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Commento settimanale
Buonasera,
vi è attentato ed attentato ed anche se i caduti sono tutti uguali agli occhi del mondo, i Mercati Azionari sono cinici nel distinguere gli eventi. Ci riferiamo alle parole del nostro ministro della difesa, che recatosi a Nassiriya ha paragonato la tragedia italiana all’attentato dell’11 Settembre, affermando che in entrambi i luoghi colpiti si avvertono le stesse sensazioni.
In realtà i Mercati Azionari viaggiano sulla mera ottica dell’interesse e non guardano la mano assassina, ma le cercano sempre di analizzare e prevenire le conseguenze degli avvenimenti; è in questa ottica che si deve leggere il rilancio dei Mercati Azionari, poiché se l’attentato dell’11 Settembre andava a creare un clima di instabilità geo-politica mondiale, quello di Nassiriya è da inquadrare in maniera identica a tutti quelli che hanno subito gli americani e gli inglesi fino ad oggi: vi è una forte sacca di resistenza in Iraq, alimentata dall’ingresso di terroristi dai Paesi confinanti e tale resistenza rende impossibile un disimpegno delle forze statunitensi dall’area. La loro permanenza in quest’area implica ulteriori spese militari e nessuna tensione politica, in quanto si è ormai raggiunta un precario ma sufficiente equilibrio nelle posizioni dei Paesi Arabi, con i “falchi” che sono neutralizzati dalle “colombe” e l’OPEC che rimane estranea al tutto (evento mai successo fino ad oggi, visto che l’OPEC ha sempre costituito “un’arma di ricatto” dei Paesi Islamici verso quelli occidentali).
L’economia statunitense beneficia degli investimenti militari poiché, come risulta dalla composizione dei PIL trimestrali statunitensi dal Q4 2002, la gran parte della crescita è imputabile alle spese militari che ormai hanno un peso decisivo per l’economia statunitense. Insomma, come spesso accaduto dal dopoguerra ad oggi, l’economia parte dagli investimenti pubblici e non vi sono investimenti pubblici più ingenti di quelli inerenti la difesa.
Spiegata la logica cieca e se vogliamo anche cinica del Mercato, è quasi immediato dedurre come conseguenza logica a quanto appena affermato che i Mercati Azionari hanno intrapreso un cammino rialzista duraturo; molti evidenziano subito il dato statistico concernente il voto presidenziale statunitense, che ha sempre comportato un ottimo movimento al rialzo dei Mercati; altri ancora ipotizzano un “rally di Natale” (pessima espressione riscontrabile anno dopo anno) con il nostro Mib30 lanciato verso i 28.000 punti, grazie al recupero dei “TMT” tanto penalizzati durante la fase di rallentamento economico.
Noi ci sentiamo di prendere le distanze da tutti questi facili ottimismi e andiamo a guardare scrupolosamente ai dati di bilanci e alle prospettive delle tre principali macroaree economiche nell’immediato, poiché andare sul medio e lungo periodo è fuorviante, soprattutto se la finalità di un’analisi di questo tipo consiste nel rapportare il tutto ai Mercati Azionari.
Andando ad analizzare il nostro Mib30, riteniamo che attualmente il settore bancario sia eccessivamente valutato, con società che hanno multipli ed indici di redditività troppo alti rispetto alla media storica del settore; ciò vuol dire che se oggi si vuole investire per il lungo periodo in questo settore, si deve essere coscienti che stiamo comprando ad un prezzo non conveniente e poiché i grossi investitori, istituzionali e non, operano nel medio lungo periodo, è altamente probabile assistere nel futuro ad un ridimensionamento di tale settore.
Il ramo delle assicurazioni, a nostro avviso, può vantare una crescita più affidabile, poiché a differenza del settore bancario non presenta delle differenze così marcate al suo interno, con le società a media e bassa capitalizzazione che si sono progressivamente adeguate sui multipli delle società guida. I positivi risultati parziali di bilancio del 2003 potrebbero spingere gli assicurativi quotati nel Mib30 ad un buon movimento al rialzo.
I telefonici costituiscono un capitolo a parte, poiché fino ad oggi sono rimasti abbastanza trascurati dal Mercato e per quanto riguarda Telecom, sotto continua indagine a causa dell’incorporamento di Olivetti e del conseguente elevamento dell’indebitamento societario. Per il momento quindi, rimangono abbastanza trascurati poiché non attirano interesse soprattutto dagli investitori stranieri, ma senza di questi è quasi impossibile assistere ad ulteriori forti movimenti al rialzo dell’indice. Infine, tra i titoli di maggior peso troviamo anche STM, che a nostro avviso ormai è ottimamente quotata rispetto ai competitors statunitensi, che nel breve periodo sono certamente da favorire alla prima.
Questa breve disamina dei fondamentali dei titoli a maggiore capitalizzazione quotati a Milano serve soprattutto per capire quanto oggi sia difficile operare sul Mercato in prospettive più ampie rispetto al trading stretto ed è quindi conveniente non investirei propri risparmi spinti dall’euforia del momento. Non dimentichiamoci che dal 12/03/03 ad oggi abbiamo avuto un lungo rialzo, pari al 31,5% circa del nostro indice Mibtel, praticamente privo di correzioni e di prese di profitto; quindi è impensabile continuare in questa direzione poiché attualmente i bilanci societari non giustificano né gli attuali valori di molti titoli, né tanto meno un loro ulteriore apprezzamento.
Se la bolla speculativa del 2000 ha lasciato un insegnamento positivo agli investitori, questo concerne il non comprare mai società a multipli troppo elevati rispetto alla media storica del settore di appartenenza, perché prima o poi si finisce con il pagare il salato prezzo della propria irragionevolezza.
Concludendo, invitiamo i nostri iscritti alla prudenza e alla selezione. E’ bene non tirare troppo la corda ed accontentarsi di quanto fino ad ora maturato, andando gradualmente a ridurre il peso azionario nei portafogli, al fine di trascorrere un Natale felice e soprattutto sereno.
Approfondimenti di Analisi Tecnica
S&P 500 Future Dic. 2003 (CME) Close 1048.9
Il Future sull’ indice S&P500 chiude la settimana vicino alla parità (-0.14%) dopo un’ ottava caratterizzata da un movimento in range tra i supporti di zona 1040 e le resistenze 1055/60 che non ci porta a particolari nuove considerazioni tecniche. La lettura degli indicatori più veloci continua ad evidenziare qualche eccesso di ipercomprato, lievemente peggiorata la condizione di quelli più lenti che potrebbero anticipare ritorni o rotture degli statici di supporto. La figura di doppio massimo evidenziata da un paio di settimana a questa parte sembra stia lasciando spazio a una formazione rettangolare tra i valori di supporto e quelli di resistenza precedentemente citati. Operativamente, per chi non ha posizioni in carico, sarebbe corretto attendere rotture di tale zona, con conferma in close, per entrare in posizione con obiettivi di 20 pts circa in direzione di rottura. Per posizioni long aperte lo stop rimane invariato a rottura 1040.
Nasdaq100 Future Dic. 2003 (CME) Close 1409.5
Settimana di leggero ribasso per il future sull’ indice tecnologico (-1.67%) che si porta, nella giornata di venerdì, a contatto con il principale supporto dinamico corrispondente alla dominante rialzista che ha guidato il trend degli ultimi mesi. L’impostazione degli indicatori, ancora carici di ipercomprato, invita alla prudenza per chi pianifica posizioni long: la tenuta confermata dell’attuale zona di supporto (1390/1400) suggerirebbe tuttavia operazioni al rialzo con stop a rottura 1380, da rispettarsi rigorosamente onde evitare possibili discese sul successivo, e importantissimo, statico 1345/1350. Sulla forza sarebbe altamente positiva una rottura oltre 1460 che, letta dopo un test sul citato dinamico, potrebbe confermare una continuazione del principale trend rialzista verso 1500/1520.
Buonasera,
vi è attentato ed attentato ed anche se i caduti sono tutti uguali agli occhi del mondo, i Mercati Azionari sono cinici nel distinguere gli eventi. Ci riferiamo alle parole del nostro ministro della difesa, che recatosi a Nassiriya ha paragonato la tragedia italiana all’attentato dell’11 Settembre, affermando che in entrambi i luoghi colpiti si avvertono le stesse sensazioni.
In realtà i Mercati Azionari viaggiano sulla mera ottica dell’interesse e non guardano la mano assassina, ma le cercano sempre di analizzare e prevenire le conseguenze degli avvenimenti; è in questa ottica che si deve leggere il rilancio dei Mercati Azionari, poiché se l’attentato dell’11 Settembre andava a creare un clima di instabilità geo-politica mondiale, quello di Nassiriya è da inquadrare in maniera identica a tutti quelli che hanno subito gli americani e gli inglesi fino ad oggi: vi è una forte sacca di resistenza in Iraq, alimentata dall’ingresso di terroristi dai Paesi confinanti e tale resistenza rende impossibile un disimpegno delle forze statunitensi dall’area. La loro permanenza in quest’area implica ulteriori spese militari e nessuna tensione politica, in quanto si è ormai raggiunta un precario ma sufficiente equilibrio nelle posizioni dei Paesi Arabi, con i “falchi” che sono neutralizzati dalle “colombe” e l’OPEC che rimane estranea al tutto (evento mai successo fino ad oggi, visto che l’OPEC ha sempre costituito “un’arma di ricatto” dei Paesi Islamici verso quelli occidentali).
L’economia statunitense beneficia degli investimenti militari poiché, come risulta dalla composizione dei PIL trimestrali statunitensi dal Q4 2002, la gran parte della crescita è imputabile alle spese militari che ormai hanno un peso decisivo per l’economia statunitense. Insomma, come spesso accaduto dal dopoguerra ad oggi, l’economia parte dagli investimenti pubblici e non vi sono investimenti pubblici più ingenti di quelli inerenti la difesa.
Spiegata la logica cieca e se vogliamo anche cinica del Mercato, è quasi immediato dedurre come conseguenza logica a quanto appena affermato che i Mercati Azionari hanno intrapreso un cammino rialzista duraturo; molti evidenziano subito il dato statistico concernente il voto presidenziale statunitense, che ha sempre comportato un ottimo movimento al rialzo dei Mercati; altri ancora ipotizzano un “rally di Natale” (pessima espressione riscontrabile anno dopo anno) con il nostro Mib30 lanciato verso i 28.000 punti, grazie al recupero dei “TMT” tanto penalizzati durante la fase di rallentamento economico.
Noi ci sentiamo di prendere le distanze da tutti questi facili ottimismi e andiamo a guardare scrupolosamente ai dati di bilanci e alle prospettive delle tre principali macroaree economiche nell’immediato, poiché andare sul medio e lungo periodo è fuorviante, soprattutto se la finalità di un’analisi di questo tipo consiste nel rapportare il tutto ai Mercati Azionari.
Andando ad analizzare il nostro Mib30, riteniamo che attualmente il settore bancario sia eccessivamente valutato, con società che hanno multipli ed indici di redditività troppo alti rispetto alla media storica del settore; ciò vuol dire che se oggi si vuole investire per il lungo periodo in questo settore, si deve essere coscienti che stiamo comprando ad un prezzo non conveniente e poiché i grossi investitori, istituzionali e non, operano nel medio lungo periodo, è altamente probabile assistere nel futuro ad un ridimensionamento di tale settore.
Il ramo delle assicurazioni, a nostro avviso, può vantare una crescita più affidabile, poiché a differenza del settore bancario non presenta delle differenze così marcate al suo interno, con le società a media e bassa capitalizzazione che si sono progressivamente adeguate sui multipli delle società guida. I positivi risultati parziali di bilancio del 2003 potrebbero spingere gli assicurativi quotati nel Mib30 ad un buon movimento al rialzo.
I telefonici costituiscono un capitolo a parte, poiché fino ad oggi sono rimasti abbastanza trascurati dal Mercato e per quanto riguarda Telecom, sotto continua indagine a causa dell’incorporamento di Olivetti e del conseguente elevamento dell’indebitamento societario. Per il momento quindi, rimangono abbastanza trascurati poiché non attirano interesse soprattutto dagli investitori stranieri, ma senza di questi è quasi impossibile assistere ad ulteriori forti movimenti al rialzo dell’indice. Infine, tra i titoli di maggior peso troviamo anche STM, che a nostro avviso ormai è ottimamente quotata rispetto ai competitors statunitensi, che nel breve periodo sono certamente da favorire alla prima.
Questa breve disamina dei fondamentali dei titoli a maggiore capitalizzazione quotati a Milano serve soprattutto per capire quanto oggi sia difficile operare sul Mercato in prospettive più ampie rispetto al trading stretto ed è quindi conveniente non investirei propri risparmi spinti dall’euforia del momento. Non dimentichiamoci che dal 12/03/03 ad oggi abbiamo avuto un lungo rialzo, pari al 31,5% circa del nostro indice Mibtel, praticamente privo di correzioni e di prese di profitto; quindi è impensabile continuare in questa direzione poiché attualmente i bilanci societari non giustificano né gli attuali valori di molti titoli, né tanto meno un loro ulteriore apprezzamento.
Se la bolla speculativa del 2000 ha lasciato un insegnamento positivo agli investitori, questo concerne il non comprare mai società a multipli troppo elevati rispetto alla media storica del settore di appartenenza, perché prima o poi si finisce con il pagare il salato prezzo della propria irragionevolezza.
Concludendo, invitiamo i nostri iscritti alla prudenza e alla selezione. E’ bene non tirare troppo la corda ed accontentarsi di quanto fino ad ora maturato, andando gradualmente a ridurre il peso azionario nei portafogli, al fine di trascorrere un Natale felice e soprattutto sereno.
Approfondimenti di Analisi Tecnica
S&P 500 Future Dic. 2003 (CME) Close 1048.9
Il Future sull’ indice S&P500 chiude la settimana vicino alla parità (-0.14%) dopo un’ ottava caratterizzata da un movimento in range tra i supporti di zona 1040 e le resistenze 1055/60 che non ci porta a particolari nuove considerazioni tecniche. La lettura degli indicatori più veloci continua ad evidenziare qualche eccesso di ipercomprato, lievemente peggiorata la condizione di quelli più lenti che potrebbero anticipare ritorni o rotture degli statici di supporto. La figura di doppio massimo evidenziata da un paio di settimana a questa parte sembra stia lasciando spazio a una formazione rettangolare tra i valori di supporto e quelli di resistenza precedentemente citati. Operativamente, per chi non ha posizioni in carico, sarebbe corretto attendere rotture di tale zona, con conferma in close, per entrare in posizione con obiettivi di 20 pts circa in direzione di rottura. Per posizioni long aperte lo stop rimane invariato a rottura 1040.
Nasdaq100 Future Dic. 2003 (CME) Close 1409.5
Settimana di leggero ribasso per il future sull’ indice tecnologico (-1.67%) che si porta, nella giornata di venerdì, a contatto con il principale supporto dinamico corrispondente alla dominante rialzista che ha guidato il trend degli ultimi mesi. L’impostazione degli indicatori, ancora carici di ipercomprato, invita alla prudenza per chi pianifica posizioni long: la tenuta confermata dell’attuale zona di supporto (1390/1400) suggerirebbe tuttavia operazioni al rialzo con stop a rottura 1380, da rispettarsi rigorosamente onde evitare possibili discese sul successivo, e importantissimo, statico 1345/1350. Sulla forza sarebbe altamente positiva una rottura oltre 1460 che, letta dopo un test sul citato dinamico, potrebbe confermare una continuazione del principale trend rialzista verso 1500/1520.