L'antilingua (2 lettori)

Sen

ευαiσθητος
tratto da: http://www.carlalattanzi.it/viewdoc.asp?CO_ID=146

Italo Calvino descrisse, in un articolo apparso nel 1965 su "Il Giorno", l'antilingua: quell'italiano surreale che ha contagiato il nostro linguaggio quotidiano. Per correttezza non riporto l'intero articolo (dovrei chiedere il permesso a Mondadori), ma solo i passi più interessanti.
Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L'interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po' balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo: "Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata".
Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: "Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l'avviamento dell'impianto termico, dichiara d'essere casualmente incorso nel ritrovamento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l'asportazione di uno dei detti articoli nell'intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell'avvenuta effrazione dell'esercizio soprastante".
Ogni giorno, soprattutto da cent'anni a questa parte, per un processo ormai automatico, centinaia di migliaia di nostri concittadini traducono mentalmente con la velocità di macchine elettroniche la lingua italiana in un'antilingua inesistente.
Avvocati e funzionari. gabinetti ministeriali e consigli d'amministrazione, redazioni di giornali e di telegiornali scrivono parlano pensano nell'antilingua.
[...]come se "fiasco", "stufa", "carbone" fossero parole oscene, come se "andare", "trovare" "sapere" indicassero azioni turpi.
[...]Chi parla l'antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dover sottintendere: "io parlo di queste cose per caso, ma la mia funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso". La motivazione psicologica dell'antilingua è la mancanza di un vero rapporto con la vita, ossia in fondo l'odio per se stessi.
[...]Perciò dove trionfa l'antilingua - l'italiano di chi non sa dire "ho fatto" ma deve dire "ho effettuato" - la lingua viene uccisa.


I passi sono tratti da: Italo Calvino - SAGGI 1945-1985 a cura di Mario Barenghi, Arnoldo Mondadori Editore.
 

Ignatius

sfumature di grigio
Anche l'abuso di termini stranieri, ove non necessari, fa parte della violenza alla Lingua.

Quando poi si usano termini stranieri impropri, o italiani tradotti ad minchiam (lat.) nel patetico tentativo di apparire colti, mi prudono le mani.

Lo scrissi nello specifico thread, in effetti.

...quello che mi infastidisce negli ultimi tempi è "confidente".

"Sono fiducioso (del fatto che...)" si traduce "I'm confident ", va bene.

Ma in Italia, qualcuno inizia a scrivere "Sono confidente che...".
E a me ribolle il sangue.
Confidente di chi? Ti hanno detto dei segreti, maledètto bastàrdo?
Forse la tortura è poco. Ci vorrebbe anche lo scempio della tomba, in questi casi, dopo l'uccisione del colpevole.

Un'altra cosa che non sopporto è il successo.
"I made success", disgraziati, si traduce "ho avuto successo", non "ho fatto successo".

Ecco, poi mi dà fastidio che si pronunci ics-factor. O ecs-factor, o fattore ics. Non imbastardiamoci, Santo Cielo!

Comunque hai ragione: anche usare paroloni complessi, ancorché italiani e appropriati, per esprimere concetti semplici, è una forma di tortura per l'interlocutore.

Ci vorrebbero delle mazzate, per dirla con parole semplici.
 

Ignatius

sfumature di grigio
L'arte del parlare senza dire nulla.

Quand'ero ragazzo io, la buonanima di Ciriaco De Mita riusciva a impiegarce 6 ore per non dir nulla, mettendo a dura prova fisica i partecipanti alle convenscion della Diccì.

E' morto appena si è diffuso Twitter, se ben ricordo.:benedizione: :benedizione: :benedizione:
 

Ignatius

sfumature di grigio
Stavo giusto pensando al "valorizzare".

Pare che scrivere "vendere" sia una bestemmia.

Anche il più raffinato "dismettere", forse perché suona come "dimettere, dimettersi" e quindi "abbandonare", è una parolaccia.

Quindi, se uno Stato o un Ente Pubblico, o anche una società privata, ha urgente bisogno di quattrini, esso non "vende" i loro immobili o gli altri investimenti: li "valorizza".

Che poi, di solito, gli Enti Pubblici "attivano una procedura per valorizzazione al meglio" gli investimenti; il che è un modo sottile ma ormai logoro per far capire al pubblico che non venderanno niente, e che i buchi di bilancio verranno coperti da nuove tasse, o non verranno coperti.

Augh.
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Buonanima de mita ??? A me risulta che sia vivo , ha 84 anni ed è onorevole europeo , uno dei piu' assenteisti e inutili.
 

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