Le avanguardie sono morte? (1 Viewer)

Loryred

Forumer storico
Lancio questo spunto di discussione a partire da un'intervista allo scrittore Barry Miles (fonte la stampa), di cui riporto alcuni stralci, che credo possa valere anche per il mondo dell'arte... la velocità ed il "mordi e fuggi" che impediscono di maturare e di sedimentare.

Le avanguardie culturali sono morte, le ha uccise Internet. «Mi spiace, ma è così», ammette Barry Miles quasi sottovoce. L'argomento dello scrittore britannico, testimone di oltre mezzo secolo di controculture a cavallo dell' Atlantico, è che «la comunicazione istantanea abbia fatto sparire la natura "avanti" dei movimenti di pensiero artistico», e questo perché «l' avanguardia non può affermarsi senza attraversare un tempo di anonimato, una fase in cui al grande pubblico sia preclusa la conoscenza di quanto succede nelle cantine nei teatri "off"». Esistono ancora movimenti "contro", concede. Tuttavia l' underground ha cambiato pelle: «Da spazio fisico, e terreno di scontro fra talenti senza limiti, è diventato uno stato mentale»...

...«La controcultura resta, l'underground ha bisogno di tempi difficili», riassume. «Potrete trovarla nelle città più tese, magari ad Atene in crisi». Non sarà «avanti», visto che lo sapremo subito con un tweet. Fine della storia? Miles beve un sorso d' acqua e scuote il capo. «Avremo sempre spiriti bohémien, determinati a vivere nonostante establishment forti e persuasi a perseguire la "confusione dei sensi" che accende la scintilla dell' arte che infiamma».

lo scrittore barry miles: le avanguardie culturali sono morte, le ha uccise internet'
 
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kiappo

Forumer storico
Bel post, e bella domanda...da parte mia posso solo dirti che penso sia MOLTO difficile oggi far parte di un'avanguardia o di un mondo underground,, tutto si consuma in un attimo, la crisi ha mortificato molti spiriti liberi, che magari fino a qualche ( 10/15 ) anno fa comunque riuscivano a sopravvivere economicamente grazie alla propria arte ..e a chi gliela comprava...magari qualcuno della piccola borghesia, qualche impiegato appassionato d'arte...prova oggi a chiedere, anche a tuoi conoscenti, se spenderebbero qualche centinaio di euro per un quadro di uno sconosciuto o quasi, poi fatti la tua bella statistica...underground o no..ci vogliono i dindini per tirare avanti...e i dindini, per molti ahimè sono finiti..poi sicuramente ci saranno anche altri motivi più "intellettuali"...Quello che riporta l'intervista mi vede poco d'accordo...non penso affatto che ad Atene, oggi, ci sia quale tensione culturale...Ciao!
 

kiappo

Forumer storico
Continuo aggiungendo che, per quel poco che ne so, la tensione culturale, le avanguardie etc etc oggi hanno vita più facile nei Paesi dell'Est..so che in Polonia e nelle Repubbliche Baltiche c'è un buon fermento culturale giovanile..ma, guarda caso, sono Paesi dove c'e meno crisi, lo Stato è meno rapace, la,vita costa meno...ci sono tanti giovani che studiano, spendono, si divertono...una società " viva "...A riciao...
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Il link non mi funziona, dunque mi fermo al poco che trovo.
L'osservazione è pertinente, i nessi causali invece credo solo in piccola parte.
Il problema semmai è che nessuno riesce a starsene più sul nido a covare le idee e corre subito starnazzando e le urla al cielo, facendole conoscere e insieme uccidendole di gelo.
Miles non parla certo per l'Italia, probabilmente il suo pensiero è liguanglocentrico, poi magari guarda la Cina o la Russia e morta lì. Di certo la crisi economica non la considera. E infatti c'entra poco. Tant'è vero che con tutta questa proclamata crisi ci si dimentica che un qualunque impiegato/operaio di oggi vive (acqua calda, cibi, casa, trasporti ...) assai meglio di quanto vivesse un re soltanto 200 o 150 anni fa.
Credo che la capacità di "covare" oggi sia divenuta ridottissima, meditare è difficile, e lo aveva ben previsto il buon vecchio Rudolf Steiner nei primi anni venti quando chiarì che con il fine secolo saper meditare sarebbe stato impresa da eroi. Steiner aveva persino pietà dei giornalisti, costretti quotidianamente a trovare inutili nuove chiacchiere, e non a caso oggi il mondo gira sotto il dominio dell'informazione. Non è un male conoscere, ma bisogna vedere che cosa si va a conoscere. E pure come.
Che avanguardia vuoi portare avanti se comunicarne l'esistenza ti sembra più importante della sua esistenza stessa?
 

kiappo

Forumer storico
Ciao Gino la mia parte " terra terra" di ragionamento riguarda la realtà nostrana...io continuo a pensare che questa situazione di m..abbia tagliato gambe e idee in gran quantità, il mondo underground ormai è ridotto al lumicino..i giovani sono terrorizzati dalla mancanza di lavoro, di riferimenti..si rifugiano in una realtà digitale..si comunica senza neanche guardarsi in faccia..c'è poco da pensare alle "avanguardie" e all'underground...almeno qui da noi..più articolata e più aperta è la situazione in altri Paesi ...la tesi del tuo ragionamento fila, come al solito
 

kiappo

Forumer storico
Vale solo la pena ricordare che questa nostra Italia è stata la culla dell'Arte, insieme...guarda caso, alla massacrata Grecia? ...
 

Loryred

Forumer storico
Il link non mi funziona, dunque mi fermo al poco che trovo.
L'osservazione è pertinente, i nessi causali invece credo solo in piccola parte.
Il problema semmai è che nessuno riesce a starsene più sul nido a covare le idee e corre subito starnazzando e le urla al cielo, facendole conoscere e insieme uccidendole di gelo.

Che avanguardia vuoi portare avanti se comunicarne l'esistenza ti sembra più importante della sua esistenza stessa?

Ho inserito un link che dovrebbe funzionare ma l'articolo riporta per il resto più che altro le esperienze fatte. Mi interessavano più i gli aspetti legati alla mancanza di sedimentazione e di "silenzio" per covare le idee e portarle a maturazione a fronte di una necessità di consumare, condividere ed esibire nell'immediato.

Poi il dato legato alle difficoltà per cui l'esempio di Atene, i luoghi di sperimentazione nascono in genere dalle contraddizioni e dalla necessità di sviluppare modelli alternativi anche per rispondere alla sofferenza.
Vero quello che scrivi ormai si parla ormai solo di comunicazione e di story telling, esempio su tutti la politica, il racconto che prevale su idee e contenuti e il prevalere dell'individualismo su un'identità comune, anche questo credo renda difficile individuare le avanguardie.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Ho inserito un link che dovrebbe funzionare ma l'articolo riporta per il resto più che altro le esperienze fatte. Mi interessavano più i gli aspetti legati alla mancanza di sedimentazione e di "silenzio" per covare le idee e portarle a maturazione a fronte di una necessità di consumare, condividere ed esibire nell'immediato.

Poi il dato legato alle difficoltà per cui l'esempio di Atene, i luoghi di sperimentazione nascono in genere dalle contraddizioni e dalla necessità di sviluppare modelli alternativi anche per rispondere alla sofferenza.
Vero quello che scrivi ormai si parla ormai solo di comunicazione e di story telling, esempio su tutti la politica, il racconto che prevale su idee e contenuti e il prevalere dell'individualismo su un'identità comune, anche questo credo renda difficile individuare le avanguardie.
Il link ora funziona, però l'articolo non lo si riesce a leggere :confused:
 

Cris70

... a prescindere
Le avanguardie non sono morte è mai lo saranno. Il problema semmai è quello di riuscire a capire dove sono ed a cosa stanno lavorando.

Lo sviluppo del web ha fatto si che non siano più necessari degli spazi fisici dove incontrarsi. Il bar Jamaica adesso è sul web e se nessuno ti ci accompagna è quasi impossibile arrivarci.
 

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