In termini di investimento, e quindi di attesa plusvalenza, meglio sempre tanti pezzi e di generi diversi. Come avere un portafoglio bilanciato.
In termini di collezionismo, e quindi pura passione, pochi pezzi e di altissima qualità.
Le due cose non si escludono a vicenda.
Il prezzo è una variabile, non una discriminante.
Non lo dico per spirito di contraddizione, giuro.
Ma quello che capita a me è praticamente il contrario.
I pezzi importanti e di alta qualità sono quelli che alla fine (se venduti senza attendere decadi) hanno funzionato come investimento.
Nel frattempo ho messo via
tanti pezzi e di generi diversi che soddisfano il mio gusto personale, non tanto con completezza, quanto per aspetti parziali, come ammirare le soluzioni scelte, o vedere come viene rispecchiato il gusto dell'epoca, o ancora percepire un backstage ecc. Questi solo raramente si rivelano un investimento, ma avendoli pagati poco o pochissimo soddisfano comunque la mia visione "francescana" del collezionista.
E' una posizione in certo senso simile a quella di chi non pretende dai propri figli che emergano in qualche campo, ma ritiene che per prima cosa debbano essere felici.
Magari non saranno felici i miei eredi.