L'angolo della poesia (1 Viewer)

Claire

ἰοίην
Prima di venire

Portami tre rose rosse
Prima di venire
Portami un grosso ditale
Perché devo ricucirmi il cuore
E portami una lunga pazienza
Grande come un telo d'amore
Prima di venire
Dai un calcio al muro di fronte
Perché li dentro c'è la spia
Che ha guardato in faccia il mio amore
Prima di venire
Socchiudi piano la porta
E se io sto piangendo
Chiama i violini migliori
Prima di venire
Dimmi che sei già andato via
Perché io mi spaventerei
E prima di andare via
Smetti di salutarmi
Perché a lungo io non vivrei.

Alda Merini
 

Claire

ἰοίην
La foglia

Io sono come quella foglia, guarda,
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.

Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un'ansia ti colora,
e per me a slanci infantili s'attarda.

Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla; perderti è difficile.

Umberto Saba
 

Claire

ἰοίην
Oh tenerezza immensa, quasi disumana!

Quando il pensiero di te mi accompagna
nel buio, dove a volte dagli orrori
mi rifugio del giorno, per dolcezza
immobile mi tiene come statua.
Poi mi levo, riprendo la mia vita.
Tutto è lontano da me, giovanezza,
gloria; altra cura dagli altri mi strana.
Ma quel pensiero di te che vivi,
mi consola di tutto. Oh tenerezza
immensa, quasi disumana!

Umberto Saba
 

Claire

ἰοίην
«Chi è colui che amo? Non lo saprete mai.

Mi scruterete gli occhi per scoprirlo e non vedrete
mai che il fulgore dell'estasi. Io lo imprigionerò
perché mai sappiate immaginare chi ho dentro il
mio cuore, e lì lo cullerò, silenziosamente, ora
dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno.

Vi darò i miei canti, ma non il suo nome. Lui
vive in me come un morto nella sua tomba, tutto
mio, lontano dalla curiosità, dall'indifferenza,
dalla malvagità. »

A. Storni
 

Claire

ἰοίην
DUE PAROLE

All';orecchio questa notte mi hai detto due parole
comuni. Due parole stanche
di essere dette. Parole
che da vecchie si son fatte nuove.

Due parole così dolci, che la luna che passava
filtrando tra i rami
nella mia bocca si è fermata. Due parole così dolci
che una formica mi cammina sul collo e resto immobile
non provo nemmeno a scacciarla.

Due parole così dolci
che senza volerlo esclamo: oh, che bella, la vita!
Così dolci e così mansuete
che oli profumati scorrono sul corpo.

Così dolci e così belle
che nervose, le mie dita,
si muovono verso il cielo imitando una forbice.

Vorrebbero le mie dita
tagliare stelle.

Alfonsina Storni
 
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Claire

ἰοίην
Al di sopra di tutto amo la tua anima.
Attraverso il velo della tua carne
la vedo brillare nell'oscurità:
mi avvolge, mi trasforma,
mi satura, mi affascina.
Allora parlo per sentire che esisto,
perché se non parlassi la mia lingua si paralizzerebbe,
il mio cuore smetterebbe di palpitare,
tutta mi disseccherei abbagliata.

Alfonsina Storni
 
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Claire

ἰοίην
O SUL FONDO DEL MARE

In fondo al mare
c'è una casa
di cristallo.

A una strada
di madreperle
conduce.

Un grande pesce d'oro,
alle cinque.
mi viene a salutare.

Mi porta
un ramo rosso
di fiori di corallo.

Dormo in un letto
un poco più azzurro
del mare.

Un polipo
mi fa l'occhietto
attraverso il cristallo.

Nel bosco verde
che mi circonda
- din don... din dan... -
dondolano e cantano
le sirene
di madreperla verdemare.

E sulla mia testa
ardono, al crepuscolo,
le ispide punte del mare.

A. Storni
 

nonmollare

Moderator
La Luna ed una stella schiarivano la Via -
le Piante erano immobili e lucenti -
ed io distinsi - a quel lontano Lume -
una sagoma d'uomo sopra un Colle
salire verso magiche Tangenti
benchè terrene -
Ignoto era il suo minimo bagliore -
pure, mi confermava lo splendore -

E. Dickinson
 

Claire

ἰοίην
Ivo Andric:

ALTITUDINE

Lontana arde la stella,
Caro m'è il silenzio. Sogno
I passi di forze prosperose, custodite con saggezza,
Volano come saette dalla scia dorata e infinita,
Non si conosce la loro meta
Non si vede la loro origine.

Sotto di me nel profondo giace
Uno specchio frantumato e cieco nell'ombra,
L'amara lusinga di cui si nutre
L'angoscia della vita che scorre.

Io seguo l'infinita traccia lucente.
Sono solo. Muoio anch'io.
Dal mondo si va senza salutare.

(1919)


LA FUGA

Quando l'autunno spegnerà i rumori
E i colori nella luce premortale
Lenta inizierà la fine,
Quando al sole sarà tolto il potere
Io mi metterò in cammino.

So che l'estate ardente
Non tornerà
Che è morta la gioia e la sete appagata
E che la terra straniera
nessuno rese felice,
ma so che per lo sguardo triste
i luoghi nuovi sono il migliore ristoro
e che ogni dolore
si rinnova in una più grande
e guarisce.

(Roma, 1921)
 

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