Mediaset (MS) Mediaset diventa Mfe (MediaForEurope) holding olandese (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Il biscione si morde la coda
05 settembre 2019
Una vittoria di Pirro, Mediaset con Vivendi rischia ancora la sconfitta definitiva
L'assemblea degli azionisti del Biscione ha approvato la fusione con gli spagnoli tra le proteste di Bolloré che promette battaglia. E alla fine potrebbe anche spuntarla, facendola pagare cara ai Berlusconi
Una vittoria di Pirro, Mediaset con Vivendi rischia ancora la sconfitta definitiva - Linkiesta.it


Il sogno di Silvio si sta per realizzare. 27 anni fa l’utopia di rendere Mediaset un player europeo si concluse con la chiusura anticipata di La Cinq, omologa francese di Canale 5, che spense i suoi schermi una notte di aprile del 1992. Il progetto di esportare il Biscione negli altri paesi latini rimase così confinato alla sola Telecinco spagnola.
Oggi la storia è cambiata. L’assemblea del 4 settembre ha avvicinato Mediaset verso la fusione con la sua sorella iberica nell’holding olandese Mfe (MediaForEurope), tra le proteste di Vivendi. Piersilvio Berlusconi marcia dritto verso l’obiettivo di una televisione europea. Ma il rischio di vederlo svanire presto è più vicino di quello che si pensi.

Partita finita quindi? Assolutamente no, i francesi promettono battaglia

Infatti, il risultato ottenuto nell’assemblea di Mediaset di oggi potrebbe essere più una vittoria di Pirro che un reale successo per Confalonieri e soci. Aver bloccato il voto della fiduciaria Simon, che possiede il 19% di azioni che Vivendi non può detenere, ha permesso di zittire i francesi e ha spianato la strada verso la fusione con Mediaset España. In questo caso decisione dell'aprile 2018 dell'Agcom ha dato la spallata decisiva alle velleità di Bolloré, costretto a scegliere se mantenere il 23.68% in Tim o il 29 % in Mediaset. Partita finita quindi? Assolutamente no, i francesi promettono battaglia. La guerra fredda, iniziata nel 2016 con il mancato acquisto di Premium da parte Vivendi e i successivi corsi e ricorsi, è destinata a continuare.

In un contesto globale dove giganti come Apple e Facebook si muovono con appetiti crescenti, questa è una mossa azzeccata se si vuole assicurare un futuro a Mediaset.

Intanto, in casa Mediaset ostentano serenità e guardano al futuro. La fusione permetterà ai Berlusconi di recitare il ruolo di assoluti protagonisti nella European Media Alliance, network tra 12 reti europee inclusa la tedesca Prosiebensat1, di cui Mediaset ha acquisito a maggio 2019 il 9.6% delle azioni.

In un contesto globale dove giganti come Apple e Facebook si muovono con appetiti crescenti, questa è una mossa azzeccata se si vuole assicurare un futuro a Mediaset. Non a caso Bolloré in parte gliela invidia, visto che il suo progetto-fotocopia per la francese Canal Plus è ancora indietro. Per questo le prossime mosse dei francesi per bloccare il trasferimento potrebbero essere molto dolorose.

La prima che potrebbero attuare è il diritto di recesso. Secondo accordi, tutti gli azionisti contrari al trasferimento possono decidere di uscire da Mediaset con un prezzo stabilito di 2,77 euro ad azione. Fatti due conti, se Vivendi con il suo 29.9% decide di uscire rischia di far sborsare al Biscione circa 1 miliardo di euro. Un rischio altissimo per il duo Confalonieri-Berlusconi, specie se non dovesse trovare nessuno per le azioni dei recedenti.

Fin quando non ne hai la certezza l'ottimismo mostrato nelle ultime ore rischia di essere di mera facciata. La seconda, la più problematica, è il ricorso europeo.
Lo scorso luglio la Commissione Europea ha emesso un parere legale non vincolante favorevole a Vivendi dichiarando che la legge italiana che impedisce le concentrazioni nel settore potrebbe non essere conforme alla libertà di stabilimento e circolazione dei capitali stabilita dal Trattato Europeo.
Adesso la patata bollente è nelle mani della Corte di Giustizia Ue che a inizio 2020 potrebbe ribaltare la decisione dell’Agcom. Se dovesse succedere sarebbero guai veri per i Berlusconi. Di gran lunga superiori a quegli schermi spenti nel 1992.
 

tontolina

Forumer storico
Mfe (ex Mediaset), al via lo split: doppie azioni alla prova della Borsa
13 Dicembre 2021, 12:42 | di FIRSTonline | 0


Dopo due ore passate in asta di volatilità le azioni A e B sono entrate in contrattazione – Stesse caratteristiche economiche, ma diversi diritti di voto – Mfe: “La nuova struttura funzionale a future operazioni di M&A”



Sono ufficialmente partiti lo split azionario e la doppia quotazione dei titoli dell’ex Mediaset che il mese scorso ha ufficialmente cambiato nome, diventando Mfe-Mediaforeurope. Dopo aver passato più di due ore in asta di volatilità sia le azioni di categoria A che quelle di categoria B sono entrate in contrattazione.


Ricordiamo che, in seguito alla conversione, tutte le azioni esistenti sono diventate azioni di categoria B, mentre le azioni di categoria A sono state assegnate ai titolari di azioni B (diversi dalla società) sulla base di un rapporto alla pari.

L’unica differenza tra le due categorie risiede nei diritti di voto: le A danno diritto a un solo voto in assemblea, le B a dieci voti. Sotto il profilo economico, invece, entrambe avranno diritto agli stessi dividendi e un’eventuale opa su Mfe dovrà riguardare tutte e due le categorie di azioni.
 
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tontolina

Forumer storico
mi chiedevo ma mediaset , dopo l'accordo con Vivendi che stabilisce il prezzo di acquisto delle azioni del Biscione tra 2,7-3,20€,
RI-scenderà in area 1,250€ facendo almeno un doppio minimo?
Berlusconi oramai è saldamente di nuovo sopra il 50% e quindi non è contendibile
metto il grafico settimanale perchè vi è l'evidente divergenza ribassista sia sul CCI che sullo STOcastico lento
quewsta settimana ha il supporto dinamico e statico a 2.518€
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tontolina

Forumer storico
Notizie Titoli azionari
Mediaset azioni: Vivendi benedice lo split azionario
Novembre 19, 2021admin


Fininvest (51% dei diritti di voto) non gode del sostegno dei proxy advisor ma puo” contare, da ieri, sull”appoggio di Vivendi. Come annunciato a mercati chiusi, il gruppo francese – secondo socio (24,6% del capitale votante) di Mediaset – ha deciso di “votare in favore della proposta di creazione di due categorie d’azioni”. Si tratta dello split che sara” oggetto di approvazione all”assemblea straordinaria del Biscione del prossimo 25 novembre, quando i soci saranno chiamati a deliberare il cambio di denominazione (in Mfe-MediaForEurope) e l’introduzione di una struttura azionaria a doppia categoria, con la conversione di ogni azione in circolazione in un titolo ordinario B e con diritto a dieci voti, in modo tale che tutti i soci avranno diritto a un”azione ordinaria A (valore nominale di 0,06 euro) per ogni azione ordinaria B (valore nominale di 0,6 euro). Questo è uno dei punti chiave della nota congiunta diramata da Mediaset e Vivendi, nella quale si fa riferimento anche all’opportunità che la media company transalpina “a parziale deroga di quanto originariamente previsto negli accordi del 3 maggio, possa esercitare il diritto di voto relativamente alle azioni dalla stessa detenute direttamente”, oltre a fornire istruzioni a Simon Fiduciaria affinché eserciti il diritto di voto relativamente alle azioni dalla medesima detenute per conto di Vivendi.
Contestualmente, a conferma della ritrovata armonia tra le parti, è stato reso noto che i tre protagonisti della vicenda – la guerra legale è durata quasi 5 anni per concludersi poi con un accordo tombale che ha portato alla richiesta d’archiviazione delle posizioni di Bolloré e del suo braccio destro, Arnaud de Puyfontaine, rispetto all’inchiesta della Procura di Milano – hanno concordato di modificare talune pattuizioni degli accordi raggiunti in data 3 maggio e 22 luglio. In particolare, rispetto all’impegno preso da Vivendi circa la volontà di vendere l’intera quota (18,8%) detenuta dal trust Simon Fiduciaria nell’arco di un quinquennio, ora si prevede che un quinto delle azioni ordinarie A e delle azioni ordinarie B sia venduto a un prezzo minimo di 1,375 euro nel primo anno, di 1,4 euro nel secondo, di 1,45 nel terzo, di 1,5 euro nel quarto e di 1,55 euro a fine piano, a meno che Vivendi autorizzi la vendita di tali azioni a un prezzo inferiore.
 

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