L'UNICA COSTANTE NELL'UNIVERSO E' IL CAMBIAMENTO (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
Buona settimana a tutti :)
Oggi ho scoperto che mia suocera ha fatto il vaccino "trasgenica" :d:... sono curiosa di scoprire come sarà l'interazione con il suo genoma di tirannosauro rex :mumble:

Ma torniamo in Ladakh :)

Lago Tso Moriri
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Val

Torniamo alla LIRA
«Leonardo Sciascia diceva che i comunisti prendono una parola e la usano come un cappio per impiccarti.
Ma io sfuggo a questo cappio perché credo che chi ha commesso gravi errori di natura amministrativa,
se non ha la dignità di assumersene la responsabilità deve trovare qualcuno che gliele assegna».

In Italia la diffusione del coronavirus «è stata gestita in modo criminale».

E sui “colpevoli” ci sono pochi dubbi. «Mi riferisco in particolare al governo giallorosso».


Durante l’esecutivo di Conte «c’erano ministri che, dall’alto delle loro competenze, dicevano che la mascherina non serviva.
Poi asserivano che il Covid è poco più che un’influenza, che non c’erano timori di contagi.
Qualche settimana dopo ci siamo messi le mani nei capelli vedendo i camion dell’esercito pieni di bare a Bergamo.
Adesso ci sgraviamo la coscienza con il giorno del ricordo delle vittime.
Ma la coscienza ce la mettiamo a posto con un esame vero delle responsabilità dell’accaduto».


« Su tutto c’era un’overdose di comunicazione».
Ma sulle riunioni degli “esperti” «vigeva il segreto».


Nelle guerre «ci sono soldati e generali capaci e incapaci, ci sono pusillanimi ed eroi.
Conoscere le responsabilità di ciò che è stato fatto è un diritto dei cittadini.
Un processo può anche assolvere gli imputati, a Norimberga ci sono state condanne graduali.
Credo che chi ha visto morire in modo ignominioso i propri cari a causa di decisioni amministrative sbagliate debba poter sapere la verità».


Condivide la mozione di sfiducia al ministro Speranza annunciata da Fratelli d’Italia?

«Sì, la condivido. Anche se probabilmente non andrà in porto».

«Con brocchi come Speranza difficilmente riuscirà a vincere o anche a pareggiare».


Avrà la forza di mandarlo in panchina?

«Questo governo vive su un equilibrio dettato dalla sinistra.
Destituire Speranza significherebbe toccare un santuario delicato.
A meno di suoi clamorosi errori dubito che il premier lo cambierà.
Sarebbe un’umiliazione troppo forte, doveva pensarci per tempo.
Credo che alla fine Draghi lo circonderà con le competenze di altri e lo depotenzierà».


L’Europa?

"È un’entità burocratica fatta per avvantaggiare la finanza e l’establishment internazionale.
Un sistema che non si preoccupa dei singoli cittadini.
Lo si è visto nelle trattative con le grandi case farmaceutiche per i vaccini."
 

Val

Torniamo alla LIRA
Esemplificati 2 inutili idioti dallo stipendio certo e garantito.


In questo difficile momento pandemico che sta attraversando il nostro Paese,
la comunicazione assume sempre di più i prodromi del tifo,
delle divisioni in fazioni in cui la ragione non viene data al buonsenso comune di realtà,
ma a ciò che essa proietta nell’immaginario appartenente a una determinata ideologia culturale.

In questo panorama da stadio a livello comunicativo sono emersi gli ultrà delle chiusure che mal sopportano i commercianti.


Due personalità, il giornalista Michele Serra e un’artista impegnata, Sabina Guzzanti,
hanno ben identificato questo ruolo andando a esasperare ancora di più a livello mediatico una “guerra tra poveri”
che serve solo a dare peso a parole che andrebbero evitate
per non fomentare un clima già fortemente teso dalle problematiche socio economiche relative al Covid.



Michele Serra, il giornalista di Repubblica, scrive del suo livore contro una determinata classe lavoratrice comodamente sdraiato sull’amaca.
Esemplificativa in questo senso anche l’iconografia della sua finestra sul quotidiano, piedi nudi, una biro in mano e nell’altra un’ agenda dove prende appunti.
Un’immagine essa stessa che dà il senso del distacco dalle angosce sulla Terra.

Nel suo editoriale, questo senso di scollamento dalla realtà di un’Italia in ginocchio, emerge quando afferma:

“Pretendere che tutto quello che è stato perduto a causa della pandemia ora piova dal cielo è abbastanza protervo e parimenti sciocco.
La sfiga esiste, per dirla in parole povere.
Esiste per tutti, esiste da sempre, così come non esiste il diritto alla fortuna, alla ricchezza, al reddito invariato nei secoli”.


Serra afferma di non capire perché bisogna risarcire i negozianti, i commercianti

e tutte quelle categorie che chiedono di essere indennizzate per le perdite subite in quest’anno,

trattasi semplicemente di sciagura, quelle stesse categorie che secondo il giornalista di Repubblica

non hanno contributo a pagare le tasse a dovere e quindi sono evasori.

Non solo sfortuna ma anche l’accusa di colpa verso chi lavora.



Dall’altro lato ma della stessa barricata è emersa anche la figura di Sabina Guzzanti
che in un tweet eloquente esalta la categoria degli artisti e maltratta i commercianti in commenti a dir poco deliranti.

Alla domanda fatta da un utente:
“Come mai esercenti e artigiani sono evasori, mentre gli artisti meritano rispetto?”,

la risposta dell’attrice e comica è uno schiaffo ai tanti lavoratori:
«Immagino dipenda dal fatto che buona parte dei commercianti possiede appartamenti, macchinone e a volte barche
mentre la maggior parte degli artisti vive con lo stretto necessario».


La Guzzanti anche lei arriva addirittura a sentenziare: «Mi viene anche in mente che molti non paghino le tasse».


Le colpe ricadono sempre sugli altri, su ciò che loro considerano in errore.

Ecco che la pandemia offre la peggior rappresentazione di un’arena in cui non è importante vincere insieme.

Aprire o chiudere diventa uno scontro tra ideologie e pensieri contrastanti che devono emergere.

Si è giunti alla divisione, al tifo da stadio, al creare fazioni che invece di unire
devono combattersi in uno scontro mediatico per rivendicare un’appartenenza apparente, ciò che ti assomiglia, che ami o non sopporti.


È chiusura contro apertura.

È l’ultima guerra di parole tra chi vuole far emergere la propria realtà ideologica
ma che niente ha a che fare con i problemi reali e le preoccupazioni in cui versa l’Italia.


Il virus sta impattando nella rivoluzione dei pensieri, di come si colloca nelle categorie produttive, culturali e morali.

E se anche riguarda la salute di noi tutti,
un’ideologia rappresentativa differente e di scontro per alcuni la deve necessariamente avere.


Non è solo una battaglia sanitaria, ma deve diventare ideologica.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ce ne sarebbero di "oche" da riportare a casa.

Era scomparsa a inizio marzo, probabilmente rubata da qualcuno che se la voleva mangiare.

Da quel momento i proprietari non ne hanno saputo più nulla.

Almeno fino a giovedì sera, quando qualcuno, rimasto ignoto,
ha approfittato del buio per riportare nel cortile di Lorentino, frazione di Calolzio l’oca Giorgia.

E così dopo un mese e mezzo Giorgia è potuta tornare dalla famiglia che la accudisce da anni,
come un animale domestico amato e coccolato.

Ha sorpreso tutti, proprietari in primis, il lieto fine di questa storia che secondo molte persone sarebbe finita con una ricetta a base di oca.

A dare l’annuncio è Marta Bonaiti, che con la famiglia è molto affezionata all’animale,
diventata una sorta di mascotte a Lorentino, soprattutto per i bambini.

Marta Bonaiti aveva subito lanciato un appello dalle colonne del nostro quotidiano e dalla pagina Facebook dedicata alla città di Calolzio
per cercare informazioni utili per ritrovare il volatile, raccogliendo subito tanta solidarietà e mobilitazione.

Poi è arrivata la bella e insperata notizia:
«Non sappiamo chi l’abbia riportata, ma giovedì sera l’abbiamo ritrovata all’interno della recinzione della nostra proprietà».
 

Val

Torniamo alla LIRA
Senza ombra di dubbio la libertà personale è il fondamento di ogni civiltà.

Articolo 13

La libertà personale è inviolabile.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale,
né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art. 111 c. 1, 2]
e nei soli casi e modi previsti dalla legge [cfr. art. 25 c. 3].

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori,
che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e,
se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.


Nell’era della pandemia i diritti garantiti spesso sono stati soppressi in nome della tutela della salute,
ma questa forma di “pensiero unico” ha scaturito dure critiche anche a livello internazionale.

Ad esempio, nell’aprile 2020 l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet
ammonì i paesi a rispettare lo stato di diritto durante la pandemia da coronavirus, limitando nel tempo le misure eccezionali,
al fine di evitare una “catastrofe” per i diritti umani,
ma anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in un intervento scritto per il The Guardian
denunciò in seguito il rischio di una vera “pandemia di diritti umani”.


Dal 26 sarà possibile spostarsi tra le Regioni gialle.

Per andare da queste in quelle arancioni o rosse potrebbe servire quello che il presidente Mario Draghi ha definito pass.

Si tratta di una anticipazione del passaporto sanitario che l’Europa varerà tra giugno e luglio.

Siamo felici nel vedere un segno che avvia un cambio di paradigma e nell’osservare finalmente con gioia
un progetto politico che punta alle riaperture, ma questo non dovrebbe portare al suo interno indirettamente nuove forme di restrizioni.

Sul pass sanitario nutriamo alcune perplessità, oltre a limitare la libertà personale,
potrebbe entrare in contrasto con l’articolo 3 della nostra Costituzione creando discriminazioni.

L’articolo 3 della Costituzione cita:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.



Per il momento il pass sarà cartaceo, più avanti diventerà digitale.

Servirà per muoversi e per essere presenti a eventi speciali.

Gradualmente riapriranno tutte le attività.


Per spostarsi, ma anche per partecipare a eventi particolari,

sarà necessario provare di aver avuto la malattia da meno di 6 mesi (con un certificato medico),

essere vaccinati

o aver fatto un tampone nelle 48 ore precedenti.


L’attestazione varrà per gli italiani e per chi arriva dall’estero.


Comprendiamo la necessità di aprire con delle precauzioni,
ma restiamo nell’ottica della tutela dei diritti umani e della libertà,
fondamenta di una società civile rivolta con lo sguardo verso il benessere generale di tutti i cittadini.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ora che pian-pianino ce ne stiamo – forse – tirando fuori,
si possono iniziare a fare paragoni e analogie della vita in un anno di pandemia da Covid-19 con altre categorie dello spirito.

Politico e non.

Ad esempio lo stramaledetto comunismo e l’autoritarismo in genere.

Retorica a reti unificate
, economia depressa, negozi vuoti, coprifuoco notturno
e controlli vessatori dell’autorità politica, burocratica, amministrativa, di polizia e infine giudiziaria.

Un Paese come l’Italia – ma non solo – trasformato in un inferno dove la delazione del vicino,
il rimbrotto del passante e la costante predica televisiva diventano una costante del vivere comune.

E addirittura un valore condiviso.

La vita nostra che diventa “degli altri”.

Come nel notissimo e bellissimo film sulla Germania Est.

E, se ci si pensa, il nostro immaginario in questo anno e rotti di terrore pandemico
– in parte abbondantemente indotto ed alimentato ad hoc – è stato proprio tale.

Da ultimo ha destato una certa impressione l’esternazione via Twitter di un noto attore
figlio d’arte di uno ancora più noto, che in pratica si è vantato di avere mandato la polizia
a interrompere una festa troppo assembrata dei suoi vicini di casa.

Un boomerang di immagine e comunicativo che, oltre a denotare una certa zelante solerzia da primi della classe in un mondo di ultimi,
ha mosso nei commenti sui social questa ulteriore obiezione: ma che bisogno c’era, dopo avere compiuto la spiata, di rivendicarla?


Eppure il mondo livellato dove “nessuno deve restare indietro”
– purché stiano tutti fermi nel posto dove lo Stato li ha immobilizzati – è esattamente questo.


Se uno è uguale uno, il tutto è uguale a zero.


Il sogno del comunismo,

un mondo di miserabili pezzenti che mendica un sussidio o un reddito di cittadinanza a uno Stato

che concede come i sovrani assoluti ai loro sudditi, è stato reso per un attimo possibile in tutto il mondo

grazie a quello che Donald Trump chiamava “il fottuto virus cinese”.


Un comunismo indotto per via emergenziale e pandemica.

Mentre la Cina – dei giorni scorsi i dati di un Pil di nuovo in crescita a due cifre –

vinceva almeno il primo tempo di questa guerra asimmetrica e batteriologica.



Ora che – forse – se ne uscirà, speriamo che almeno una lezione i governanti italiani, europei e americani la abbiano imparata:

il mondo è bello proprio perché vario, con le sue disuguaglianze e le sue differenze.


L’unica cosa che dovrebbe essere comune, per tutti, è rappresentata dai doveri e dallo Stato di diritto.

Due “cosette” che, almeno alle nostre latitudini, si sono disperse nel nulla ormai da tempo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus,
Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham:
sono loro i club fondatori della Super League.

Tra le altre cose, è previsto che altri tre club aderiranno come club fondatori prima della stagione inaugurale,
che dovrebbe iniziare “non appena possibile”.

È una vera e propria spaccatura nel mondo del calcio, con la disapprovazione di Fifa e Uefa.

Nel frattempo, la banca americana Jp Morgan ha riferito che finanzierà la Superlega europea:
“Posso confermare che stiamo finanziando l’operazione”, ha detto un portavoce londinese della banca all’Afp (Agence France-Presse).

Il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund, club tedeschi presenti nel Consiglio di Amministrazione della European club association (Eca),
si sono espressi in maniera contraria all’idea di creare una Super League.

Così come il Paris Saint-Germain.

Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, intanto si è dimesso anche dall’esecutivo della Uefa.

La società piemontese, inoltre, ha annunciato di essere già uscita dall’Eca.
 

vetro

valgo zero ma non sono scemo
ennesima dimostrazione che la ue è capace solo a far fallire......... sono tutte indebitate, e lo sponsor fa parte dei creditori............
 

Val

Torniamo alla LIRA
Nessun accanimento mediatico e tantomeno giudiziario contro il figlio di Beppe Grillo,
accusato insieme a tre suoi amici di avere stuprato in gruppo una o forse due ragazze,
all’inizio della indimenticabile estate del 2019, nella villa smeraldina del noto comico genovese.

Nessuna custodia cautelare in carcere e nemmeno ai domiciliari
– come invece è andata per il resto degli italiani, anche ricchissimi, accusati con la stessa imputazione – .

Nessun titolo o quasi sui giornali per poco meno di due anni.

E, soprattutto, nessuna fretta di fare questo processo da parte dei pm e del gip di Tempio Pausania,
che con gli indizi raccolti potevano invece stare già tranquillamente a parlare in un'aula giudiziaria di quel che è avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019.


I giornali, poi, tutti garantisti.

Domenica, dopo che sabato l’Adnkronos aveva dato notizia dell’imminente richiesta di rinvio a giudizio
– le indagini preliminari si sono chiuse a novembre del 2020 – nei maggiori quotidiani italiani
la cosa era relegata in pagine che variavano dalla dieci del Tempo alla 14 del Fatto (trafiletto),
alle 16 o 17 di Repubblica e Corriere che praticamente riprendevano l’agenzia.


Fine, quindi, a partire da domenica 18 aprile 2021 degli accanimenti e dei circhi mediatici-giudiziari.

Forse sarà stato l’effetto dell’ingresso di Marta Cartabia a via Arenula.

Giammai si pensi a una qualche forma di soggezione psicologica da parte del partito delle procure e dei corifei nella carta stampata.

Tutti sappiamo che se a essere accusato di un reato simile fosse stato il figlio di Silvio Berlusconi,
le cose sarebbero andate esattamente alla stessa maniera.


Anche le femministe aggressive del Me too ne sono pienamente consapevoli.


Per questo hanno prudentemente taciuto, nonostante la linea difensiva degli indagati non differisca granché
da casi precedentemente stigmatizzati: lei era consenziente.

Persino alla gang bang.

Da “a pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca” a “honi soit qui mal y pense”.
 

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