metodo PALAMARA? la Mafia domina la giustizia italiana (1 Viewer)

tontolina

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PAlamara-Amara-Acqua Marcia-CONTE GIUSEPPI- Cantagirone - e un bel giro di soldi
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naturalmente il FAttoQuotidiano quando ha avuto il dossier HA TACIUTO e non ha pubblicato niente... idem per tutti gli altri giornalai da Mentina in poi
 

tontolina

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poichè i video su FAlcone non piacciono a youtube che li censura
dobbiamo accontentarci degli articoli
Quando fu ucciso, Falcone stava per inchiodare il PCI
Maurizio Blondet 9 Maggio 2021


Giovanni Falcone, con la moglie e la scorta, fu ucciso dalla colossale esplosione il 23 maggio 1992. Così non poté salire sul volo per Mosca, dove si preparava ad andare il 6 giugno seguente, 13 giorni dopo, per coordinarsi con il procuratore di Mosca Valentin Stepankov. Il quale stava indagando sull’estrema ruberia che dissanguò il popolo russo, commessa dalla dirigenza del PCUS e del KGB (il loro deep state) prima che Gorbaciov, il 6 novembre 1991, proibendo le attività del PCUS in Russia, gli sbarrasse l’accesso ai vasi di miele del Tesoro sovietico.
Leggo: “..fondi segreti del KGB, molti patrimoni di occulti della nomenklatura sovietica” […] il procuratore di Mosca Stepankov aveva appurato che “il tesoro d Mosca era stato fatto affluire nella disponibilità del PCI attraverso canali finanziari già usati per il trasferimento di ‘aiuti ai partiti fratelli”.


Come giornalista io stesso parlai di questo saccheggio: una quantità incalcolabile di miliardi svaniti, centinaia di miliardi di dollari in valute pregiate e metalli preziosi, forse migliaia di miliardi – non si sa quanti – finiti all’estero, nel libero occidente: ma dove?
Dove chi poteva riciclare e “lavare” un simile inaudito e mostruoso tesoro, in modo totalmente clandestino?
“Secondo gli atti giudiziari di Valentin Stepankov e di Giovanni Falconi era la mafia, sia quella italiana che quella siculo-americana insieme alla terribile mafia russa, usando il canale delle svariate società organiche al PCI, da sempre abituate a riciclare i fondi illeciti con cui lo finanziava il PCUS.
Falcone e Borsellino cercavano che fine avevano fatto i ‘fondi segreti’ che il PCUS aveva esportato illegalmente in Italia ‘dopo la caduta del Muro”. Il PCI si rifiutò di collaborare. Magistratura democratica non mosse un dito” … Falcone, Borsellino e il ROS del generale Mario Mori avevano avviato un’inchiesta giudiziaria (Mafia e Appalti, dossier dei ROS) che avrebbe devastato le collusioni tra la mafia e il mondo delle cooperative rosse del PCI ”.
Così scrive Gaetano Immé nel suo “Attacco al potere comunista – gli intrighi, le collusioni, gli omicidi di mafia utili alla sinistra (Bonfirraro, 319 pagine, euro 18.90). Lasciamo a lui queste affermazioni, che sembra in grado di documentare in giudizio.
Fatto sta che Falcone “cessa di essere il fiore al’occhiello delle sinistre” per le sue inchieste sul “terzo livello” democristiano, e viene criticato dai media di riferimento –Repubblica, Espresso – e dai tele-giornalisti dell’area (Santoro, Augias) in una operazione di discredito e linciaggio morale .
“Da qualche tempo”, scrisse Sandro Viola su Repubblica quattro mesi prima dell’assassinio del giudice “sta diventando difficile guardare al giudice Falcone con il rispetto che sì era guadagnato” .

Peggio: “dopo la morte di Falcone e Borsellino, tutti i fascicoli dell’inchiesta di Mosca e di Stepankov furono trasmessi alla procura di Roma da procuratore generale (di Palermo) dr Ugo Giudiceandrea […] Nessuno ne parla più […] l’inchiesta Mafia e Appalti di Falcone e Borsellino viene ‘archiviata’ dopo l’eliminazione dei due magistrati. In compenso, tutti quei magistrati di Palermo hanno fatto una straordinaria e brillante carriera”.
E aggiunge un passo terribile: il procuratore capo di Palermo Pietro “Giammanco [deceduto nel 2018] non è stato condannato per i 400 milioni [di lire] ricevuti dalla mafia, la famosa ‘nticchia i grassu’di cui parla il mafioso Angelo Siino, “episodio confermato da sentenza del tribunale di Caltanissetta (GIP Gilda Lofforti) ove, a pagina 21, 25 e 135 si parla di una cifra complessiva di 800 milioni di lire che Siino afferma di aver consegnato a Salvo Lima ; somma destinata, secondo quanto dichiarato dallo stesso Siino al dr. Giammanco per 400 o 600 milioni di lire”.
Calunnia sanguinosa! Come si fa a credere a un “pentito” come Siino?
Attenzione, scrive Immé: la sentenza di Caltanissetta con la dichiarazione di Siino , “ che seppure non condanna penalmente Giammanco lo svergogna totalmente , si badi bene, non è stata nemmeno appellata da quei magistrati palermitani ….

Parliamo del dottor Pignatone? Stessa sentenza di Caltainssetta, ma diventa procuratore generale a Roma” e dal 2019, pensionato dalla giustizia italiana, fatto da El Papa presidente del tribunale vaticano.
“Parliamo del dr Pignatone?”, no, il vostro modesto cronista no. Non ha i mezzi per difendersi dalla giustizia italiana. Né dalla mafia che, se considerava “una unghietta di grasso” 800 milioni di lire, vuol dire che ha grasso in abbondanza dal saccheggio dell’URSS, da sprecare anche in magistrati “amici”. Si deve infatti sapere che quando il ROS di Mori consegna “ai procuratori di Palermo la prima informativa del “Mafia e Appalti” e soldi occulti di Mosca al PCI, nel febbraio 1991, già nelle mani di Cosa Nostra. E risultanze giudiziarie affermano addirittura che tutto il dossier “Mafia e Appalti” fosse finito nelle mani della mafia anche “prima del suo deposito in procura”, e Immé fa il nome dell’ipotetico procuratore che ha violato il segreto. Nome che ci guardiamo bene dal ripetere.
Ma in questi giorni in cui si rivela la marcescenza, la corruzione l’impunità onnipotente dei procuratori, consiglia la lettura di quel precedente scandalo soffocato e sepolto.

Se solo un decimo di quel che Immé racconta è vero, la “Loggia Ungheria” non è che l’ultimo atto di una complicità attiva di certe procure con la sinistra, saldata nel sangue. Di magistrati dietro il cui martirio si coprono.
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e noi che pensavamo che i sinistrati fossero innocenti del sangue italiano.... per denaro venderebbero anche la madre
 

tontolina

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SCANDALO NELLO SCANDALO. UNA TERRIBILE VERITA' CRIMINALE SULLA MAGISTRATURA E DELLO STATO CORROTTO.

L'Avv. Carlo TAORMINA dichiara: Dentro alla cosca Palamara che comprende quasi tutta la magistratura e addirittura il Consiglio Superiore della Magistratura presieduto da Mattarella, è stata scoperta la loggia criminale UNGHERIA che sarebbe composta da magistrati anche di altissimo livello che avrebbero gestito e gestirebbero affari giudiziari di ogni genere ed avrebbero ancora una volta il terminale nel Consiglio Superiore della Magistratura.

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La cosa sarebbe stata conosciuta anche da Davigo quando era componente del Consiglio ma l’unica a non sapere è stata l’opinione pubblica, cioè il popolo bue. Non si può più andare avanti così. Mattarella, se non si vuole vergognare e se non ci vuole fare vergognare, convochi i componenti del CSM che presiede e li faccia dimettere per eleggere un nuovo Consiglio solo per sorteggio. Ma tutte queste sono soluzioni che non servono a niente perché anche col sorteggio, essendo generale il degrado morale della magistratura, al CSM andrebbero sempre magistrati inaccettabili. Occorre prendere il toro per le corna e decidere una volta per tutte che ...

BISOGNA CACCIARE DALLE AULE DI GIUSTIZIA I MAGISTRATI CHE LO STATO CORROTTO SI NOMINA E METTERCI LE GIURIE POPOLARI! Questa la vera battaglia !
 

tontolina

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PAlamara-Amara-Acqua Marcia-CONTE GIUSEPPI- Cantagirone - e un bel giro di soldi
Vedi l'allegato 603372

naturalmente il FAttoQuotidiano quando ha avuto il dossier HA TACIUTO e non ha pubblicato niente... idem per tutti gli altri giornalai da Mentina in poi
Esclusivo: parla Piero Amara, l’avvocato dei misteri
 

tontolina

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Dal suicidio Cagliari alle indagini anti Cav: il pm De Pasquale rischia la cacciata per il caso Amara
28 Luglio 2021 - 09:00
Il Csm pronto ad allontanare da Milano anche la storica toga che nel processo Eni ignorò le prove a favore degli imputati. Il collega Storari voleva arrestare gli accusatori per calunnia ma la richiesta non fu accolta dal procuratore Greco
Avatar di Luca Fazzo Luca Fazzo

c'è un tale malcostume anche tra i giudici che NON CREDO alla sua cacciata
semmai lo trasferiranno a Canicattì e costringerlo alle dimissioni
ma cacciarlo? non è mai successo
 

tontolina

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Luca Palamara: "Il mio racconto serve a squarciare un velo d'ipocrisia"
 

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