Musica e poesia (1 Viewer)

Claire

ἰοίην
Amar Shonar Bangla - Wikipedia

L' Inno Nazionale del Bangladesh: Amar Shonar Bangla (Mio Bengala Dorato) fu composto nel 1972 da Rabindranath Tagore, premio Nobel per la letteratura nel 1913.

Mio amato Bengala
Ti amo.
Per sempre i tuoi cieli,
La tua aria, riempiono di armonia il mio cuore
Come fosse un flauto.
In primavera, o madre mia,
La fragranza dei tuoi boschi di mango
Mi rende pazzo di gioia,
Ah, che emozione!
In autunno, o madre mia,
Nel pieno fiorire delle risaie
Ho visto ovunque il diffondersi di dolci sorrisi.
Ah, che bellezza, che ombre,
Che affetto, e che tenerezza!
Che morbido tessuto hai steso
Ai piedi degli alberi di banyan
E lungo le rive dei fiumi!
O madre mia, le parole dalla tua bocca
Sono come nettare per le mie orecchie.
Ah, che emozione!
Se la tristezza, o madre mia,
Getta un'ombra sul tuo viso,
I miei occhi si riempiono di lacrime!

http://xoomer.virgilio.it/bguizzi/bangladesh/anthem.mid

I primi dieci versi compongono la prima strofa dell'Inno :)
E d'altra parte Tagore ha composto musica egli stesso. Cerca e approfondisci, ho anche scoperto che in India c'è un intero genere musicale che si basa su Tagore e le sue composizioni.

http://sempreindia.blogspot.it/2011/05/canzone-composta-da-rabindranath-tagore.html
 
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Claire

ἰοίην
Di Tagore anche la canzone Amra shobai raja

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=Gj3XNNdSEkA]Bangla song-amra shobai raja - YouTube[/ame]

Questa canzone è stata tradotta col titolo "Siamo tutti re" ed è stata cantata in italiano durante una vecchia edizione dello Zecchino d'Oro, che io ricordo bene, anche se ero già grandina :-o :D

Anche in una trasmissione per bambini, ormai un po' vecchia e stantia come questa (che comunque conserva, ai miei occhi, una certa tenerezza), si trova Poesia :lovin:

qui, in versione originale

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=9hiEbuXEicE]Siamo tutti Re 30 Zecchino d'oro - YouTube[/ame]

e qui tradotta per la trasmissione

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=h7VbrsVwdRQ]siamo tutti re - YouTube[/ame]

Il testo:

Siamo tutti dei re, nati da re, figli di un gran Re,
Un Re che sta in cielo tra il sole d’oro e la luna,
Come un caro papà
Questo re che sta là, nell’aldilà, tutto di noi sa!
Lui giorno, lui notte, inizio e fine del mondo.
Per l’invito del Re

Presentiamoci a Lui come dei fior,
Candidi fiori puri,
Lo vedremo così splendere se
Dentro di noi luce sarà,
Luce dal suo viso che la gente capir sa…
E premierà l’uomo che sarà ricco di niente, siamo tutti dei re

Quando l’anima è neve d’ardor fiaccola del cuor
La vita sta in alto in un’eterna armonia.
Siamo tutti dei re.
Per far nascere la vita solo tu solo tu puoi
La tua anima fiorita soffierai dentro di noi.
Pesciolini, farfalline, lumachine erbette e fior
E bambini bianchi e neri,
Gialli e rossi d’ogni color.
Sante le tue mani creatore dell’universo. Siamo tutti dei Re.

Presentiamoci a Lui come dei fior,
Candidi fiori puri,
Lo vedremo così splendere se
Dentro di noi luce sarà,
Luce dal suo viso che la gente capir sa…
E premierà l’uomo che sarà ricco di niente, siamo tutti dei re.

Quando l’anima è neve d’ardor fiaccola del cuor
La vita sta in alto in un’eterna armonia.
Siamo tutti dei re.
Siamo tutti dei Re…Figli tuoi o Re dei Re…

In lingua originale non lo trovo da nessuna parte :(
 
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Claire

ἰοίην
Un libro che piacerà a superbaffone
Murakami Haruki Wada Makoto, Ritratti... < Libri < Einaudi



Restò lì a lungo,
la mano appoggiata al bordo della finestra,
a fissare il punto in cui è sparita.
Magari potrebbe accorgersi
di aver dimenticato di dirmi qualcosa,
e tornare indietro.
Ma non torna.
In quel punto rimane solo una specie di cavità invisibile
che ha la forma della sua assenza.

Haruki Murakami.
 

Claire

ἰοίην
[GLI AMANTI] SEPARATI

Non scrivere. Sono triste, e vorrei spegnermi
Le belle estati senza di te, sono come una notte senza una luce
Ho richiuso le mie braccia, non possono raggiungerti,
e bussare al mio cuore è come bussare su una tomba.
Non scrivere!

Non scrivere. Impariamo a morire per noi stessi.
Non chiedo che a Dio, che a te, se ti amavo!
Nel profondo della tua assenza, ascoltare che tu mi ami
è comprendere il cielo senza mai salirci.
Non scrivere!

Non scrivere. Ho paura di te, ho paura della mia memoria:
ha conservato la tua voce che spesso mi chiama.
Non mostrare la acque di fonte a chi non la può bere.
Una cara scrittura è un ritratto vivente.
Non scrivere!

Non scrivere quelle dolci parole che non oso più leggere:
sembra che la tua voce le versi sul mio cuore;
che le veda bruciare attraverso il tuo sorriso;
sembra che un bacio le imprima sul mio cuore.
Non scrivere!

LES SEPAREES (testo originale)
N'écris pas. Je suis triste, et je voudrais m'éteindre.
Les beaux étés sans toi, c'est la nuit sans flambeau.
J'ai refermé mes bras qui ne peuvent t'atteindre,
Et frapper à mon coeur, c'est frapper au tombeau.
N'écris pas !

N'écris pas. N'apprenons qu'à mourir à nous-mêmes.
Ne demande qu'à Dieu… qu'à toi, si je t'aimais !
Au fond de ton absence écouter que tu m'aimes,
C'est entendre le ciel sans y monter jamais.
N'écris pas !

N'écris pas. Je te crains ; j'ai peur de ma mémoire ;
Elle a gardé ta voix qui m'appelle souvent.
Ne montre pas l'eau vive à qui ne peut la boire.
Une chère écriture est un portrait vivant.
N'écris pas !

N'écris pas ces doux mots que je n'ose plus lire :
Il semble que ta voix les répand sur mon coeur ;
Que je les vois brûler à travers ton sourire ;
Il semble qu'un baiser les empreint sur mon coeur.
N'écris pas !

Marceline Desbordes - Valmore

LES SÉPARÉS version Benjamin Biolay - YouTube


Marceline Desbordes-Valmore nasce a Douai il 20 giugno 1786, piccola città della Fiandra Francese, in una famiglia piccola borghese.
Con la Rivoluzione, arriva la povertà ed inizia l’esodo familiare, la madre la costringe, fin da bambina, a recitare in compagnie itineranti tra disagi e miserie.
Nel tentativo di risanare la situazione finanziaria della famiglia, sua madre decide di andare insieme a Marceline nella Guadalupa, dove risiede un cugino arricchitosi, ma all’arrivo scoprono che il loro parente è stato ucciso a seguito di una rivolta di schiavi. A peggiorare le cose la madre si ammala di febbre gialla e muore.
Marceline rientra in Francia, appena sedicenne, e si dedica alla professione di cantante e attrice (chanteuse), ha una forte sensibilità espressiva e si impadronisce facilmente dei segreti del verso e della rima, studia e impara memoria i classici della letteratura francese, autodidatta, ed inizia a scrivere.
A 22 anni è già conosciuta come poetessa ed ha già pubblicato su diverse riviste.
Passa la sua vita da teatro in teatro, conosce uno scrittore e commediante Henry Latouche, se ne innamora follemente: è un legame tormentato, assente per lunghissimi periodi e la trascura, ma sarà l’amante segreto per 20 anni, avrà anche un figlio, che muore a cinque anni.
Si sposa nel 1817 con Prosper Valmore, attore bello e mediocre, che le darà quattro figli, dei quali tre le moriranno prematuramente.
Ma il suo cuore resterà sempre dominato dal bizzarro Latouche, a cui dedicherà tutte le poesie d’amore sotto il nome di Olivier.
Con il marito istaura un rapporto di solidarietà e di dignità, lui la ama in modo sincero e duraturo.
Malgrado le numerose disavventure, per tutti questi anni Marceline scrive con instancabile passione.
Muore di cancro a Parigi il 23 luglio 1859.


Nel 1820 Marceline lascia il palcoscenico come cantante, e nel 1832 anche come attrice, per dedicare il suo tempo completamente alla scrittura.
I soggetti che sceglie sono quelli dei romantici, canta l’amore per i bambini, i poveri, i disabili, i prigionieri politici, ovvero per tutti gli esseri fragili. Scrive anche di spiritualità, scrive sull’amore, sul suo amore, sulla maternità, (in particolare sul suo unico figlio vivente, sulle morti premature, sulla morte dei suoi figli), sulla assenza e sulla morte.
In sostanza ci troviamo di fronte ad una libera pensatrice, colta e sensuale, fiorente ed abissale.
È suo, fra i molti, il significativo e coraggioso aforisma, tratto da una bellissima lettera (Lettre de Femme) “Les femmes, je le sais, ne doivent pas écrire; J'écris pourtant” (so bene che le donne non dovrebbero scrivere; ciononostante, io scrivo)
Pochi hanno saputo scavare così profondamente nei rapporti uomo-donna, analizzare le frustrazioni dell’animo femminile di fronte allo spirito inquieto dell’altro che sa amare, ma è attratto da altre cose, da avventure, da viaggi.
Marceline, oltre alle poesie, ha scritto anche racconti, romanzi e molte lettere, ed è stata un riferimento espressivo per grandi autori francesi, come Hugo, Rimbaud, Mallarmé.
Honoré de Balzac, apprezzava con convinzione il suo talento e la spontaneità dei suoi versi.
E’ considerata la poetessa che ha influito l'evoluzione della scrittura di Paul Verlaine, il quale dichiara: « Proclamiamo ad alta e intelligibile voce che Marceline Desbordes-Valmore è senz'altro […] la sola donna di genio e di talento di questo secolo e di tutti i secoli […]»
È l’unica donna inclusa nella celebre antologia di Verlaine “I poeti maledetti”. Particolarmente stimata da Charles Baudelaire, che parla di lei come la perfetta incarnazione della donna, afferma: « Mme Desbordes-Valmore fu donna, fu sempre donna e non fu nient'altro che donna; ma ebbe un grado straordinario di espressione poetica intrisa di tutte le bellezze naturali della donna.»
Ha inventato il verso libero, è stata la prima ad utilizzare il verso dispari e ad occuparsi della musicalità della parola, e a fare uso della figura retorica della sinestesia.
Il fatto di essere donna, e di essere presa poco su serio, le ha permesso di essere più coraggiosa, più audace, di tentare nuovi modi di poetare, insomma di sperimentare.
Tutti i letterati di Francia erano rimasti incantati da lei, per il fatto che incarnava, come pochi, lo spirito del tempo, cioè il tramonto del Romanticismo, ed i primi bagliori del Simbolismo, la chiamavano “maestro” e la osannavano, cosa questa che non le ha però permesso negli anni seguenti, di trovare il giusto o un minimo spazio nelle antologie.
Probabilmente perché era soltanto una donna.
 

Claire

ἰοίην
Franco Battiato - Invito al Viaggio - YouTube

Ti invito al viaggio
In quel paese che ti assomiglia tanto.
I soli languidi dei suoi cieli annebbiati
Hanno per il mio spirito l'incanto
Dei tuoi occhi quando brillano offuscati.
Laggiù tutto è ordine e bellezza,
Calma e voluttà.
Il mondo s'addormenta in una calda luce
Di giacinto e d'oro.
Dormono pigramente i vascelli vagabondi
Arrivati da ogni confine
Per soddisfare i tuoi desideri.
I tuoi desideri.
Le matin j'coutais
Les sons du jardin
La langage des parfums
Des fleurs

La poesia di Baudelaire :)
L'invitation au voyage

Mon enfant, ma soeur,
Songe à la douceur
D'aller là-bas vivre ensemble!
Aimer à loisir,
Aimer et mourir
Au pays qui te ressemble!
Les soleils mouillés
De ces ciels brouillés
Pour mon esprit ont les charmes
Si mystérieux
De tes traîtres yeux,
Brillant à travers leurs larmes.

Là, tout n'est qu'ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.

Des meubles luisants,
Polis par les ans,
Décoreraient notre chambre;
Les plus rares fleurs
Mêlant leurs odeurs
Aux vagues senteurs de l'ambre,
Les riches plafonds,
Les miroirs profonds,
La splendeur orientale,
Tout y parlerait
À l'âme en secret
Sa douce langue natale.

Là, tout n'est qu'ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.

Vois sur ces canaux
Dormir ces vaisseaux
Dont l'humeur est vagabonde;
C'est pour assouvir
Ton moindre désir
Qu'ils viennent du bout du monde.
– Les soleils couchants
Revêtent les champs,
Les canaux, la ville entière,
D'hyacinthe et d'or;
Le monde s'endort
Dans une chaude lumière.


Là, tout n'est qu'ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.


Traduzione di un altro poeta (G. Raboni)

L'invito al viaggio

Sorella mia, mio bene,
che dolce noi due insieme,
pensa, vivere là!
Amare a sazietà,
amare e morire
nel paese che tanto ti somiglia!
I soli infradiciati
di quei cieli imbronciati
hanno per il mio cuore
il misterioso incanto
dei tuoi occhi insidiosi
che brillano nel pianto.

Là non c'è nulla che non sia beltà,
ordine e lusso, calma e voluttà.

Mobili luccicanti
che gli anni han levigato
orneranno la stanza;
i più rari tra i fiori
che ai sentori dell'ambra
mischiano i loro odori,
i soffitti sontuosi,
le profonde specchiere, l’orientale
splendore, tutto là
con segreta dolcezza
al cuore parlerà
la sua lingua natale.

Là non c'è nulla che non sia beltà,
ordine e lusso, calma e voluttà.

Vedi su quei canali
dormire bastimenti
d'animo vagabondo,
qui a soddisfare i minimi
tuoi desideri accorsi
dai confini del mondo.
- Nel giacinto e nell'oro
avvolgono i calanti
soli canali e campi
e l'intera città
il mondo trova pace
in una calda luce.

Là non c'è nulla che non sia beltà
ordine e lusso, calma e voluttà.
 

Sir Green

Forumer storico
C'è tempo -Ivano Fossati

https://www.youtube.com/watch?v=ALqkzO_Mg4c

C’è un tempo

C’è un tempo per aspettare,
c’è un tempo per provare,
c’è un tempo per ritrarsi,
uno per avvicinarsi,
un tempo per la tenerezza,
un tempo per amare,
un tempo per volersi bene,
uno per odiarsi,
uno per trovarsi soli.
C’è il fluire inesorabile del tempo;
un tempo per perdersi,
un tempo per rassegnarsi,
un tempo per affidarsi,
uno per accettarsi,
uno per sognare.
Sognare.
Nel mistero e nella speranza;
sognare nel presente con il passato,
sognare nel presente con il presente.
C’è un tempo. C’è un tempo.
C’è anche un tempo…, per andare.

Carlo Murzi
 

Claire

ἰοίην
Vecchioni ha dedicato una canzone ad Alda Merini :lovin:


https://www.youtube.com/watch?v=ZndZqVSzSIs


Canzone Per Alda Merini

Noi qui dentro si vive in un lungo letargo,
si vive afferrandosi a qualunque sguardo,
contandosi i pezzi lasciati là fuori,
che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori.
Io non scrivo più niente, mi legano i polsi,
ora l'unico tempo è nel tempo che colsi:
qui dentro il dolore è un ospite usuale,
ma l'amore che manca è l'amore che fa male.
Ogni uomo della vita mia
era il verso di una poesia
perduto, straziato, raccolto, abbracciato;
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia
è cielo è voragine,
è terra che mangio
per vivere ancora

Dalla casa dei pazzi, da una nebbia lontana,
com'è dolce il ricordo di Dino Campana;
perchè basta anche un niente per essere felici,
basta vivere come le cose che dici,
e divederti in tutti gli amori che hai
per non perderti, perderti, perderti mai.

Cosa non si fa per vivere,
cosa non si fa per vivere,
guarda... Io sto vivendo;
cosa mi è costato vivere?
Cosa l'ho pagato vivere?
Figli, colpi di vento...
La mia bocca vuole vivere!
La mia mano vuole vivere!
Ora, in questo momento!
Il mio corpo vuole vivere!
La mia vita vuole vivere!
Amo, ti amo, ti sento!

Ogni uomo della vita mia
era il verso di una poesia
perduto, straziato, raccolto, abbracciato;
ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia
è cielo è voragine,
è terra che mangio
per vivere ancora
 

Claire

ἰοίην
Testo profondo e che parla bene della vita di Alda Merini.
I versi "noi qui dentro si vive in un lungo letargo" e "non scrivo più niente mi legano i polsi" parlano dell'esperienza del manicomio.

Alda Merini è molto molto ben descritta qui: "qui dentro il dolore è un ospite usuale, ma l'amore che manca è quello che fa male". Impossibile vivere senza amore, per lei.
Alda Merini era inseguita costantemente dal dolore, ma senza amare non poteva resistere e dice (bene) Vecchioni: "ogni uomo della vita mia era il verso di una poesia"

C'è anche una citazione di Dino Campana, anche lui un poeta: "Basta un niente per essere felici, basta vivere come le cose che dici"

:lovin:
Adesso sono gonfia di commozione e di poesia e stacco.

:ciao:
 

popov

Coito, ergo cum.
moltissimi testi delle canzoni di Branduardi - curati dalla moglie Luisa Zappa - sono ispirati a poesie o componimenti letterari.

poi ci sono dischi diciamo così monografici come ad esempio lo splendido Branduardi canta Yeats basato completamente sulle altrettanto splendide liriche di William Butler Yeats.

cito da un articolo dell'epoca:

Irretito dal grande irlandese William Butler Yeats, affascinato dallo struggimento delle sue immagini, Branduardi ha selezionato dieci liriche (tradotte da sua moglie, esperta anglista, Luisa Zappa) e le ha trasformate in dieci ballate, su una musica che è piaciuta molto agli eredi di Yeats, ben felici di concedere i diritti sulle poesie a lui, dopo averli negati qualche tempo fa al grande Van Morrison. "Un poeta come Yeats meriterebbe in verità un musicista come Bach" dice Branduardi che è venuto a presentare questo suo nuovo disco al Piccolo Teatro, citando a memoria versi del poeta. "Oltre a un interesse letterario, l' attrazione per Yeats è venuta anche dall' armonia, dal ritmo musicale delle sue liriche. Proprio per questo ho finalmente potuto realizzare un disco totalmente acustico, con l' uso della chitarra che suoniamo Maurizio Fabrizio e io, e le percussioni di Josè 'Papete' De Ribamar".

in ogni caso, anche Pane e Rose - il cui titolo di apertura è proprio L'Albero di Hikmet - è un gran bel disco.
 
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