Le PENSIONI D'ORO (1 Viewer)

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Ecco i 94 senatori che hanno votato contro i tagli alle pensioni d’oro – I nomi





Ecco i 94 senatori che hanno votato contro i tagli alle pensioni d’oro – I nomi

05/05/2012
By Massimo Malerba
Qualche giorno fa un fatto clamoroso ha scosso il Senato. Nella votazione sui tagli alle pensioni d’oro ai supermanager pubblici il governo (che voleva difenderle) è stato battuto grazie da un emendamento di Idv e Lega. Sorprendentemente, la maggioranza dell’Aula si è dichiarata favorevole ad intervenire sul trattamento pensionistico dei burocrati di Stato che oggi godono di stipendi favolosi e domani avrebbero goduto di pensioni altrettanto favolose. Ne abbiamo parlato qua. Forse, finalmente, si sono resi conto che in un momento in cui tutti gli italiani vengono chiamati a grandi sacrifici togliere qualche euro ai boiardi di Stato, che oggi percepiscono, come il presidente dell’Inps o quello di Equitalia, stipendi fino a 1.200.000 euro all’anno (pagati da noi) sarebbe stato un atto minimo di equità.
E tuttavia, in 94 si sono battuti come leoni contro quell’emendamento e a favore del mantenimento delle pensioni d’oro. Tutto il Pd, ad eccezione di sette senatori che, in uno scatto di dignità, hanno votato contro. Ad esprimersi a favore dell superpensioni dei manager pubblici troviamo, per esempio, figure del calibro di Anna Finocchiaro, Enzo Bianco, Maurizio Gasparri o Pietro Ichino, lo stesso che va in giro a predicare il superamento del divario tra le generazioni.
Non è stato facile trovare i nomi dei 94. Nessuno li ha pubblicati o diffusi, forse pensando così di occultare un dato importantissimo e imbarazzante. Noi invece pensiamo che gli elettori debbano sapere come si muovono i propri rappresentanti dentro il Parlamento, perché è lì, nei meandri dell’attività parlamentare, che va giudicato il loro lavoro e non sui giochetti retorici nei salotti tv. E allora ci siamo messi al lavoro: siamo andati sul sito del Senato, spulciato i resoconti stenografici, individuato (con difficoltà) il codice della votazione e infine elaborato questo elenco. E’ questo, secondo noi, il compito di chi fa informazione, anche di chi, come noi, la fa in maniera volontaria e gratuita (a proposito, se volete sostenerci andate qua) Di seguito l’elenco. Vi invitiamo a diffonderlo il più possibile

1) Adamo Marilena (Pd)
2) Adragna Benedetto (Pd)
3) Agostini Mauro (Pd)
4) Armato Teresa (Pd)
5) Astore Giuseppe (Gruppo Misto)
6) Baio Emanuela (Api)
7) Barbolini Giuliano (Pd)
8 ) Bassoli Fiorenza (Pd)
9) Bastico Mariangela (Pd)
10) Enzo Bianco (Pd)
11) Biondelli Franca (Pd)
12) Blazina Tamara (Pd)
13) Filippo Bubbico (Pd)
14) Antonello Cabras (Pd)
15) Anna Maria Carloni (Pd)
16) Maurizio Castro (Pdl)
17) Stefano Ceccanti (Pd)
18) Mario Ceruti (Pd)
19) Franca Chiaromonte (Pd)
20) Carlo Chiurazzi (Pd)
21) Lionello Cosentino (Pd)
22) Cesare Cursi (Pdl)
23) Mauro Cutrufo (Pdl)
24) Cristina De Luca (Terzo Polo)
25) Vincenzo De Luca (Pd)
26) Luigi De Sena (Pd)
27) Mauro Del Vecchio (Pd)
28) Silvia Della Monica (Pd)
29) Roberto Della Seta (Pd)
30) Ulisse Di Giacomo (Pdl)
31) Di Giovan Paolo Roberto (Pd)
32) Cecilia Donaggio (Pd)
33) Lucio D’Ubaldo (Pd)
34) Marco Filippi (Pd)
35) Anna Finocchiaro (Pd)
36) Anna Rita Fioroni (Pd)
37) Marco Follini (Pd)
38) Vittoria Franco (Pd)
39) Vincenzo Galioto (Pdl)
40) Guido Galperti (Pd)
41) Maria Pia Garavaglia (Pd)
42) Costantino Garraffa (Pd)
43) Maurizio Gasparri (Pdl)
44) Antonio Gentile (Pdl)
45) Rita Ghedini (Pd)
46) Giai Mirella (Gruppo Misto)
47) Basilio Giordano (Pdl)
48) Claudio Gustavino (Terzo Polo)
49) Pietro Ichino (Pd)
50) Cosimo Latronico (Pdl)
51) Giovanni Legnini (Pd)
52) Massimo Livi Bacci (Pd)
53) Andrea Marcucci (Pd)
54) Francesca Maria Marinaro (Pd)
55) Franco Marini (Pd)
56) Ignazio Marino (Pd)
57) Marino Mauro Maria (Pd)
58) Salvatore Mazzaracchio (Pdl)
59) Vidmer Mercatali (Pd)
60) Riccardo Milana (Terzo Polo)
61) Francesco Monaco (Pd)
62) Enrico M0rando (Pd)
63) Fabrizio Morri (Pd)
64) Achille Passoni (Pd)
65) Carlo Pegorer (Pd)
66) Flavio Pertoldi (Pd)
67) Lorenzo Piccioni (Pdl)
68) Leana Pignedoli (Pd)
69) Roberta Pinotti (Pd)
70) Beppe Pisanu (Pdl)
71) Donatella Poretti (Pd)
72) Raffaele Ranucci (Pd)
73) Giorgio Roilo (Pd)
74) Nicola Rossi (Pd)
75) Antonio Rusconi (Pd)
76) Gian Carlo Sangalli (Pd)
77) Francesco Sanna (Pd)
78) Giacomo Santini (Pdl)
79) Giuseppe Saro (Pdl)
80) Anna Maria Serafini (Pd)
81) Achille Serra (Terzo Polo)
82) Emilio Silvio Sircana (Pd)
83) Albertina Soliani (Pd)
84) Marco Stradiotto (Pd)
85) Antonino Strano (Pdl)
86) Salvatore Tomaselli (Pd)
87) Giorgio Tonini (Pd)
88) Achille Totaro (Pdl)
89) Tiziano Treu (Pd)
90) Simona Vicari (Pdl)
91) Luigi Vimercati (Pd)
92) Vincenzo Vita (Pd)
93) Walter Vitali (Pd)
94) Luigi Zanda (Pd)
Elaborazioni Il Post Viola su resoconto stenografico Senato (pagine 121-128, codice votazione 016)


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tontolina

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abbiamo i Ladri di stato che si fanno le Leggi piene di privilegi!

INPS: buco da 10 miliardi. Dal 2015 pensioni a rischio, ma nessuno deve parlarne. Tra qualche anno niente pensioni!

e qualchuno ... incassa pure TRE vitalizi!!! schifosi ladroni alle dipendenze di RE GIORGIO DI SAVOIA https://www.facebook.com/photo.php?...0616983248931.380943.655728930&type=3&theater

GIORGIO DI SAVOIA (detto Napolitano)


NAPOLITANO È FIGLIO DI RE UMBERTO II DI SAVOIA ------------------------------- (di Cristiano Lovatelli Ravarino) ----------
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«Pochi lo sanno, anzi in Italia sono in molti ma tacciono, ma quando la gente scherzando allude al fatto che il Presidente Napolitano sembra il figlio di Re Umberto II, tanto ne è il sosia, sbaglia. Nel senso che Napolitano non sembra... È il figlio naturale del nostro ultimo Re. Sua madre, contessa di Napoli (titolo che da buon comunista ha sempre accuratamente nascosto come Berlinguer faceva con il suo titolo di marchese) era una delle dame di compagnia della regina Maria Josè che, a volte, esasperata dalla folla di amanti del Re (in genere donne) gli piazzava rappresaglie gigantesche e se ne andava (notoriamente innamorandosi forse una sola volta: di Indro Montanelli che da grandissimo signore si è sempre rifiutato anche solo di discutere l'argomento).
In una di queste prolungatissime assenze la dama di compagnia di Maria Josè lo divenne anche del Re, al punto che ne nacque il prestigioso pargolo.
Questo accadimento, confermatomi in una intervista registrata che ancora conservo da uno dei comunisti più informati, e anche per bene, che abbia mai conosciuto, Ciro Soglia (grande giornalista, grande partigiano), costò l'elezione a segretario del PCI al nostro attuale Presidente.
Quando Berlinguer morì, anche un focomelico avrebbe capito che il PCI disponeva di due sofisticati, colti, rassicuranti fuoriclasse per scalare, fin da allora, le paure della borghesia: l'ex sindaco di Bologna, Renato Zangheri, e il nostro attuale primo cittadino.
Invece si suicidarono eleggendo l'ultima raffica di Stalin all'interno del PCI: Natta, pedante, tardoleninista, gufaceo, impresentabile.
Come fu possibile?
È molto semplice. L'ex sindaco di Bologna aveva da tempo una incredibile storia segreta (preberlusconiana osiamo dire) con la nobile moglie di uno dei più rampanti industriali italiani, Napolitano, invece, era il figlio genetico del Re. Due giganteschi scheletri nell'armadio che il partito temeva sarebbero saltati fuori se la stampa internazionale avesse iniziato a scavare a fondo nelle loro vite se eletti segretario. Quindi elessero la continuità perbenista, una continuità ideologicamente già incartapecorita, quasi commoventemente grottesca, come nel caso di Natta. Un errore di valutazione che ritardò forse di vent'anni la loro trasformazione in forza governativa.»


A qualcuno che sostiene che sono solo dicerie:

(Per la cronaca: tutti i figli di Umberto II nacquero a Napoli. I figli legittimi ne furono quattro: Vittorio Emanuele di Savoia, Maria Gabriella di Savoia, Maria Pia di Savoia, Maria Beatrice di Savoia.)

I Savoia amavano Napoli... ci venivano sempre più spesso, fin quasi a stabilirsi a Napoli. E la contessa Carolina Bobbio, madre di Giorgio, futura dama di compagnia della regina, era figlia di piemotesi.

Ora, è solo una diceria? Può darsi... la prova del DNA non ce l'abbiamo ma abbiamo alcuni elementi sui quali riflettere (per chi vuol riflettere, ovviamente). Si noti che a parte la somiglianza-fotocopia... o meglio la "clonazione" tra Umberto e Giorgio, perché sono uguali non solo somaticamente ma anche nel portamento, nei modi di fare e nello "stile regale", i Savoia devono al loro presunto rampollo illeggittimo la cancellazione della norma transitoria nella Costituzione italiana per permettere il loro ritorno in Italia.
E Giorgio, oltretutto, Capo di uno Stato repubblicano, rende omaggio, con preghiere e corone di alloro, al Pantheon, alle tombe dei monarchici Savoia. Una scena stucchevole dove un presidente repubblicano onora quelli che dovrebbero essere i suoi peggiori nemici: i monarchici. Si badi che tra monarchici e repubblicani, storicamente, ci son sempre state forche e ghigliottine per lo mezzo ma tra Giorgio e i Savoia c'è emozione e celebrazione... quindi lascio a voi le conclusioni!
 
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tontolina

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Ecco il video che spiega la proposta del MoVimento 5 Stelle successivamente bocciata dai Partiti: La Cosa

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Proletari di tutto il mondo unitevi!


Scritto da ilgiornale.it Mercoledì 29 Gennaio 2014 00:41
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Come farete a sbarcare il lunario povero del compagno Rizzo?
"Noi siamo marxisti-leninisti, che vogliono il socialismo", ha detto, fiero, l'ex parlamentare dei Comunisti italiani raccontando che, adesso che a soli 55 anni di trova fuori dalla politica dei palazzi romani, riesce a tirare fine mese ricevendo un vitalizio da 4.500 euro netti al mese perché ha lavorato vent'anni in parlamento.
In molti sul web hanno chiosato l'intervista di Rizzo ricordandogli l’età pensionabile degli Italiani. "Volevo semplicemente ricordarie che il sottoscritto, per poter percepire la pensione dovrà versare 42 anni di contributi e lavorare fino all’età di 64 anni - scrive Andrea Mavilla sul suo blog - mentre lei, dopo solo 20 lunghissimi anni in parlamento a 'scaldare la poltrona', percepisce una misera pensione di 4.500 euro al mese". Insomma, un trattamento a dir poco differente. "Se l’Italia fosse stata una repubblica democratica, quindi governata dal popolo - è la stoccata finale - il popolo, essendo sovrano, non avrebbe mai e poi mai permesso queste disparità di trattamento, questi privilegi a senso unico che fino ad oggi hanno contribuito negativamente sulle capacità di sviluppo del nostro Paese". Un'altra lettrice, Lucia, fa sapere al comunista Rizzo che, pur essendo donna con tre gravidanze alle spalle, potra andare in pensione intorno ai 66 anni, con oltre 46 anni di anzianità. Importo della pensione? Intorno ai 1.300 euro netti. "Secondo me - scrive Lucia - c’è qualcosa che non quadra".
Claudia, invece, ha iniziato a lavorare a sedici anni. Dopo trentanove anni di contributi, però, è una degli esodati vittime della riforma firmata dall'ex ministro Elsa Fornero. Così all'attuale governo chiede: "Rizzo prende un vitalizio da 4500 euro e mille euro per noi esodati non si trovano proprio?". "E lei si dice comunista della linea marxista/leninista? - chiede spazientito Ninoallora - se lei avesse davvero lavorato come un comunista, dopo vent'anni la sua pensione si aggirerebbe intorno ai 200/300 euro al mese".
 
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Mastrapasqua lascia Inps. Letta: 'Una scelta saggia'

chissa' che megapensione si becca :lol:

in altri paesi sarebbe in galera, nei migliori dei casi ;)
 

tontolina

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Mastrapasqua, Inps e pensione parlamentari, alcune curiosità al riguardo - Attualità - Investireoggi.it


Come si calcola la pensione dei parlamentari? I deputatisono assoggettati d’ufficio al versamento di un contributo pari all’8,80% dell’indennità parlamentare lorda. Un deputato o senatore versa quindi circa 1.000 euro al mese per 5 anni per una mega pensione, rispetto ai 4 mila euro annui di un artigiano pagati per almeno 35 anni. Lo stesso Regolamento prevede infine lasospensione del pagamento della pensione qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale, sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale, ovvero sia nominato componente del Governo nazionale, assessore regionale o titolare di incarico istituzionale per il quale la Costituzione o altra legge costituzionale prevede l’incompatibilità con il mandato parlamentare.
Un artigiano o un commerciante versano queste aliquote con il nuovo sistema contributivo:
2013-21,75%; 2014-22,2%; 2015-22,65%; 2016-23,1%; 2017-23,55%; 2018-24%
I parlamentari l’ 8,80%.
 

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