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LUNEDÌ 21 MAGGIO 2018
Roma, 21 mag. - "Sembra si stia configurando un governo a composizione e contenuti predeterminati, totalmente estranei al Parlamento e al presidente della Repubblica. Il quale rischia di trovarsi con le spalle al muro per effetto di un 'contratto' firmato davanti al notaio. Eppure, la nomina del governo spetta a lui. Lui non è un notaio che asseconda muto". Lo afferma in un'intervista a Repubblica il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky che ribadisce il ruolo non notarile del Capo dello Stato.
Mattarella "è un partner che può e deve intervenire per fare valere ciò che gli spetta come dovere istituzionale. Non si tratta di astratti scrupoli di giuristi formalisti ma di importantissimi compiti di sostanza". "La formazione del governo è un atto complesso e, nei diversi passaggi che ho detto, il presidente ha tutte le possibilità (in passato ampiamente esercitate) per far valere i poteri che gli spettano. Se egli accettasse a scatola chiusa ciò che gli viene messo davanti - sottolinea -, si creerebbe un precedente verso il potere diretto e immediato dei partiti, un'umiliazione di Parlamento e presidente della Repubblica, una partitocrazia finora mai vista"
Zagrebelsky: contratto patto di potere, ma Colle non è notaio
21 maggio 2018 - TiscaliNews
Già il professor Michele Ainis dalle pagine del Fatto quotidiano aveva avvertito che il patto di governo non può limitare la libertà nell'azione politica dell'esecutivo e del suo presidente. L'unico modo, notava il giurista, è che "il premier sia diretta espressione di uno dei due partiti". Oggi è Gustavo Zagrebelsky, altro importante costituzionalista - presidente emerito della Corte costituzionale e tra i più convinti oppositori della riforma renziana - a ricordare come il ruolo del presidente della Repubblica non sia un "mero ruolo da notaio". "Sembra si stia configurando un governo a composizione e contenuti predeterminati, totalmente estranei al Parlamento e al presidente della Repubblica", ha detto Zagrebelsky.
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"Il presidente della Repubblica rischia di trovarsi con le spalle al muro per effetto di un 'contratto' firmato davanti al notaio. Eppure, la nomina del governo spetta a lui. Lui non è un notaio che asseconda muto", spiega in un'intervista a Repubblica. Mattarella "è un partner che può e deve intervenire per fare valere ciò che gli spetta come dovere istituzionale. Non si tratta di astratti scrupoli di giuristi formalisti ma di importantissimi compiti di sostanza", precisa Zagrebelsky.
La formazione del governo è un atto complesso e, nei diversi passaggi che ho detto, il presidente ha tutte le possibilità (in passato ampiamente esercitate) per far valere i poteri che gli spettano", dice il giurista per il quale un pericolo vero sta dietro l'impacchettamento dell'azione di governo dentro un contratto. Se il capo dello Stato "accettasse a scatola chiusa ciò che gli viene messo davanti - sottolinea -, si creerebbe un precedente verso il potere diretto e immediato dei partiti, un'umiliazione di Parlamento e presidente della Repubblica, una partitocrazia finora mai vista".
'Mattarella con le spalle al muro per effetto del 'contratto'. Rischio partitocrazia'