Lotta contro il Contante (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
chi fa il NERO? chi EVADE? chi RUBA?
per me è tutto ciò che gira attorno alla politica
è una specie di verminaio

da Stipendi extra, benefit e affitti: la procura indaga sui senatori leghisti - Repubblica.it



Stipendi extra, benefit e affitti:
la procura indaga sui senatori leghisti


Nuova bufera sul Carroccio: sotto osservazione spese per 15 milioni di euro. Interrogata la segretaria del tesoriere del gruppo, Manuela Maria Privitera. Che dice: "Il gruppo pagava l'affitto del senatore Bricolo e una sua carta di credito. Al senatore Calderoli veniva dati 2.000 euro al mese. Dal dicembre 2011 li ritirava in contanti e firmava una ricevuta"
 

tontolina

Forumer storico
Bersani farà la guerra al contante. Opponiamoci (di Maurizio Blondet)

6 gennaio 2013 Di FunnyKing


Dall’estate le banche svedesi hanno messo in atto la più determinata offensiva ai pagamenti in contanti. Coadiuvate dalla rete di banda larga più avanzata del mondo e sotto la regia della Banca Centrale, Riksbank, tre delle quattro maggiori banche del Paese, ossia 530 delle 780 filiali, non accettano banconote in pagamento né pagano in contanti. Ormai 200 su 300 uffici della Nordea Bank, e tre quarti degli sportelli della Swedbank, fanno solo transazioni elettroniche.
«Stiamo attivamente riducendo il contante nella società», vanta Peter Borsos, portavoce della Swedbank. I motivi proclamati dalla propaganda sono quelli che già conosciamo:
non già che alle banche conviene prelevare una commissione da ogni transazione, questo no;
i pagamenti elettronici sono più sicuri, riducono il pericolo di furti e rapine, e soprattutto – per toccare la corda «verde» della popolazione – «il trasporto del denaro su automezzi blindati produce centinaia di tonnellate di gas-serra;

noi soli della Swedbank emettiamo 700 tonnellate di biossido di carbonio per questo, con un costo per la società di 11 miliardi l’anno».
Orrore, orrore.
Come resistere al richiamo alla responsabilità ecologista?

Ristoranti di sushi ad Uppsala sono passati di botto al «no contanti». Le chiese luterane (sempre all’avanguardia del politicamente corretto) hanno approntato all’entrata impianti per raccogliere offerte ed elemosine, i kollektomat.
Ma la cittadinanza, benché storicamente ligia, progressista e disciplinata, non sembra abboccare alle meravigliose promesse della «cashless society». L’anno scorso il valore delle transazioni in contanti è stato di 99 miliardi di krona, solo lievemente inferiore rispetto a un decennio prima. I piccoli negozi continuano ad accettare pagamenti in contanti tra un terzo e la metà dei casi. Un’indagine sulla soddisfazione dei clienti delle banche condotto dallo «Swedish Quality Index» ha mostrato che i clienti sono, appunto, poco soddisfatti di quelle banche che praticano il «niente contanti».
Il guaio è che il passaggio al «niente contanti» non è stato reso obbligatorio, e il più grande istituto bancario del Paese, Handelsbanken, s’è dissociato dall’iniziativa, «vediamo arrivare clienti da altre banche», dichiara Kai Jokitulppo, il capo dei servizi privati del grande gruppo bancario. «Finché i nostri clienti chiedono banconote, è nostro compito, come banca, fornirle». Le 461 filiali della Handelbanken trattano banconote, tranne una decina, e la banca si propone di continuare a farlo nel 2013».


La Svezia è all’avanguardia delle sperimentazioni sociali di marca «progressista»; negli anni ‘90 provò la legalizzazione degli stupefacenti, per poi tornare indietro quando l’esperimento rivelò un aumento disastroso del consumo tra i giovanissimi; il progressismo svedese non giunge fino all’accecamento ideologico. Per questo l’esperimento «no-cash» in corso è da seguire con attenzione. Perché certamente il prossimo governo Bersani-PD, con o senza Mario Monti, imporrà anche agli italiani fiere limitazioni all’uso del contante; più di quanto abbia già fatto Monti vietando i pagamenti oltre mille euro. Del resto, il «Contrasto all’uso del contante» è già scritto nella finanziaria di Monti, orwellianamente ridenominata «Decreto Salva Italia».

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Giuseppe Mussari
La convergenza d’interessi fra le grandi banche, il professore e il Partito a questo fine sono patenti. Basti ricordare che il presidente dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, ha recentemente chiamato il contrasto al contante annunciato da Monti «una battaglia di civiltà». E chi è il presidente dell’ABI? Lo sapete: il compagno Giuseppe Mussari, già capo supremo del Monte dei Paschi di Siena. La banca dei compagni, che lui e loro hanno mandato in rovina utilizzandola come vaso della marmellata per le loro clientele, e che Mario Monti ha salvato in molti modi. Prima, esentando Montepaschi dal pagamento degli interessi che doveva sui Tremonti Bond, i 2 miliardi di euro che aveva ottenuto in prestito dallo Stato (e non ancora rimborsati), circa 200 milioni che grazie a Monti noi contribuenti non rivedremo più.(Tassati per arricchire i banchieri)
Non è bastato.

In bancarotta, Montepaschi avrebbe dovuto rivolgersi al «mercato» per raccogliere 4 miliardi di fondi. Ma così facendo, le azioni in mano ai compagni del direttivo PD che possiedono la banca, si sarebbero diluiti, e il PD avrebbe perso il controllo assoluto della sua vacca da latte. Ma il «liberismo di mercato» ha incontrato un limite in questo caso. Il governo Monti ha versato a Montepaschi i 4 miliardi che gli servivano: come ha notato sarcastico Tremonti, è lintero gettito dellImu sulla prima casa. Invece di impiegarlo per i tanti pressanti bisogni del Paese, dalla riduzione del debito alle pensioni degli esodati (ridotti in quello stato dalla Fornero), il governo «tecnico» ha semplicemente girato l’introito fiscale della patrimoniale alla banca dei rossi. Che è un buco nero da cui nulla sarà più restituito.
Da qui si capisce che Bersani e il suo governo comunista, e i banchieri, abbiano il medesimo interesse all’abolizione del contante nelle transazioni, come ne hanno all’imposizione di una più feroce patrimoniale sui piccoli patrimoni visibili (immobili, conti bancari) per girarla ai grandi patrimoni finanziari dissestati.
A questa spoliazione del ceto medio il PD porterà tutto il know-how propagandistico-incitante che ha affinato nei decenni in cui si chiamava PCI e dipendeva dall’URSS. «Lotta all’evasione», «colpire le grandi fortune», tutto ciò che invelenisce l’invidia sociale (molla primaria dell’elettorato di sinistra) sono i motivi che notoriamente vengono agitati.
Quando la sinistra sarà al potere, preso possesso di tutti i mezzi televisivi di propaganda (pardon, «informazione») di Stato, la demonizzazione del contante – e di chi lo usa – diverrà assordante.
Non si potrà più ribattere che il contante come mezzo di evasione conta poco, e solo il piccolo «nero» dei meccanici e degli idraulici, ma che il governo lascia impunita la grande evasione fiscale fatta per i loro clienti privilegiati, o per se stesse, dalle banche; sarete bollati come complici dell’evasione, gente che «non ama la nostra Costituzione». Provate a dire che il ministro Passera è indagato per una evasione miliardaria fatta quando era capintesta di Intesa, e fatta a forza di transazioni elettroniche all’estero, ciò che dimostra che l’evasione riesce meglio senza contanti.(Passera indagato per frode fiscale)


Il titano bancario anglo-americano HSBC è stato trovato colpevole (ancorché non processato, «per non destabilizzare il sistema») di aver riciclato almeno 7 miliardi di dollari dal cartello dei narcos messicani: ossia ha trasformato vagonate di contanti sporchi in bit elettronici candidi e profumati. Delitto che un divieto dell’uso del contante non avrebbe certo ostacolato.
Persino la Bundesbank, ed è tutto dire, ha smentito i miti demonizzanti sull’uso del contante («insicuro, costoso, inquinante, pericoloso») in un recente seminario, riscoprendo l’acqua calda, cioè che «il pagamento in contanti è il più naturale» (e infatti in Germania l’80% degli acquisti avviene in contanti).(Cash symposium)


Ma tutte le obiezioni saranno inutili: il governo Bersani scatenerà la guerra al contante, indurirà la campagna già lanciata da Monti. Lo farà per molti motivi.

Uno, perché questo è uno dei cavalli di battaglia ideologici delle sinistre, come le «nozze gay», e bisogna accontentare settori estremi, come la Gabanelli che hanno proposto di tassare l’uso del contante (perché già, occorre renderlo costoso come l’uso delle carte di credito: le banche lo chiedono).
Il secondo motivo attiene al fatto che il PD è il nucleo di grossi e concreti interessi, che «naturalmente» convergono con quelli dei banchieri. Chi crede Bersani «una brava» persona perché ha una faccia così e l’accento emiliano, tende a dimenticare che è il rappresentante e l’agente dei conglomerati d’affari detti Cooperative Rosse: polipi con tentacoli grossi e idrovori dappertutto, nella grande distribuzione come nella banche, nelle assicurazioni come nelle grandi opere e nei «servizi» sanitari. Tra parentesi, le COOP sono dei campioni di evasione fiscale: «legale», ovviamente, perché profittano di agevolazioni nate nel tempo in cui «cooperativa» voleva dire un gruppo di operai poveri e solidali, mica Unipol, Ipercoop e CMC. È interesse del PD sviare l’attenzione verso gli idraulici che fanno il nero.
Finché siamo in tempo, opponiamoci.

Converrà ricordare i motivi profondi per cui il sistema bancario vuole ad ogni costo abolire il contante. Ovviamente, nei miliardi di pagamenti in contanti le banche non ci guadagnano nulla, e vogliono trovare il modo di annullare questo «scandalo», vogliono estrarre la loro commissione dal caffè e cornetto mattutino, incettare il loro tributo dalla corsa in taxi e dalle verdure che compriamo al fruttivendolo. Ma questo è solo il motivo più evidente. Molto più importante è il seguente:
Imponendo la «cashless society», le banche si liberano del loro incubo secolare: la corsa agli sportelli.

Le banche non hanno veramente in cassa i soldi che avete dato loro in deposito; li hanno impegnati dieci o venti volte il loro valore, in «investimenti» vari; lucrano gli interessi su questa moneta fittizia. Il gioco regge perché la gente non conosce questo fatto – la frode fondamentale del credito frazionale – e crede che i suoi depositi «siano al sicuro in banca». Ma basta che spaventata da qualche crack la massa dei risparmiatori si presenti agli sportelli a reclamare i suoi depositi, e scopre che essi non ci sono più. Che la banca non ha nemmeno l’obbligo di restituirli, essendone diventata per il codice civile, la proprietaria. Ma la corsa agli sportelli rivela la frode fondamentale e scuote la cosiddetta «fiducia» nel sistema, in modo permanente.
Nella cashless society, il problema è risolto.

La banca può mancare di banconote in cassa, ma non è mai a corto di bit elettronici. Volete 10 mila euro? Oggi, chiamano il direttore, ti dicono che «è vietato», e se proprio insisti, ti dicono di passare «fra cinque giorni». Domani: pronti, i 10 mila euro sono già versati nel vostro borsellino virtuale, che può essere anche il vostro smartphone.
E qui si apre un altro grande business, in rapido sviluppo.
Voi umani non siete capaci di vedere quei 10 mila euro in bit sul vostro smartphone.

Ma li «vedono» le migliaia di sensori di cui presto saranno sparse le città, dai cartelloni pubblicitari alle entrate dei negozi: e faranno a gara per farveli spendere.

Passate accanto a un ristorante? Un SMS vi trilla: «Amico entra! Oggi lasagne al pesto, cima genovese e tiramisù alla pera!».

Un manifesto della Toyota vi «sente», scruta il vostro borsellino, e vi invita all’acquisto dell’ultima utilitaria a «9.990 euro TAEG Zero».

Qualunque entità economica o poliziesca vi segue passo passo, conoscendo perfettamente la vostra identità, la vostra posizione geografica, la vostra possibilità economica e la capienza del vostro protafoglio in bit.
Non ci credete? È l’esperimento in corso a Tokio, dove esistono già 650 mila carte (Edy Cards, le chiamano) che possono essere lette da sensori a distanza, WiFi. Queste carte hanno una inquietante caratteristica: che non c’è bisogno di strisciarle in una macchinetta, né di digitare un pin o una password per effettuare il pagamento. Ciò ha un vantaggio: salite in metropolitana, e il prezzo del biglietto vi viene detratto dal vostro smartphone automaticamente dal sensore appena passate la bussola girevole. Ciò ha anche uno svantaggio enorme: un buon gruppo di hacker può svuotarvi il borsellino elettronico senza che voi ve ne accorgiate.

Nasce il borsaiolo elettronico, con la mano più leggera che si possa immaginare.

Ecco il punto da tener presente quando la banca vi dice che il contante è esposto a furti e rapine, quindi non è sicuro. Coi bit, la banca si libera da questo rischio, e lo accolla a voi. Come fa sempre, del resto.
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Naturalmente al termine di questo «progresso» ci sono i chips RFID impiantati sottopelle, che fanno di voi un essere di cui chiunque lo voglia, e ne abbia i mezzi tecnici, saprà tutto di voi. Saremo alla società descritta dall’Apocalisse 13, in cui l’Anticristo o il suo portavoce «obbligò tutti,piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e gli schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome». Numero che, come sapete, è 666 oppure WWW.
Sarete perfettamente trasparenti al potere, bancario o statale che sia (sempre più i due poteri coincidono, essendo ex funzionari di Goldman Sachs a governare in Occidente). È ciò che pretendono, del resto, i virtuosi cittadini che militano soprattutto a sinistra, gli innocenti, i puri angeli che proclamano: «Mi intercettino pure, non ho niente da nascondere, IO».
Questi innocenti creano il clima, in cui chi non vuole essere intercettato al telefono o nella e-mail, viene bollato come sospetto, e oggetto di indagini poliziesche o tributarie. Una società in cui non sarà più possibile difendere il principio:
«Non è affar vostro sapere come spendo i miei soldi, una volta che li ho guadagnati onestamente», perché ciò sarà visto come potenzialmente delinquenziale.

Dove, cioè, è sospetto l’esercizio della volontà individuale – altro nome della libertà.

La tecnologia fornisce i mezzi a questa società della trasparenza assoluta, voluta dagli «innocenti» fra noi. Una società di dossier, dove si accumuleranno i dati imbarazzanti per voi: quel giorno in cui siete andati fuori porta con l’amante invece che con la moglie, quel giorno in cui vi siete fatti visitare da uno specialista di un genere di malattie che non volete divulgare, eccetera, eccetera.

Il «magistrato» Ingroia e la procura di Palermo si volevano tenere care le intercettazioni telefoniche tra Napolitano e Manini; eppure dicevano che in queste non si configurava alcun reato: e allora perché tenerle, se non per ricattare?
Una società senza contanti è una società della sorveglianza totale e più intrusiva: via satellite, fibre ottiche, sensori e chips, sarete sempre allo scoperto.

Nel romanzo 1984, il protagonista Winston poteva almeno sottrarsi allo sguardo del Grande Fratello dietro una nicchia del muro; qui, nessuna nicchia. Chi è tentato di dar ragione agli «innocenti» che esigono trasparenza assoluta, si prenda una vista del tipo di società che vogliono instaurare, guardando un film degli anni ‘70, l’utopia realizzata in distopia mortale: «La fuga di Logan».(La fuga di Logan)
Vedrà quegli «innocenti», che quando vengono avvertiti da Logan che la loro felicità governata da un supercomputer termina in realtà dentro una macelleria cannibalica gestita da un androide in delirio d’onnipotenza, non gli prestano credito, anzi in pratica nemmeno lo vedono. Ci ricorda già qualcosa…
E qui veniamo al motivo più fondamentale per cui personalmente, benché non abbia «nero» da proteggere, sento un pericolo estremo nella cashless society: che in essa, nessun oppositore politico può più esistere.

Se disturbi il potere vigente, esso ti neutralizza in silenzio, senza spararti per la strada né arrestarti di notte; ti condanna senza processo e senza appello. Senza che nessuno lo sappia. Togliendoti i bit-denaro. Il monitor del Bancomat ti risponde: «Carta di credito non riconosciuta», e tu sei un paria. A poche ore dal prossimo pasto che non potrai consumare, alla fame che piega ogni velleità di resistenza. Nemmeno potrai più chiedere l’elemosina di un panino, o il prestito di un amico. Non avrai nemmeno i soldi elettronici per comprare un biglietto e saltare sul primo treno per la Svizzera, rifugio di perseguitati (se hai da mantenerti): Addio Lugano bella, mai più ti rivedrò.
Ora capite meglio la strana convergenza di interessi ed intese per cui il governo Bersani, in accordo con il tecnico Monti, e il sistema bancario, vuole abolire il contante. Non è solo che «la sinistra fa sempre il gioco del grande capitale, a volte perfino senza saperlo» (Spengler). È che vuole sorvegliarti. Vuole controllare cosa fai, come eserciti la tua privata volontà (altresì detta libertà), che il Partito trova indebita e illegittima. La sorveglianza totale è la sua passione e la sua ossessione; è nel suo DNA fin dai tempi in cui i comunisti non fingevano di essere altro che comunisti sovietici. Loro devono sapere tutto di te, tu non saprai nulla di loro: banchieri o partitanti, è lo stesso.
La società della trasparenza globale è a senso unico. Senza contanti, il Partito – e la Banca, o la banca-partito – ti tiene in pugno. Te e me, tutti noi.
Se la prospettiva non vi piace, vi invito ad aderire all’iniziativa Contante Libero, una raccolta di firme in favore dell’uso e della circolazione del denaro contante, dunque per impedire alle banche e al governo di controllare la nostra vita e espropriare la nostra ricchezza, non solo materiale. Il manifesto dell’iniziativa si trova qui: Manifesto per il contante libero. Più in breve, 10 Punti per Il Contante Libero: 10 punti per il contante libero.
da EFFEDIEFFE post di Maurizio Blondet
 

tontolina

Forumer storico
QUESTA VOLTA NON E' DIVERSO
Jan 13, 2013 10:54 am | Riecho blog
Disse Lao-tse più di 2500 anni fa:

“Più si governa, meno si raggiunge il risultato desiderato.. Più restrizioni e proibizioni ci sono al mondo, più povera sarà la gente... Più leggi vengono promulgate, più ladri e banditi ci saranno.​
..Quando le imposte sono troppo alte, il popolo ha fame; quando il governo è troppo invadente, il popolo si perde d’animo. Agite a vantaggio del popolo. Abbiate fiducia nel popolo, lasciatelo libero di agire. Governare una nazione grande è come friggere un pesciolino; attizzando troppo il fuoco lo si rovina.”​
Il pesciolino si è rovinato innumerevoli volte nella storia dell'umanità: ogni volta è successo in modo lento, graduale (conoscete l'aneddoto della "Boiling Frog"?).

E pare che ci sia una forte incapacità degli uomini di imparare dal passato, dalla storia; fenomeno probabilmente dovuto alla tendenza a ritenere il proprio tempo come il punto di arrivo di un processo di errori e assestamenti. Un punto di arrivo definitivo, stabile.

Tendiamo quindi a percepire il sistema in cui viviamo come immutabile. Un esempio lampante è quello degli stati nazionali: quando non esisterà più una Italia? L'Italia come paese unitario esiste da poco più di 150 anni, con la crisi economica e l'ascesa di movimenti secessionisti le probabilità di un disfacimento sono alte, eppure nell'immaginario della stragrande maggioranza delle persone l'Italia è un'entità immortale.

Nei libri di storia abbiamo letto e studiato che le entità politiche sono nate e morte continuamente, che il cambiamento è costante, eppure il dubbio che il nostro mondo non sia diverso e sia soggetto anch'esso a queste eventualità non ci sovviene.

E' sempre stato così. Bisogna prenderne atto, questa volta non è diverso.

La storia non si ripete mai, ma spesso fa rima con se stessa. Il declino della società occidentale è molto simile a quello avuto da molte altre civiltà nella storia. Le analogie con il passato sono spesso sorprendenti, come quella con il sistema fiscale egizio, o con la svalutazione monetaria che ha accompagnato il declino dell'impero romano. Un'analisi ad ampio orizzonte temporale non può che portare a questa conclusione: questa volta non è diverso.
Questo è un concetto molto interessante ed importante. Le nostre scelte si basano su dati, fatti, previsioni. Avere una buona teoria economica, una conoscenza della storia, una consapevolezza della natura umana, aiuta incredibilmente a migliorare le proprie previsioni, su cui basare le scelte. In ultima analisi, quindi, capire che questa volta non è diverso significa aumentare la propria consapevolezza e migliorare le proprie scelte, cioè migliorare il proprio futuro.

Questo concetto è stato l'oggetto del mio intervento al Christmas Economy di Torino. Ho pensato di rimediare all'inevitabile ed eccessiva sintesi che ha caratterizzato l'esposizione orale, vittima dei necessari limiti tempistici dell'evento, creando un report che supportasse in modo più completo la tesi del "questa volta non è diverso".

E' liberamente scaricabile in pdf:


Nonostante l'inevitabile spirale di declino in cui i governi ci porteranno, l'interazione tra le persone libere, il mercato, i capitalisti, gli uomini di passione e di talento continueranno a migliorare le nostre esistenze fornendo soluzioni ai nostri problemi e risposte alle nostre necessità.

Questo è un tempo meraviglioso da vivere proprio perché un sistema che ha bloccato l'innovazione in molti aspetti della nostra vita sta finendo e le possibilità che si aprono sono incredibili. Leggete il report fino alla fine e forse troverete la vera luce in fondo al tunnel.

Riecho
Editor EconomiaeLiberta.com

p.s.= ringrazio tutte le persone che ho incontrato a Torino e sono felice che con alcune di loro sia nato uno scambio diretto di email. Per chi volesse, sono sempre disponibile al contatto: [email protected][IMG]http://feeds.feedburner.com/%7Er/blogspot/IBxEh/%7E4/-Jbf4Klh7YU[/IMG]
 

tontolina

Forumer storico
ECCO PERCHE' LE BANCHE VOGLIONO ACCAPARRARSI IL NOSTRO CONTANTE


VINCITORI E VINTI: ECCO PERCHE' LE BANCHE VOGLIONO ACCAPARRARSI IL NOSTRO CONTANTE

di Paolo Cardenà - Nella vita comune, l'utilizzo del denaro contante è una delle cose più normali che esista. La possibilità di utilizzare denaro contante, per compensare transazioni commerciali, costituisce elemento di libertà di ogni essere umano, oltre che motore di sviluppo alla crescita economica e al benessere collettivo.

Quotidianamente, avvengono milioni e milioni di transazioni che hanno come contropartita l'utilizzo del denaro contate, senza il quale, con ogni probabilità, parte di queste non avverrebbero mai, o avverrebbero in maniera sensibilmente ridotta. Pensate alle piccole spese quotidiane che ognuno di noi compie per il soddisfacimento dei propri bisogni, dei propri desideri, delle proprie ambizioni, dei propri vizi, e delle proprie libertà. Pensate ad un caffè consumato in un bar, all'acquisto del pane dal panettiere, o ad una bibita offerta ad un amico. Oppure, ancora, pensate alla paghetta data settimanalmente ai propri figli, o ad un acquisto di un determinato oggetto, che deve rimanere segreto. Queste transazioni, semplicemente, avvengono utilizzando carta moneta. In mancanza della possibilità di spesa per mezzo del contante, queste avverrebbero in maniera significativamente ridotta poiché, ognuno di noi, sarebbe ben disposto a rinunciare a qualcosa per tutelare la nostra privacy e il nostro perimetro di riservatezza. Ognuno di noi sarebbe disposto a rinunciare a qualcosa se le modalità di acquisto non fossero pratiche come oggi avviene.


L'utilizzo del denaro contante è semplice, è pratico, è efficace, è veloce e non è costoso.
Questo, unito alla possibilità di utilizzare anche altre forme di pagamento che il progresso tecnologico ha reso disponibile, contribuisce ad elevare il grado di efficienza della società e delle pratiche commerciali le quali, a seconda dei casi, richiedono strumenti di pagamento più o meno consoni a talune tipologie di spese. Tuttavia, in questo ridicolo paese, si sta diffondendo il pensiero che abbassare la soglia di utilizzo del contante, o meglio eliminarlo del tutto, contribuirebbe a risolvere il problema dell'evasione fiscale e anche quelli economici. Nulla di più falso ed infondato, e ciò per una serie innumerevole dei ragioni, alcune delle quali sono riportate in seguito, ed altre, ancor più ben dettagliate, potete trovarle qui (LETTURA CONSIGLIATA).


Nel corso dei secoli, la necessità degli stati e quindi della politica, di contare sempre più sull'appoggio del sistema bancario per il finanziamento degli abusi di spesa della macchina statale e dei privilegi di politici (spesso corrotti ed incapaci), ha favorito l'instaurarsi di una connivenza simbiotica tra la politica e il sistema bancario. Ciò per reciproca convenienza: quella della politica di poter contare sui favori dei banchieri; e quella di quest'ultimi, di poter godere di un quadro normativo di favore per incrementare i propri affari e, in caso di dissesti, contare sull'interventismo statale. Ne costituisce un esempio eclatante, tutti i salvataggi bancari effettuati in giro per il mondo, in questi anni di crisi. Non ultimo, nel contesto italiano, anche i ripetuti interventi di salvataggio a favore Monte Paschi, di cui in questo sito si è discusso molto. A conferma della connivenza esistente tra politica e sistema bancario per reciproca convenienza, nel contesto italiano, di recente, si è verificata un'inquietante circostanza che dovrebbe indurci a riflettere e a guardare al fenomeno con grande preoccupazione. Nel 2011, infatti, in nome della lotta all'evasione fiscale, il limite di spesa del contante, è passato dai 5000 euro, ai 2500, fino ad arrivare agli attuali 1000 euro. Come se ciò non bastasse, anche i pensionati che riscuotono un assegno pensionistico superiore ai mille euro, ex lege, sono stati obbligati ad aprire un conto corrente presso un istituto bancario.


Quindi, appare ben evidente quanto grande sia stato il regalo offerto alle banche che, ora, possono contare un numero più elevato di clientela alla quale applicare commissioni e vendere servizi. Per contro, il sistema bancario, sempre in nome della lotta all'evasione, è stato obbligato a fornire all'anagrafe tributaria tutte le movimentazioni di qualsiasi rapporto bancario, intrattenuto da ogni cliente. E qui, il nesso sulla reciproca convenienza, appare evidente ed inquietante. In pratica, in nome del dogma della lotta all'evasione, lo Stato ha disposto un quadro normativo di favore per il sistema bancario, ottenendo come contropartita la possibilità di indagare sulla vita di ogni cittadino, evocando a se il controllo su intere masse di popolazione. Questo articolo, pur non avendo ad oggetto la diffusione di argomentazioni circa le modalità di contrasto all'evasione fiscale e di quanto sia insensato condurre questa lotta limitando l'uso del contante, giova comunque segnalare che, la grande evasione, ossia quella che arreca danni milionari o miliardari alle casse dello Stato è proprio quella posta in essere dalle istituzioni bancarie, dalle multinazionali e dalle lobby di potere. Non è un caso, infatti, che il Ministro allo Sviluppo Economico Corrado Passera, sia indagato per una evasione fiscale miliardaria posta in essere proprio quando egli era ancora ai vertici di Intesa San Paolo, solo per citare un esempio.


Non deve sorprendere, quindi, che i promotori e gli ideologi di questo pensiero e della crociata contro l'utilizzo del contante, siano proprio quei soggetti che traggono maggior vantaggio dalla riduzione o dalla eliminazione del contante: ossia le banche, che trova nella politica un prezioso alleato a favore dei propri interessi. Non è un caso che, nel contesto italiano, negli ultimi tempi, si sia assistito ad un proliferare di preoccupanti segnali espressi sia dal mondo politico che dai banchieri, orientati proprio ad una significativa riduzione dell'utilizzo del contante o, peggio, alla completa eliminazione.
Nel tema che ci occupa, la realtà è che, l'eliminazione del denaro contante e il contestuale passaggio della moneta elettronica, ha un unico grande vincitore: il sistema bancario. Ciò per il semplice fatto che, in questo caso, la banche (Stato) avrebbero il controllo sulle nostre vite e pressoché su tutte le transazioni compiute, lucrando le relative commissioni sulle operazioni effettuate. Ma questo non è il solo vantaggio. Essendo il nostro sistema a riserva frazionaria, le banche, gestendo la massa di depositi che a quel punto si troverebbero nelle loro disponibilità, finirebbero per incrementare esponenzialmente la capacità di emettere moneta scritturale; ossia la non moneta.


Il denaro, per il sistema bancario, è elemento sul quale fonda i propri affari: in buona sostanza è la merce da vendere. Avere il controllo e la gestione di tutto il denaro, per la banca, è un moltiplicatore del proprio business e quindi di redditività.
In un sistema basato sulla riserva frazionaria quale è il nostro, accade che i 1000,00 euro che vengono depositati in banca, possono diventare (per il sistema bancario) fino a 100.000, ossia cento volte tanto. E ciò è possibile per l'effetto moltiplicativo dei depositi. Siccome sulle somme depositate la banca è tenuta ad accantonare solo l'1% del deposito (nel nostro caso 10 euro, l'1% di 1000) per far fronte ad eventuali esigenze di cassa e richieste di rimborso delle sostanze depositate, ne consegue che le altre 990 possono essere immesse nuovamente nel sistema, mediate la concessione di prestiti. A questo punto i 990 euro concessi in prestito, vengono nuovamente depositati sul sistema bancario e la banca, dopo aver provveduto ad accantonare un'altro 1% (9.90 euro in questa seconda fase) della somma depositata, avrà nuovamente a disposizione 980.10 da poter concedere di nuovo in prestito, e così via fino a che non si sarà esaurito l'effetto moltiplicatore sul deposito iniziale. Ossia fino a quando non si sarà prodotta moneta virtuale per 100.000 euro a fronte dei 1000 euro di deposito reale iniziale. In sostanza, per ogni mille euro di deposito, la banca potrà moltiplicare fino a 100.000 euro, la materia oggetto dei propri affari: il denaro.

Sulla massa di prestiti concessi, in questo caso 99.000 euro, la banca trae un enorme profitto applicando un tasso di interesse che chi ha usufruito del prestito dovrà rimborsare a determinate scadenze, unitamente al capitale preso in prestito. Alla luce del ragionamento appena esposto, risulta del tutto agevole comprendere l'interesse da parte del sistema bancario affinché si giunga alla completa eliminazione della denaro contante. Tanto meno sarà il contante in circolazione, tanto più elevata sarà la possibilità riservata alle banche di incrementare il proprio giro d'affari e aumentare a la redditività prodotta, che si traduce in bonus milionari pagati ai super manager.
In un contesto operativo come quello appena enunciato, accade inoltre che, fino a quando la banca non avrà riscosso tutto il denaro concesso in prestito, resta esposta al pericolo che tutti i depositanti chiedano di riavere le sostanze depositate di cui la banca non dispone poiché ha creato dal nulla moneta per 100.000 euro, a fronte di depositi per soli 1000 euro. In questo caso, il sistema bancario risulterebbe insolvente. Quindi, con l'eliminazione del contante, il sistema bancario, in un solo colpo, per effetto di un'imposizione normativa lesiva degli interessi delle collettività e della libertà della popolazione, scongiurerebbe il verificarsi di un vero e proprio incubo per il sistema bancario che, benché remoto, non è detto sia impossibile: la corsa agli sportelli.


In una realtà ove le condizioni praticate dal sistema bancario nei confronti della propria clientela tendono ad appiattirsi convergendo verso pricing del tutto simili, l'unica forma di concorrenza antagonista allo strapotere bancario, resta proprio l'utilizzo del contante.
Privare la popolazione dalla possibilità di utilizzare moneta contante, significa privarla della principale forma di dissenso e dissociazione nei confronti dell'arroganza bancaria; oltre che della libertà.
Un aumento di moneta non determina nessun beneficio, men che meno se si tratta di moneta del tutto astratta. Al riguardo, numerose sono le teorie economiche sostenute da altrettante scuole di pensiero, che ci confermano gli effetti distorsivi prodotti da un aumento indiscriminato della moneta poiché, questa pratica, oltre a creare una ricchezza effimera pronta a sciogliersi come la neve al sole, finirebbe anche per ridurre il potere di acquisto di ogni unità di moneta. Tutto ciò, avverrebbe, depredando i cittadini della loro ricchezza, e arricchendo ancora di più chi ha il controllo della gestione delle moneta: le BANCHE.


Proprio per le ragioni sopra esposte e per le altre che potete trovare qui, vi rinnovo l'invito ad aderire all'iniziativa CONTANTE LIBERO.
 

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