuta l'evidenza (con p<0.005) degli effetti benefici derivanti dal
coinvolgimento di ambedue le figure genitoriali.
In particolare si è dimostrato in modo oggettivo e con validazione statistica che il coinvolgimento del padre
migliora lo sviluppo cognitivo, riduce i problemi psicologici nelle giovani donne, diminuisce lo svantaggio
economico e la delinquenza giovanile (cfr. allegato 1).

La conclusione degli studiosi, provenienti da Paesi (Svezia e Australia) dove ,dopo la separazione coniugale,
al genitore non collocatario viene riconosciuto un diritto di visita pari al 30-50% del totale (e non il 17%
teorico come da noi), è stata un inusuale appello alle autorità competenti affinchè amplino i diritti di visita
del non collocatario. Questo studio medico, il più autorevole mai effettuato, pubblicato su una delle più
importanti riviste mediche internazionali dimostra l'attuale scorrettezza delle prassi giudiziarie
italiane, la loro nocività per i minori coinvolti e la improcrastinabile necessità di modifiche importanti.

In alcuni Paesi, poi, la priorità ricercata dal magistrato è ormai l’affido alternato. A distanza di anni i risultati
si sono dimostrati ottimi: in Svezia ormai le separazioni giudiziali si sono ridotte a meno dell'1% del totale,
non essendoci più dissidi sulle frequentazioni ed essendosi ridotte le dispute sul mantenimento dato il
passaggio di fatto a un mantenimento diretto. I tribunali si sono liberati di un dannoso carico di lavoro, grazie
alla circostanza che l’accordo di separazione si ottiene in prima udienza e la durata delle poche cause
giudiziali è pari a circa sei mesi.
In Belgio e Francia, dove si guarda con ammirazione alla Svezia e dove pure ormai il 24% dei minori vive
secondo il regime di alternanza, gli studi su grandi numeri hanno dimostrato benefici notevoli.
In particolare il rapporto Raschetti, presentato al parlamento transalpino e costituente il più ampio
studio psicologico mai eseguito a livello mondiale,sul tema, ha osservato che i tempi paritetici vanno
bene anche per i lattanti (dovendosi solo regolare i tempi di alternanza) e che i bambini curati da un
solo genitore, inoltre, sono meno socievoli e hanno minor sviluppo cognitivo (cfr.allegato 2).
L'affido alternato, a dimostrazione che i contesti socio culturali contano meno dei nostri schemi mentali, è la
priorità perseguita dal giudice anche in Polinesia francese, nelle isole dell'Oceano indiano della Rèunion e di
Mayotte, nella Guadalupa, nella Martinica e nella Guyana francese.

Purtroppo in Italia, dove manca l'esperienza empirica dell'alternato, può ancora capitare di leggere che
esso "può compromettere la crescita e provocare traumi in grado di evolvere verso patologie dissociative"
(sic). Non di rado i tribunali minorili, così come quelli ordinari, rifiutano il pernottamento dei figli al di sotto
dei 3 anni presso il padre, o addirittura richiedono una consulenza tecnica di ufficio per verificare, con atto di
chiara discriminazione per sesso, le “attitudini e capacità” del genitore maschio alla cura filiale. L’affido
alternato viene spesso definito destabilizzante e nocivo. Ma su che base? Su nessuna che non sia quella
dell’epidermicità, del pregiudizio, del luogo comune.

Nei motori di ricerca medico scientifica internazionali che abbiamo a lungo setacciato non esiste infatti
un solo lavoro che suffraghi con validazione statistica questa bizzarra teoria.

Anche le osservazioni psicologiche provenienti dall'estero sono quasi univoche nell'evidenziare gli effetti
positivi e nel destituire di ogni valore le asserzioni dei detrattori del condiviso (vedi, oltre al Raschetti 2010,
anche Solint 1980: “L’enfant vulnérable,rètrospective”, PUF-Paris Jacquin-Fabre 1993, in “Les parents, le
divorce et l’enfant”,EST Paris di Guillaurme e Fugue M. K. Pruett, R. Ebling e G.M. Insabella 'Critical
aspects of parenting plans for young children: Interjecting data into the debate about overnights', in Family
Court Review, 42/1, pp. 39-59,2004).

Rimanendo in Italia, anche il Prof. Canziani (tre volte Presidente degli neuropsichiatri infantili italiani), trova
nel complesso positiva l’esperienza dell’alternato (cfr. “I figli dei divorzi difficili”, Sellerio editore).
I francesi (che hanno il divorzio dal 1789) sono arrivati a questa conclusione già da un pezzo e hanno la
doppia residenza sulla carta d'identità dei figli di separati. Ancor prima vi sono arrivati gli svedesi (che
conoscono il divorzio dal 1913). La pariteticità dei tempi ha consentito anche di ridurre i contenziosi sugli
assegni di mantenimento ed è esitata (come verificato dagli economisti statunitensi) in un maggior benessere
per i figli: la possibilità di non mediare il contributo attraverso una persona con cui si è in conflitto e di cui -
a torto o ragione - non si ha fiducia, induce infatti a non ridurre ai minimi termini il proprio supporto
economico. Oggi la frustrazione dei genitori emarginati e la sperequazione di giudizio aumentano la
conflittualità e l'esasperazione al punto che oltre 1000 persone vengono ferite e oltre 100 muoiono ogni anno
in Italia in corso di separazione (più che a causa delle varie forme di criminalità organizzata messe assieme:
dati FENBI).

A dimostrazione del degrado cui ci ha portato questo sistema basato sulla sperequazione di giudizio e
sull’annullamento dell’altra figura genitoriale vogliamo segnalare uno studio pubblicato nel 2010 sulla
prestigiosa Rivista della Società Italiana di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza da parte
dell’Università di Modena: nella casistica degli scienziati il 92% delle denunce di abusi in corso di
separazione risultò infondata! Inoltre i danni provocati dalla macchina giudiziaria condussero al punto che il
trauma psicologico risultò indistinguibile tra i due gruppi di minori. In pratica (ragionando percentualmente)
nel tentativo di punire 8 mostri pedofili il sistema ha rovinato anche i 92 bambini che l’abuso non l’avevano
assolutamente subito.

Altri punti meritevoli del ddl 957, sono -fra i molti- a nostro avviso:
1- l'introduzione, come situazione pregiudizievole, della Alienazione Genitoriale, intesa come
condizionamento dei minori all'ostilità verso il genitore c.d. bersaglio, ossia quello non collocatario (da cui
l'ulteriore indicazione ad eliminare questa figura). Poco conta che, a tutt'oggi, questa sorta di sindrome di
Stoccolma che affligge i minori non sia inclusa (al pari di tante situazioni, come lo stalking o il mobbing o il
plagio che trovano applicazione in ambito giudiziario) nel DSM IV (è in corso la discussione per
l’inserimento nel DSM V): molte istituzioni hanno già provveduto a includerla tra gli elementi negativi: in
Liguria già dal 2004 essa è inclusa come elemento di violenza emotiva nelle linee guida sull'abuso
dell'infanzia, mentre il Brasile ha appena promulgato (agosto 2010) una legge contro le condotte dei genitori
che portano alla insorgenza della Alienazione Genitoriale. Anche a causa di quest’ultima 25.000 minori
italiani (ISTAT 2008) perdono oggi il contatto con uno dei due genitori dopo la loro separazione.
Purtroppo la sensibilità giudiziaria nei confronti dell'Alienazione Genitoriale è scarsissima: noi grazie ad una
tesi di laurea siamo risaliti, malgrado il fenomeno abbia proporzioni gigantesche, a soli 14 provvedimenti
giudiziari italiani che la citano!
Nel momento in cui si intende potenziare il valore dell'audizione del minore non si può non aumentare
l'attenzione verso i condizionamenti.
2 - Il riconoscimento e il potenziamento della mediazione familiare (anche se l'attuale sperequazione di
giudizio da parte dell'autorità giudiziaria continuerebbe, se non corretta, a provocare il persistere delle
deludenti percentuali di riuscita dei percorsi di mediazione).
3-L'incremento dell'aspetto sanzionatorio: attualmente questo aspetto è assolutamente incapace di fornire un
deterrente contro le condotte illecite perpetrate dai genitori: la stragrande maggioranza dei 709 ter si
conclude con un nulla di fatto e qaundo c'è una sanzione questa è di solito l'inefficace ammonizione.

Ma i figli dei separati cosa ne pensano? Nello studio del prof. Fabricius (Fabricius W., Hall Jeffrey, 2000 :
“ Le percezioni dei giovani adulti sulle separazioni”, Family And Conciliation Courts Review, 38 (4): 446-
461, 2000), lo studio più importante mai svolto sul tema, a specifica domanda 800 studenti del primo anno
di Psicologia, figli di separati, ritenevano a posteriori che l'affido alternato sarebbe stato il migliore: la
percentuale variava tra il 70% di chi non l'aveva provato, e il 93% di chi lo aveva potuto sperimentare. A
dimostrazione che la stabilità degli affetti, una volta di più, vale più di quella del domicilio.

Vittorio Vezzetti, Medico Specialista in Pediatria, Responsabile medico scientifico ANFI.

NOTA PER L’ECC.ma COMMISSIONE: I documenti e gli studi citati nella presente relazione possono essere forniti a
Vostra semplice richiesta.
Si allegano la ricerca degli ACTA PEDIATRICA e il Rapporto Raschetti.


Senato della Repubblica Italiana - Procedura: Indagini conoscitive - 16ª Legislatura

Senato della Repubblica Italiana - Procedura: Audizioni - 16ª Legislatura




 

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I centri anti-violenza salvano le donne? La valutazione negativa del governo USA


Pubblicato il 10 agosto 2011 da Luis Centri Antiviolenza e Misandria | Solo un altro blog targato Bigenitorialita




Erin Pizzey, fondatrice del primo centro-antiviolenza, pur denunciando il problema che le femministe iniziavano ad strumentalizzare tali centri come arma contro gli uomini, riteneva che i centri femministi fossero meglio di niente, e pertanto accettò l’invito delle femministe USA che — volendo aprire loro centri e credendo che Erin fosse femminista — la invitarono per un ciclo di conferenze. Queste le memorie di Erin Pizzey:


Entrate nella sede del magazine femminista notammo che non c’erano uomini. Tutto era bianco, e su un muro c’era lo slogan “una donna ha bisogno di un uomo come un pesce di una bicicletta”. [...] Le donne indossavano tute e e sembravano idraulici o muratori. Mi sentivo estraniata nel camminare in un palazzo senza uomini. [...]
Il meeting era una farsa e fronteggiammo femministe ostili con il volto di pietra. [...] Reagivano positivamente quando dicevo che i bambini avevano bisogno di rifugi, ma quando chiarivo che anche gli uomini potevano essere vittime di violenza domestica sentivo una immediata fredda reazione, e sapevo di averle perse. [...] Tutti volevano sentirsi dire che le donne ed i bambini venivano nel nostro rifugio perché tutti gli uomini erano dei bruti. Non importava quante volte dicessi loro che un uomo ci aveva dato i palazzi, ed un uomo si occupava dei fondi per aiutarci a rimanere aperti. L’auditorio era cieco alla ragione. [...] La maggior parte delle femministe che incontrai non credevano che i bambini avessero bisogno dei loro papà. Vivevano la loro vita senza uomini. [...]

Uno degli ultimi giorni, venne dato il microfono ad una giovane ragazza, si lanciò a confidare un drammatico racconto della brutalità del suo partner. Ero stupita. Guardai rapita le facce di chi ascoltava. Volevo interrompere e segnalare che una donna davvero vittima di violenza di solito si vergognava di quello che aveva subito. L’ultima cosa che avrebbe voluto era stare davanti a tanti sconosciuti e raccontare la storia al mondo. Invece le donne violente non avevano il senso della vergogna quando cercavano la luce dei riflettori.
Appena finì, andai da lei e le dissi “meriteresti un Oscar per la performance”. Rise e mi disse “ho detto loro quello che volevano sentirsi dire”.
Recentemente negli USA sono state eseguite valutazioni governative della efficacia dei vari programmi di spesa pubblica. Alla fine viene assegnato un giudizio riassuntivo:
Efficace / Adeguato / Moderatamente efficace / Risultati non dimostrati
Nell’ambito di questa campagna, fra i “programmi legati alla salute ed al benessere” è stato valutato il “programma di servizi per la prevenzione della violenza domestica”, ovvero i centri anti-violenza. Il giudizio è stato fallimentare:
NOT PERFORMING. Results not demonstrated.
Traduciamo dal sito della Casa Bianca, la valutazione dettagliata in merito ai risultati conseguiti:
Sezione 4. Risultati
1. Ha il programma dimostrato progresso adeguato nel raggiungere i suoi obbiettivi a lungo termine? Valutazione: NO. Voto: 0.
2. Ha il programma (inclusi i partner) raggiunto i suoi obiettivi annuali di efficacia? Valutazione: NO. Voto: 0.
3. Il programma mostra un miglioramento nell’efficacia nel raggiungere gli obbiettivi annuali? Valutazione: NO. Voto: 0.
4. La performance di questo programma può venire confrontata in maniera favorevole ad altri programmi con obiettivi simili? Valutazione: IN PICCOLA PARTE. Voto: 12%.
5. Valutazioni indipendenti di qualità ed aderenza allo scopo indicano che il programma è efficace e sta ottenendo risultati? Valutazione: NO. Voto: 0.




Una simile valutazione governativa dei centri anti-violenza è stata effettuata in Germania con risultati altrettanto disastrosi. Sulle colonne di Die Welt il sociologo prof. Amendt ha analizzato le cause di questo fallimento, identificandolo nell’ideologia femminista:
I centri anti-violenza sono incapaci di fornire questo tipo di intervento professionale per via della loro ideologia: vedono ogni uomo come il nemico di ogni donna.
Invece di attenuare i conflitti legati ai divorzi, tali centri li acuiscono, sostenendo che l’unico pericolo per i bambini siano i padri. Tentano di usare tale pregiudizio per spezzare il diritto dei bambini ad avere entrambi i loro genitori. [...] Considerano come successo non il risolvere i conflitti, ma alimentare l’ostilità contro gli uomini. [...] Secondo la loro ideologia, è superfluo che una donna parli al compagno. Per i loro fini, le donne vengono manipolate a considerarsi vittime e gli uomini vengono denigrati come genere [...] L’etica professionale è stata deliberatamente rimpiazzata dall’ideologia politica.

Come dice il professore, le conclusioni sono ovvie: chiudere i centri femministi e sostituirli con centri di supporto alle famiglie con problemi di violenza.
Le odiatrici di uomini che arrivano a cercare di negare che la conseguente alienazione genitoriale è un abuso sull’infanzia vanno tenute lontano dai bambini.
 

Claire

ἰοίην
Ciao, grazie a te per il commento!
Questa e' una battaglia, che in tutti gli altri paesi europei, hanno fatto le donne, per i figli. In Italia, ci sono anche degli uomini, come Vittorio, che spiegano in modo lucido dove siamo e dove vogliamo andare. Ascoltalo. Ascoltatelo. :ciao:
Tutte le donne che si sono affacciate, sono rimaste entusiaste. "Se non ora, quando ? "



Stati Generali sulla Giustizia Familiare. Dr. VITTORIO VEZZETTI (parte 1) - YouTube


Stati Generali sulla Giustizia Familiare. Dr. VITTORIO VEZZETTI (parte 2) - YouTube

Commovente, lucido, sincero.
Grande
 

RW1392

Forumer attivo
[ame="http://www.youtube.com/watch?v=nsravNklRes&feature=related"]Benvenuto nell'esperienza "BOOK"! - YouTube[/ame]




Grazie Alessandro ! OK!
Ci siamo, la lunga galoppata e' terminata, siamo arrivati a target :bow:

INVITO A TAVOLA ROTONDA E PRESENTAZIONE LIBRO "NEL NOME DEI FIGLI"

La tavola rotonda "Nel nome dei figli: un libro, un problema", che si terrà a Firenze in Palazzo Vecchio mercoledì 12 ottobre alle 17:00 nel Salone dei Duecento (partecipano avvocati, giudici, mediatori - si veda la locandina allegata) è organizzata con il patrocinio dell'assessore alle pari opportunità del Comune di Firenze, la Dott. Cristina Giachi, ed avviene in concomitanza del lancio a Firenze, in prima nazionale, della seconda edizione del libro di Vittorio Vezzetti "Nel Nome dei Figli" Nel Nome dei Figli di Vittorio Vezzetti - Home Page

Il libro, giunto rapidamente alla seconda edizione, è un romanzo sociale, dove si affrontano con autenticità e senza ipocrisie la crisi della famiglia, i problemi della separazione e dell'affidamento, il dramma dei figli contesi, le dinamiche della mediazione e dei tribunali, le perizie psicologiche e psichiatriche, i rapporti con gli avvocati, i giudici e i periti, mettendone in evidenza con realismo e accuratezza gli aspetti psicologici, sociologici e giuridici. La delicatissima e complessa tematica è affrontata con la leggerezza disincantata, l'emozione e anche l'ironia che caratterizzano il romanzo.
Il dialogo tra i partecipanti alla tavola rotonda verterà sui temi del libro. Si farà il punto sulla legislazione più recente in materia di separazione/divorzio e di affido dei minori e sulle dinamiche istituzionali e organizzative che così fortemente li influenzano considerando, in particolare, l'applicazione della legge 54/06 nei tribunali e le prospettive di riforma. Vittorio Vezzetti presenterà gli argomenti principali del libro, sui quali poi si innesterà il dibattito.

Il confronto sara' guidato da Marino Maglietta, estensore dei ddl 957 e 2454 sulle nuove regole per l'affidamento dei figli. Sono graditi gli interventi da parte del pubblico.

NOTA SULL'AUTORE

Vittorio Vezzetti è un medico pediatra di Varese, responsabile scientifico dell'associazione nazionale dei Familiaristi Italiani e del coordinamento nazionale di associazioni di genitori separati, ADIANTUM. In tale veste è recentemente intervenuto in Commissione Giustizia del Senato nell'ambito della riforma dell'affido condiviso. E' inoltre coordinatore di progetti regionali sulla mediazione familiare, e ha collaborato a due progetti di legge sull'affidamento condiviso depositati in parlamento. Il romanzo nasce dall'analisi della casistica e l'ascolto diretto di un centinaio di storie di separazione, divorzio e affidamento dei figli. Esaurita la prima edizione, la seconda, presentata in anteprima nazionale a Firenze, contiene un intervento del Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca Mons. Zollitsch, una riflessione della Senatrice Baio (PD) relatrice al Senato della riforma, e una valutazione di Padre Silvio Ronca, docente di Morale alla Cattolica di Milano oltre che un pensiero della Senatrice Gallone (PdL), attuale relatrice del ddl di riforma dell'affido condiviso. Il romanzo, utilizzato anche in varie scuole per la sua valenza sociale, verrà a breve presentato a Palazzo Marino a Milano e in Senato.
 

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