Loryred
Forumer storico
Lancio questo spunto di discussione a partire da un'intervista allo scrittore Barry Miles (fonte la stampa), di cui riporto alcuni stralci, che credo possa valere anche per il mondo dell'arte... la velocità ed il "mordi e fuggi" che impediscono di maturare e di sedimentare.
Le avanguardie culturali sono morte, le ha uccise Internet. «Mi spiace, ma è così», ammette Barry Miles quasi sottovoce. L'argomento dello scrittore britannico, testimone di oltre mezzo secolo di controculture a cavallo dell' Atlantico, è che «la comunicazione istantanea abbia fatto sparire la natura "avanti" dei movimenti di pensiero artistico», e questo perché «l' avanguardia non può affermarsi senza attraversare un tempo di anonimato, una fase in cui al grande pubblico sia preclusa la conoscenza di quanto succede nelle cantine nei teatri "off"». Esistono ancora movimenti "contro", concede. Tuttavia l' underground ha cambiato pelle: «Da spazio fisico, e terreno di scontro fra talenti senza limiti, è diventato uno stato mentale»...
...«La controcultura resta, l'underground ha bisogno di tempi difficili», riassume. «Potrete trovarla nelle città più tese, magari ad Atene in crisi». Non sarà «avanti», visto che lo sapremo subito con un tweet. Fine della storia? Miles beve un sorso d' acqua e scuote il capo. «Avremo sempre spiriti bohémien, determinati a vivere nonostante establishment forti e persuasi a perseguire la "confusione dei sensi" che accende la scintilla dell' arte che infiamma».
lo scrittore barry miles: le avanguardie culturali sono morte, le ha uccise internet'
Le avanguardie culturali sono morte, le ha uccise Internet. «Mi spiace, ma è così», ammette Barry Miles quasi sottovoce. L'argomento dello scrittore britannico, testimone di oltre mezzo secolo di controculture a cavallo dell' Atlantico, è che «la comunicazione istantanea abbia fatto sparire la natura "avanti" dei movimenti di pensiero artistico», e questo perché «l' avanguardia non può affermarsi senza attraversare un tempo di anonimato, una fase in cui al grande pubblico sia preclusa la conoscenza di quanto succede nelle cantine nei teatri "off"». Esistono ancora movimenti "contro", concede. Tuttavia l' underground ha cambiato pelle: «Da spazio fisico, e terreno di scontro fra talenti senza limiti, è diventato uno stato mentale»...
...«La controcultura resta, l'underground ha bisogno di tempi difficili», riassume. «Potrete trovarla nelle città più tese, magari ad Atene in crisi». Non sarà «avanti», visto che lo sapremo subito con un tweet. Fine della storia? Miles beve un sorso d' acqua e scuote il capo. «Avremo sempre spiriti bohémien, determinati a vivere nonostante establishment forti e persuasi a perseguire la "confusione dei sensi" che accende la scintilla dell' arte che infiamma».
lo scrittore barry miles: le avanguardie culturali sono morte, le ha uccise internet'
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