doncraudio
intellettuale stronzissimo
Come per la erotia eterosessuale, si ha anche per l'autoerotia la tendenza verso un'estensione o almeno una applicazione alla collettività. La nostrra collettività, il nostro gruppo, la nostra aggregazione, il nostro clan, nella vita militare o civile, nel collegio o nell'ordine (benedettini, francescani, domenicani, cappuccini dei Promessi Sposi ecc.) è sentita come corpo nostro, noi soffriamo dei suoi mali e del suo bene ci allietiamo. Il suo orgoglio è il nostro e di tutte le sue penne facciamo una sola rota sul nostro boccone scelto di tacchini in preda a smania associativa. Municipalismo, campanilismo, cecità di parte, spirito di corpo, amore del proprio reparto, del centrosinistra, orgoglio della propria classe ovvero stato sociale, della categoria sindacale, spirito agonistico degli idolatri de' diporti, il Milan, la Juventus, amore alla propria generazione ecc. ecc., sono tutte forme, talora necessarie, di una estensione della carica narcissica o autolibido alla collettività o al gruppo di cui si è parte o per cui idealmente si parteggia. La propria famiglia, la propria scolaresca, la gente di villa propria, i covassalli della baronia possono venir sentiti come Io, in termini precisamente narcissici. Ciò è bene fino a un certo punto, male al di là. E' bene che tu prediliga Melano: male quando per amor di Melano tu sostenessi che certi leonardeschi di Lombardia sono pittori emeriti di molto merito.