LA TRINITÀ CHE COMANDA IL MONDO. Franco Fracassi (1 Viewer)

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LA TRINITÀ CHE COMANDA IL MONDO. Franco Fracassi
BlackRock
Vangard
State Street
gestiranno una massa di denaro vero pari a 33% di tutto il pianeta, per un ammontare di 22 mila miliardi di €uro
 

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BlackRock, Larry Fink vede nero: ‘tasse più alte, consumatori cauti e boom fallimenti’. Fed (e Trump) si preparino
Tasse più alte, una catena di bancarotte e fallimenti, aerei vuoti, consumatori cauti. Numero uno di BlackRock, l’asset manager più grande al mondo, Larry Fink non è affatto ottimista sul futuro dell’economia americana. Nel corso di una conference call con i suoi clienti, Fink si è chiesto, di conseguenza, se la Fed non debba fare di più per sostenere i fondamentali Usa.
D’altronde un collasso dei prezzi degli asset, ha spiegato, si tradurrebbe in un irrigidimento esplosivo delle condizioni finanziarie, con ripercussioni immediate sull’economia reale.
Secondo il dirigente, a quel punto andrebbe tutto giù.

Larry Fink non è solo il ceo della società di risparmio gestito numero uno al mondo: è anche, si potrebbe dire, l’uomo che sussurra a Wall Street, e anche alla Casa Bianca, visto che BlackRock sta lavorando con l’amministrazione Trump e con la stessa Fed per aiutare le autorità a rispondere in modo efficiente alla crisi innescata dalla pandemia da coronavirus.

Fink è inoltre consigliere personale di Donald Trump e del team presidenziale.

Il suo attenti, ha fatto notare Bloomberg, non promette nulla di buono: “Il messaggio del leader dell’assset manager più grande al mondo contrasta in modo netto con i toni vivaci di un mercato azionario che è risalito dai minimi recenti“. E che probabilmente, come emerge anche dal Buffett Indicator , starebbe ora davvero esagerando in termini di ottimismo.

Larry Fink teme inoltre che le tasse sulle aziende americane- che sono state abbassate con la famosa rivoluzione fiscale di Trump – potrebbero tornare a salire l’anno prossimo dal 21% a cui sono scese fino al 28-29%: Ad aumentare sarebbero anche le tasse sulle persone fisiche.
Insomma, a suo avviso il peggio deve ancora arrivare.
E il virus annienterebbe anche lo shock fiscale promosso dal presidente Usa.

Ma su cosa sta puntando BlackRock in questi tempi di coronavirus?
A svelarlo, verso la metà di aprile, è stato Rick Rieder, responsabile del team globale di allocazione della società di asset management:
“Seguiremo la Fed e le altre banche centrali dei paesi avanzati, acquistando quello che stanno acquistando loro”.
Follow the Fed, dunque, con il colosso finanziario da $7 trilioni che starebbe di conseguenza vendendo volatilità sui tassi di interesse e acquistando bond caratterizzati da una lunga duration. Oltre a essere posizionato in modo significativo sul cash, in tempi di crisi economica.
Inoltre, a proposito di acquistare ciò che le banche centrali stanno acquistando – dunque non solo Follow the Fed, ma anche Follow the Bce – BlackRock ha annunciato settimane fa di star acquistando anche i BTP italiani.
 

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Lo scopo del nuovo lockdown (non lo sapete già?)
Maurizio Blondet 23 Settembre 2020
Paolo Borgognone


Se vi sarà un secondo lockdown, in autunno, sarà diverso dal primo. Non sarà totale, ma parziale. Più assurdo, per certi versi. Alcune attività saranno stranamente permesse, altre assurdamente vietate.
I divertimenti saranno vietati. Bisogna prendere le persone per stress, bisogna abbassare le difese immunitarie della popolazione aumentando lo stress. Quindi si chiudono i divertimenti, gli svaghi (e il clima autunnale, specie nel Nord Italia, farà il resto).
Si chiudono “gli anni Duemila” (primo decennio). Il modo di ragionare tipico di quegli anni, connaturato al capitalismo di terza età, deve finire.
Il modo di ragionare edonista e insofferente di limitazioni da parte delle “classi basse” non è più, a differenza di 20 anni fa, allineato alle esigenze e ai desiderata di coloro che possono tutto ciò che vogliono.
Pertanto, questo modus pensandi degli “anni Duemila” verrà abolito a suon di restrizioni sui circenses (fino a ieri elargiti e distribuiti a costi relativamente accessibili, previo un po’ di indebitamento privato, a tutti o quasi).
Non esiste più, per la plebe, il “voglio, voglio, voglio”. La società signorile di massa non si adatta allo spirito del capitalismo di quarta fase. Per questo verrà gradualmente revocata, perlomeno limitata.
Si chiudono gli svaghi ma si potrà andare al centro commerciale, al discount a fare la spesa, a passeggiare DA SOLI.
Il secondo lockdown eventuale sarà più selettivo. Non si vuole distruggere l’economia, la si vuole CAMBIARE. Soprattutto, SI VUOLE CAMBIARE LA MENTALITA’ COLLETTIVA.
Deve esserci, nel tessuto sociale del Paese, la percezione di pesantezza, di controllo, di un atteggiamento negativo e pessimista. E soprattutto dev’esserci PAURA. E’ con la paura che si fanno i più grandi affari. Servono ancora un paio di giri di lockdown “mirati”.
Poi, quando i valori culturali saranno sufficientemente cambiati, il virus sparirà come d’incanto. Saranno Gates e Fauci a stabilire il finale di partita, a lavoro sporco compiuto…

Laurence D. Fink – Wikipediaen.wikipedia.org › Born on November 2, 1952. He grew up in a Jewish family …Political party‎: ‎Democratic

La “durezza del vivere” per la plebaglia
Tommaso Padoa Schioppa,
Corriere della Sera, 26 agosto 2003:
Nell’ Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’ essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’ individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità….

dal Deutsche Wirtschaft Nachrichten

Il “Great Reset” è controllato da Blackrock: agli stati è consentito solo assistere
BlackRock, con sede legale nel paradiso fiscale statunitense del Delaware, è solo la più grande delle diverse centinaia di “banche ombra” , ufficialmente chiamate così e, a differenza delle banche tradizionali, sono difficilmente regolamentate. BlackRock ha interessi di proprietà, ad esempio azioni, in circa 18.000 società, banche e fornitori di servizi finanziari, principalmente negli Stati Uniti e nell’UE.
BlackRock possiede azioni nelle società più redditizie, come Coca Cola, Goldman Sachs, Exxon, Nestlé, Nike, Bayer, BASF, Siemens, VW, BMW, Daimler, Allianz, Amazon, Google, Apple, Microsoft, Facebook ad esempio presso le più grandi compagnie di armamenti, ad esempio Lockheed, Boeing, Northrop, Raytheon (tutti gli Stati Uniti), Leonardo (Italia), Thales (Francia) e Rheinmetall (Germania).
[…] BlackRock è l’unico investitore a detenere azioni in tutte le 30 società DAX. Al secondo e terzo posto ci sono “Vanguard” e “State Street”. Va notato che le banche ombra sono collegate in rete tra loro, ad esempio “Vanguard” e “Wellington” sono anche azionisti di BlackRock. Tuttavia, il capo di BlackRock Laurence Fink è il portavoce di questi nuovi giocatori di capitale.
BlackRock è stato advisor delle più importanti banche centrali, ad esempio la Federal Reserve (USA) e la BCE, sin dai tempi del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Il consiglio include, tra le altre cose, la progettazione dei grandi programmi di salvataggio provocate dal Covid: ad esempio da quali paesi e società le banche centrali dovrebbero acquistare obbligazioni….
Der "Great Reset" wird von Blackrock gesteuert: Die Staaten dürfen nur assistieren
 

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“Vanguard” e " BlackRock" assieme alla CIA e alle case farmaceutiche che producono vaccini sono
RESPONSABILI del disastro pandemico di Wuan


da ascoltare tutto
Franco Fracassi: Protocollo Contagio
 

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IL PHARMA-DOLLAR (e noi cani di Pavlov)
Maurizio Blondet 2 Ottobre 2020
Dopo il petrodollar, the pharma-dollar.
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ANDREA CECCHI
Ricapitoliamo:
La progressione di eventi che ha portato il mondo globalizzato ad accettare all’unisono il congelamento dell’economia è frutto di un tentativo concertato di provare a disinnescare la naturale conseguenza di un sistema monetario imperfetto, in quanto basato sul debito; un sistema che segue la progressione esponenziale e che col tempo diviene insostenibile.
Il mondo economico si fonda sul commercio tra nazioni. C’è un vecchio modo di dire che così recita: -“se non si muovono le merci, si muoveranno i carri armati”! Questo per sottolineare l’importanza assolutamente vitale dei commerci per il pacifico funzionamento del mondo intero.
La quasi totalità dell’ammontare complessivo dei commerci globali è espressa in una valuta denominata USD, ovvero il dollaro americano.
Il dollaro americano è monopolio esclusivo di un’unica entità privata: la Federal Reserve.
Vista l’importanza che i commerci rappresentano per ogni nazione e preso atto che essi sono espressi proprio in dollari americani non è azzardato affermare che la Federal Reserve è la più potente istituzione al mondo in quanto monopolista della creazione di dollari “ad libitum”
Ed è stato proprio ad libitum che la Federal Reserve ha stampato, approfittando del suo vantaggio per inondare il mondo di dollari che dal 1971 non hanno più nessun vincolo aureo.
La Federal Reserve è un’istituzione commerciale che produce e smercia dollari ed ha un costante bisogno di un mercato che desideri questo prodotto. Come tutte le grandi aziende, per vendere al meglio il suo prodotto, la Federal Rererve si affida al marketing. I canali più efficaci per raggiungere il vasto pubblico sono i media ufficiali, che creano la realtà a cui il pubblico si adegua.
Quindi, come si fa per creare una sempre maggiore necessità di un prodotto che produco in maniera illimitata, senza il rischio che il pubblico cerchi un’alternativa o che smetta di desiderarne?
Partendo da qui, si capisce come i fenomeni assurdi osservati recentemente siano tutti riconducibili alla necessità che ha la Federal Reserve di mantenere ben salda la sua posizione estremamente privilegiata di controllare l’unità monetaria con cui sono espressi i commerci globali, e soprattutto il commercio del petrolio, indispensabile per la sopravvivenza dell’umanità intera nell’attuale paradigma.
È qui importante ricordare brevemente il funzionamento del sistema petrodollaro:
Tutti noi abbiamo sentito questa parola, ma forse è arrivato il momento di approfondire un po’ il suo significato, in quanto è proprio nel meccanismo di funzionamento che lega il dollaro con il petrolio che si giocherà il futuro dell’economia planetaria.
Come abbiamo visto, l’export principale degli Stati Uniti è il dollaro. Questa unità monetaria viene emessa in modo sfrenato e senza sottostante. Ma il resto del mondo ne ha bisogno in quanto è l’unica valuta con la quale si può commerciare.
Se la Russia vuole comprare qualcosa dalla Cina e viceversa, prima i due partner commerciali devono convertire le proprie valute in dollari Usa. (Anche se le cose stanno cambiando).
Adesso anche l’Euro consente certi commerci, ma resta l’obbligo di pagare in dollari le transazioni relative al petrolio. Tutti i paesi del mondo hanno bisogno di energia e, nonostante tutto il clamore che si fa relativamente alle rinnovabili, la principale fonte di energia resta comunque e sempre quella fossile ricavata dal petrolio.
Senza petrolio, la vita umana, come la conosciamo adesso, non sarebbe possibile.
Stiamo parlando di quasi 8 miliardi di persone che riescono a sfamarsi grazie all’agricoltura industriale praticata con largo consumo di idrocarburi utilizzati sia come combustibili per i macchinari che come fertilizzanti, pesticidi, ecc.
Qualsiasi paese del mondo, per poter comprare petrolio, deve prima comprare dollari americani.
Questi sono gli accordi stabiliti con l’OPEC e questo è il passaggio obbligato che tiene insieme tutto il sistema. Vediamo come funziona il meccanismo di pagamento:
Il greggio, una volta estratto, viene collocato sul mercato ad un prezzo espresso in dollari per barile. Il mercato è estremamente cartellizzato, dove agiscono in condizioni di partner oligopolisti le maggiori e più note compagnie petrolifere. Uno dei nomi più influenti è sicuramente la Standard Oil-Exxon Mobile della famiglia Rockefeller. La stessa famiglia controlla anche le maggiori banche americane che sono le maggiori azioniste della Federal Reserve, anch’essa un cartello!

Il petrolio venduto attraverso le compagnie petrolifere viene pagato con il deposito di dollari sui conti correnti accesi presso le banche che appartengono allo stesso “entourage”.
Oppure finiscono nelle riserve valutarie delle banche centrali dei vari paesi. In ogni caso, quasi sempre, con quei dollari si comprano buoni del tesoro americani, contribuendo così a mantenere bassi i tassi di interesse sul debito pubblico americano.
Il paese esportatore di greggio si accontenta di percepire la cedola che il Tesoro statunitense paga sul suo debito rappresentato dai Treasury Bonds.
L’America produce miliardi di bit elettronici denominati in dollari senza nessun sottostante (se non la supremazia militare), e la altre nazioni li accettano perché sanno che potranno scambiarli con altri beni o servizi in tutto il mondo o spenderli negli stessi Stati Uniti.
In questo modo il debito pubblico aumenta, ma i tassi rimangono bassi garantendo un risparmio sugli interessi da corrispondere.

Molte persone non se ne rendono conto, ma gli USA hanno uno sbilancio commerciale di circa 620miliardi di dollari. Oltre mezzo trilione di dollari è uscito dagli Usa rispetto a quanto è entrato.

Gli Usa fabbricano dollari e gli esportano in cambio di prodotti di cui la nazione necessita.

La dinastia Saud dell’Arabia Saudita è uno dei maggiori esportatori di petrolio al mondo.

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In questi ultimi mesi abbiamo notato un certo nervosismo da parte dei Sauditi nel mantenere in essere questo meccanismo.
Se i Sauditi o altri paesi esportatori di petrolio decidessero di cambiare le regole del mercato dei petrodollari gli effetti sarebbero catastrofici per l’economia americana.

Ma ci sono ulteriori elementi di tensione che vanno ad aggiungersi a quelli relativi all’Arabia Saudita e in questo caso abbiamo a che fare con le uniche altre due super potenze planetarie: Cina e Russia.
  • Oggi la Russia è il maggior esportatore di petrolio del mondo.
  • Oggi la Cina è il maggior importatore di petrolio al mondo.
Per quale motivo la Cina e la Russia dovrebbero continuare a commerciare tra di loro attraverso il dollaro USA?

La Cina lo ha fatto sapere in modo inequivocabile rilasciando la seguente pubblica dichiarazione attraverso la sua principale agenzia di stampa: ” i giorni preoccupanti in cui i destini delle genti sono nelle mani di una nazione ipocrita devono finire“.

La Cina siede su di una montagna di dollari derivanti dal suo surplus commerciale.
Gli Usa diluiscono il valore di quei dollari mensilmente creando centinaia di miliardi di nuovi dollari al giorno attraverso il programma denominato Quantative Easing, quindi, le sue preoccupazioni sono ben più che legittime.
Per adesso il monopolio dei petrodollari tiene insieme questo sistema di pagamenti e di economie internazionali in un equilibrio molto precario.

Come in un colabrodo da dove escono problemi da tutti i buchi, oltre alle dinamiche relative commerci, si sono aggiunte anche gli enormi buchi del mondo finanziarizzato degli scambi tra banche. In questo caso non si tratta di un commercio di beni reali, ma del commercio della galassia di spazzatura finanziaria del mondo dei derivati, anch’essa tutta collegata al sistema reciproco delle banche, con la Federal Reserve in prima fila.

PER TENERE IN PIEDI TUTTO QUESTO OCCORRE MANTENERE COSTANTE LA DOMANDA GLOBALE DI DOLLARI AMERICANI, A QUALUNQUE COSTO.

Se la domanda di trilioni rallenta o se accenna a calare, bisogna agire con tempismo creando artificialmente qualche artifizio per ripristinare il flusso dei dollari dalla Federal Reserve, che, per poter creare dollari, deve necessariamente indebitare qualcuno, aumentando così il suo potere.
Il miglior cliente di una banca è uno Stato.
Il miglior motivo che ha uno stato per indebitarsi è quello di dover affrontare un’emergenza.


Se l’emergenza non si manifesta spontaneamente, è quindi opportuno crearla sinteticamente.

Come per miracolo, ecco il terribile virus! Ma guarda un po’ che fortuna!
Si aggiunge quindi un nuovo tassello a quello precedentemente analizzato nella newsletter IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO – IL VIRUS GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

Tutti i paesi del mondo si trovano dunque, tutti insieme a dover affrontare un’emergenza per la quale occorrono centinaia di miliardi di dollari, non solo per tamponare le partite finanziarie, ma…e qui arriva il bello: per comprare farmaci, tamponi, reagenti, macchinari e apparati medicali e infine, vaccini, tanti vaccini, tutta roba prodotta e commercializzata in dollari americani.

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Per questa deduzione, traggo spunto dall’ottima segnalazione di T.P. Wilkinson su questo articolo: Inferno and the "Fourth Circle". The American Empire and the 2020 Pandemic - Global Research
L’articolo ricostruisce abilmente la filiera di controllo dell’industria farmaceutica e si scopre che anche essa è direttamente controllata dalle stesse dinastie di petrolio e banche.

L’autore ci spiega che in questo caso, l’OPEC del cartello farmaceutico si chiama W.H.O. l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Essi usano l’eufemismo della salute pubblica per proporre la vendita di prodotti di loro oligopolistica manifattura. È innegabile che i fondamenti più genuini della salute pubblica derivino da sani stili di vita e di lavoro, da l’aria pura, dalla qualità del cibo e dall’acqua. Invece vengono imposti protocolli globali in cui la salute è ottenibile solo attraverso l’acquisto di immense quantità di medicinali. La parola inglese per dire farmaco è “drug”, ed è solo la legalità del autore del commercio che differenzia lo spacciatore o il narco-trafficante dal management dell’industria farmaceutica. Tutti i farmaci sono di derivazione oppiacea o petrolchimica e sono parte integrante della triade che guida il moderno capitalismo: farmaci, petrolio e armi. L’industria petrolifera è in mano a due gruppi dinastici così come l’industria farmaceutica che è la diretta conseguenza della guerra dell’oppio dell’impero Anglo-Americano dove commercio e stupefacenti hanno bisogno della forza persuasiva delle armi.

Ecco quindi che lo starnuto sentito in tutto il mondo viene in soccorso del dollaro riunendo sotto un’unica cupola di controllo, ovvero il monopolio monetario della Federal Reserve, gli scambi espressi dalle tre principali industrie: armamenti, petrolio e farmaci.

Da un grande debito si esce solo in 3 modi:
  1. RIPAGANDOLO ATTRAVERSO LA CRESCITA ECONOMICA (mmmm…???)
  2. CON UNA GRANDE INFLAZIONE CHE LO CANCELLA ( metodo storicamente più frequente)
  3. CON UNA GRANDE GUERRA (che in genere si accompagna alla grande inflazione).
Allora, chiediamoci: è già iniziata la III guerra mondiale?
Una guerra mondiale contro un virus che si può sconfiggere soltanto con l’acquisto di vaccini e farmaci ottenibili dietro l’esborso di dollari?

Alla luce di tutto questo, In breve:

Il v!rus è una operazione globale concertata dalle banche insieme ai maggiori centri di potere per ottenere determinati risultati economici e di controllo utili all’implementazione di nuovi sistemi monetari e per gestire il disastro finanziario che non sarebbe disinnescabile senza i lockdown, nonché creare un’artificiale domanda di dollari americani sostenendone valore e credibilità in un momento di espansione monetaria senza precedenti.

La presente situazione andrà avanti a fasi alterne per ancora diversi anni e fino a che sarà possibile farla durare, tipo nel film “Operazione Sottoveste”. dove si manda avanti il sottomarino fuso usando un reggiseno.
Non finirà finché non avranno sistemato il controbilanciamento della bolla galattica di Repo e derivati e ci vorrà del tempo, perché se scoppia è peggio.
Tutto questo insieme all’agenda “green’ che ci abituerà ad essere felici di avere meno, di consumare meno e di morire prima.


Mentre la bolla si sgonfia, avrà luogo il progressivo impoverimento delle classi del ceto medio del mondo sviluppato attraverso l’inflazione, specialmente del prezzo dei beni di prima necessità dei quali verrà creata anche scarsità.
La mancanza o scarsità di beni di consumo sarà facilmente attribuita al Covid che ha interrotto la filiera produttiva e ai fenomeni climatici dovuti all’inquinamento e alla sovrappopolazione e sarà quindi facile imporre qualsiasi misura alla gente che ha ormai accettato di essere infetta e colpevole e che si è abituata a subire passivamente, come un cagnolino addomesticato.

L’animale, dopo le prime percosse, capisce e si ricorda subito dove andare a cuccia, dove fare i bisogni e dov’è la ciotola col pastone. Così sarà l’uomo del domani: a cuccia confinato, mascherato, vaccinato, multato, tassato, impaurito, impoverito e spaventato. Utile solo quando se ne sta buono in un angolo e porge lieto il collo alla gargotta.

Primo esempio della riduzione dei lavoratori a cani di Pavlov:
A conferma dell’articolo di Andrea Cecchi, i sindacati hanno approvato il metodo che addestra i lavoratori come bestiame per il loro bene:
Gruppo Reale: accordo sui dispositivi per il distanziamento fisico
4 Giugno 2020
 

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