Macroeconomia Mauro Camisani Calzolari: Lo spread è di nuovo a 500 punti. (1 Viewer)

belindo

Guest
Non sono addentro, nel particolare, dell'export italiano verso la Germania, ma (ad esempio) le macchine tedesche montano componentistica italiana.

L'industria tedesca ha da sempre trainato l'apparato industriale dell'Italia Settentrionale e - quest'ultima - sostiene poi l'intera penisola.

Non ci credo molto.
Se fosse vero significherebbe che il nostro maggiore export sarebbe verso la Germania, e non ci credo fino a che non vedo un dato serio a proposito.
Ma comunque se avessimo una valuta meno forte della loro, i nostri componenti per loro costerebbero meno, e potremmo fabbricarne anche altri che oggi non possiamo permetterci.
 

tommy271

Forumer storico
Per l’Italia, la salute economica tedesca rimane fondamentale



Lo scambio con la Germania costituisce il 13,1 per cento del commercio complessivo del nostro paese con l’estero: esportiamo in Germania, anche perché la Germania possa esportare a sua volta. Nonostante la crisi in Italia, la bassa produttività e i consumi interni in caduta libera, il volume dell’export italiano verso i teutoni, dopo la battuta d’arresto del 2009 (-21,6%), è tornato a crescere in modo significativo: nel 2010 del 18,8% e nel 2011 del 11,7%, per un valore complessivo di 49.348 milioni di euro. Questo dato supera perfino il massimo storico di 47.254 milioni di euro raggiunto nel 2007. Disaggregando questo numero in settori merceologici si trovano al primo posto i metalli e i prodotti in metallo (17%), seguiti da macchine e apparecchiature meccaniche (14%), mezzi di trasporto (12%), prodotti di altre attività manifatturiere (12%): non solo moda, ma chiavi inglesi e meccanica mandano in visibilio i biondi cugini.
 

belindo

Guest
Per l’Italia, la salute economica tedesca rimane fondamentale



Lo scambio con la Germania costituisce il 13,1 per cento del commercio complessivo del nostro paese con l’estero: esportiamo in Germania, anche perché la Germania possa esportare a sua volta. Nonostante la crisi in Italia, la bassa produttività e i consumi interni in caduta libera, il volume dell’export italiano verso i teutoni, dopo la battuta d’arresto del 2009 (-21,6%), è tornato a crescere in modo significativo: nel 2010 del 18,8% e nel 2011 del 11,7%, per un valore complessivo di 49.348 milioni di euro. Questo dato supera perfino il massimo storico di 47.254 milioni di euro raggiunto nel 2007. Disaggregando questo numero in settori merceologici si trovano al primo posto i metalli e i prodotti in metallo (17%), seguiti da macchine e apparecchiature meccaniche (14%), mezzi di trasporto (12%), prodotti di altre attività manifatturiere (12%): non solo moda, ma chiavi inglesi e meccanica mandano in visibilio i biondi cugini.

Ok, ma il dato è molto relativo.
Anche se esporto il 13% oggi non è da escludere che domani con la svalutazione della moneta non possa esportare ancora di più, anche se il costo della materia prima dovrebbe aumentare.
E comunque nell'articolo che gentilmente mi hai postato ammettono che:
«È vero che in passato le quote del made in Italy, in particolare del tessile, abbigliamento e calzature, erano molto più elevate
 

tomcat

Forumer attivo
Ok, ma il dato è molto relativo.
Anche se esporto il 13% oggi non è da escludere che domani con la svalutazione della moneta non possa esportare ancora di più, anche se il costo della materia prima dovrebbe aumentare.
E comunque nell'articolo che gentilmente mi hai postato ammettono che:
«È vero che in passato le quote del made in Italy, in particolare del tessile, abbigliamento e calzature, erano molto più elevate

Concordo100per100
Come sempre dissento dal pensiero unico diffuso dai i giornali per gente intelligente
La piccola industria italiana si sta svenando per restare a galla e i soliti maîtres a' penser ci spiegheranno ex post come l'Italia ce l'ha fatta a sopravvivere anche questa volta
 

Camfin

Nuovo forumer
Islanda libera e fuori dall'euro, Italia cogliona.

Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il recente collasso economico.
Sicuramente vi starete chiedendo perché questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un'altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai "concittadini" islandesi?
Ecco brevemente la cronologia dei fatti:
2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta.
2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo - la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) - costringendo il Paese alle elezioni anticipate. La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.
2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.
2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell'esecutivo. L'Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l'Islanda. In questo contesto di crisi, viene eletta un'Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l'attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la maggiorparte delle "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno.
Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione democratica islandese.

Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei?
Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche?
Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
SINCERAMENTE NO.
I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.
Siamo davvero sicuri che non ci sia "censura" o manipolazione nei mass-media? Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa rivoluzione storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri contatti. I "tecnologicamente avanzati" potranno fare un copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un semplice click sui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo all'articolo, lanciare una salvifica catena di Sant'Antonio su Facebook, Twitter, Digg o GoogleBuzz. I "guru del web" si sentiranno il dovere di riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà, montando un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loro blog personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.
L'importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell'informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica bipartitica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d'affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.
 

Camfin

Nuovo forumer
l’Islanda: L'economia sta riprendendo grazie alla sua valuta.

l’Islanda: L'economia sta riprendendo grazie alla sua valuta.

Dati dell’OCSE il PIL islandese è cresciuto del 2,4 per cento nel 2012, dopo il 2,9 per cento dell’anno scorso che ha interrotto la recessione. La disoccupazione dovrebbe scendere al 6,1 per cento nel 2012 – l’anno scorso era al 7 – e al 5,3 nel 2013. Anche l’emigrazione all’estero è in calo. L’Islanda, scrive il Wall Street Journal, “grazie alla sua banca centrale autonoma, alle sue decisioni autonome e alla sua valuta ha avuto margini di manovra che i paesi dell’euro possono solo sognarsi. Il suo successo è un grande esempio per capire a cosa hanno rinunciato questi paesi per entrare nell’unione monetaria. E forse è un esempio di cosa potrebbero fare se la abbandonassero”.

Fonte: The Wall Street Journal (da sinistra il valore della corona islandese rispetto al dollaro e la bilancia commerciale islandese negli ultimi anni)
La svalutazione della corona ha facilitato decisamente le esportazioni e il turismo (+16 per cento del 2010, +51 per cento rispetto al 2005). Inoltre, i consumi sono rimasti più o meno stabili. Questo è stato possibile anche grazie a politiche di espansione della spesa, soprattutto per le persone più in difficoltà, per non far calare i consumi e la loro capacità di acquisto. In più, le banche in Islanda, a differenza dell’Irlanda, per esempio, sono state fatte fallire e il costo del loro crollo è stato pagato, almeno per ora, dagli investitori stranieri, non dai cittadini islandesi. Inoltre, c’è stato il blocco dei capitali imposto dallo Stato (misura a cui si oppone l’Europa) che dura ancora oggi e che ha evitato fughe di denaro pericolose.
Commento:
Le nazioni in crisi che hanno adottato l’euro non hanno un futuro così rassicurante come l’Islanda, che tra l’altro ha cominciato a ripagare le rate del prestito ricevuto dal Fondo Monetario Internazionale già lo scorso marzo, ossia prima del previsto.
 

NoWay

It's time to play the game
Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il recente collasso economico.
Sicuramente vi starete chiedendo perché questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un'altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai "concittadini" islandesi?
Ecco brevemente la cronologia dei fatti:
2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta.
2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo - la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) - costringendo il Paese alle elezioni anticipate. La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.
2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.
2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell'esecutivo. L'Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l'Islanda. In questo contesto di crisi, viene eletta un'Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l'attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la maggiorparte delle "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno.
Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione democratica islandese.

Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei?
Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche?
Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
SINCERAMENTE NO.
I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.
Siamo davvero sicuri che non ci sia "censura" o manipolazione nei mass-media? Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa rivoluzione storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri contatti. I "tecnologicamente avanzati" potranno fare un copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un semplice click sui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo all'articolo, lanciare una salvifica catena di Sant'Antonio su Facebook, Twitter, Digg o GoogleBuzz. I "guru del web" si sentiranno il dovere di riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà, montando un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loro blog personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.
L'importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell'informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica bipartitica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d'affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.

Ma sei proprio sicuro che "I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo"?.
Io conosco la vicenda perchè ancora coinvolto nel fallimento Islandsbanki (poi diventata Glitnir).
L'unico vero dato di fatto è che l'Islanda ha deciso di defaultare e di non onorare gli impegni finanziari che aveva assunto nei confronti degli altri Stati, ma anche nei confronti dei piccoli investitori (che avevano comprato obbligazioni AAA al 3%).
Se facessero tutti così pensi che si potrebbe avere una qualsiasi forma di "Sistema"?
A me sinceramente sembra troppo facile esaltare certe scelte e portarle ad esempio di come si dovrebbe fare!
 

saverio1973

BOND SUB.
Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il recente collasso economico.
Sicuramente vi starete chiedendo perché questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un'altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai "concittadini" islandesi?
Ecco brevemente la cronologia dei fatti:
2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta.
2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo - la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) - costringendo il Paese alle elezioni anticipate. La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.
2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.
2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell'esecutivo. L'Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l'Islanda. In questo contesto di crisi, viene eletta un'Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l'attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la maggiorparte delle "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno.
Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione democratica islandese.

Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei?
Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche?
Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
SINCERAMENTE NO.
I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.
Siamo davvero sicuri che non ci sia "censura" o manipolazione nei mass-media? Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa rivoluzione storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri contatti. I "tecnologicamente avanzati" potranno fare un copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un semplice click sui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo all'articolo, lanciare una salvifica catena di Sant'Antonio su Facebook, Twitter, Digg o GoogleBuzz. I "guru del web" si sentiranno il dovere di riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà, montando un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loro blog personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.
L'importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell'informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica bipartitica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d'affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.

Hanno scelto la strada in semplice... Non onorare il debito....

Ti sei chiesto quante famiglie in Europa/ mondo avevano quel debito dei loro portafogli?
E poi una operazione del genere può essere attuata in una nazione piccina piccina che non conta nulla a livello europeo e mondiale non in una nazione come l'Italia con un debito di 2000 miliardi....

Se defautiamo noi nel senso che scegliamo di non onorare il nostro debito ci portiamo dietro parte del mondo finanziario attualmente conosciuto imho
 

dottluca

pesca un numero..isin
Hanno scelto la strada in semplice... Non onorare il debito....

Ti sei chiesto quante famiglie in Europa/ mondo avevano quel debito dei loro portafogli?
E poi una operazione del genere può essere attuata in una nazione piccina piccina che non conta nulla a livello europeo e mondiale non in una nazione come l'Italia con un debito di 2000 miliardi....

Se defautiamo noi nel senso che scegliamo di non onorare il nostro debito ci portiamo dietro parte del mondo finanziario attualmente conosciuto imho

Giusto una piccola aggiunta a quanto esposto dall'amico Save, se rinneghiamo il debito come dice il sapiente Grillo il crack LB al confronto sarà ricordato come una scorra rispetto a quello che potremmo provocare.
In effetti potremmo quasi dire che paradossalmente possiamo ricattare l'Europa da quanto debito siamo stati in grado di creare e diffondere nel mondo.
 

Quoziente

Forumer attivo
2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta......

Falsissimo, il paese non venne dichiarato in bancarotta
(da chi poi se è dato sapere?)
Le bufale sulla rivoluzione islandese nascono in Italia | Mazzetta
http://www.linkiesta.it/blogs/congi...i-col-fmi-mentre-la-grecia-riceve-altri-soldi
http://www.giornalettismo.com/archi...l-fmi-e-lislanda-ma-vi-hanno-sempre-nascosto/

Stai facendo disinformazione.
 
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