L’Hard Brexit spaventa l’Europa perchè (1 Viewer)

tontolina

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HARD BREXIT PIU’ PROBABILE, STERLINA CADE



Oggi si è riunito per la prima volta il gabinetto Johnson e ci sono già state diverse modifiche di rotta. Il nuovo Ministro degli Esteri al posto di Hunt, Dominic Raab, ha già aggiustato l’operare del Regno Unito nel Golfo affermando che è necessario cooperare con gli USA e quindi mettendo uno stop, per ora, al progetto di forza navale europea. Però le affermazioni più forti sono venute dall’incontro fra Boris Johnson e la Nicola Sturgeon, la leader dello Scottish National Party, e dalla risposta da Michael Gove, vice di Johnson.

La prima ha affermato che Johnson non vorrebbe un hard Brexit senza accordo, ma non ha una strada chiara. Il secondo ha chiaramente affermato che, senza nuove trattative con la UE, la strada è quella dell’hard Brexit.

Quindi il tema è diventato , diciamo così, caldo, ed i risultati sono evidenti, soprattutto nel cambio sterlina euro, sceso per la prima volta sotto 1,1 euro per sterlina:



Al contrario la borsa ha avuto uno sbalzo in avanti:



I motivi sono ovvi:

  • hard brexit richiederà politiche ancora più espansive sia dal punto di vista fiscale sia monetario, e questo fa crescere la borsa;
  • nello stesso tempo la politica monetaria espansiva ed un possibile ribasso dei tassi indebolisce la sterlina, ma questo punisce l’import e favorisce l’export britannico;
IL problema, nel caso questa situazione permanga, può derivare da una certa inflazione importata, compensata dalla maggior attività economica britannica, comunque siamo solo agli inizi della trattativa e ci sono ancora diversi mesi davanti, durante i quali le posizioni potranno cambiare.
 

tontolina

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REGNO UNITO ED INTERSCAMBIO CON LA UE: SEMPRE MENO RILEVANTE PER LONDRA


I servizi informativi del Parlamento inglese ha recentemente pubblicato un documento informativo molto interessante che mostra come la UE sia sempre meno rilevante commercialmente, pur essendo ancora il partner principale.

Nel 2018 l’import dalla UE era pari a £345 miliardi (54% del totale dell’import). L’export inglese è stato pari a 289 miliardi di sterline, 46% dell’export. Ecco una comparazione con gli scambi con gli USA


Il deficit commerciale con la UE è stato enorme nel 2018, sfiorando i 65 miliardi di sterline. La cifra più alta della storia inglese. Solo per i Servizi vi è un surplus inglese.

Il peso della quota di export del Regno Unito vero la UE in comparazione con il totale dell’export è sceso dal 55% al 46%. L’economia europea quindi è diventata meno rilevante per le produzioni britanniche. Il processo di integrazione si è invertito, almeno per quanto riguarda il Regno Unito



[URL='https://i2.wp.com/scenarieconomici.it/wp-content/uploads/2019/08/uk-eu-dati.png?ssl=1']


Se per l’Europa le esportazioni verso il Londra sono stabili o crescenti, al contrario cala l’export inglese. Capite quale sia la perplessità britannica sull’utilità dell’appartenenza all’Unione.

Vediamo come il deficit commerciale inglese sia verso solo la UE, non verso il resto del mondo. Quindi il problema è bilaterale UE, Regno Unito, non del sistema economico nel suo complesso.Probabilmente l’attuale svalutazione della Sterlina verso l’Euro è anche una reazione a questi squilibri:



Quali sono i partner europei con saldi maggiori, e come si presentano i disavanzi verso i singoli stati ? ecco un grafico riassuntivo:



Il surplus verso l’Irlanda è legato soprattutto alle merci che transitano per il Regno Unito prima di giungere a Dublino. Il deficit maggiore è con la Germania, sopra i 21 miliardi di sterline (per la precisione 21,934 milioni) cioè circa 23,5 miliardi di euro . Con l’Italia il deficit è di poco superiore a 5 miliardi di sterline (5,4 miliardi di euro) .

Insomma per il Regno Unito il peso economico dell’Unione è calante, ed inoltre è deficitario dal punto di vista della bilancia commerciale. In un’altra situazione, extra UE, il governo britannico sarebbe intervenuto attivamente per rilanciare l’export verso l’area, o svalutare la propria moneta verso l’euro, ma la prima mossa è resa impossibile dalla presenza delle regole europee. Una gabbia che vedremo se Londra lascerà il 31 ottobre.[/URL]
 

tontolina

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Brexit, firmato il provvedimento che cancella le leggi dell’Unione europea in Gran Bretagna. Governo: “Passo storico per rientro poteri”

Il ministro britannico Steve Barclay ha firmato la legge per abrogare, al momento dell'uscita dall'Ue, l’atto del 1972 che sanciva l’adozione delle leggi europee da parte del Regno Unito. Intanto, più di 100 deputati contrari all'uscita hanno chiesto di convocare il Parlamento e il leader dell'opposizione laburista vuole organizzare un voto di sfiducia contro il premier Johnson

Brexit, firmato il provvedimento che cancella le leggi dell'Unione europea in Gran Bretagna. Governo: "Passo storico per rientro poteri" - Il Fatto Quotidiano
 

tontolina

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.
come dire.... nun me ne frega una mazza di te
 

tontolina

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BREXIT: Johnson pronto a sabotare la UE se fosse concesso un nuovo rinvio. Guerra Governo Parlamento.

Secondo diversi analisti politici , che hanno avuto accesso a documenti interni al governo inglese, Boris Johnson si prepara a sabotare il funzionamento politico dell’Unione Europea nel caso vi fosse un ulteriore rinvio della Brexit. La possibilità viene ad emergere dopo che il suo piano per un trattato con la UE è stato respinto da diversi ambienti a Bruxelles.

Johnson, secondo voci interne, si prepara anche a condizionare i rapporti con i paesi europei post Brexit sulla base del loro comportamento durante questa trattativa: i paesi che non collaboreranno con l’Unione nell’imposizione di un nuovo rinvio avranno un percorso preferenziale nella definizione dei successivi trattati ed accordi, mentre i paesi che appoggeranno l’eventuale rinvio avranno un trattamento peggiore.

Praticamente il governo Johnson afferma che non chiederà mai nessun rinvio e che il “Surrendal act”, la legge che vorrebbe un rivnio nel caso di mancato accordo, non è una richiesta del governo, ma del parlamento, alla quale il governo è fermamente contrario. Praticamente, trattando con il Parlamento, avremmo un caso in cui i Paesi europei e l’Unione verrebbero a saltare il potere esecutivo, una mossa francamente non rispettosa delle vie diploatiche tradizionali e che autorizzerebbe un pericoloso dualismo politico nel Regno Unito: praticamente vi sarebbero due governi separati.

Nel frattempo il Regno unito si prepara a veder saltare e fallire le trattative con l’Unione Europeo, in questa situazione confusa si è perfino parlato della nomina di Nigel Farage come commissario europeo nel caso di rinvio, un modo ulteriore per sabotare i processi europei ed obbligare ad una Brexit, in un modo o nell’altro.

Il governo appare deciso a proseguire nell’uscita al 31 ottobre. Il Parlamento potrebbe fermarlo ponendo un voto di sfiducia, ma, in questo caso, non c’è nessuna certezza che si potrebbe formare una maggioranza alternativa e, dopo 14 giorni, ci sarebbero nuove elezioni che nessuno, a parte Johnson e Farage, sembrano volere. Del resto i sondaggi sanno i Conservatori in forte vantaggio e, nel caso di accordo con Farage, godrebbero di una maggioranza talmente schiacciate da poter governare in piena libertà, imponendo la Brexit che vuole

UK, ComRes poll:
CON-ECR: 33% (+6)
LAB-S&D: 27%
LDEM-RE: 19% (-1)
BREXIT-NI: 13% (-4)
SNP-G/EFA: 4%
GREENS-G/EFA: 3%
UKIP-ID: 1%
+/- vs. 24 September 2019
Fieldwork: 4-6 October 2019
Sample size: 2,006
UK - Europe Elects pic.twitter.com/8CSZoqzqtU
— Europe Elects (@EuropeElects) October 7, 2019
 

tontolina

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BREXIT 2: I colloqui fra UK e UE sono “Morti” dopo una telefonata fra Merkel e Johnson

Mi scuso se torno rapidamente sul tema Brexit, ma ci sono delle novità che meritano di essere analizzate.
Questa mattina vi è stato un colloquio telefonico fra Boris Johnson e Angela Merkel al termine del quale si è chiarita la situazione, aprendo la strada al No Deal. Secondo fonti di Downing Street durante questo colloquio la signora Merkel avrebbe messo ben in chiaro che non può esserci accordo senza una permanenza all’interno dello spazio doganale della UE dell’Irlanda del Nord senza un termine, in eterno.
Questo, secondo i negoziatori inglesi, viene a mostrare una nuova posizione dell’Unione secondo la quale questa verrebbe ad avere un diritto di veto per l’uscita del Regno Unito dall’unione doganale per quanto riguarda l’Irlanda del Nord. Questo diritto di veto sarebbe esercitato dalla repubblica d’Irlanda.

A questo punto, a queste condizioni, non è possibile una prosecuzione delle trattative fra le due parti.
Il governo inglese dovrebbe pubblicare fra oggi e domani nuovi documenti relativi alla preparazione per l’Hard Brexit, mentre il governo irlandese ha affermato che si ritiene perfettamente pronto per un’eventuale uscita non regolata.
La notizia della telefonata ha anche causato le ire del DUP, il partito unionista nord irlandese che si è ritenuto offeso dal fatto che, se l’accordo proposto da Johnson lasciava un grande potere all’assemblea regionale, al contrario l’Unione vuole tacitare completamente il Nord sulla questione. [la solita Unione Europea che non sa cosa sia la democrazia]

A questo punto il No Deal è sempre più vicino ed un eventuale rinvio viene a dipendere dalla guera guerreggiata fra governo britannico ed Unione Europea
 

tontolina

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Brexit, Johnson trova accordo con Ue, ora lo aspetta sfida a Westminster
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Mercato azionario2 ore fa (17.10.2019 15:53)
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di Elizabeth Piper e John Chalmers

BRUXELLES (Reuters) - La Gran Bretagna ha raggiunto in extremis un accordo sulla Brexit con l'Unione europea, a più di tre anni dal referendum che ha sancito la volontà dei britannici di lasciare il blocco dei 28, ma l'intesa deve essere votata dal Parlamento di Londra.

"Quando c'è la volontà si trova un accordo, e ne abbiamo uno. È un accordo giusto e bilanciato per la Ue ed il Regno Unito, ed è la prova del nostro impegno a trovare delle soluzioni", ha twittato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker a poche ore dal Consiglio Ue di Bruxelles.

Il capo uscente dell'esecutivo Ue ha raccomandato agli stati membri di approvare l'accordo.

"Credo sia giunto il momento di completare il processo di uscita dalla Ue e di andare avanti, il più rapidamente possibile, con i negoziati sulla partnership futura con la Gran Bretagna", ha scritto Juncker in una lettera.

"Abbiamo un grande nuovo accordo per la Brexit", ha commentato il primo ministro britannico, Boris Johnson.
Johnson spera che Westminster ratifichi l'accordo in una seduta straordinaria che si terrà sabato, consentendo la Brexit il 31 ottobre.

Il partito nordirlandese Dup i cui voti servono a Johnson per la ratifica, si rifiuta di sostenere l'accordo.

Il leader laburista Jeremy Corbyn, a capo del maggior partito d'opposizione, ha detto di essere "scontento" e che voterà contro. Parlamentari laburisti riferiscono di aver ricevuto direttive per sostenere sabato un nuovo referendum.

STERLINA IN RIALZO

La sterlina ha reagito alla notizia dell'accordo guadagnando fino all'1% e i titoli britannici sono in spolvero.

I negoziatori hanno lavorato freneticamente questa settimana per trovare un compromesso sul punto di confine con l'Irlanda, questione più spinosa della Brexit, contrattando su ogni passaggio, dai controlli doganali alla questione del via libera da parte dell'amministrazione dell'Ulster.

Il dilemma principale era come prevenire che il confine tra le due irlande diventasse un punto d'accesso illegale al mercato unico europeo, senza che venissero eretti controlli che potrebbero minare il Good Friday Agreement del 1998, che ha posto fine a decenni di conflitto nella provincia.

Con l'accordo raggiunto oggi, l'Irlanda del Nord resterà nella zona doganale britannica, ma verranno applicati dazi sulle merci trasferite dall'isola della Gran Bretagna all'Irlanda del Nord, qualora fossero dirette verso la Repubblica d'Irlanda o l'Unione europea.

"Allo stato attuale, non possiamo accettare le proposte sulla dogana ... e vi è anche poca chiarezza sull'Iva", commentano i leader del Dup, Arlene Foster e Nigel Dodds.

"Continueremo a lavorare con il governo per cercare di trovare un accordo ragionevole per l'Irlanda del Nord e che preservi l'integrità economica e costituzionale del Regno Unito".

Johnson non ha la maggioranza dei 650 seggi del Parlamento, e avrebbe bisogno almeno di 318 voti perché l'accordo venga ratificato sabato. Il Dup ha 10 voti.

QUESTIONE TORNA A GIUDIZIO DI WESTMINSTER

Il Parlamento britannico ha già rifiutato tre volte simili accordi raggiunti dal precedente primo ministro, Theresa May.

Johnson ha ottenuto l'incarico dopo aver promesso di rinegoziare l'accordo trovato dalla May, nonostante lo stia riproponendo in buona parte, con modifiche sulla questione del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda.

L'incertezza comporta che, a due settimane dal termine ultimo per l'uscita del Regno Unito dalla Ue, i possibili scenari spaziano da un'uscita regolare a una uscita disordinata o addirittura un nuovo referendum.

Johnson ha più volte detto che non chiederà una proroga, nonostante il Parlamento abbia approvato una legge che lo obbligherebbe a farlo se l'accordo non venisse ratificato entro sabato.
 

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