L’automotive Tedesco espropriato in Cina. I dis-piaceri della delocalizzazione (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
L’automotive Tedesco espropriato in Cina. I piaceri della delocalizzazione
L’automotive Tedesco espropriato in Cina. I piaceri della delocalizzazione



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Un po’ di grane extra per l’industria auto tedesca in Cina, ed una bella lezione anche per noi e per quei furboni che parlano di “Supply Chain” sempre perennemente decantando le delocalizzazioni, ma sottovalutandone i rischi.

Da CBSNEWS tre costruttori di componenti auto tedesche hanno ricevuto l’ingiunzione dal governo cinese di rinunciare alla piena proprietà delle proprie fabbriche e trasformarsi in joint Venture con partner cinesi.
L’ordine viene a qualificarsi praticamente come un’ingiunzione di esproprio da parte del governo che quindi impone ai tre produttori di prendersi un partner interno.
Le tre aziende avevano già da tempo ricevuto l’indicazione di trasformarsi in Joint Venture, quindi di acquisire un socio nell’industria locale, ma, sinora, avevano fatto orecchio da mercante.
Si parla di produttori di componentistica non proprio secondario, ma di colossi del livello di Bosch e di Continental i quali ora rischiano di perdere la proprietà intellettuale dei brevetti che usano localmente e che dovranno condividere con il partner locale. Andare a produrre in Cina sembrava la mossa migliore per produrre componentistica a basso costo, ma ora rischia di trasformarsi in un colossale, doloroso boomerang.

Nel frattempo Mercedes e Volkswagen stanno correndo al ribasso sia dei prezzi della auto sia dei servizi post vendita sull’onda di una serie di indagini dell’autorità antitrust locale che ha messo sotto accusa le aziende tedesche per pratiche illegali nei servizi post vendita.
Naturalmente è altissima la sensazione che questo sia avvenuto su pressione diretta delle case automobilistiche locali, che ormai hanno raggiunto un livello qualitativo. tale da competere con quelle straniere.

Pensavi di fare il furbo in Cina… ed invece no…



 

tontolina

Forumer storico
I problemi della Germania? Un modello export led verso i paesi sbagliati

L’andamento del PMI tedesco è molto particolare, peggiore di quello francese o italiano, ed ha raggiunto dei livelli molto bassi:

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Anche gli ordini sono in calo, ed in questo caso inaspettato, come indicano dati dei giorni scorsi.

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Si parla di crisi del commercio internazionale, di crisi del BRIC e dei mercati emergenti, ma i mercati emergenti sono tutti uguali?
Vediamo il PMI di alcuni paesi significativi per la Germania, come indicatore previsionale della crescita.

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Il PMI tedesco è molto, ma molto peggiore di altri paesi, perfino della Cina, perfino di un paese maturo come il Giappone. Addirittura si vede un rimbalzo del PMI cinese. Quindi la Germania sta portando al ribasso il “Mood ” mondiale, è il covo del pessimismo economico.

Secondo noi questo è dovuto a due fattori:
  • il primo, strutturale europeo, legato proprio a come è stata concepita l’economia europea a specchio distorto di quella tedesca, tutta puntata sulla compressione dei consumi, dei servizi e sulla concorrenza fiscale. Questo comporta l’impossibilità di fare politiche anticicliche e lo stiamo vedendo proprio ora;
  • in secondo, congiunturale, legato ad una politica export led concentrata su alcuni paesi in espansione che però, in questo momento, segnano il passo.
Ora la Germania ha strutturalmente puntato moltissimo su Cina e Turchia, ma il rallentamento del primo e la crisi del secondo ne stanno segnando un momento di stasi, come si vede da questo grafico del IIF.

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La contribuzione alla crescita dell’export di questi paesi, soprattutto della Turchia è calata fortissimamente nella seconda metà del 2018, quando proprio si vede il maggior rallentamento dell’economia tedesca.

Ora la crisi turca viene da lontano ed è soprattutto una crisi di crescita legata ad un eccesso di credito, diciamo una crisi che ricorda un po’ quella greca del 2010, ma magari su questo scriveremo in seguito un articolo separato, legato anche al ciclo di Frenkel.
Quello che però volevo brevemente indicare è come le cause che colpiscono così duramente la Germania potrebbero non traslarsi totalmente sugli altri paesi europei, o farlo solo per via mediata ed inferiore. Berlino ha delle cause proprie per gli attuali problemi.

I problemi della Germania? Un modello export led verso i paesi sbagliati
 

tontolina

Forumer storico
ma anche in Europa la situazione non è tra le migliori
ricordando che in USA hanno problemi con la politica economica di TRUMP
LE CASE AUTOMOBILISTICHE TEDESCHE SOTTO ACCUSA: COLLUSIONE PER INQUINARE
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La Commissione Europea alla fine si è decisa: ieri ha messo sotto accusa i colossi dell’industria automobilistica tedesca, VolksWagen, Daimler Mercedes e BMW per essersi accordati dal 2006 al 2014 in modo da rallentare ed impedire l’introduzione di nuove tecnologie con minori emissioni inquinanti.
Questa gravissima pratica avrebbe tra l’altro violato le normative antitrust europee e quindi viene a sottoporre queste case automobilistiche a pesanti sanzioni pecuniarie.

Le case si sarebbero accordate soprattutto per impedire l’accesso a due tecnologie specifiche:
  • una tecnologia per ridurre l’emissioni degli ossidi di azoto dalle auto;
  • un’altra per ridurre l’emissione di particolato dalle auto a benzina.
L’accordo collusivo avrebbe quindi impedito al pubblico di accedere a queste tecnologie, non solo violando la concorrenza, elemento per cui si indaga, ma soprattutto impedendo il lancio di auto meno inquinanti e quindi incrementando il livello di tossicità nelle città.

Cosa succederà ora?
La commissione ha notificato il risultato della propria inchiesta alle case automobilistiche ed ha inviato un “Avviso di contestazione”: I produttori di auto tedesche ora possono rispondere con le proprie osservazioni. L’indagine non è comunque conclusa e se le indagini terminassero con un riconoscimento della responsabilità di queste case la Commissione potrebbe imporre una multa pari al 10% del fatturato delle aziende, cifra che ne metterebbe sotto pressione i bilanci.

Chiaramente questo metterà una grande pressione sulla prossima Commissione europea e soprattutto sul Commissario alla concorrenza che succederà alla signora Vestager, la cui sedia rischia di essere quella più scottante, visto il numero enorme di dossier che viene a gestire. Ricordiamo che la corte di giustizia europea ha già messo sotto accusa la Commissione ed il Commissario antitrust per l’intervento sul sistema creditizio italiano.[contro l'Italia sono stati velocissimi... contro la germania... forse ... staremo a vedere... c'è corruzione in Europa]


Comunque è chiaro che l’industria tedesca non si è fermata di fronte a nulla per garantire la propria redditività e sopravvivenza. All’interno dell’Unione si è creato un potere enorme, che non risponde a nessuno ed è in grado di giocare un ruolo enorme, di svolgere pressioni colossali, e nessuno si è mosso per contenerlo o controllarlo se non quando era troppo tardi.
Una lezione di quali distorsioni l’ordoliberismo assoluto possa portare.

PS: non so se leggerete questa notizia sui media mainstream, loro vivono con la pubblicitàà da queste case automobilistiche….
LE CASE AUTOMOBILISTICHE TEDESCHE SOTTO ACCUSA: COLLUSIONE PER INQUINARE
 

tontolina

Forumer storico
Altro crollo delle vendite auto in Cina

Altro crollo delle vendite auto in Cina
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La Cina manda ancore segnali non positivi nel mercato dell’auto, e questo per il decimo mese consecutivo. Un bel disastro, non c’è che dire, che si può vedere nella seguente immagine tratta da Google:

global-1.png



L’unica categoria che non ha visto un’inversione nelle veendite neei primi due mesi del 2019 è proprio il settore auto, il che lo rende peculiare rispetto al resto dell’economia, dove può aver pesato un aumento delle incertezze economiche che, comunque, appare superato. Certo che le tensioni commerciali con gli USA hanno avuto la loro funzione, ma sicuramente non sono l’unico fattore di crisi. In Cina ci sono solo 200 milioni di auto , quindi una su sei, per cui, teoricamente, dovrebbe esserci spazio per la crescita, che comunque non si materializza. A parere mi la classe media è satura per cui ormai si fanno solo vendite per sostituzione, mentre le classi inferiori non possono ancora permettersi l’acquisto di un’auto, per quanto poco costosa.

Comunque c’è ottimismo per febbraio dato che il governo introdurrà dei contributi fiscali per l’acquisto e , soprattutto, i produttori stanno agendo sul mercato con sconti, con offerte speciali nelle campagne, e con lancio di nuovi modelli. Il produttore SAIC sta, ad esempio, dopo aver perso il 17% delle vendite, ha deciso di impegnarsi maggiormente sul lato innovativo e della soddisfazione dei clienti. La Ford sta lanciando 30 nuovi modelli specificamente per il mercato cinese, anche se le vendite per la società sono calate del 54% e ci si rende conto di affrontare una dura sfida. Nel frattempo la previsione di vendita delle auto ad energia alternativa, elettriche o ibride, è stata rivista da 1,7 ad 1,6 milioni. Chi ha puntato sul mercato di Pechino rischia di avere delle brutte sorprese.
 

tontolina

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L’automotive Tedesco espropriato in Cina. I piaceri della delocalizzazione
L’automotive Tedesco espropriato in Cina. I piaceri della delocalizzazione



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Un po’ di grane extra per l’industria auto tedesca in Cina, ed una bella lezione anche per noi e per quei furboni che parlano di “Supply Chain” sempre perennemente decantando le delocalizzazioni, ma sottovalutandone i rischi.

Da CBSNEWS tre costruttori di componenti auto tedesche hanno ricevuto l’ingiunzione dal governo cinese di rinunciare alla piena proprietà delle proprie fabbriche e trasformarsi in joint Venture con partner cinesi.
L’ordine viene a qualificarsi praticamente come un’ingiunzione di esproprio da parte del governo che quindi impone ai tre produttori di prendersi un partner interno.
Le tre aziende avevano già da tempo ricevuto l’indicazione di trasformarsi in Joint Venture, quindi di acquisire un socio nell’industria locale, ma, sinora, avevano fatto orecchio da mercante.
Si parla di produttori di componentistica non proprio secondario, ma di colossi del livello di Bosch e di Continental i quali ora rischiano di perdere la proprietà intellettuale dei brevetti che usano localmente e che dovranno condividere con il partner locale. Andare a produrre in Cina sembrava la mossa migliore per produrre componentistica a basso costo, ma ora rischia di trasformarsi in un colossale, doloroso boomerang.

Nel frattempo Mercedes e Volkswagen stanno correndo al ribasso sia dei prezzi della auto sia dei servizi post vendita sull’onda di una serie di indagini dell’autorità antitrust locale che ha messo sotto accusa le aziende tedesche per pratiche illegali nei servizi post vendita.
Naturalmente è altissima la sensazione che questo sia avvenuto su pressione diretta delle case automobilistiche locali, che ormai hanno raggiunto un livello qualitativo. tale da competere con quelle straniere.

Pensavi di fare il furbo in Cina… ed invece no…


Daimler sempre più cinese: Baic compra il 5% - MSN.com

https://www.msn.com/it-it/money/storie-principali/daimler...il.../ar-AAEJuLg?li...

5 ore fa - Il costruttore tedesco, proprietario del marchio Mecedes Benz, ha annunicato che il gruppo cinese Baic ha acquistato una quota del 5% della ...




si accontenteranno????
 

tontolina

Forumer storico
Daimler sempre più cinese: Baic compra il 5% - MSN.com

https://www.msn.com/it-it/money/storie-principali/daimler...il.../ar-AAEJuLg?li...

5 ore fa - Il costruttore tedesco, proprietario del marchio Mecedes Benz, ha annunicato che il gruppo cinese Baic ha acquistato una quota del 5% della ...




si accontenteranno????

Baic compra il 5% di daimler e porta al 14,7% le quote in mano a gruppi di pechino
La Mercedes è sempre più cinese
L’operazione vale 2,5 miliardi di dollari e segue l’acquisto del 9,7% della casa auto di Stoccarda da parte di Geely

di Giulio Zangrandi

La Cina è sempre più presente nel capitale di Daimler. Ieri il gruppo cinese Beijing Automotive Group (Baic) ha acquisito attraverso la controllata Investment Global una quota del 5% della casa automobilistica tedesca per circa 2,5 miliardi di dollari, portando al 14,7% la partecipazione complessiva denenuta nel capitale del colosso di Stoccarda ...
 

tontolina

Forumer storico
Continua la scalata cinese alla Mercedes?
Continua la scalata cinese alla Mercedes?

di Paolo Alberto Fina
Pubblicato 16 dicembre 2019
Dopo la Geely, che detiene quasi 10% del gruppo Daimler,
anche la Baic vorrebbe raddoppiare la sua quota e diventarne il primo azionista.

mercedes-cina.jpg

SCONTRO CINESE - Dal 2018 sono in atto grandi manovre nell’azionariato della Daimler, il gruppo tedesco che possiede Mercedes e Smart:
dopo che l’anno scorso Li Shufu, fondatore e presidente del gruppo cinese Geely, è diventato primo azionista della casa tedesca con il 9,69%,
a luglio di quest’anno il gruppo cinese Baic ha rilevato il 5% del colosso tedesco.

Stando alle indiscrezioni della Reuters, pare che la Baic non voglia fermarsi e starebbe “rastrellando” quote fra gli azionisti minori per arrivare al 10% della Daimler, con l’obiettivo di diventarne il primo azionista e ottenere un posto nel consiglio di sorveglianza, al fine di aumentare ulteriormente il suo controllo sul gigante tedesco. Con questa operazione, secondo la Reuters, la Baic vuole affermarsi inoltre come partner numero uno della Daimler. Al momento la Baic è al terzo posto fra gli azionisti della Daimler, dietro alla Geely e al fondo sovrano del Kuwait (con il 6,8% delle azioni).

LEGAMI STRETTI -
- I gruppi Baic e Daimler collaborano dal 2003 e hanno stretto i rapporti sei anni fa, quando la Daimler rilevò il 12% della Baic Motor (la divisione che si occupa delle automobili), quota poi scesa fino all’attuale 9,55%.
- Geely e Daimler invece hanno stretto un accordo a marzo 2019 per le auto elettriche: le due aziende formeranno una nuova joint venture, alla quale è stata ceduta la Smart, che dai prossimi anni lancerà solo modelli a batterie prodotti in Cina dalla Geely.
 

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