ma Deutsche Bank sta fallendo? (1 Viewer)

tontolina

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LA GERMANIA HA NUMERI DA DEFAULT PEGGIO DI QUELLI GRECI. MA PER I MEDIA È VIETATO RACCONTARLO

Da StopEuro Staff · 08/07/2015
Una montagna di 54,7 trilioni di euro in derivati. È l’elefante nella cristalleria di Deutsche Bank: una somma che equivale a 20 volte il Pil tedesco, che è di 2,74 trilioni e almeno a cinque volte il Pil dell’intera Eurozona, che è di 9,6 trilioni. Lo scrive il giornale Usa online zerohedge.com.

CAPOFILA NEI DERIVATI

Secondo l’autore del pezzo che usa come fonte lo European megabank’s annual report, la banca con la maggiore esposizione in derivati al mondo è Deutsche Bank a quota 54,7 trilioni di euro, che “ha fatto mangiare di nuovo la polvere alla più grande banca d’America, sia per asset che certamente per ego del suo ceo: JpMorgan”, a 50,9 trilioni di euro.

La bella notizia per correntisti e azionisti della tedesca è che questa esorbitante cifra, per effetto di una magia contabile “precipita a 504,6 miliardi di euro in asset e 483,4 in passività, le cifre comunque più grosse in un bilancio da 1,6 trilioni (sceso dai 2 trilioni di un anno fa: un 20% che, secondo Db, è stato generato dai tassi di interesse dei derivati e dai movimento delle curve dei rendimenti in dollari, euro e sterline nel corso dell’anno, dal tasso di cambio e dalla revisione del trade per ridurre il mark-to-market). Al netto, dunque l’esposizione diventa di 21,2 miliardi… un giochetto contabile che funziona però solo nella teoria”.

Nella pratica la cosa che rileva è che ad aprile 2013 Deutsche Bank abbia diluito il capitale del 10%,
per poi successivamente varare tre aumenti di capitale, uno da 3 miliardi, e altri due da 1,5 miliardi ciascuno: tutto un pacchetto di misure funzionali a rafforzare la struttura di capitale della banca.
“Con il risultato che la situazione –spiega l’autore del pezzo – è che la banca è nella stessa situazione di un anno fa”.
A copertura di questi 55 trilioni ci sono 522 miliardi in depositi, una cifra di cento volte inferiore.[la BCE non dice nulla?]

“La conclusione di questa storia è sempre la stessa: questa esposizione epica in derivati è la principale ragione per cui la Germania, scalciando e urlando teatralmente negli scorsi cinque anni, ha fatto ogni cosa in suo potere per assicurarsi che non ci fosse un collasso a effetto domino nelle banche europee che avrebbe certamente fatto precipitare la catena di collaterali in pancia a Db e la loro conversione da lordo a netto e che causa a Anshu Jain, e certamente a ogni altro ceo di banca, risvegli bruschi in un bagno di sudore ogni notte”.
Tratto da: www.pressnewsw
 

tontolina

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l'ESM è stato creato per salvare le Banche Tedesche e Ffrancesi

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QUANTI MILIONI DI DISOCCUPATI, STAVOLTA?

Di Maurizio Blondet , il 27 agosto 2015 - 17 commenti


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Quanti milioni di disoccupati in più ci produrrà questa seconda crisi sei anni dopo l’inizio della prima, mai risanata?



Come ha ben detto Libération, qualche giorno fa, dopo il 2008 bisognava come minimo separare le banche di deposito dalle banche d’investimento, regolamentare la finanza.

Invece “si spostate le sdraio sul ponte del Titanic”.
E chi poteva far cambiare la rotta?

Gli stati sono divenuti ostaggi di 28 banche sistemiche – che sono riuscite nel capolavoro di scaricare i loro fallimenti privati e debiti marci in debito pubblico, accollato a noi contribuenti.

Che ci siamo sorbiti, e ci stiamo sorbendo, la recessione-deflazione -depressione da loro prodotta,



mentre loro (per bocca dei loro banchieri centrali di servizio) ci davano le lezioni, ci frustavano: spendete troppo in welfare!
Abbassatevi i salari! Non vedete quanto è cresciuto il vostro debito pubblico?

Fate le riforme. A
ncor ieri dalle latèbre della BCE di Draghi veniva la voce cavernosa che, per superare questa nuova crisi, bisogna fare le riforme, ossia rendersi più competitivi, perché il capitale deve avere di più, il lavoro di meno.
La stessa zuppa da sei anni. Adesso il Titanic è entrato di nuovo in collisione contro lo stesso iceberg – e stavolta, il materasso delle finanze pubbliche, che hanno fatto funzionare a loro vantaggio nel 2008, è sgonfio e vuoto. Sgonfie e vuote le famiglie,dove già si mantengono dei figli o dei coniugi disoccupati

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QUANTI MILIONI DI DISOCCUPATI, STAVOLTA? - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato
 

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Deutsche Bank shock: licenzierà 23.000 dipendenti (25% del suo staff)

Stampa Invia Commenta (1) di: WSI | Pubblicato il 14 settembre 2015| Ora 16:47


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Indiscrezioni riportate da Reuters. Il colosso tedesco ha pagato più di $9 miliardi in tre anni per risolvere cause legali.
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Deutsche Bank, pronta a licenziare un quarto dei suoi dipendenti, secondo indiscrezioni di mercato.




ROMA (WSI) - Indiscrezioni shock, riportate da Reuters. Deutsche Bank sarebbe prossima a mandare a casa un quarto della sua forza lavoro, ovvero 23.000 dipendenti. Fonti del mondo della finanza hanno riferito che gran parte dei tagli arriverà attraverso l'operazione di spin off della sua divisione PostBank.
Risultato: la forza lavoro della banca si attesterà a 75.000 posizioni full time, sulla scia di una riorganizzazione che sarà finalizzata dal neo-amministratore delegato John Cryan.

Cryan è diventato numero uno del principale istituto bancario tedesco a luglio, promettendo una forte riduzione dei costi. Secondo le fonti, Cryan avrebbe presentato i dettagli preliminari del piano ai componenti del consiglio di supervisione, durante il fine settimana.

Nessun commento è stato rilasciato dal portavoce di Deutsche Bank. "Questa è la prima volta in assoluto in cui si ha l'impressione che qualcuno stia parlando in modo chiaro - ha riferito una delle fonti nell'articolo pubblicato in esclusiva su Reuters - Ma il problema è che deve dare risultati presto".

La prima banca della Germania ha rivelato un ampio piano di ristrutturazione ad aprile; poco dopo, i co-amministratori delegati Ansh Jain e Juergen Fitschen hanno rassegnato le dimissioni, conferendo la posizione di AD a Cryan.

I licenziamenti colpiranno soprattutto i dipendenti che si occupano di operazioni tecnologiche e di back office.

Deutsche Bank ha pagato più di $9 miliardi nel corso degli ultimi tre anni per risolvere le diverse cause legali che l'hanno vista protagonista.

Deutsche Bank shock: licenzierà 23.000 dipendenti (25% del suo staff)
 

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Lehman Brothers collassò il 15 settembre 2008, innescando la catena di depressione globale da cui non siamo usciti. Il collasso fu “improvviso”, ci dissero. Non proprio. Era stato preceduto da massicci licenziamenti della stessa banca. Il New York Times ne riferiva in agosto. CNBC, la tv, ne aveva già parlato in marzo.
Ora, da Reuters, apprendiamo:
Deutsche Bank punta a tagliare circa 23 mila dipendenti, circa un quarto del personale totale (…) Il personale sarebbe ridotto quindi a 75 mila addetti a tempo pieno, in base ad una riorganizzazione, condotta dal chief executive John Cryan, che ha preso il controllo della maggior banca tedesca a luglio con la promessa di tagliare i costi”.
Come ricorda Zero Hedge, la colossale Deutsche Bank ha dovuto pagare negli ultimi tre anni oltre 9 miliardi di dollari in multe, ammende e transazioni per tacitare accuse di manipolazioni di tassi d’interesse, ed altri trucchi da far sembrare le Volkswagen col software taroccato modelli di onestà commerciale.
In aprile, Deutsche ha concordato con Dipartimento di Giustizia americano, per mettere una pietra sopra la faccenda dei tassi Libor ed Euribor manipolati, di pagare 2,5 miliardi di dollari, ossia 25.474 per dipendente. Poi ha sborsato 55 milioni alla SEC per aver diramato rapporti deliberatamente “travisati” alterando le misure di rischio che prendeva sui certe speculazioni in derivati per 5 miliardi di dollari (e facendolo credere coperto dalla compra di protezioni finanziarie).

E non è finita, altre indagini sono in corso.
Perché Deutsche Bank negli ultimi anni ha condotto i suoi affari in modo spericolato e senza scrupoli, anche sui mercati finanziari più corrotti della storia.

E il ridicolo, è che ci ha perso invece di stravincere. Come dice l’analista Michael Snyder, “se sei spericolato e guadagni, allora sei OK. Purtroppo per DB, s’è trovata sempre più dalla parte perdente….”. Ed elenca, Snyder, l’accumularsi di segni premonitori e sinistri a carico del gigante:
-la ricerca affannosa di liquidità, con svendita di 8 miliardi di titoli al 30% di sconto a maggio 2014;
-il mancato superamento degli stress test nel marzo 2015;

-le enigmatiche dimissioni dei due CEO: Jurgen Fischen e il misterioso CEO Anshu Jain, un jainista indiano ma allevato tra Wall Street e Londra, che il consiglio d’amministrazione aveva messo alla testa del gigante perché era grandemente esperto di finanza spericolata: dimissioni immediatamente (il 6 giugno) e seguenti all’annuncio della Grecia di mancare il pagamento del suo debito al Fondo Monetario;-e solo un mese dopo che il Consiglio d’amministrazione aveva conferito a Jain poteri straordinari (un chiaro segno di crisi terminale);
-il rating delle obbligazioni DB ridotto da S&P, il 9 giugno, a BBB+, vicino a spazzatura;
-le azioni dimezzate di valore (-40%) in un anno.



Ora, dice Snyder, le mie fonti mi avvertono di un “evento” catastrofico che si produrrà in autunno…ed è bene ricordare che ancora l’anno scorso, si riteneva che la Deutsche Bank fosse esposta in derivati per 73 mila miliardi di dollari, 73 trilioni: ora, “l’intero PIL tedesco di un anno è di solo 4 trilioni di dollari. Quando alla fine anche la Deutsche Bank crollerà, né in Europa e né nel mondo ci saranno abbastanza soldi per tappare questa falla. Crollerebbe letteralmente l’intero sistema finanziario europeo provocando un panico finanziario mai visto prima d’ora, su scala mondiale. A quel punto, sarà meglio se terrete il vostro denaro con voi quel denaro con voi piuttosto che tenerlo in banca”.

There Are Indications That A Major Financial Event In Germany Could Be Imminent

Un’amica da Berlino mi comunica che la Germania è sotto attacco, è vittima del complotto. Sì, certo, ci sarà anche la volontà americana di impedire che il suo mercato venga invaso da auto diesel, che l’industria nazionale Usa non sa produrre; sì, dappertutto nel capitalismo terminale il “mercato” è falsato da ogni sorta di giochi sleali e di trucchi sporchi. Ma è più tentatore puntare il dito sulla natura di “contrappasso” che le sciagure rovesciatesi sulla Germania rivelano.


Perché Deutsche Bank è stata la banca più spericolata nei derivati? Perché era piena di soldi.

Come le altre banche tedesche, strapiene di depositi degli esportatori tedeschi, che devono investire perché rendano ancor di più. E nel gelo economico-industriale, dove investirli, se non nella fiannza più rischiosa ed avventata?
Erano i soldi che la Germania avrebbe dovuto usare per attenuare le divergenze fra stati europei, che la sua politica di “austerità” ha divaricato: se Francia, Spagna, Italia, Grecia hanno deficit della bilancia che non riescono a chiudere, è perché Berlino ha il suo enorme surplus; e invece di ridurlo, lo ha aumentato.
Gridandoci: “Fate come noi! Tirate la cinghia come i nostri lavoratori! Esportate! Pagate i debiti! Noi siamo i migliori, i più virtuosi ed onesti, fate i compiti a casa, voi!”.


Poteva, la Germania, condonare il debito greco, che ammontava a 30-40 miliardi. No, niente: ha voluto che tutti noi dessimo alla Grecia altri prestiti, perché la Grecia pagasse i suoi debiti alle banche – tedesche anzitutto, e poi francesi. Il risultato è che oggi, il debito greco ammonta a 400 miliardi, e la Germania insiste: lo paghi!

Invece di aver pietà, s’è sequestrata gli aeroporti greci redditizi; la ricca Germania ha portato via alla povera Grecia i pochi cespiti su cui poteva far leva per riprendersi. I profitti andranno non ad Atene, ma ai lander ricchissimi (azionisti della ditta tedesca) che i soldi non sanno dove metterli.
Ora, cari lettori, non vi scandalizzate se vi cito alcune lezioni di economia che non s’insegnano nelle università monetariste, ma si insegnavano nel Medio Evo. Sono verità semplici che si riducono a semplici aforismi:
Il denaro mal guadagnato finisce in sterco”.

Perché, come si diceva in quell’economia, il denaro “è” sterco – sterco del demonio – e quando se ne ha molto, troppo, la cosa più sana è “liberarsene” come lo stitico si libera il ventre, con gran sollievo. Tenerselo tutto, è malsano e schifoso.
Già sento i tedeschi e i filo-tedeschi che protestano: Come osi? Come sarebbe, “denaro mal guadagnato”?! Ce lo siamo guadagnato noi tedeschi, con il nostro duro lavoro, i nostri sacrifici, la nostra virtù.
Già, la virtù.

La Germania ha posto altissimi traguardi di virtù ecologica, ha imposto agli altri paesi gli standard dei “motori non inquinanti”… standard così alti, che poi lei stessa, l’ottima valorosa industria tedesca, li violava di nascosto.
Avrebbe fatto meglio a riconoscere: ragazzi, qualunque motore è poco o tanto inquinante. I motori ad acqua non esistono, se non nelle fantasie malate di Beppe Grillo e di qualche grillino.
Il diesel emette “particolati”, ma è sempre meglio del motore a benzina che emette benzene
Il diesel è inquinante, la benzina è velenosa.

Ammettete con noi la realtà e godetevi i nostri solidi motori diesel che consumano poco, e per questo sono meno inquinanti, perché il gasolio ha più potenza specifica della benzina, evapora meno, eccetera.
Ma questa ammissione richiedeva umiltà.
Invece: Noi siamo i migliori! Noi stiamo affamando tutti gli europei-cicale, perché noi formiche! Noi vi diamo il motore pulito, americani! Noi supereremo Toyota sul mercato USA!
Denaro mal guadagnato. Un rospo che s’è voluto gonfiare per farsi toro. E violazione della legge economica che non viene insegnata più, ma si trova nel Vangelo:
Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta”.

E’ la conclusione della parabola dove un amministratore che rubava al padrone, viene chiamato da questo: rendimi conto. Sapendo che sarà licenziato, il furbone che fa? Chiama i debitori del suo padrone, che gli devono tanto meno di lui, e gli condona i debiti, glieli dimezza. E il Padrone “lodò quell’amministratore”, perché gli aveva rubato sì dei soldi, ma rovesciandone il corso: non più accumulo ma dono, condono, grazia. E amicizia, un bene che non è sul mercato…
Matteo narra di un altro amministratore: anche a lui il Padrone condona un debito enorme (10 mila talenti), e lui, appena uscito, prende per il collo un suo debitore che gli doveva 100 denari, un nulla. “Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra , lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito”.
Non è forse questo il comportamento di Berlino verso la povera Grecia? Non l’ha presa per il collo e gettata in carcere?
Ebbene: ha violato una legge economica primaria, fondamentale: il Giubileo.

Le ricchezze vanno periodicamente dilapidate nel dono, nel giubileo, altrimenti vanno in *****. Qualunque cosa facciate, vanno in *****. D è persino meglio per voi che ve le troviate in ***** qui, perché se vi presentate come creditori ingordi e spietati dopo la morte, finite dove “non è che pianto e stridor di denti”.
E non è forse la stessa cosa che la Germania fa’ con gli immigrati? “Venite tutti, ne prendo 800 mila all’anno!”. Un modello di virtù dietro cui c’è il noto calcolo: per diventare ancor più grosso, gonfio e ricco, io – che non faccio figli – devo incamerare lavoratori da fuori. Da fuori Europa, agli europei sfavoriti infatti non voglio dar niente…chiedono diritti altrimenti, invece i profughi i saranno grati.
Ebbene: si scopre che anche qui c’era un trucco. Ricordate i cittadini tedeschi che festanti salutavano i profughi nelle stazioni, distribuendo loro cibo e vestiario, spinti da una irrefrenabile generosità?
Ebbene: a quanto pare erano manifestanti pagati. Fra i minjob aperti ai poco produttivi, infatti, c’è anche questo.Il dimostrante a paga oraria.

Karl Richter, consigliere municipale di Monaco, ha denunciato gli strani annunci postati nei giorni del grande afflusso da un’agenzia di lavoro interinale austriaca, « Easystaff human & ressources GmbH » : questa cercava gente per distribuire alimentari nelle stazioni. “Paga: 10 euro l’ora. Pausa non pagata:1 ora”.
Un’altra agenzia tedesca, la Erento, noleggia apertamente manifestanti per qualunque causa a 10 e 30 euro l’ora. L’associazione sindacale dei medici tedeschi (KVB) ne ha noleggiati 173 nel 2006, per mandarli davanti al parlamento a protestare contro la riforma sanitaria in discussione allora. Costo, lieve: 5 mila euro in tutto. Un medico tedesco ha meglio da fare che andare di persona in piazza, guadagna di più, e risparmia tutto.
Mi correggo: ho detto che i manifestanti sono noleggiabili per qualunque causa? No. La Erento non affitta i suoi dimostranti per “manifestazioni xenofobe e razziste”.
Internet. Louez vos manifestants ! | L'Humanité
E’ la virtù. Ancora la virtù tedesca, politicamente corretta, bottegaia e furba, piccina ed ingorda.



Tedeschi lurchi”, li chiamò Dante: ghiottoni e beoni, mai ne hanno abbastanza, non dividono il bendiddio con nessuno.Erano già così.


E adesso avranno la crisi economica che si sono procurati con la loro ingordigia. E li voglio vedere come saranno generosi coi “profughi” che continuano ad arrivare a centinaia di migliaia, sempre meno integrabili (adesso arrivano masse dall’Afghanistan) quando la crisi creerà disoccupazione anzichè posti di lavoro.



Anzi, so già cosa farà Berlino: “Prendeteveli voi”, ingiungerà a Ungheria, Grecia, Italia, “teneteveli!”.



Berlino ordina, e noi eseguiremo.
Ci fa’ mangiare la sua ***** da anni, e noi non abbiamo mai reagito. Adesso ci trascinera con sé nell’abisso in cui l’ha precipitata la sua ingordigia, e continuerà a darci ordini: fate i compiti a casa!


Mi si conceda almeno il mite ricordo dell’altra legge dell’economia che non viene mai ricordata, anche perché si trova in un testo aborrito dall’uomo moderno, ingordo, liberato e stitico.
Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
C’è un complotto contro la virtuosa Germania? Forse.
Ma non gli sono rimessi i suoi debiti, perché non li ha rimessi ai debitori suoi.
L’articolo DEUTSCHE REQUIEM (morì d’ingordigia) è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
 

tontolina

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Germania nel panico. Volkswagen?


No, peggio: deutsche bank

Pubblicato in ELEZIONI&SONDAGGI da L'Euroscettico il 29 settembre, 2015



Perché proprio adesso esplode lo scandalo della Volkswagen?


La truffa sulle emissioni “pulite” delle auto è destinata a ferire l’orgoglio teutonico, affondando il mito dell’onestà del suo capitalismo. Perché la verità emerge solo ora? Se lo domandano in molti, specie quelli che ricordano anche i record meno presentabili della Germania:

come la precarizzazione del lavoro varata già nel 2002 dal socialdemocratico Gerhard Schroeder e ispirata da Peter Hartz,

il super-manager Volkswagen poi condannato per aver corrotto sindacalisti, inducendoli ad accettare condizioni sfavorevoli per gli operai. Riforma-simbolo, da cui nasce la flessibilizzazione dell’impiego in Europa, simboleggiata in Italia dal Jobs Act di Renzi.

Allarme Berlino: un gigante dai piedi d’argilla, avverte il sociologo Luciano Gallino, che segnala l’esistenza in Germania dei salari più bassi d’Europa, i mini-job da 450 euro al mese con cui vive un tedesco su quattro. Colpa di un’economia interamente votata all’insana frenesia dell’export, spiega Paolo Barnard. L’export deprime i consumi interni e prima o poi la situazione precipita: «Si vede dalla Luna il buco della Deutsche Bank, la banca più fallita del mondo: 70.000 miliardi di debiti».


Se n’è accorto anche un analista internazionale come Michael Snyder: «In Germania sta forse per accadere qualcosa che scuoterà il mondo intero?». Le avvisaglie dell’estrema fragilità tedesca, a livello politico, si sono appena manifestate con lo spietato trattamento riservato alla Grecia per volere dell’oligarchia finanziaria: attraverso maschere come quella di Wolfgang Schaeuble, ad Atene è stato inflitto il massimo rigore, dopo aver depistato l’opinione pubblica tedesca raccontando la fiaba dei greci “cicale”, da punire per il presunto “eccesso di debito”. Una versione lontana anni luce dalla verità: il “problema” greco ammonta a 30 miliardi di euro, cifra irrisoria per i bilanci Ue. Eppure, sulla condanna del popolo ellenico si è completamente appiattito il corpo sociale tedesco, rivelatosi insensibile alle inaudite sofferenze inferte a vecchi e bambini a causa dei sanguinosi tagli al welfare: salari, pensioni, sanità, protezioni sociali. Uno scandalo mondiale, denunciato anche in sede Onu: in Grecia non ci sono più cure né farmaci, i minori sono denutriti, ad Atene dilaga l’Hiv per mancanza di siringhe. E sono ricomparse malattie che si credevano archiviate dalla storia dell’Occidente. Eppure, la Merkel ha dovuto fronteggiare l’ala destra del Parlamento, che pretendeva per i greci una fine ancora peggiore.
Sottoposta alla pressione migratoria dei profughi alle frontiere e strattonata dagli Usa per le sanzioni alla Russia in seguito alla drammatica crisi in Ucraina, scatenata dall’intelligence statunitense con manovalanza locale neonazista, la Germania ora scricchiola.

Si sveglierà bruscamente dal sogno della “locomotiva europea” tutta lavoro e rigore? «Secondo alcune informazioni riservate di cui sono venuto a conoscenza – scrive Michael Snyder in un post tradotto da “Come Don Chisciotte” – sarebbe davvero imminente un grande evento finanziario che riguarda la Germania». In altre parole, «uno di quei momenti del tempo che presenta tutte le condizioni perché si ripeta un’altra Lehman Brothers». Certo, «la gran parte degli osservatori tende a considerare la Germania come quel baluardo che tiene economicamente insieme tutta l’Europa, ma la verità è che sotto la sua superficie fermentano grosse difficoltà».
L’indice azionario tedesco Dax è crollato quasi del 20% dal massimo storico raggiunto lo scorso aprile, e sono numerosi i segni di agitazione all’interno della maggiore banca tedesca. E, proprio come la Lehman, anche la Deutsche Bank fa parte di quelle banche “troppo grandi per fallire”, che non crollano mai da un giorno all’altro. «Ma la verità è che ci sono sempre dei segni premonitori».


Nei primi mesi del 2014, le azioni di Deutsche Bank sono state scambiate a più di 50 dollari. Da quel momento, scrive Snyder, il valore è caduto di oltre il 40% e oggi si scambiano a meno di 29 dollari.
Attenzione: «E’ ben nota la natura profondamente corrotta della cultura aziendale della Deutsche Bank, e negli ultimi anni la banca è stata estremamente imprudente». Prima del “crollo improvviso” di Lehman Brothers il 15 settembre 2008, sulla stampa c’erano state notizie di licenziamenti di massa nell’azienda: «Quando le grandi banche iniziano a trovarsi in guai seri, questo è quello che fanno: cominciano a sbarazzarsi del personale. Ecco perché sono così preoccupanti i massicci tagli di posti di lavoro che la Deutsche Bank ha appena annunciato». Nel mirino ci sono 23.000 dipendenti, cioè circa un quarto di tutto il personale, secondo il piano dell’amministratore delegato John Cryan. Inoltre, negli ultimi tre anni la banca ha dovuto sborsare qualcosa come 9 miliardi di dollari per contenziosi legali, ed è così diventata «una sorta di manifesto di cultura aziendale corrotta».
Nel mirino, anche «scambi irregolari di titoli ipotecari scadenti – sapientemente confezionati – intervenuti tra varie banche prima della crisi finanziaria». Jp Morgan, Bank of America e Citigroup, scrive Snyder, riuscirono ad effettuare queste operazioni quando la vigilanza era allentata.
Oggi però il ministro della giustizia del governo Obama, Loretta Lynch, sarebbe «ben determinata a occuparsi seriamente» delle malefatte dei massimi colossi bancari, come Barclays, Credit Suisse, Hsbc, Royal Bank of Scotland, Ubs e Wells Fargo, inclusa ovviamente anche Deutsche Bank.

«Naturalmente – continua Snyder – i problemi legali sono solo la punta dell’iceberg di tutto quello che è successo alla
Deutsche Bank nel corso degli ultimi due anni».

Già nella primavera 2014, la banca è stata costretta ad incrementare di 1,5 miliardi il Tier (capitale azionario e riserve di bilancio). Perché? Un mese più tardi, maggio 2014, è continuata la corsa alla liquidità, con la banca che annunciava la vendita Anshu Jaindi 8 miliardi di euro di titoli con uno sconto del 30%. «E ancora una volta: perché? Questa mossa ha messo la pulce nell’orecchio ai mezzi di stampa finanziaria. L’immagine esteriore, calma, della Deutsche Bank non rispecchiava i suoi sforzi concitati nell’aumentare la sua liquidità. Dietro doveva esserci per forza qualcosa di marcio».
A marzo di quest’anno, la banca ha fallito gli stress-test della Bce, ricevendo «una severa intimazione a controllare la struttura del suo capitale». Ad aprile, Deutsche Bank ha confermato il suo accordo congiunto con Usa e Regno Unito sulla manipolazione del Libor, il tasso interbancario di riferimento per i mercati finanziari (tasso variabile, calcolato giornalmente, per cedere a prestito depositi in sterline, dollari, franchi svizzeri ed euro da parte delle principali banche operanti sul mercato interbancario londinese). Sul colosso tedesco incombe poi un enorme pagamento, oltre 2 miliardi di dollari, da versare al Dipartimento di Giustizia degli Usa, «comunque una bazzecola rispetto ai suoi guadagni illeciti».


Negli ultimi mesi la situazione è precipitata: a maggio, il Cda ha conferito poteri speciali ad uno degli amministratori, Anshu Jain. Il 5 giugno, quando la Grecia non è riuscita a pagare il Fmi, le ripercussioni sono arrivare anche alla Deutsche Bank. E il 6/7 giugno i due Ceo della banca tedesca hanno annunciato entrambi le loro dimissioni, appena un mese dopo dal conferimento dei nuovi poteri (Anshu Jain lascerà per primo, alla fine di giugno; Jürgen Fitschen nel maggio 2016).


Non è finita: il 9 giugno “Standard & Poor’s” ha ridotto il rating della Deutsche a BBB+, cioè «solo tre posizioni al di sopra del livello “spazzatura”», addirittura sotto il livello di rating che aveva Lehman Brothers poco prima del suo crollo.


«Quello che ha reso le cose ancora peggiori è stato l’incauto comportamento della Deutsche Bank», scrive Snyder. «A un certo punto, si è potuta stimare un’esposizione in derivati da parte della Banca di ben 75 trilioni di dollari. Da tener presente che il Pil tedesco di un anno intero è di solo 4 trilioni di dollari. Così, quando alla fine anche la Deutsche Bank crollerà, né in Europa e né in qualsiasi altro luogo del mondo ci saranno abbastanza soldi per poter ripulire il pasticcio». Snyder le chiama “armi di distruzione finanziaria di massa”. «Se la Deutsche Bank dovesse fallire completamente, sarebbe un disastro finanziario peggiore di quello di Lehman Brothers: sarebbe come abbattere letteralmente l’intero sistema finanziario europeo e provocare a livello globale un panico finanziario mai visto prima d’ora».


A quel punto, chiosa l’analista, «sarà meglio avere quel denaro con sé piuttosto che tenerlo in banca». Snyder teme che la calma apparente sia destinata a finire presto: «Credo che il resto del 2015 sarà estremamente caotico e accadranno cose piuttosto gravi, cose che nessuno avrebbe potuto oggi immaginare.

Nei giorni che vengono, invito tutti a seguire attentamente sia la Germania che il Giappone. Stanno per accadere cose grosse, e milioni di increduli ne resteranno spiazzati».
Leggi dalla fonte originale Libreidee.org
 

tontolina

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DeutscheBank groviera
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"Due giorni fa Deutsche Bank, una banca il cui attivo supera il Prodotto Interno Lordo italiano, ha dichiarato un’esigenza di aggiustare il risultato del terzo trimestre 2015 per riflettere perdite per quasi 6 miliardi di euro.


70mila miliardi di derivati
I dettagli dei motivi di queste perdite non sono ancora disponibili ma è risaputo che la Banca abbia un’anomala concentrazione di derivati nel suo portafoglio: 75mila miliardi di dollari (circa 65mila miliardi di euro!), pari a 20 volte il PIL tedesco. Sembra proprio che Deutsche Bank non abbia imparato granché dalla crisi del 2008, anche se la SEC (la Consob americana) l’ha sanzionata proprio a maggio di quest’anno per la sua finanza strutturata dell’epoca Lehman Brothers, con una multa da 55 milioni di dollari.

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Eppure Deutsche Bank ha superato gli stress test disposti dall’EBA (la European Banking Authority) senza particolari censure.
Diverso è stato il risultato di uno stress test disposto dalla FED prima dell’estate che ha bocciato sonoramente la banca tedesca annoverandola tra quelle che non sopravvivrebbero a un’altra crisi finanziaria.
Forse non sbagliava allora chi diceva che gli stress test Europei si concentravano troppo sul fenomeno dello spread dei rendimenti dei titoli governativi tra i vari Paesi membri. Un fenomeno che ci è diventato pericolosamente familiare, tanto che ormai ben pochi si occupano di combatterne alle radici le cause.
VIDEO Beppe Grillo all'assemblea MPS



MPS e Deutsche Bank
Anche a casa nostra i derivati continuano a mietere clamorosi disastri sia nelle banche private (MPS docet) sia nelle casse dello Stato.
Ma andiamo per ordine, partendo dal privato per andare al pubblico. MPS ha di recente concluso una transazione con Nomura dopo averne fatta un’altra proprio con Deutsche Bank l’anno scorso per chiudere la vicenda dei derivati Alexandria e Santorini. Prescindendo dai dettagli della transazione, è difficile non mettere in connessione queste perdite con i Monti Bond e i vari aumenti di capitale della Banca che hanno polverizzato il valore delle azioni e impoverito i piccoli azionisti per diversi miliardi di euro oltre ad annientare la terza banca del Paese.
Il Governo, lo sappiamo, si è tirato fuori dalla partita; anticipando (in un eccesso di virtù!) le nuove regole europee sui bail-in delle banche che entreranno in vigore l’anno prossimo e grazie alle quali si scaricheranno le perdite direttamente sui poveri correntisti, oltre che, tra l'altro, sugli azionisti di minoranza.
Sappiamo che la Procura di Milano ha disposto dei rinvii a giudizio sulla questione e sta indagando anche sull’era Profumo/Viola, ma sappiamo anche che per la Consob e la Banca d’Italia sinora è stato sostanzialmente tutto a posto. Come d’abitudine le questioni di bilancio salteranno agli occhi dei “Vigilanti” quando la Procura avrà deciso di colpire; peccato che autorità come Banca d’Italia e Consob esistano proprio per prevenire e non per far finta di intervenire quando la Procura arriva.


Cosa succede in Italia

160 miliardi di derivati e oltre 40 miliardi di perdite potenziali. Dall’indagine conoscitiva di quest’anno una cosa è chiara. Non erano coperture ma speculazioni sulle spalle dei cittadini! E come tali generano utili o perdite. Purtroppo per noi – avendo sbagliato scommesse – sono perdite. Come se non bastasse, oltre ad attribuirci le disastrose perdite che questi contratti rischiano di generare, ci negano perfino l'accesso.
Abbiamo chiesto, infatti, in tutti i modi e in tutte le sedi di poter visionare I CONTRATTI che stanno alla base di questi numeri per farli analizzare a chi ne capisce.
Sono tante le risorse di qualità che in maniera indipendente il Movimento può esprimere.
Qual è stata la reazione? Che risposta hanno dato lo Stato ed il Governo alla nostra operazione trasparenza? Hanno, di fatto, apposto il segreto di Stato.

Derivati: omertà di Stato
Infatti, 2 giorni fa, la commissione bicamerale per l'accesso agli atti di palazzo Chigi, ci ha NEGATO la possibilità di visionare i contratti. Quest'ultimo schiaffo alla trasparenza ci sembra proprio una rappresaglia di fronte alla nostra denuncia alla Procura di Roma per omissione di atti d’ufficio sul nostro accesso agli atti dei contratti derivati del MEF depositata circa 10 giorni fa. In questo caso quindi il Governo c’è stato ma per insabbiare e non certo per fare trasparenza, nonostante qualche mese fa lo stesso Renzi avesse dichiarato che i contratti derivati sarebbero stati pubblicati sul sito internet del Ministero.
Cosa nascondono ai cittadini?
Ulteriori chiusure anticipate di cui non dobbiamo venire a sapere anticipatamente e che magari genereranno perdite concrete da spesare nella prossima legge di stabilità, così come accadde a fine 2011 quando ci furono perdite per oltre 2 miliardi di euro (e arrivò la stangata sull’IMU e la LEGGE FORNERO).
Speriamo ovviamente di sbagliare. Ad ogni modo, il massimo comune denominatore di queste storie è la MANCANZA DI CHIAREZZA. Non si sa come mai Deutsche Bank faccia 6 miliardi di perdite tutte a un tratto come non si sa ancora oggi se i bilanci di MPS siano o meno in ordine e neanche si sa quanto di quei 40 miliardi di perdite potenziali su derivati si stiano materializzando.
Restate sintonizzati. Noi restiamo sul pezzo." Carla Ruocco, portavoce M5S Camera
Blog di Beppe Grillo - #DeutscheBank groviera
 

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