Italia, Pil trim2 conferma difficoltà target governo 2003
Di Alessia Pe'
MILANO (Reuters) - Si conferma anemica la congiuntura italiana nel secondo trimestre di un anno partito già all'insegna della rallentamento economico, rendendo sempre meno credibile il target dell'esecutivo per la crescita 2003.
La seconda stima diffusa stamane da Istat per i tre mesi al 30 giugno scorso conferma per il prodotto interno lordo una contrazione congiunturale dello 0,1% e una crescita tendenziale dello 0,3%.
Nel periodo gennaio-marzo il Pil italiano ha visto un calo trimestrale dello 0,1% e una crescita dello 0,7% rispetto ai primi tre mesi del 2002. Due trimestri consecutivi di calo del tasso trimestrale portano l'Italia tecnicamente in recessione come non accadeva ormai da oltre dieci anni.
Negli uffici studi il dato non coglie di sorpresa gli analisti, da tempo persuasi che l'obiettivo ufficiale di un'espansione economica 2003 dello 0,8% contenuto nel Dpef di luglio sia difficilmente raggiungibile.
Sulla scia della statistica di stamattina Confindustria ha più che dimezzato la proiezione sulla crescita 2003, portandola da 0,7% a un misero 0,3%. Meno radicale la riduzione della stima per il 2004, ridotta a 1,4% da 1,9%.
Oltre a essere negativi in sé, per Andrea Brasili di Ubm i dati odierni indicano che "sarà già buona cosa se per la media d'anno vedremo una conferma della crescita dello 0,4% vista l'anno scorso".
LENTA RIPRESA DA SECONDO SEMESTRE MA PESA DEBOLEZZA DOMANDA
Gli economisti tendono a considerare alle spalle il punto di minimo della congiuntura nazionale, che in linea a quella Usa e Uem dovrebbe vedere un progressivo recupero già a partire dal secondo semestre.
Destano tuttavia qualche timore tra gli uffici studi la lentezza dei tempi di reazione e la persistente debolezza della domanda interna.
Dal dato disaggregato emerge una nuova forte contrazione degli investimenti sia su base trimestrale sia su base annua insieme a un recupero soltanto modesto dei consumi e a un netto accumulo di scorte che riflette le difficoltà dei produttori.
"L'unico elemento fuori linea rispetto alle nostre stime è il nuovo calo degli investimenti dopo la forte contrazione del primo trimestre, ma si potrebbe trattare del proseguimento di una correzione tecnica dopo il netto incremento del secondo semestre 2002 per effetto della Tremonti-bis" dice Luigi Speranza di Bnp Paribas (Parigi: FR0000131104 - notizie) .
Per Fedele de Novellis di Ref, in sintesi "è necessaria molta cautela: l'Italia beneficerà della ripresa nella seconda parte dell'anno, trainata dagli Usa, ma non sappiamo ancora in che misura".
La scorsa settimana una fonte governativa ha riferito che l'esecutivo abbasserà presumibilmente la stima sulla crescita 2003 da 0,8% a 0,5%, portando di conseguenza a un innalzamento della proiezione sul rapporto deficit/pil.
DIFFICOLTA' CICLO ITALIANO SIMILI A EUROPA
Le difficoltà nazionali si inseriscono e trovano speculare riscontro nel quadro europeo.
A livello aggregato, il Pil della zona euro ha segnato nel secondo trimestre una contrazione dello 0,1% sui tre mesi al 31 marzo scorso e un misero +0,2% in termini tendenziali.
La statistica diffusa ieri da Eurostat risulta peggiorativa sia rispetto al dato preliminare (nullo su base trimestrale, in rialzo dello 0,4% su anno), sia rispetto ai primi tre mesi dell'anno, quando la crescita congiunturale è risultata nulla e quella tendenziale dello 0,8%.
Il quadro addirittura peggiora allargando lo sguardo alle prime due economia Uem.
I dati di fine agosto hanno confermato per il Pil tedesco del secondo trimstre una contrazione trimestrale dello 0,1% e un calo annuo dello 0,6%. Ancora più deludenti le statistiche francesi, che sempre nel periodo in osservazione segnalano un calo congiunturale dello 0,3%.
Anche se oberata da problemi di finanza pubblica, Berlino non ha finora abbassato il target ufficiale sulla crescita 2003 fissato allo 0,75%, mentre conti pubblici ancora più fuori linea rispetto ai parametri Ue hanno portato il ministro del Bilancio francese a stimare che il ciclo possa vedere un'espansione 2003 limitata allo 0,5%.
Soltanto ieri, fonti comunitarie hanno annuciato da Bruxelles che nelle previsioni di autunno la Commissione ridurrà a circa 0,5% dal precedente 0,7% la proiezione sulla crescita 2003 dell'area euro.