Dipende da cosa uno cerca. Io ne cerco uno che mi apra un PIR fai-da-te. Quindi non esiste.
L'articolo 47 della Costituzione italiana dispone che "
La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme".
Orbene, questo principio pare essere restato lettera morta, visto che il legislatore italiano ha introdotto, per esempio, un'imposta patrimoniale (c.d. imposta di bollo), un'imposta sulle transazioni finanziarie, un'imposta su dividendi, un'imposta su interessi, un'imposta su plusvalenze (c.d. imposta sul capital gain), che sicuramente vanno nella direzione opposta al disposto costituzionale.
I nostri vicini d'oltralpe, nonostante la loro costituzione non preveda una disposizione analoga all'articolo 47 sopra citato, hanno diversi strumenti che invece rendono effettiva la tutela del risparmio, tra cui:
- il "livret A", un libretto di risparmio che tutti i residenti fiscali in Francia hanno diritto di aprire e che ha il tasso del 3% ed è
esente da imposte,
- il "livret d'épargne populaire -
LEP" ", un libretto di risparmio che tutti i residenti fiscali in Francia che hanno redditi modesti hanno il diritto di aprire e che ha il tasso del
6,1 % ed è
esente da imposte,
- il "plan d'épargne en actions -
PEA", un conto titoli
esente da imposte.
In Italia da qualche anno è possibile, in teoria, aprire un
piano individuale di risparmio (PIR), simile al PEA francese, che permette, rispettando il limite di 40.000,00 € annui e 200.000,00 € totali e mantenendo l'investimento per almeno 5 anni (sono possibili ribilanciamenti di portafoglio sostituendo alcuni titoli con altri della stessa categoria), l'
esenzione da imposte su dividendi, su interessi, su capital gain, ecc. . Tuttavia, sul mercato sono attualmente disponibili solo PIR "preconfezionati" costituiti da fondi comuni d'investimento. Oltre ad avere alte commissioni, molti di essi contengono titoli "spazzatura" (per esempio titoli di stato di paesi sudamericani rischiosi, obbligazioni AT1, ecc.) e quindi spesso il vantaggio fiscale non compensa i costi e i rischi del prodotto.
Fino a qualche anno fa era possibile la costituzione di
PIR fai-da-te, dove il cliente decideva autonomamente su quali titoli investire (azioni, obbligazioni, etf, ecc.). Attualmente gli intermediari che offrivano questa possibilità non la offrono più, probabilmente per il fatto che la gestione della conformità fiscale di questi conti titoli implica l'impiego di risorse umane e tecniche che gli intermediari preferiscono impiegare per attività più remunerative.
L'unico modo per costituire un PIR fai-da-te sarebbe tramite una
società fiduciaria che si occupi della gestione fiscale del conto titoli, a nome e per conto del cliente. Questo PIR fai-da-te "indiretto" ovviamente ha un costo ed è molto più elevato di quello che si pagava con i PIR fai-da-te "diretti" fino al 2019 (che era di 100 € annui).
Per qualche
banca, SIM o SGR che volesse acquisire molti nuovi clienti, il fatto di offrire ai clienti la possibilità di aprire un
PIR fai-da-te diretto sarebbe senz'altro un'opportunità estremamente interessante. Si tratterebbe di una situazione win-win: la banca/SIM (online) avendo l'esclusiva nazionale per questo tipo di PIR acquisirebbe un numero considerevole di nuovi clienti e i clienti avrebbero la possibilità di fruire dell'esenzione fiscale prevista dalla legge senza dover sopportare i costi e i rischi di prodotti "preconfezionati".