l'INVASIONE dei migranti verso l'Europa (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
nella cabina eletorale ho ragionato come dice feltri e votato i 5 STELLE
mi sono stufata della finta sinistra che fa patti con la finta destra
e la situazione italiana peggiora in continuazione

negli ultimi 20 anni le tasse sono aumentate dell/80% e il debito è aumentato di 1000miliardi
ed hanno tagliato tutti i sevizi essenziali alla popolazione!


per cui voterò ancora 5 Stelle perchè Berlusconi-Renzi-Lorenzin-Alfano & Compagnia Rubante mi fanno schifo!
lavorano solo per i loro interessi personali e degli italiani se ne fottono allegramente
promettono, promettono e non mantengono niente
la loro indole è quella di tradire gli elettori
 

tontolina

Forumer storico
Video, Imam shock: “Ai cristiani si deve rasare la testa e mettere una cintura al collo”
Da Matteo Lupatelli
8 settembre 2017

Parole che lasciano senza commenti e che sono veramente assurde quelle della conferenza dell’imam in Gran Bretagna Abu Waleed che nel 2014 provava a imporre ai cristiani di farsi rasare la testa e di indossare una cintura attorno al collo.
 

alingtonsky

Forumer storico
Volete che interrompiamo i traffici? Pagateci. La partita dei migranti si gioca sui soldi


La costa dei lager: i centri di detenzioni dei
migranti in Libia, dove neanche l'Onu entra

In Libia ce ne sono ormai dozzine. Ufficiali, gestiti da milizie vicine al governo.
E segreti, in mano alle bande di trafficanti di armi e droga. Le tribù hanno capito che tenere i migranti sotto chiave è un guadagno , proprio come farli partire.

DI FRANCESCA MANNOCCHI
08 settembre 2017


Zawhia? «Appartiene alla Libia solo sulla carta, ma in realtà ha le sue leggi, è uno stato a se stante». Mahmoud ha quasi quarant’anni, lavora per una società che si occupa della sicurezza delle aziende straniere a Zawhia, città nella parte occidentale della Libia, a circa 50 chilometri dalla capitale Tripoli. Siamo nella parte di paese solitamente indicata come “controllata dal governo di al-Sarraj”, quello riconosciuto internazionalmente, ma che invece è in mano a milizie contrapposte e bande armate che si spartiscono tutti i traffici illegali, compreso quello dei migranti.

Anche per percorrere le cinquanta miglia che separano Tripoli da Zawhia è meglio andare in barca, via mare: in automobile è troppo pericoloso. La strada costiera, rimasta chiusa più di due anni per gli scontri tra milizie rivali, ora è di nuovo aperta, ma una delle tribù della zona, quella dei Warshafana, organizza check point improvvisati per rapire le persone - e naturalmente gli stranieri valgono di più.

Quando arriviamo al porto di Zawhia, intorno a noi il silenzio è irreale. Sul pontile ci sono una manciata di pescatori: puliscono le barche, rimettono in ordine le reti. Non c’è traccia della guardia costiera e non ci sono più i volti noti del contrabbando che qui era facile incontrare fino a poche settimane fa. Non c’è traccia nemmeno dei migranti africani, che prima affollavano il porto. Un uomo di Sabratha, città vicina e anch’essa tristemente nota per il traffico di uomini, sorride: «Se pensate che il traffico si sia davvero bloccato, siete solo illusi. I trafficanti si stanno solo riorganizzando. Molti di loro si stanno spostando nella zona di Garabulli, un centinaio di chilometri più a est. Alcuni stanno solo aspettando qualche settimana per riorganizzare i viaggi non più con i gommoni ma con le grandi navi di legno che contengono più migranti».

Lungo la strada che porta al centro di detenzione di Zawhia, l’autista ha mille occhi, si guarda intorno come se fossimo sempre sul punto di incontrare le bande armate. Che hanno le mani su qualsiasi cosa e gestiscono il centro di detenzione illegale della zona. Quello inaccessibile: sia ai giornalisti sia alla polizia sia alle organizzazioni umanitarie.

Nel centro di detenzione “ufficiale” sono rinchiuse circa 1.100 persone, quasi tutti uomini, divisi in gruppi da 100 o 200 persone per stanza. Una delle guardie apre il lucchetto della cella, e gli occhi dei ragazzi incrociano i nostri, in cerca di aiuto, in cerca di risposte. John è uno dei detenuti, viene dal Gambia. «Non viene mai nessuno qui, nemmeno le Ngo. Siamo completamente abbandonati. I libici ci trattano bene solo quando arriva qualche giornalista come voi, ma appena la porta alle vostre spalle si chiude noi torniamo ad essere meno che animali. E nessuno ci dice che ne sarà di noi, fino a quando staremo rinchiusi qui e perché». Accanto a lui c’è Alizar, 17 anni, eritreo, uno tra le centinaia di migliaia di minori che fuggono dai loro paesi da soli e restano incastrati nell’inferno libico. Alizar è orfano, non riesce a lasciare la Libia e comunque non potrebbe tornare nel suo Paese, perché in Eritrea la leva è obbligatoria anche per i ragazzi giovanissimi e lui ormai è un disertore. Se tornasse, sarebbe ucciso.

Lasciamo Zawhia alzando gli occhi verso la raffineria sullo sfondo, il fumo, la fiamma, che sono simboli della ricchezza del paese, verso un’altra prigione di migranti, quella di Surman. Da Zawhia dista pochi chilometri, ma bisogna percorrere strade secondarie per evitare check point e sottrarci alle milizie di zona: ce ne sono decine, specializzate nell’assaltare e rubare i mezzi blindati o nei rapimenti i locali. E poi ci sono le milizie islamiche: sono poche, nascoste, tuttavia molto pericolose.


Il centro di detenzione di Surman è un ammasso di cemento in mezzo al nulla.
Dentro ci sono circa 250 tra donne e bambini. L’unica porta è chiusa a chiave da un lucchetto. In una stanza ci sono quattro donne stese a terra con quattro neonati: hanno tutte partorito nel centro di detenzione, nessuna di loro ha mai visto un dottore, nessuno le ha visitate, nessuno ha visitato i bambini. Non hanno niente: al posto dei pannolini usano delle coperte di lana, anche se è agosto, tenute addosso ai bimbi con dei pezzi di plastica.

Due bambini sembrano denutriti. La scorsa settimana, ci dicono, è morta una donna che aveva partorito un mese prima: ora il suo corpo è nell’ospedale di zona e nessuno sa che farne. Oggi di suo figlio, Bright, si prende cura Happiness, una ragazza, anche lei nigeriana, che ha attraversato il deserto insieme alla mamma del bambino. «Mentre stava morendo le ho promesso che mi sarei occupata io di Bright, ma come posso fare?», ci dice Happiness con il bimbo in braccio. «Qui non c’è latte, non ci sono medici, non viene nessuno ad aiutarci». Un’altra donna ci dice di aver perso le tracce di suo marito, arrestato con lei sulle coste di Zawhia. Un’altra racconta di aver viaggiato da sola nel deserto: ricorda la sete feroce, e di aver bevuto la sua pipì per sopravvivere. E ricorda di aver visto, lungo il cammino, scheletri di chi al deserto non è sopravvissuto.
Questo è il destino cui sono condannati le centinaia di migliaia di migranti intrappolati in Libia.

In quasi tutti i centri di detenzione libici le organizzazioni umanitarie e i funzionari internazionali delle Nazioni Unite non possono arrivare per ragioni di sicurezza. Non arrivano dottori, non arrivano assistenti. Non arriva nessuno.

In una spiaggia lungo la costa tra Zawhia e Sabratha incontriamo un uomo che chiameremo Khaled: parla volentieri, qui lontano da orecchie indiscrete, ...

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La costa dei lager: i centri di detenzioni dei migranti in Libia, dove neanche l'Onu entra
 

big_boom

Forumer storico
io voto lega e trovo un minimo di buon senso in quello che propone Salvini

devo dire che il rimbambimento mediatico e' allucinante: un bombardamento continuo con immagini di soli bambini africani che sono in emergenza da sempre anche quando erano solo 200 milioni 70 anni fa...
ora sono piu' di 1 miliardo e 20 milioni di vecchietti italiani pensano di salvarli!!
profughi? balle mediatiche, la realta' e' che i profughi veri sono gli italiani che scappano da anni dalle tasse reali
ci sono centinaia di milioni di "profughi" ma perche' solo africani?
perche' l'europa vuole espandersi in africa non ci sono altri motivi.


il sistema occidentale e' al collasso e l'Inghilterra e' li a dirci : "la festa e' finita" esce dall'euro e chiude le frontiere
ma gli inconcludenti e falliti politici italiani ignorano e continuano nel programma distruttivo delle identita' nazionali per costruire gli "stati uniti d'europa" con la loro quota sociale di schiavi al servizio della elite bianca

votare il bluff M5S vuol dire non aver capito nulla! e' un partito creato per sostituirsi al PD
fate i vostri interessi, fate i vostri conti e ricordatevi che le tasse che versate sono per voi, per i vostri parenti e al massimo per i vostri compaesani
e se non la pensate cosi' siete solo dei fessi pronti ad essere spennati come i polli prima del macello
 

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