ma Di Maio? sembra il peggior democristiano mai esistito! (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
non ha capito che se banche smettono di acquistare i Btp.... l'Italia è nel guano più nero....
se non rientrano nei coefficienti di solvibilità, le banche smettono di finanziare le famiglie e i piccoli imprenditori.... e si vedrà di nuovo la recessione.



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ROMA (Reuters) - Il vice premier e ministro dello Sviluppo Economico e del lavoro Luigi Di Maio ha detto che il governo è fermo su una manovra che vede un rapporto deficit/Pil del 2,4% nel 2019, e che non intende fare marcia indietro per le difficoltà in borsa dei titoli bancari.

"Se il problema in Italia è la solidità degli istituti bancari, lavoreremo per consolidare gli istituti bancari, ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a quota 100 per la (legge) Fornero e dire agli italiani: guardate, abbiamo scherzato, come tutti gli altri torniamo indietro perché ce ne sono 7 o 8, di istituti bancari, che in questo momento hanno difficoltà in borsa", ha detto il leader M5s oggi ad Accumoli, rispondendo alle domande dei giornalisti.

Oggi il settore bancario italiano ha risentito del nuovo aumento dello spread, pesando negativamente anche sugli indici europei. Dopo che il differenziale tra Btp e Bund è sceso però sotto i 300 punti base, nel pomeriggio le banche hanno recuperato, con la borsa di Milano che ha chiuso in rialzo.

"Nel giro di due giorni sono intervenuti contro questa legge di bilancio la Commissione europea, Bankitalia, la Corte dei conti, Confindustria, tutti contro una misura che fa quello che avevamo scritto nei programmi elettorali", ha detto ancora Di Maio, ribadendo però che il governo non intende cambiare i numeri della manovra.

"Non si arretra sulla questione del 2,4%. Poi, massimo dialogo con tutte le istituzioni", ha detto.


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finchè si chiacchiera loro sono i primi...... poi però fanno quel che vogliono senza ascoltare nessuno!
 

tontolina

Forumer storico
non ha capito che se banche smettono di acquistare i Btp.... l'Italia è nel guano più nero....
se non rientrano nei coefficienti di solvibilità, le banche smettono di finanziare le famiglie e i piccoli imprenditori.... e si vedrà di nuovo la recessione.
ecco la risposta degli istituti bancari italiani e sono pure costrette a farlo per NON peggiorare i coefficienti patrimoniali

Molti istituti (tra cui Ubi che ha ceduto il 30% dei Btp in cassa) stanno così vendendo titoli di Stato: finora 17,5 miliardi di euro
Borsa, Milano maglia nera, Stm soffre i "chip spia" - FIRSTonline
 

tontolina

Forumer storico
ecco la risposta degli istituti bancari italiani e sono pure costrette a farlo per NON peggiorare i coefficienti patrimoniali

Molti istituti (tra cui Ubi che ha ceduto il 30% dei Btp in cassa) stanno così vendendo titoli di Stato: finora 17,5 miliardi di euro
Borsa, Milano maglia nera, Stm soffre i "chip spia" - FIRSTonline



C'è una soglia oltre la quale gli istituti di credito rischiano di dover ricapitalizzare. E non per tutti l'esito è certo

09 ottobre 2018,12:14
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spread
banche
Qual è la soglia critica oltre la quale il peso dello spread sulle banche, che hanno i portafogli pieni di titoli di Stato italiani, diventerebbe insostenibile? Il Sole 24Ore indica un range preciso: 400-450 punti, oltre i quali alcune banche vedrebbero scendere gli indici patrimoniali sotto i livelli imposti dalla Bce e di conseguenza sarebbero chiamate a ricostituire il capitale.

Ma come si è arrivati al punto che il differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi può minacciare la solidità stessa degli istituti di credito? Ancora una volta bisogna puntare il dito contro le mosse dei fondi, in particolare quelli più speculativi, che attendono il possibile declassamento del debito italiano da parte delle agenzie di rating e bersagliano di vendite in Borsa proprio i titoli bancari.

L'esposizione ai bond sovrani contribuisce ad aumentare il profilo di rischio degli istituti, perché ogni trimestre devono riportare al valore di mercato il prezzo dei Btp in portafoglio e intaccano così il loro patrimonio, spiega il quotidiano finanziario. E l'altalena sopra e sotto la soglia dei 300 punti rischia di essere una consolatoria illusione: il trend è chiaro e rispetto a maggio la forbice si è allargata di circa 180 punti base.

Entro fine mese è atteso il verdetto delle agenzie di rating e in caso di downgrade del debito e revisione dell'outlook a negativo per i Btp si aprirebbe la strada a un declassamento quasi a livello "spazzatura", con vendite massicce e automatiche da parte di fondi.

Per capire cosa rischia ogni singolo istituto di credito, bisogna fare le opportune differenze e imparare alcuni acronimi. Uno, è il Srep, ossia il requisito richiesto dalla Banca centrale europea per tenere d'occhio la soglia di allarme. Banche diverse, rischi diversi: le condizioni di capitale di partenza e le esposizioni sui Btp variano e si valutano in base a un indice che si chiama Cet1: Common equity tier 1, l'indicatore, chiamato ratio, usato per valutare la solidità patrimoniale delle banche.

Il Cet1 ratio delle prime sei banche italiane (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi, BancoBpm e Bper) con uno spread a 338 punti base (100 in più rispetto alla fine di giugno) sarebbe al 12,2%. Una quota ancora tollerabile, considerato il 10,7% come pavimento minimo. Tollerabile per tutti, ma non per Mps, che già a quei livelli presenterebbe un Cet1 sotto i minimi Bce. Le cose si farebbero più critiche con un allargamento del differenziale oltre quota 400. A 438 punti, 200 in più rispetto a luglio, al caso Mps si aggiungerebbe Banco Bpm, che mostrerebbe un Cet1 del 10,42%.
 

tontolina

Forumer storico
Quando il M5S diceva che non si assumono gli amici ai ministeri | nextQuotidiano
Quando il M5S diceva che non si assumono gli amici ai ministeri
@neXt quotidiano | 15 ottobre 2018
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«Siamo stanchi di veder nominare amici e parenti dei politici con incarichi di alta dirigenza nella pubblica amministrazione. Renzi non è stato da meno, chiamando a Palazzo Chigi il capo dei vigili di Firenze.
Il M5S propone di reclutare i dirigenti tramite concorso pubblico, così come la nostra Costituzione prevede»: questo scriveva il MoVimento 5 Stelle nel giugno del 2014, praticamente un’era geologica fa. Nel frattempo i grillini hanno trovato una maggioranza con la Lega e sono arrivati al governo del paese, e ovviamente hanno fatto l’opposto di ciò che predicavano. Racconta oggi repubblica

Luigi Di Maio ha trasferito nei tre staff cui sovrintende (a Palazzo Chigi come vicepremier e ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico) un folto gruppo di compagni di viaggio dell’hinterland napoletano. Il “giglio magico”, insomma, è stato soppiantato dal circoletto vesuviano.
Enrico Esposito, il vicecapo dell’ufficio legislativo del Mise finito nella bufera per i suoi tweet sessisti e omofobi, è solo l’ultimo protagonista di questa invasione. Esposito, ex collega universitario del leader di 5 Stelle, viene da Acerra, a pochi chilometri da Pomigliano, dove continua a fare il consigliere comunale Dario De Falco, amico di Di Maio dai tempi del liceo e oggi capo della segreteria di “Giggino” a Palazzo Chigi.
Nello stesso ruolo, ma al ministero del Lavoro, opera Assia Montanino, la 26enne laureata in Economia che nel curriculum ha un tirocinio alla Camera ma soprattutto una candidatura nel 2015 per M5S. Dove? Al Comune di Pomigliano, of course.
Al timone dell’ultima segreteria particolare, quella del Mise, ecco Salvatore Barca da Volla, compagno della Montanino.
Sempre allo Sviluppo economico, ma alla segreteria tecnica ecco Daniel De Vito, il 33enne di Avellino designato capo della segreteria tecnica dello stesso ministero.
La Montanino percepisce uno stipendio da 70 mila euro annui, il doppio di quella cifra va a Volla e De Vito.
 

tontolina

Forumer storico
mi sa che è esaurito...


Perché Di Maio ha confessato a Vespa che sul decreto fiscale e sulla denuncia ha combinato un pasticcio

Al di là delle inevitabili tensioni politiche che si sono mosse dietro questa vicenda - rimando a questo pezzo - ci sono due scambi tra il capo politico dei 5 stelle e Bruno Vespa che spiegano quale sia la scintilla che ha generato il corto circuito. (Per chi volesse subito la conclusione: sì, Di Maio ha preso una tranvata).

Eccoli:

1) Vespa: "Ma lei quando si è accorto di questa cosa del decreto fiscale?".
Di Maio: "Oggi. I miei stavano rivedendo una bozza che circolava. E nella bozza emergeva quello che sto dicendo"

2) Vespa: "Ma lei ha capito da quale ufficio il decreto fiscale è arrivato al Quirinale?".
Di Maio: "No, perché questa notizia mi è arrivata un'ora e mezza fa".

Ora chi frequenta i palazzi della politica (e a maggior ragione chi fa politica) sa che la percezione pubblica per cui il Consiglio dei ministri approva una legge e quella stessa legge esce da quella stanza fatta e finita è errata. E lo è soprattutto nel caso di testi complessi e molto articolati.

Solitamente in Cdm si trova una quadra politica, più o meno informale. Molto informale nel caso del Cdm di lunedì, il cui comunicato riportava solamente per sommi capi il contenuto delle intese trovate (nasce proprio da lì il caso dei test d'ingresso di medicina). Dal momento successivo inizia un lavorio incessante di Palazzo Chigi e del ministero dell'Economia in collaborazione con i ministeri competenti per definire l'impianto normativo. Lavorio che può durare qualche ora, in caso di testi semplici, o qualche giorno, in caso di testi complessi.

Ma non è tutto.
Perché, intrecciato e in parallelo, parte la macchina della Ragioneria generale dello stato. Che, recependo il testo, deve man mano dire se sia sostenibile dalle finanze dello Stato, affinandolo di passaggio in passaggio. La vidimazione della Ragioneria (la cosiddetta bollinatura) costituisce il passaggio necessario affinché si possa parlare di un testo ufficiale.

In questo intervallo di tempo, circolano una serie di bozze, che costituiscono ipotesi di lavoro, e, se verificate, il progressivo procedere del testo. Alcune di queste, prima e dopo il passaggio in Cdm, arrivano anche in mano ai giornalisti.
Personalmente me ne sono arrivate quattro.
L'ultima delle quali, quella a cui si riferisce Di Maio, intorno alle 15 di mercoledì.

Ora, al di là delle evidenti modifiche rispetto ai testi precedenti che sono alla base dello scontro politico, nella prima dichiarazione sopra riportata Di Maio spiega esplicitamente di riferirsi a quella bozza. La riporto di nuovo: "I miei stavano rivedendo una bozza che circolava. E nella bozza emergeva quello che sto dicendo". Cioè Di Maio spiega di non aver mai visionato un testo ufficiale (sia pur pesantemente ritoccato), ma che i suoi uffici gli hanno segnalato anomalie "in una bozza che circolava". Dichiarazione che di per sé lascia anche dei dubbi su come ne siano venuti in possesso. Non una bozza "trasmessaci dal Mef", o "sulla quale Chigi ci ha chiesto un parere". No, semplicemente "una bozza che circolava".

Nessun accenno viene fatto al passaggio in Ragioneria dello Stato,
che costituisce requisito necessario per la trasformazione da bozza in testo ufficiale (la cosa, di per sé, sarebbe stata già una notizia). Ragioneria che per di più non viene mai, e dico mai, nominata lungo tutto il corso dell'intervista.

Ancora più significativa la seconda dichiarazione. Qui occorre spiegare che, in parallelo al lavoro della Ragioneria, opera il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi. Tra i suoi compiti vi è - cito dal sito della Presidenza del Consiglio - quello della "cura degli adempimenti conseguenti alle deliberazioni del Consiglio dei Ministri". Questo perché la legge n. 400 del 1988, art. 5 dice che il premier, Conte in questo caso, "sottopone al Presidente della Repubblica le leggi per la promulgazione". Il Dagl è dunque l'ufficio che controlla che sia tutto a posto prima che Conte spedisca il testo a Mattarella.

Un breve riassunto.
-Il Cdm vara una legge, che spesso esiste solo a livello di bozza;
-dopo il varo il governo a vario titolo definisce l'articolato, lavorando per bozze che man mano ne affinano il testo;
-il testo diventa definitivo solo dopo la bollinatura della Ragioneria che lavora di concerto con il Dagl;
-il testo così formato arriva a Palazzo Chigi;
-il presidente del Consiglio - non un ufficio qualunque, proprio lui - lo trasmette al Quirinale per la promulgazione.

Ecco quindi perché diventa centrale il secondo scambio di battute. Lo riporto nuovamente. Vespa: "Ma lei ha capito da quale ufficio il decreto fiscale è arrivato al Quirinale?". Di Maio: "No, perché questa notizia mi è arrivata un'ora e mezza fa".

Di Maio non sa, fa finta di non sapere, dimentica, o, peggio, dà prova di analfabetismo istituzionale, chi è l'unica persona che può trasmettere il decreto fiscale al Colle, dribblando la domanda con il poco preavviso con cui è venuto a sapere del presunto fattaccio, circostanza che poco ha a che vedere con l'iter legis.

In poche parole, è lui stesso a bollare come assurda la sua stessa istanza di denuncia alla Procura. Perché spiega che sta parlando di una bozza. E perché ammette di non sapere assolutamente se esista un testo ufficiale inviato da Conte a Mattarella (cosa di per sé abbastanza bizzarra per un vicepremier). E un esposto su una bozza di incerta provenienza nient'altro è che assurdo. Non uno scivolone. Perché mentre parla i suoi social suonano la grancassa mettendo nero su bianco la cosa della denuncia, in una mossa perfettamente studiata.

Sarebbe bastato che il capo politico dei 5 stelle avesse bollato le bozze che circolavano come irricevibili e invotabili. Avrebbe sollevato un caso politico degno di attenzione (cosa che esiste ma rimane in secondo piano). Con la risibile mossa della denuncia e con la successiva argomentazione che lo ha di fatto reso un reo confesso si è infilato in un imbuto di accuse di inesperienza, nel migliore dei casi, o di incompetenza, nel peggiore, da cui è complicato adesso uscire.

Perché Di Maio ha confessato a Vespa che sul decreto fiscale e sulla denuncia ha combinato un pasticcio
 

tontolina

Forumer storico
ha un problema, parla senza pensare..l'ha fatto anche con mattarella ecc
Intervista lega risponde a Di Maio
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"Io sono una persona per bene. Non consento a nessuno di alludere a complotti e trame oscure, con dichiarazioni così scomposte. Se si continua ad attaccare chi prova a tenere in piedi la baracca, il governo non andrà molto lontano. Spero Luigi Di Maio ci vada davvero, in procura. Scoprirà che la famosa "manina" è in casa loro. Ma occhio, così loro si vanno a schiantare". Al termine di una giornata al cardiopalma, vissuta pericolosamente ...
Rep
 

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