Una possibile situazione contenziosa riguardante l'adempimento del contratto di vendita Novo Banco sarebbe discussa all'estero, in un tribunale arbitrale, e non in tribunali portoghesi. È quanto prevede il contratto, che non è stato reso pubblico, l'Azienda ha scoperto.
Nel caso in cui lo Stato non fosse in grado di sbloccare i fondi stanziati per il Fondo di Risoluzione da iniettare nella Nuova Banca, sarà in gioco il rispetto del contratto firmato tre anni fa nella cessione della banca. Uno scenario che sarà sul tavolo solo a maggio del prossimo anno, quando scadrà il termine per la prossima iniezione nell'istituto finanziario.
In una situazione di contenzioso, il contratto stabilisce che la questione dovrà essere risolta, non nei tribunali arbitrali nazionali, ma all'estero. Una fonte vicina al processo si riferisce alle Imprese che, in questo contesto, l'arbitrato è soggetto alle regole della Camera di Commercio Internazionale (ICC), con sede a Parigi. Entità che aiuta, ad esempio, a risolvere i conflitti contrattuali in diversi paesi.
La stessa fonte afferma che l'appello a un tribunale arbitrale internazionale - possibilità già avanzata dall'avvocato José Miguel Júdice - può essere presentato sia dallo Stato portoghese che dalla stessa Novo Banco.
Sebbene il contratto preveda che la discussione si svolga all'estero, ciò non impedisce tuttavia a Novo Banco di procedere con una misura cautelare nei confronti del Fondo di risoluzione, nei tribunali amministrativi portoghesi. "Ci può essere arbitrato solo su atti che non comportano l'esercizio di poteri di autorità", chiarisce il professore di diritto, Miguel Prata Roque.
JdN