l’Economia Italiana NON è adatta a cambi fissi e moneta forte, (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
L’Italia [definita in modo spregiativo Italietta] è stata più produttiva degli USA?
Si (…. ed indovinate quando)


L’Italia è stata più produttiva degli USA? Si (…. ed indovinate quando)


Un articolo di BusinessInsider internazionale ci riporta un paio di dati interessanti che vorremmo mettere in evidenza, e soprattutto mostra, per l’ennesima volta, come la permanenza dell’Italia in questo Euro sia una follia, che non può continuare e che sta conducendo ad un vicolo cieco. nello stesso tempo ci viene a ricordare come questa situazione non è strutturale, ma figlia di una serie di scelte politiche affrettate e non considerate.

Nello stesso tempo la “Perma recession” , cioè la situazione di recessione permanente, non sembra poter avere una soluzione logica. Il debito italiano è molto alto, e non da ora: ormai sono 5 anni, dal governo Monti, che non viene ad essere ridotto il debito.
Nello stesso tempo appare chiaro che la caduta del governo attuale e la sua sostituzione con un governo alla Monti , che tenti di applicare una politica di austerità e di contrazione economica, quindi con un calo della spesa o un aumento dell’imposizione fiscale, o entrambi, oltre ad essere politicamente improponibile, porterebbe allo stesso effetto sul debito del periodo dell’Austero Governo [cioè alla depressione economica].

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Appare chiaro che quindi la situazione è senza uscita:
  • bisogna evitare di violare i vincoli europei;
  • rispettare i vincoli europei porta alla recessione ed al default.
Certo l’Italia ha molti problemi:
  • mancano gli investimenti;
  • la classe politica non è spesso all’altezza;
  • la classe imprenditoriale non è quasi mai all’altezza, vedi ad esempio la cessione di Magneti Marelli;
  • un problema di corruzione;
Tutto questo ha portato ad una contrazione della produttività del lavoro,
ma vorrei proporvi un grafico che dovrebbe farvi pensare: mettiamo rapporto la produttività italiana con quella degli USA e vediamo quanto questo rapporto ha superato l’unità.

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L’Italia ha avuto due periodi in cui la propria produttività del lavoro ha superato quella americana, cioè dalla fine degli anni ottanta al 1991 e dal 1993 al 1996. Cosa ha posto fine a questi periodi di efficienza, di alta produttività? I cambi fissi.

Fino a quando il semplice e banale concetto che l’Economia Italiana NON è adatta a cambi fissi e moneta forte, se non raggiunta per via ENDOGENA, non ci sarà nulla da fare. Purtroppo gran parte della classe dirigente unisce una forte spinta autoritaria ad una scarsa capacità critica, per cui siamo spacciati, a meno di grandi cambiamenti.
 

tontolina

Forumer storico
Un’Italia sempre prima e sempre ultima: storia di un disastro economico e sociale
di Davide Gionco

Oramai ci siamo assuefatti e rassegnati a subire quasi quotidianamente notizie sull’Italia che è all’ultimo posto per gli indicatori economici che sarebbero positivi ed al primo posto per gli indicatori economici ritenuti negativi.
Lo “spettacolo” diventa poi disgustoso quando sono i partiti politici di opposizione, quelli che negli anni precedenti hanno portato avanti le politiche economiche che hanno ridotto l’Italia in queste condizioni, che come avvoltoi denunciano la disastrosa situazione economica dell’Italia, proponendo come soluzioni le stesse “ricette” che hanno causato i problemi.





La realtà è che l’Italia è da molto tempo “all’ultimo posto” per la crescita economica.
Almeno da 10 anni a questa parte (ma anche prima non erano rose e fiori).

Il prodotto interno lordo (GDP in inglese) dell’Italia è costantemente inferiore a quello dell’Area Euro.
Anziché dare le colpe all’attuale governo, che per il momento -francamente- non sta facendo molto per invertire la rotta, sarebbe il caso di comprenderne le ragioni.





Il disastro della situazione italiana non lo si evince solo dall’andamento del prodotto interno lordo, che in fin dei conti è solo uno degli indicatori di analisi della situazione, ma anche da molti altri dati.

In Italia negli ultimi anni è costantemente aumentata la povertà, che colpisce soprattutto le giovani generazioni, ovvero i minori che vivono in famiglie con figli a carico (below 18) ed i giovani che non riescono a trovare lavoro.





Inoltre l’Italia è ritornata da tempo ad essere una terra di emigranti, con un impressionante aumento dei flussi migratori dall’Italia verso l’estero, in modo particolare dei nostri giovani laureati e non.



A questi flussi si aggiungono i flussi migratori interni dal Mezzogiorno verso il Nord Italia, con 1,2 milioni di persone che hanno lasciato il Sud per il Nord


Non solo. A causa della crisi economica gli italiani hanno smesso di fare figli, in quanto non si sentono in grado di mantenerli e di garantire loro un futuro migliore.





Se oggi siamo in crisi economica a causa di scelte politiche sbagliate, domani lo saremo in quanto avremo pochi giovani in grado di lavorare e molti anziani da mantenere.
Calcolando che ci vogliono almeno 25 anni a generare, crescere e formare un nuovo cittadino-lavoratore, fin d’ora possiamo dire di esserci condannati al suicidio demografico, tanto più grave quanto più l’attuale situazione perdura nel tempo.

Questo avviene in quanto il prodotto interno lordo attuale è inferiore a quello dell’anno 2000 (ma nel frattempo il costo della vita è aumentato del 36%) ovvero veniamo da 20 anni consecutivi di politiche di impoverimento della popolazione italiana.


Non solo. Questo è il dato medio, ma nel contempo è anche avvenuto uno spostamento di ricchezza dai più poveri ai più ricchi del paese adottando politiche di non-redistribuzione fiscale della ricchezza. In questa speciale classifica l’Italia è seconda solo alla Grecia.


Dall’ingresso nell’euro (con relative regole di austerità) l’Italia ha registrato un arresto nella crescita del prodotto interno lordo.


Tale arresto ha causato dapprima un crollo del risparmio fino al 2010, con relativo crollo degli investimenti.
Dopo di che, con l’inasprimento delle politiche di austerità causato dal governo di Mario Monti, vi è stato un definitivo crollo degli investimenti, unito ad una ripresa del risparmio (ovvero: chi potrebbe spendere non lo fa, per timore della crisi economica). E ricordiamoci che il PIL è costituito principamente dalla somma degli investimenti pubblici e privati.



Se gli investimenti privati sono calati per la perdita di fiducia (e a ragione) nella situazione economica del paese, il calo degli investimenti pubblici è stato causato unicamente dalla decisioni politiche dei vari governi.



Cosa che non è avvenuta negli altri paesi.


Nel contempo è anche aumentata la pressione fiscale, pur se con una lieve riduzione negli ultimi anni.



continua
 

tontolina

Forumer storico
Ma perché è avvenuto tutto questo?
La risposta è “Trattato di Lisbona” (simile al precedente Trattato di Maastricht), quello in cui l’Italia si è impegnata ad attuare le politiche di austerità per “ridurre il debito pubblico”, cedendo di fatto il controllo delle proprio politiche economiche ad oscuro burocrati di Bruxelles, mai votati da nessuno di noi, che decidono indifferenti alle sofferenze del popolo italiano ed alla devastazione economica che segue dalle loro decisioni. Tanto non devono renderne conto a nessuno.


E in effetti in questi anni di politiche europee l’Italia, come sempre al primo o all’ultimo posto, è fra i paesi che meno di tutti hanno fatto salire il debito pubblico, solo del 30% del valore dal 2008 al 2015.



L’Italia si piazza al primo posto delle politiche di austerità, avendo aumentatno dal 2005 al 2015 la spesa pubblica, al netto degli interessi sul debito, solo del 4%.



Essendo la spesa pubblica una componente essenziale del PIL e del reddito di milioni di italiani, fra dipendenti pubblici e lavoratori di imprese che sono fornitrici di beni e servizi per lo Stato, ovviamente il PIL non è salito come avrebbe dovuto.

E infatti l’Italia, ancora una volta al primo posto, è il paese dei paesi OSCE che più di tutti ha realizzato anni consecutivi di attivo di bilancio primario, che significa che il popolo ha pagato in tasse più di quanto ha ricevuto sotto forma di pagamenti pubblici.

Dal 1995 al 2015 l’Italia ha accumulato un attivo di bilancio primario di 657 miliardi di euro. Ovvero denaro che è stato tolto dalle tasche degli italiani e utilizzato per “ridurre il debito” ovvero per darlo agli investitori finanziari.



A queste politiche di austerità si sono aggiunte le porte aperte agli speculatori finanziari, che hanno vampirizzato il nostro paese inondandolo di titoli derivati. Solo fra il 2011 e il 2014 l’Italia ha pagato ben 16 miliardi ai vari speculatori.



Non lasciamoci abbattere cadendo nella disperazione.
Questi dati drammatici sulla situazione economica e sociale dell’Italia non sono altro che le conseguenze di scelte politiche totalmente sbagliate, che hanno messo al primo posto la “riduzione del debito” e all’ultimo posto la situazione del paese reale.

I dati sopra esposti dimostrano che l’Italia è agli ultimi posti in Europa per crescita economica e per il deterioramento della situazione sociale proprio perché è al primo posto nell’attuazione delle politiche di austerità imposte dall’Unione Europea, che consistono nei tagli degli investimenti pubblici (che significano tagli alle opportunità di lavoro per persone ed imprese) e nell’aumento della pressione fiscale, il che realizza un attivo del bilancio dello Stato (bilancio primario) ed un passivo del bilancio degli italiani, che inevitabilmente si impoveriscono, non fanno figli, emigrano.

L’obiettivo di “ridurre il debito pubblico” è qualche cosa privo di senso, in quanto il “debito pubblico” non è altro che la sommatoria del denaro che la banca centrale (Banca d’Italia prima, Banca Centrale Europea oggi) ha creato per conto dell’Italia.
Si tratta di denaro creato dal nulla, stampando dei pezzi di carta, il quale è stato “prestato” allo stato italiano.
Seil debito venisse tutto ripagato, semplicemente avverrebbe la restituzione alla BCE di tutte le euro-banconote in circolazione. Che vantaggio ne avremmo?
Come se la società Juventus Football Club dovesse restituire alla tipografia un importo di denaro pari al valore nominale dei biglietti della partita di calcio.
E quale vantaggio avremmo a ridurre il debito, se il prezzo da pagare è la distruzione della nostra economica, al punto che il PIL diminuisce e il rapporto debito/PIL aumenta, nonostante tutti i tagli alla spesa pubblica e gli aumenti di tasse?
L’unico caso storico di totale riupagamento del debito pubblicoebbe luogo nel 1584 presso la Repubblica di Venezia.
Le conseguenze furono una grave crisi economica della Serenissima, mentre non vi fu alcun vantaggio né per i Veneziani, né per gli investitori/risparmiatori.

La cattiva notizia è che la situazione è molto grave e che, per il momento, non vi sono segnali concreti di miglioramento.

La buona notizia è che la soluzione dei problemi dipende solo da noi. Non abbiamo attendere un eventuale “miglioramento della congiuntura internazionale”, né l’arrivo di fantomatici “capitali esteri”.
La soluzione dei problemi sta nel riprendersi la sovranità monetaria. Ci siamo occupati dell’argomento in questo articolo:
L’Italia deve “uscire dall’euro”? Quali strade possibili?
Avendo il controllo della quantità e delle modalità di emissione del denaro che lo stato spende per finanziare gli investimenti pubblici è certamente possibile aumentare gli investimenti pubblici, creando delle nuove opportunità di lavoro per cittadini ed imprese ed invertendo il trend delle politiche di austerità.

In proposito esiste un eclatante precedente storico.
Qui sotto sono rappresentati i disoccupati (in milioni di persone) che ci furono in Germania fra il 1921 e il 1939.


Fonte: http://www3.ilch.uminho.pt/kultur/Statistik Arbeitslose 1921 - 1939.htm


Nei famosi anni della iperinflazione della Repubblica di Weimar, quelli durante i quali la gente andava in giro con carriole piene di banconote, il numero di disoccupati era inferiore ad un milione di persone.
A partire dal 1930 Francia e Regno Unito, i vincitori della Prima Guerra Mondiale, imposero alla Germania le politiche di austerità, in modo da garantire il pagamento dei debiti di guerra e di evitare fenomeni inflattivi come quelli sopra descritti.
Il risultato fu una impennata del numero di disoccupati fino ad oltre 4 milioni nel 1932 ed oltre 5 milioni nel 1933.
Non a caso, in questa situazione di povertà diffusa e di disperazione del popolo tedesco, salì al potere Adolf Hitler, il quale nominò a ministro dell’economia il geniale economista Hjalmar Schacht, il quale emettendo una moneta parallela creata direttamente dallo Stato, i MEFO, riuscì nel giro di pochi anni a ridurre la disoccupazione e la povertà in Germania, portandola sostanzialmente a zero fra il 1938 e il 1939.
Dopo di che, come noto, Hitler usò la forza lavoro del popolo tedesco per preparare la Seconda Guerra Mondiale, ma questo indirizzo politico non ha nulla a che vedere con la “soluzione tecnica” della sovranità monetaria.

Le soluzioni ai gravi problemi economici e sociali dell’Italia, quindi, dipendono solo da noi, dalle nostre scelte quando andiamo a votare e dalle scelte dei nostri governanti.
 

tontolina

Forumer storico
Antonio M. Rinaldi: come fa il PD a prendersi Moscovici come testimonial!! Intervista video completa.
Antonio M. Rinaldi: come fa il PD a prendersi Moscovici come testimonial!! Intervista video completa.

Grande Intervista di Antonio M. Rinaldi per Franco Bechis de “Il Tempo TV”. Noi vi presentiamo tutta l’intervista, in forma video, ed un breve estratto scritto sui temi economici, quelli di maggior interesse per noi.
Per chi volesse seguire tutta l’intervista scritta può trovarla a questo link.
Buona lettura e buon ascolto!



Non faccia propaganda, su: lei è un tecnico.
Ma lo dico da cittadino: sono sconcertato da Nicola Zingaretti che inaugura la sua campagna sulle europee invitando Pierre Moscovici, il francese che da anni sputa addosso all’Italia cercando di metterla sempre più in difficoltà e ovviamente ha continuato a farlo quella mattina stessa. Da candidato invece non potevo aspettarmi uno spot migliore di questo, perché ci porta solo voti. Come ce li porta Lilli Gruber.

Ah sì? Non mi sembra faccia spot per voi…
Certo che li fa. Non l’ha vista l’altra sera quell’intervista così aggressiva a Salvini? Il mattino dopo al bar mi chiedevano: “ma si sono messi d’accordo prima?”. Perché certo alla fine gli porta voti. Poi, per carità, questo è quel che dice la gente. Però è la gente che poi va a votare…

Ma lo sa che in queste settimane di Europa non si è proprio mai parlato?
E che ci capisce la gente con tutti quegli acronimi strani? Fiscal compact, Fesf, Mes, quantitative easing, bail in…

… qualcuno buono, qualcuno meno.
No, sono tutti cattivi.

Anche il quantitative easing? Ma non è quello che ha salvato l’Italia nella tempesta finanziaria?
Fatto così manco lui è così buono. Lungi da me criticare Mario Draghi, che ha le mani legate da un regolamento e da uno statuto folle. Con quelle regole però ha dovuto comprare più titoli tedeschi- che non avevano alcun bisogno- che titoli italiani mentre il paese era in tempesta. Così si aggravava la distanza fra i due, e quindi lo spread.

Nessuno di voi parla più dell’euro che sembrava il grande nemico fino a qualche tempo fa. Eppure da quando è entrato in vigore l’Italia improvvisamente è crollata in tutto agli ultimi posti della classifica europea. Secondo lei perché?
Perché con l’euro si è voluto fare un vestito unico che andasse bene per tutti, e la nostra economia era la meno simile alle altre, e quindi ne soffre di più. E’ come se ti servissero una pietanza unica, e non c’è verso di dire loro che a te fa male il sale, o che vorresti meno grassi o più proteine, perché comunque te la devi mangiare così come è. Mentre invece i tuoi spaghetti sono vietati, banditi dalla tavola.

Bella immagine. Mi faccia capire meglio.
Glielo spiego con la Costituzione italiana, che disegna un modello economico keynesiano, improntato al welfare. Questa è la nostra caratteristica, che però è incompatibile con il modello economico che la Ue ci impone. Il fatto è che l’euro si poteva anche adottare, però alla fine di un lunghissimo percorso di unione politica, istituzionale e culturale. Invece si è partiti da quello adottando la moneta dal mattino alla sera. Così si è fatta una integrazione forzosa con morti e feriti. Noi siamo i feriti.

Ecco la versione video e completa.
 

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