Lazio- Zingaretti li vuole o morti o vaccinati (1 Viewer)

tontolina

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Anche

Il Magistrato Angelo Giorgianni, in compagnia del Dott. Pasquale Mario Bacco, ha commentato sui suoi canali social il duro attacco del leader del PD e Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti interpellato sulla manifestazione che si terrà sabato 5 settembre a Roma, alla Bocca della Verità.


Sull’incontro, che ha come oggetto manifestare il dissenso contro la “dittatura sanitaria“, Nicola Zingaretti ha detto che denuncia “l’irresponsabilità e la follia di chi lavora contro l’Italia, contro le persone e contro la possibilità di rimetterci in piedi. Dobbiamo opporci ai negazionisti – ha aggiunto – ce la faremo, torneremo a vivere ma bisogna combattere uniti”.


Sulla questione il Magistrato Giorgianni non ha dubbi: Zingaretti con le sue parole incita alla violenza e per questo va denunciato. I dettagli in questo video.

Giorgianni contro Zingaretti ► “Accuse puerili, incita alla violenza: lo denunciamo!”
 

tontolina

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Non è solo Casalino a farsi curare in Lombardia

Malati in fuga dalla Regione Lazio che non li cura più


Antonio Sbraga 08 settembre 2020

Sono i pazienti laziali quelli che chiedono più «asilo sanitario» alle altre Regioni. Alle quali, negli ultimi 7 anni, il Lazio ha dovuto restimire oltre un miliardo e mezzo di euro per rimborsare le prestazioni rese ai suoi residenti in trasferta. Quelli costretti ad un «pendolarismo sanitario» che, solo nell'ultimo anno contabilizzato (il 2018), è costato più di 230 milioni di euro.
«Le 6 Regioni con maggiore indice di fuga generano debiti per oltre 300 milioni di euro: in testa Lazio (13%) e Campania (10,5%) che insieme contribuiscono a circa un quarto della mobilità passiva», quantifica il nuovo rapporto stilato dalla Fondazione Gimbe. Nel quale il Lazio figura anche sul mesto podio delle Regioni gravate da un «saldo negativo rilevante», al 3° posto delle peggiori 6: «Abruzzo (-€ 100,8 milioni), Puglia (-€ 206,4 milioni), Sicilia (-€ 228,7 milioni), Lazio (-€ 230,7 milioni), Calabria (-€ 287,4 milioni), Campania (-€ 350,7 milioni)».
Oltre a questo danno, poi, c'è la beffa subita dalle famiglie dei malati (sono 68.834, il 9% dei ricoveri) curati fuori dai confini regionali: «Sono difficili da quantificare i costi sostenuti da pazienti e familiari per gli spostamenti - avverte il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta - Secondo una survey condotta su circa 4.000 cittadini italiani, nel 43% dei casi chi si sposta dalla propria Regione sostiene spese comprese tra € 200 e €1.000 e nel 21% dei casi fra € 1.000 e € 5.000, con impatto consistente sul bilancio familiare».
Oltre che sul bilancio regionale, che vede il Lazio in debito con le altre Regioni per ben 599 milioni e 369 mila euro. Da questa cifra, però, va detratto il credito per le prestazioni sanitarie effettuate nelle strutture laziali a favore dei residenti nelle altre Regioni, che ammonta a 366 milioni e 375 mila euro.
Perché il Lazio, oltre a figurare tra le 6 peggiori, compare però anche tra le 6migliori Regioni (è 4°) capaci di attrarre pazienti, soprattutto dal Centro-Sud: «Le 6 Regioni con maggiori capacità di attrazione vantano crediti superiori a € 200 milioni: in testa Lombardia (26,1%) ed Emilia-Romagna (13,9%) che insieme costituiscono il 40% della mobilità attiva. Un ulteriore 31,9% viene attratto da Veneto (9,6%), Lazio (8,5%), Toscana (8,1%) e Piemonte (5,8%)».
Il saldo però è negativo, come lo scorso anno, quando anche il Referto della Corte dei Conti sottolineò che «le Regioni con maggiore indice di fuga sono Lazio (che pur attraendo da altre Regioni ha 13,9% del totale debiti per mobilità passiva) e Campania (10,2%)».
Sempre lo scorso anno fu lo stesso presidente, Nicola Zingaretti, a decretare che, «al fine di ridurre tale fenomeno, la Regione Lazio intende incentivare l'attività ospedaliera di alta complessità rivolta ai pazienti regionali e non, sottoscrivere accordi di confine con le altre Regioni (Toscana e Molise) volti a delimitare eventuali comportamenti opportunistici registrati su alcune discipline e rafforzare l'offerta di specialistica ambulatoriale su particolari branche che presentano elevati tassi di fuga».
 

tontolina

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Malati in fuga dalla Regione Lazio che non li cura più

se non hai il Covit non ti curo e puoi anche crepare ... ammechemenefrega!



Dall'inizio dell'emergenza Coronavirus molti pazienti con altre patologie, anche virali, sono stati abbandonati a loro stessi. Oggi per loro l'ennesima doccia gelata, arrivata per sms. "INMI è centro COVID il Suo appuntamento è sospeso potrà essere riprogrammato SOLO se urgente con email a [email protected] allegando impegnativa" è il messaggio che i pazienti "non Covid" in cura allo Spallanzani hanno ricevuto oggi sul loro telefonino. Un colpo durissimo per chi ha forme virali o patologie gravi come Hiv ed epatite C, ed è terrorizzato dal non ricevere più le cure adeguate da mesi e per chi sa quanto tempo ancora.

"Cosa significa 'visita urgente"'per un paziente preso in carico da più di 10 anni dallo Spallanzani, con comorbilità HIV positivo più HCV positivo? Da febbraio, gli utenti dello Spallanzani non ricevono alcuna assistenza diretta: annullate le analisi periodiche di controllo, annullate le visite mediche per monitorare lo stato di salute e adeguare le terapie e i protocolli farmacologici", è lo sfogo di un paziente che oggi ha ricevuto l'sms che ha stroncato le speranze di tornare a essere assistito direttamente dall'INMI in tempi brevi.
 

@221

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Dal blog di Goia Locati de blog ilGiornale

No al vaccino antinfluenzale obbligatorio. Lo dice il Tar della Calabria

No al vaccino antinfluenzale obbligatorio per medici e over 65enni. Lo ha deciso ieri il Tar della Calabria accogliendo il ricorso presentato a giugno da associazioni di professionisti e cittadini. Non spetta alle Regioni decidere a riguardo. Il tribunale amministrativo dice chiaro che il provvedimento regionale è in contrasto con la Costituzione (art.32, comma 2). La Carta prevede infatti che i trattamenti sanitari obbligatori “siano coperti da riserva di legge statale”. Cliccate qui.

Significa che per istituire un obbligo vaccinale ci vuole una legge nazionale. E un parlamento che la discuta, con i tempi necessari e le dovute correzioni.

Ne avevamo parlato qui a proposito dell’ordinanza “fotocopia” emessa dalla Regione Lazio. Il Tar laziale si pronuncerà il 29 settembre nel merito di sei ricorsi, uno dei quali aveva chiesto anche una sospensiva in attesa dell’udienza che però due giorni fa non è stata concessa.

Il Tar calabrese ha perciò accolto il ricorso di medici e cittadini. Si legge nella sentenza che “data la natura assorbente del vizio riscontrato, il giudice amministrativo si asterrà dall’esaminare i successivi motivi di ricorso”.

E ancora: “In particolare, deve essere sottolineato come non verrà esaminato l’ultimo motivo di ricorso, con cui si contesta la logicità e la ragionevolezza dell’imposizione dell’obbligo vaccinale, e più in generale si contesta l’efficacia del vaccino antinfluenzale”.

Già. I medici di Calabria e Lazio sono insorti anche per vari motivi di merito. Il primo e più importante riguarda la cosiddetta diagnosi differenziale addotta come unica motivazione scientifica. Gli amministratori regionali che vorrebbero imporre l’obbligo del vaccino (vincolando la puntura al diritto al lavoro e alla socialità, “senza, non si può nè lavorare nè partecipare a centri di aggregazione”) avevano motivato l’obbligo dicendo che “se ci si vaccina contro l’influenza e poi si è colti da febbre questa è sicuramente Covid”.

Luca Speciani, presidente dell’associazione AMPAS (Medici per un’alimentazione di segnale) aveva così commentato:

Se uno studente di Medicina dicesse una castroneria simile a un esame, non solo sarebbe bocciato, ma verrebbe invitato a non presentarsi per i successivi due anni. È un’affermazione senza fondamento che può rivelarsi pericolosa”


Viste le motivazioni del ricorso, già il 4 agosto il tar del Lazio aveva chiesto al Comitato Tecnico Scientifico, CTS, di spiegare il legame con l’influenza stagionale e il Covid. “L’istruttoria chiarificatrice sarà tuttavia stilata da un comitato indipendente avendo noi citato in giudizio i membri del CTS” ha precisato Speciani.

I ricorrenti hanno poi allegato studi sul vaccino contro l’influenza. Si tratta di un vaccino protettivo verso 4 virus stagionali, tuttavia ogni anno sono centinaia i virus responsabili delle sindromi influenzali (ecco perché i vaccinati si possono comunque ammalare di influenze).

È riportato, inoltre, che questo tipo di vaccinazione, pur proteggendo di più i vaccinati contro i 4 virus (rispetto ai non vaccinati) rende i vaccinati più sensibili alle polmoniti e alle malattie respiratorie da coronavirus. Cliccate qui.


Tornando al Tar della Calabria

Alessandro Gaetani, uno degli avvocati che ha curato entrambi i ricorsi regionali assieme alle colleghe Samanta Forasassi e Sara Forasassi, è soddisfatto anche di un altro aspetto. “Il Tar della Calabria ha ribadito il diritto della persona a essere curata efficacemente secondo i canoni della scienza e dell’arte medica (si citano varie sentenze della Corte Costituzionale). Le condizioni di uguaglianza devono essere rispettate in tutto il Paese attraverso una legislazione generale dello Stato basata sugli indirizzi condivisi dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. Non si parla dunque di una scienza migliore delle altre ma di una condivisione di indirizzi”.

Conclusioni. Non esiste una “miglior scienza”. Non esiste un podio scientifico. Non esiste un portavoce dell’unica scienza.

Esistono i lavori condivisi.



Cliccate qui per leggere il COMUNICATO STAMPA COLLEGIO DIFENSIVO
 

@221

Forumer attivo
Il TAR ha evidenziato, tra le varie motivazioni, che:

“11.1. La normativa emergenziale COVID non ammette simili interventi regionali in materia di vaccinazioni obbligatorie;

11.2. Le disposizioni in materia di igiene e sanità nonché di protezione civile non recano previsioni che possano autorizzare le regioni ad adottare questo tipo di ordinanze allorché il fenomeno assuma, come nella specie, un rilievo di carattere nazionale;

11.3. L’ordinamento costituzionale non tollera interventi regionali di questo genere, diretti nella sostanza ad alterare taluni difficili equilibri raggiunti dagli organi del potere centrale.

In conclusione si deve affermare che, al di là della ragionevolezza della misura (peraltro comunque auspicata dal CTS nei verbali agli atti del giudizio depositati), la sua introduzione non rientra nella sfera di attribuzioni regionale ma, semmai, soltanto in quella statale. Sede quest’ultima cui va dunque ascritta ogni competenza e responsabilità – anche di matrice politica – in merito alla decisione di introdurre o meno obblighi di questo genere”.

Così infine il dispositivo:

“P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Quater),

definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l’effetto annulla l’ordinanza pure in epigrafe indicata.”
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Ultima modifica:

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Il Tar annulla l'ordinanza del Lazio: no obbligo vaccino per over 65

O Zingaretto vestito di nuovo
come le fabbriche dei vaccini
che nonostante la testa da uovo
mai producesti pensieri fini

con ordinanze liberticide
da stalinista d'oggidì,
oggi il vecchietto in faccia ti ride
va' a vaccinarti tu ed il Piddì.
 

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