Ma è corretto parlare di No Global ????? No, ritengo di no! (1 Viewer)

GiordyF

Nuovo forumer
Ma è corretto parlare di "No Global" ?


Si parla di "Anti Globalizzazione"...ma è corretto definire tale il movimento di coscienza a cui stiamo assistendo?

In questi giorni ho assistito a diversi dibattiti sui temi della globalizzazione, su cosa abbia significato Genova.
Abbiamo a mio avviso assistito ad una informazione di qualità spesso scadente, a volte addirittura del tutto impreparata ad affrontare argomenti di cui sembrava essersi accorta solo da pochi istanti.
Si è parlato di Non-global e tale termine lo si è appiccicato addosso all’intero movimento di protesta.
Ma cos’è la globalizzazione e cosa vogliono realmente i manifestanti?
La globalizzazione è un modo di vedere e di sentire le cose, di cui l’economia è solo un aspetto, importante è vero, ma un aspetto.
Ma in tal senso nessuno è più globalizzatore di coloro che, a detta di molti media, la stanno combattendo. Ma allora ci deve essere qualcosa che nella concitazione è sfuggito.

La globalizzazione come sensibilità è qualcosa che negli ultimi anni si è sviluppata soprattutto grazie ad Internet.
Non è un processo arrestabile in quanto non è un processo negativo. E’ un processo di maturazione culturale, di presa di coscienza di un panorama più ampio e complesso.
Ma come tutte le cose può essere usato in tanti modi.
E sono alcuni di questi modi e soprattutto il loro nefasti effetti che i movimenti di coscienza (si, di coscienza e non di protesta!) stanno cercando di portare in evidenza e di combattere, non la globalizzazione in se!

Qualcuno ha detto “ma siete sicuri che quelle popolazioni lo vogliano?”.
A queste persone porrò la stessa domanda ma in una forma diversa pregando vivamente loro di non considerarla una provocazione perché non lo è assolutamente:
“voi vi fareste sfruttare da una azienda estera lavorando 12-16 ore al giorno per uno stipendio che basta alla sola sussistenza, con il vostro prodotto che, a causa del principio secondo cui il mercato è sovrano, scende ogni anno di prezzo in un paese che, in base alle delle ricette del Fondo Monetario Internazionale, ha tagliato le spese mediche e sociali tanto da dover andare in ospedale con i medicinali acquistati per conto proprio?"
Ecco, questo è esattamente la sostanza della vostra domanda e credo che la vostra risposta sia no, un no deciso.

Ho sentito alcune persone, anche giornalisti di quotidiani nazionali, parlare di libera circolazione delle merci e di libero mercato, una sorta di panacea per l’economia che dovrebbe portare a dei benefici anche per le popolazioni esportatrici più deboli.
Questo sarebbe un discorso plausibile, anche se con molte riserve, in un mercato realmente libero e paritario, senza gli strumenti coercitivi usati da chi tiene il coltello dalla parte del manico.
Invece nel nostro sistema mondiale questa principio ha portato alla progressiva riduzione dei prezzi delle materie prime esportate dai paesi poveri, anche a seguito della pressione dei prezzi nei nostri paesi dove si è imposto un tipo di consumo quantitativo, tanto che il prezzo del caffè è ad esempio sceso di oltre il 50% negli ultimi anni.
Cosa significa questo?
Facciamo un esempio pratico: 10 anni fa con un certo numero di sacchi di caffè si poteva acquistare un trattore. Ora ci vogliono 10 volte quel numero di sacchi. Questo perché nel contempo il prezzo della tecnologia è aumentato mentre quello del caffè è diminuito.
Globalizzazione dunque..si o no?
Si, certamente!
E’ questa è la risposta dell’intero movimento di coscienza, ma non sfruttamento, non un ennesima forma di dominio economico e politico.
Personalmente grazie proprio alla globalizzazione ora posso essere in contatto con tutto il mondo. E sento a me più cari i problemi di persone dall’altra parte del globo, perché essi ora sono in contatto con me, sono a volte diventati miei amici.
Proprio in base alla globalizzazione non possiamo più sottovalutare lo stato disastroso in cui versano i paesi in via di sviluppo.
Questo perché in un mondo globalizzato, il tutto può essere visto come una unica casa.
I problemi del nostro vicino sono problemi anche nostri e non possiamo pensare di rinchiuderci nella nostra dorata dimora dimenticando quello che abbiamo a pochi metri e facendo finta di niente.
Abbiamo una casa le cui fondamenta sono costituite anche da quei paesi e, se dunque le fondamenta di questa casa sono fradice, essa prima o poi crollerà.

Le problematiche poste sul tappeto hanno certamente bisogno di una soluzione, ed a questa soluzione, è mio parere, dobbiamo contribuire tutti.
E’ una soluzione certamente politica ed economica ma che passa attraverso la nostra presa di coscienza a livello mondiale ed il dialogo all’interno della nostra società civile.


<font size=-1>[ Questo messaggio è stato modificato da: Bogdan il 2001-07-27 15:06 ]</font>
 

great gatsby

Guest
Devo denunziare questo misterioso Argema: si è auto-accusato pubblicamente di essere il doppio nick di tale bogdan, e l'ha fatta franca.

La solita giustizia italiana... :rolleyes:

poi senza pudore...usare il suo vero nome

é una sfida alle istituzioni foranee
 

Users who are viewing this thread

Alto