l'inferno fiscale in Italia (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Crisi economica Italia
Italiani tartassati: in piena crisi una stangata da 65 miliardi, e non è finita
L'Italia è una repubblica fondata sulle tasse. In piena crisi economica, l'80% del maggiore pil nominale ha subito una stangata fiscale.

Oggi - 13 Marzo 2017, ore 12:21
Giuseppe Timpone

Allarme stangata fiscale con il probabile aumento dell’IVA, che il governo Gentiloni sarebbe intenzionato a sbloccare almeno parzialmente dall’anno prossimo, quando farebbe scattare le clausole di salvaguardia, che prevedono l’innalzamento dell’aliquota massima dal 22% al 24% e quella intermedia dal 10% al 13%. Secondo Confesercenti, in un simile scenario (simulando l’aliquota intermedia al 13% e quella più bassa dal 4% al 5%), i consumi degli italiani si contrarrebbero di 8,2 miliardi (0,5% del pil), mentre l’effetto sul pil sarebbe negativo di 5 miliardi (-0,3%). E l’inflazione accelererebbe dello 0,7%, con 10.000 imprese a rischiare la chiusura.
Se c’è una cosa di cui l’economia italiana non avrebbe bisogno, questa sarebbe una nuova raffica di tasse, dopo che in piena crisi il gov.MONTI ha imposto un aggravio fiscale di ben quasi 65 miliardi di euro, circa il 4% del pil attuale.

E’ quanto emerge, analizzando i dati OCSE e confrontando gli ultimi disponibili e relativi al 2015 (il 2016 si è chiuso con un gettito fiscale ancora più alto dell’anno precedente) con quelli del 2007, ultimo anno prima della crisi.
Dieci anni fa, tra tasse e contributi previdenziali, i contribuenti italiani (famiglie e imprese) pagavano poco meno di 600 miliardi di euro (598 miliardi), il 38,9% del pil di allora.
Nel 2015, il conto era diventato più salato di 64 miliardi, salendo a 662 miliardi, il 41% del pil. (Leggi anche: Italiani tartassati: +238 miliardi di tasse in 20 anni)



Italiani tartassati per l’80% del maggiore pil dal 2007
Nel dettaglio, la tassazione sui consumi (IVA+accise) è passata da 162 a poco meno di 190 miliardi di euro; quella sui redditi delle persone fisiche o IRPEF da 164,3 a 183 miliardi; unico calo riscontrato per le imposte sugli utili delle imprese, il cui gettito è diminuito da oltre 48 miliardi a poco più di 33 miliardi di euro. Boom per le entrate derivanti dalla tassazione degli immobili, salite di 14 miliardi a 45,1 miliardi. In crescita anche i contributi previdenziali versati dai lavoratori e i datori di lavoro di 19 miliardi a 211 miliardi (ma nel 2016 sono cresciuti ulteriormente a 216 miliardi).

Questi dati ci spiegano come mai la crisi dell’economia italiana si ostini a non lasciarci in pace. Dal 2007 ad oggi, il pil reale è diminuito di oltre il 7%, quello nominale è cresciuto di appena il 5%, mentre il gettito fiscale è aumentato di circa il 10,5%, il doppio della crescita nominale. In pratica, famiglie e imprese italiane pagano tasse a vario titolo per 64 miliardi in più, quando nello stesso arco di tempo considerato, il pil è aumentato meno di 80 miliardi, ma scomputando l’inflazione, dicevamo, risulta diminuito di oltre il 7%. In pratica, per ogni euro di pil in più, 80 centesimi sono andati in tasse. Vi chiedete ancora perché i consumi siano così bassi e gli investimenti delle imprese non ripartono? (Leggi anche: Tagliare le tasse, ma alzando l’IVA: il piano Gentiloni)

Fine 1° parte. Vai a pagina 2
Volete sapere perché l'Italia non cresce? Leggete questi dati sulle tasse!
 

big_boom

Forumer storico
non e' altro che il reddito di cittadinanza mascherato da assunzione dei tempi d'oro
probabilmente clientelare, dispendioso ma funzionava in una italia nord>sud, ora direi che non puo' coesistere con l'europa e la mentalita' non assistenziale della Germania
per questo secondo me anche al sud conviene essere "leghista", perche' se arriva qualche nein tedesco salta tutto il sistema dei vitalizi del sud

 

marofib

Forumer storico
il sud non si e' mai sviluppato proprio per sto "reddito di cittadinanza/clientele"...quindi modificherei in ...NON HA MAI FUNZIONATO
se poi aggiungiamo che il periodo era favorevole per lo sviluppo e non e' stato colto...quando mai lo coglieranno?
il sud senza un cambio di mentalita' a 180 gradi sara' un danno per sè e per l'italia
 

tontolina

Forumer storico
e le entrate fiscali continuano ad aumentare.....

lo stato sanguisuga continua a mungere la ricchezza dell'italia


Entrate: Tesoro, +7,5% a/a a gennaio (+4,18 mld)

(END) Dow Jones Newswires

March 15, 2017 11:25 ET (15:25 GMT)
 

tontolina

Forumer storico

marofib

Forumer storico
cmq il debito salira' sempre per via dell'inflazione
e' il debito pil che interessa
detto questo, e' ora di fare una ridistribuzione con un sano fallimento
c'e' gente che campa con redditi creati nel 1800
se mussolini che non era di sinistra ha diviso i latifondi...
subito dopo raddoppierei le galere per impedire il riaccumolo fraudolento
 

tontolina

Forumer storico
Tasse sul reddito
Cobraf — Tasse sul reddito

In Italia chi lavora paga circa il 70% in tasse. Qui la dimostrazione matematica
By: G.Zibordi on Domenica 27 Novembre 2016 19:08

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Oggi c'era polemica sul fatto che il totale delle tasse pagate in Italia è salito a 712 miliardi, più del totale che si pagava due anni fa con Monti, a dispetto di quello che dice Renzi sulla riduzione delle imposte e la famosa "pressione fiscale" è aumentata oltre il 43%.



OK, ma il punto è che la pressione fiscale reale è il 50% perchè quella pubblicata dall'Istat e dai giornali include anche 211 miliardi di "sommerso" stimato. Se togli i 211 miliardi di sommerso hai che si pagano 712 mld l'anno di tasse, ma poi devi sottrarre al PIL ufficiale di 1,639 mld 211 mld di sommerso per cui fai la sottrazione ottieni che il PIL "non tassato" sono solo 716 miliardi. In altre parole metà PIL visibile e legale va in tasse.



pil-istat.GIF


Bene, arrivati fino qui ora occorre fare il secondo passaggio del ragionamento. In Italia lavora meno del 60% della popolazione, la popolazione attiva è il 57% cioè quelli che hanno un reddito di qualche genere e sono in età adulta sono solo 58 su 100. Questo non è normale, in Giappone e in Nord-Europa lavora il 70% della popolazione adulta. In Italia lavorano circa 23 milioni di persone su 60 milioni, anche se la popolazione attiva (età tra 16 e 64 anni) sarebbe di 38 milioni circa. Il PIL viene prodotto da circa 23 milioni di persone, più forse 2 milioni totalmente in nero (?) e distribuito poi su 60 milioni di persone, perchè anche i neonati e i bambini costano e i 35 miioni circa di persone che non lavorano costano tutti (vedi gli africani in albergo ora).



Se guardiamo al PIL legale, fatturato, visibile, è di 1,639 miliardi meno 211 miliardi di sommerso per cui è di 1,428 miliardi. Di cui 712 miliardi vanno in tasse, circa il 50%.



Ma il PIL visivile è prodotto da 23 milioni di persone sui cui ricadono questi 712 miliardi di tasse. Ora, ci sono anche i pensionati, che non producono più reddito, ma lo consumano solo e in media sono tassati di meno, diciamo un 30% e sono circa 15 milioni di persone. Poi ci sono i giovani che studiano o disoccupati e bambini sotto i 16 anni che sono circa 7-8 milioni di persone e non producono e non percepiscono direttamente reddito.



Allora, 23 milioni di persone producono 1,428 miliardi.di PIL "visibile" legale e fatturabile sui cui ricadono questi 712 miliardi di tasse. Lasciamo fuori il sommerso, chi lo produce e chi lo riceve. I 1,428 miliardi.di PIL vengono in qualche modo distribuiti su 60 milioni di italiani, ma sono prodotti da 23 milioni di italiani. Che pagano il 50% del loro reddito, 712 miliardi, in tasse le quali poi vanno a beneficiare anche pensionati e bambini (altrui ad esempio). E' ovvio quindi che i 23 milioni di italiani che lavorano legalmente pagano molto di più del 50% in tasse. Nel caso che una parte delle loro tasse ritorni come sovvenzioni di qualche genere per i loro figli recuperano qualche cosa. Ma il grosso della differenza la danno i pensionati, non i bambini. E anche tutta la gente in età tra i 16 e 64 anni che non lavora, ad esempio un figlia al Sud disoccupata.

Nell'insieme hai che 23 milioni di persone producono 1,428 miliardi.di PIL legale e visibile di cui probabilmente almeno 200 miliardi vanno a pensionati e altre persone che non lavorano, perchè in Italia appunto lavorano solo 23 milioni di persone legalmente su 60 milioni e anche gli altri consumano e costano.



Semplificando, diciamo che 23 milioni di persone producono 1,428 miliardi.di PIL legale, ne pagano 712 miliardi di tasse e però almeno 200 miliardi finiscono ad altri, pensionati, bambini, figli che studiano (propri o di altri), donne che non lavorano, africani traghettati e ospitati in albergo ecc...Forse anche più di 200 miliardi l'anno, ma mettiamo che siano solo 200 miliardi.



Bene, diciamo allora approssimando che 23 milioni di persone producono 1,428 miliardi.di PIL legale, ne pagano 712 miliardi di tasse e ne ricevono direttamente indietro però probabilmente solo 1,200 miliardi. Di conseguenza, approssimando, gli italiani che lavorano pagano oltre 700 miliardi di tasse e ne ricevono circa 500 miliardi per cui in aggregato pagano sul 65% complessivamente di tasse (circa 700 mld su circa 1,200).



Ho arrotondato i numeri e semplificato, ma la sostanza è che sul Pil legale e visibile, chi ha un reddito paga in media più del 65% e probabilmente intorno al 70%. Sostanzialmente in Italia pochi lavorano e le tasse sono altissime ed equivalgono al 65%-70% del reddito di chi lavora.

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(NOTA BENE: da quanto scritto sembrerebbe che i 200 mld circa l'anno di PIL sommerso siano prodotti da gente fuori dai 23 milioni che hanno un reddiito visibile e tassabile. Ovviamente il sommerso è prodotto per almeno metà, forse per 2/3, da gente che è regolarmente impiegata e solo una parte è prodotta da chi è fuori dai 23 milioni che l'Istat indica come gli italiani impiegati e che producono reddito visibile, Dato però che per definizione non ha statistiche precise sul sommerso l'ho lasciato fuori e ragionato solo sui 23 milioni di italiani che risultano "attivi" cioè percettori di reddito tassabile.. Si può sostenere che alla fine se ad es 100 o 150 mld dei 211 miliardi di sommerso stimati dall'Istat sono attribuibili ai 23 milioni di italiani che lavorano il loro carico reale di tasse è inferiori. Giusto, ma non sappiamo se siano 100 o 150 miliardi su 211 e in ogni caso IN BASE ALLE LEGGI FISCALI VIGENTI resta che il carico fiscale di chi lavora è intorno al 65%-70% del reddito visibile e documentato)

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tontolina

Forumer storico
In Italia i lavoratori meno pagati d’Europa
Alessandra Caparello


MILANO (WSI) – I lavoratori italiani sono i più poveri d’Europa. A dirlo l’ultima indagine Global Remuneration Planing della società di consulenza Willis Tower Watson che fornisce una nitida fotografia sugli stipendi medi in Europa.

Dal report emerge come le retribuzioni dei lavoratori italiani siano a tutti i livelli in linea con la media europea, a differenza però della maggior parte della popolazione dei paesi Ue, i nostri lavoratori soffrono per un basso potere di acquisto dovuto al costo della vita.

In Italia, secondo il report di Willis Towers Watson un middle manager tipicamente ha una retribuzione base annua di circa 69.000 euro, che scendono a 25.500 per un entry level. Considerando il potere di acquisto, middle manager scendono allottava posizione per ricchezza relativa con una retribuzione di poco inferiore a 43.000 euro, gli entry level soffrono leggermente meno posizionandosi comunque all’ottava posto del ranking con un salario molto vicino a 23.500 euro.

“Analizzando la media della retribuzione annuale lorda delle prime 20 economie europee, Middle Managers ed Entry Level italiani si posizionano al 14° posto del ranking, posizione che cambia però se presa in considerazione ad essere presa in considerazione è la media relativa al potere d’acquisto: i primi scendono alla 17 posizione, i secondi alla quindicesima”.

Ma perché il potere di acquisto dei lavoratori italiani è così basso?

L’alto livello di tassazione del Paese e l’alto costo della vita fanno sì che il potere d’acquisto di uno stipendio italiano sia notevolmente inferiore a quello della maggior parte dei Paesi europei compresi Paesi Bassi, Irlanda, Francia, lAustria, e tutti i paesi scandinavi.

In Europa il paese che vanta stipendi più alti rimane la Svizzera dove i dipendenti ricevono retribuzioni lorde in media più altre del 50% dell’Irlanda che è al secondo posto nel ranking. A determinare questo primato per gli elvetici le tasse basse e il basso costo della vita.
 

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