LA VITA NON E' TROVARE SE STESSI. LA VITA E' CREARE SE STESSI (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
La Turingia è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso.

Dopo essere arrivati terzi dietro la sinistra estrema di Linke e gli identitari di AfD con poco più del 20%
il segretario locale della CDU Mike Mohring, appoggiato dalla direzione federale,
aveva affermato che avrebbe formato calizioni nè con la sinistra nè con AfD ed i Liberali,
pur potendo entrambe le soluzioni creare un governo stabile.

Questo avrebbe condotto o ad un improbabile e fragilissimo monocolore CDU, con il 20% dei voti,
o a nuove elezioni o ad un governo di minoranza senza la CDU.

Dopo neppure una settimana il suo vice Michael Heym ha iniziato colloqui con AfD ed i Liberali per la formazione di un governo.

Questo va contro la “Barriera sanitaria” che la Grosse Koalitione ha voluto porre nei confronti degli identitari, ma il partito ormai sta andando per i cavoli suoi.

Come nota SZ ormai la CDU è un partito fuori controllo.

La leadership dell’attuale ministro della difesa Annegret Kramp-Karrenbauer è contestata apertamente da più parti
ed appare incapace di mantenere la disciplina all’interno del partito.

Ad esempio Friedrich Merz, precedentemente sconfitto nel congresso del partito,
ha deciso di presentare una propria mozione contro quella del segretario, “Per dare il proprio apporto alla discussione”.

A tre settimane dal congresso ogni leader fa i propri interesse, le proprie dichiarazioni, le proprie politiche e trattative,
con una minima considerazione della segreteria e della Presidente del Partito

. Il problema è semplice: senza potere non c’è disciplina.

Angela Merkel era Presidente della CDU e Cancelliere, per cui governava e teneva sotto controllo il partito
distribuendo il potere governativo e le relative prebende e compensi.

Per lei era quindi facile mantenere tutti disciplinati ed allineati: o facevi come volevi lei, o diventavi un politico di terza classe fuori da qualsiasi poltrona.

Il suo successore AKK non ha questo potere dal momento che il cancelliere, fino al 2021, è ancora la Merkel.

Quindi niente posti da distribuire, niente disciplina.

La CDU si rivela un partito molto “Mediterraneo”, molto simile al PD, cioè un partito che senza potere da distribuire si disgrega, si sbriciola in mille rivoli.

Un partito quindi incapace di fare opposizione, di vivere di battaglia ideale o ideologica.

Ora si parla di una prossima coalizione di governo rosso-verde, senza più il partito centrista: cosa ne resterebbe in questo caso?
 

Val

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L’affermazione di Donald Trump di voler uscire dal Trattato Di Parigi, così fortemente voluto da Macron
per imbrigliare i paesi mondiali verso uno sviluppo green, o meglio un’involuzione economica mondiale,
non sono state parole gettate al vento o solo propaganda.

Ieri il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha dato inizio alla procedura per ritirare dal trattato gli Stati Uniti, come potete vedere dal suo tweet:

"Today the United States began the process to withdraw from the Paris Agreement," announces @SecPompeo in statement. pic.twitter.com/2koe8srxWu

— Steve Herman (@W7VOA) November 4, 2019

La procedura fu annunciata da Trump il primo giugno 2017 ed il ritiro potrebbe concludersi definitivamente il prossimo 4 novembre 2020.

All’epoca molti accusarono Trump di rinunciare alla “Leadership mondiale” ritirandosi da questo trattato,
ma il motto “America First” è proprio alla base di una politica americana per gli USA, senza voler seguire più percorsi dettati da altri.

Naturalmente le varie élité mondiali saranno furiose, le stesse che predicano la povertà
e poi si muovono con i jet privati o con navi a vela ultramilionarie.
 

Val

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Mentre le banche commerciali, quelle che supportano la crescita dell’economia reale,
vengono penalizzate con una normativa molto stringente sugli NPL, cioè sulle sofferenze,
al contrario le banche speculative, quelle che utilizzano in modo spregiudicato i derivati e gli attivi “Level 3”,
cioè senza valorizzazione del mercato, non subiscono particolari contraccolpi.

Non sarebbe ora di porre un rimedio a questa situazione che punisce le aziende a favore della speculazione?
 

Val

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....torneremo a mangiare i gatti .......

Sappiamo che la Febbre Suina Africana è un’epidemia disastrosa per la Cina,
dove la moria di massa di circa il 50% dei capi ha portato ad un’esplosione del prezzo della carne suina,
così diffusa nei paesi dell’Estremo Oriente, con fortissime ricadute sull’inflazione e sulle stesse abitudini di consumo della popolazione.

Ora ci sono notizie di un allargamento dell’area colpita dalla malattia verso la siberia
con decine di focolai negli allevamenti nella Siberia orientale, come mostra questa immagine da dati OIE:



Appare evidente che la malattia si stia diffondendo verso nord e verso ovest.

Lo strumento di trasmissione sono i cinghiali ed i maiali selvatici che trasportano la malattia dagli allevamenti contaminati
a quelli ancora immuni e che non conoscono i confini fra gli stati.

Una situazione che mette in pericolo nell’immediato gli allevamenti suini della Russia e potenzialmente anche in altre aree.

Ci sono stati già dei casi di febbre suina in Occidente, in Serbia, Slovacchia ed in altri Paesi dell’est.

La scorsa estate vi è stato un aumento dei casi:



Gli allevatori occidentali sono tendenzialmente molto attenti nel far si che animali selvatici non entrino in contatto con quelli di allevamento
e la malattia era presente da tempo, ma comunque non è impossibile che vi sia un’epidemia anche europea,
soprattutto in quelle aree con gli allevamenti più intensivi o, al contrario, dove questi sono allo stato brado.

L’effetto sui prezzi della carne sarebbe devastante.
 

Val

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15 mila posti di lavoro, a Taranto, ma anche al Nord (penso a Novi Ligure, ad esempio). Ora una breve storia per chi non fosse aggiornato:

  • nel 2015, tolta l’ILVA ai Riva, vengono concessa l’immunità penale ai commissari che , se no, non avrebbero mai accettato l’incarico;

  • nel 2018 , ministro DI Maio al MISE, Mittal vince la gara per l’affitto aziendale e poi acquisto di ILVA, con le norme di scudo penale in atto,
  • in cambio di misure di carattere ambientale che parzialmente sono implementate (copertura depositi minerali);

  • nell’estate 2019 il M5s cambia idea ed ancora nel governo Giallo verde, promotrice la Lezzi, decide di togliere lo scudo penale;

  • la Lega lo fa reintrodurre, ma poi il governo cade…

  • nel governo giallo-fucsia viene data la fiducia, ma nel programma c’è la cancellazione dello scudo penale.

  • il 4 novembreArcelor Mittal comunica la fine del’affitto;

  • tutti i partiti sono ora d’accordo nel reintrodurre lo scudo, tranne un’ala minoritaria del M5s,
  • e Renzi (senza Mandato alcuno) cerca di lavorare ad una cordata CDP – altri (poi smetisce…).

  • il 6 novembre (oggi) inizia il rilascio dell’impianto.
Il Movimento cinque stalle in tutta questa vicenda ha perseguito una politica confusa, contradditoria.

Se non voleva lo scudo penale perchè non lo ha cancellato Di Maio direttamente a giugno 2018?

Perchè lo ha poi tolto nell’estate 2019, salvo ora vedere il partito sempre di Di Maio fare retromarcia ?

Perchè, il PD, Renzi compreso, ha votato la fiducia sapendo che c’era questo enorme ostacolo in mezzo?

Sono tutto solo degli ipocriti, sono dei pazzi o sono solo degli improvvisati?

Adesso, a disastro avvenuto, “Anche Mattarella si interessa“, come se il suo tardivo desideri di informazione potesse compensare
l’aver dato il via ad un governo abborracciato e nato solo per tenere occupate delle poltrone.

In realtà MITTAL è in perdita in tutta Europa, a causa del calo del consumo per la crisi dell’Auto,
soprattutto quella tradizionale, e per il generale rallentamento economico, oltre che per i dazi globali:



In Europa Mittal perdeva 6 dollari a tonnellata di acciaio prodotto: perchè non fermare gli impianti?

Quindi Mittal aveva interesse a chiudere un impianto che lavorava a metà della sua capacità produttiva,
ma farlo senza un pretesto legale avrebbe dovuto pagare delle penali che adesso, invece può contestare.

Noi lo diciamo da mesi, se non da anni.

Invece di cercare il cavaliere bianco di turno, la multinazionale a cui chinarsi mentre ci si fa togliere il portafoglio,
bisogna iniziare a chiedersi cosa si vuol fare, industrialmente, da grandi.

Si vuole fare una seria politica industriale? In questa l’acciaio è necessario? Quale acciaio? Come lo si vuole produrre?

Perchè il problema è proprio questo: se il settore industriale è necessario bisogna valutare come produrre,
quali tecnologia utilizzare, e quindi cercare un partner compatibile.

Però questo necessita un governo, non un insieme di poltrone occupate abusivamente.
 

Val

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Ahahahahahahahah

Per il caso-Ilva, nell'occhio del ciclone ci è finita la grillina Barbara Lezzi, le cui responsabilità in quanto accaduto a Taranto appaiono enormi.

E al Senato è stata respinta la richiesta della Lega di informativa immediata del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, proprio sul caso Ilva.

E nel corso della sessione, ecco che a prendere parola è stata proprio la Lezzi, protagonista di un infuocato intervento:

"Far finta che un morto di 35 anni e la sua famiglia non abbiano lo stesso diritto alla giustizia di tutti gli italiani - urlava la grillina -.
Questo vuol dire prima gli italiani, prima i tarantini e prima i pugliesi. Altro che le menzogne di un capitano dei miei stivali che dice a me: torna e vai a Taranto
È lui che annullato i comizi a Taranto, vada a lui a parlare a Taranto ex ministro Salvini. Bacioni, da Taranto".

"È un genio ma non la capisco".
 

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Un cinghiale che con il muso ha scavato il terreno danneggiando il barattolo e il suo contenuto di cocaina.
 

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Nella Manovra 2020, la lotta all’evasione diventa “prioritario obiettivo di interesse pubblico”
per il raggiungimento del quale si possono limitare i diritti dei cittadini in materia di privacy.

Una disposizione del disegno di legge di Bilancio - rubricata “Analisi di rischio” - prevede espressamente l’aggiunta della “materia tributaria”
fra gli “altri importanti obiettivi di interesse pubblico generale” per i quali il Codice della privacy consente la limitazione dei diritti degli interessati
in materia di protezione e tutela dei loro dati personali.

Con quali possibili conseguenze per i contribuenti?


L’art. 86 della legge di Bilancio 2020 (“Analisi di rischio”) detta una misura di grande impatto e senza precedenti.

Per la prima volta infatti la lotta all’evasione viene elevata al rango di obiettivo prioritario per il nostro paese,
in nome del quale diventa possibile sacrificare diritti primari dei cittadini/contribuenti quali quelli previsti dal Codice della privacy.

Se questa disposizione supererà indenne il vaglio delle aule parlamentari, la materia tributaria
e più nello specifico le “attività di prevenzione e di contrasto all’evasione fiscale”
saranno parificate agli altri obiettivi prioritari dello Stato quali, ad esempio, la sicurezza nazionale, la difesa del territorio, l’indipendenza della magistratura, etc.

In contropartita alle suddette limitazioni l’art. 86 della manovra di bilancio 2020 introduce anche
nuove metodologie informatizzate
di analisi del rischio e selezione dei contribuenti, attraverso l’utilizzo di appositi “pseudonimi”, in luogo del codice fiscale.
 

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Per appalti e subappalti, tornano gli “incubi” 2012-2014 della manovra Monti.

La novità contenuta nel decreto fiscale 2020, che ha essenzialmente finalità di contrasto all’evasione,
si spinge infatti ben oltre il contrasto all’illecita somministrazione di manodopera, abbattendosi su una platea sterminata di operatori.

Il tutto, peraltro, senza che le cifre stimate in termini di recupero siano poi così significative.

L’omissione dei versamenti dovuti per le ritenute di lavoro dipendente o assimilato è senza dubbio una patologia grave, che deve essere contrastata.

Lo devono fare, però, gli organi accertatori.

Lascia invece perplessi il fatto che si voglia contrastare tale fenomeno caricandone gli oneri sulle spalle di tutti gli operatori.
Senza che vi sia una effettiva garanzia sull’efficacia delle nuove misure.


In attesa di conoscere la versione finale della manovra 2020, una cosa emerge chiara già dal D.L. n. 124 del 2019 (il collegato): le complicazioni non mancheranno.

In tal senso, nel “guinness del delirio”, ascriviamo indubbiamente le nuove misure contenute nell’art. 4 rubricato :

“Ritenute e compensazioni in appalti e subappalti ed estensione del reverse charge per il contrasto dell’illecita somministrazione di manodopera”.
 

Val

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Per contrastare il fenomeno dell'evasione fiscale è molto più efficace continuare a puntare sui moderni strumenti elettronici come la fatturazione elettronica.

Lo ha sottolineato Confindustria in un comunicato stampa del 5 novembre 2019,
sull’audizione in Commissione Finanze della Camera del Direttore Generale Marcella Panucci in merito al decreto fiscale 2020.

Viene inoltre sottolineato come lo strumento delle ritenute fiscali negli appalti rappresenta un modo per scaricare gli oneri sia finanziari
sia burocratici sul mondo delle imprese in una maniera che può diventare insostenibile.


Confindustria ha pubblicato un comunicato stampa il 5 novembre 2019 riguardante le disposizioni del decreto fiscale 2020 collegato alla legge di Bilancio 2020 (D.L. n. 124/2019).

In particolare, ha evidenziato come il Direttore Generale Marcella Panucci, in occasione dell’audizione
in Commissione Finanze della Camera proprio sul decreto fiscale, abbia espresso un giudizio negativo sul provvedimento.

Valutazione di Confindustria
Per Confindustria il contrasto all'evasione fiscale è un’opera complessa, in quanto si tratta di un fenomeno articolato, che necessita di strumenti vari e sofisticati.

Gli imprenditori, però, si aspettano azioni più meditate, non volte meramente all'urgenza di reperire risorse finanziarie,
che rischiano di penalizzare in modo non solo sproporzionato ma anche indiscriminato l'intero sistema imprenditoriale, se non attentamente calibrate

.Infatti, occorrono sia interventi che non si limitino a minacciare il carcere come unica risposta sanzionatoria,
ma che disegnino pene, anche severe, in funzione del disvalore sociale della condotta e delle oggettive caratteristiche e condizioni di chi la mette in atto.

E’ stato evidenziato come serva l’azione anche su altri fronti e non solo su quello repressivo,
puntando su strumenti di carattere premiale per incentivare comportamenti virtuosi
e interventi di razionalizzazione dell'impianto sanzionatorio
e di depenalizzazione di quelle condotte che non sottintendono un dolo specifico o un intento frodatorio.

In ogni caso, la lotta all'evasione non deve penalizzare i contribuenti onesti.

Chi quotidianamente svolge attività d'impresa non dovrebbe subire ulteriori e ingiustificate riduzioni di liquidità,
né essere costretto a districarsi tra vincoli e procedure difficili pensate per imprese che operano sul filo della criminalità.

Quindi, per contrastare il fenomeno dell'evasione, è molto più efficace continuare a puntare sui moderni strumenti elettronici
che, dalla fatturazione ai pagamenti, possono rivelarsi una carta vincente, purché realizzino ciò che promettono, a partire dalla semplificazione degli adempimenti.

Disposizioni che le imprese chiedono di abrogare
Confindustria ha espresso un’opinione critica sugli strumenti per la lotta all'evasione fiscale, tra cui la riforma delle norme penali tributarie, la confisca, la 231.

Lo strumento delle ritenute fiscali negli appalti rappresenta un modo per scaricare gli oneri sia finanziari sia burocratici
sul mondo delle imprese in una maniera che oggettivamente diventa insostenibile per le imprese che hanno rapporti di fornitura e appalto.
https://www.ipsoa.it/documents/lavo...ilita-fiscale-committenti-aumento-oneri-costi
Inoltre, la nuova disciplina di responsabilità solidale del committente ha un ambito applicativo molto esteso,
ricomprendendo tutti i casi di esecuzione di una opera o di un servizio anche al di fuori di un contratto di appalto
e mette in evidenza anche le gravi conseguenze sotto il profilo finanziario, poiché viene sottratta alle imprese ulteriore liquidità per il pagamento al committente delle ritenute.

Per tali ragioni è stato chiesto che nel passaggio parlamentare si abroghino le disposizioni.

Allo stesso modo sono stati chiesti correttivi alla disciplina penale-tributaria e interventi in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

Il tema degli omessi versamenti Iva e delle ritenute è anche da rivedere, poiché è arduo rintracciare il dolo specifico
o l'intento frodatorio in tali condotte, perché il comportamento di chi non versa imposte o ritenute, dopo averle correttamente dichiarate,
è più riconducibile a difficoltà finanziarie che non alla volontà di mettere in atto condotte criminali meditate a monte.

Sarebbe stato più opportuno, anche in un'ottica di bilanciamento dell'intervento, depenalizzare queste fattispecie di reato.

Anche la confisca allargata, nata per contrastare i fenomeni che postulano un'organizzazione criminale stabile e strutturata,
specie di stampo mafioso mal si concilia con condotte illecite di natura tributaria, per le quali è difficile individuare nell'autore del singolo fatto una "dedizione all'illecito".

Ovviamente sarebbero dirompenti gli effetti dell'applicazione, in sede cautelare, del sequestro preventivo finalizzato alla confisca allargata, per le imprese.
 

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