LA PRIGIONE PIU' DIFFICILE DA CUI EVADERE E' LA PROPRIO MENTE (1 Viewer)

Val

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il Consiglio dell’Unione Europea ha emanato una indicazione, non vincolante, ma estremamente indicativa,
con la quale si autorizza la ripresa dei voli e dei contatti con 15 paesi, la cui lista potete vedere come segue:


Algeria
Australia
Canada
Georgia
Giappone
Montenegro
Marocco
New Zealand
Rwanda
Serbia
South Korea
Thailand
Tunisia
Uruguay
China, soggetto a reciprocità


Come vedete non ci sono né gli USA, né Argentina o Brasile e neppure la Russia.


Evviva che potranno arrivare i turisti giapponesi e , forse, molto forse , cinesi.

Però vi invitiamo a fare un piccolo ragionamento.

Le motivazioni dovrebbero essere oggettive, almeno nelle premesse del Consiglio, che afferma:


Per quanto riguarda la situazione epidemiologica, i paesi terzi elencati dovrebbero soddisfare i seguenti criteri, in particolare:


  • numero di nuovi casi COVID-19 negli ultimi 14 giorni e per 100000 abitanti vicini o al di sotto della media UE (così com’era il 15 giugno 2020)

  • tendenza stabile o decrescente di nuovi casi in questo periodo rispetto ai 14 giorni precedenti

  • risposta globale a COVID-19 tenendo conto delle informazioni disponibili, compresi aspetti quali test, sorveglianza, tracciabilità dei contatti,
  • contenimento, trattamento e comunicazione, nonché affidabilità delle informazioni e, se necessario, il punteggio medio totale per la salute internazionale Regolamento (IHR).
  • Anche le informazioni fornite dalle delegazioni dell’UE su questi aspetti dovrebbero essere prese in considerazione.

Ora, con tutto il bene del mondo, dopo quello che è successo sulla nascita del virus a Wuhan,

i ritardi nella sua comunicazione

le incertezze,

il fatto che non si sia ben capito quello che è successo,

che la data di inizio dell’epidemia sia stata evidentemente contraffatta, dato quello che succedeva a ottobre ,

con gli ospedali pieni, con il virus già presente in Italia a Dicembre ,

il diniego della trasmissibilità fra uomo e uomo fino alla seconda metà di gennaio,

nonostante tutto questo,

ora noi ci veniamo bellamente a fidare di quello che dice la Cina , i suoi dati etc.

Il tutto, fra l’altro, dopo che anche sui morti a Wuhan ci sono degli indizi che le cose siano andate ben diversamente,
ad esempio con le montagne di cellulari abbandonati, i milioni di abbonamenti telefonici cancellati.

Nonostante tutto questo il Consiglio dell’Unione Europea si fida dei dati cinesi ?



Sbagliare è umano, perseverare è diabolico
 

Val

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Quando il burocrate perde la propria presa sulla società, vi si accanisce con misure repressive delle libertà dei cittadini
criminalizzandone taluni comportamenti totalmente fisiologici e naturali come l’utilizzo discrezionale del proprio denaro.

Ossia i pagamenti in contanti e la conseguente possibilità di pagare il prezzo di beni e servizi coi metodi ritenuti più opportuni da ognuno di noi.

Vi è un brano de La democrazia in America di Alexis de Toqueville, stranamente su misura per la situazione che a breve vivremo e che ci accompagnerà nel prossimo futuro:

“Il dispotismo per arrivare all’anima colpiva grossolanamente il corpo: e l’anima sfuggendo a quei colpi si elevava gloriosa al di sopra di esso;
ma nelle repubbliche democratiche la tirannide non procede affatto in quel modo: essa trascura il corpo e va dritta all’anima.
Il padrone non dice più come morirai: dice sei libero di non pensare come me, la tua vita, i tuoi beni tutto ti resta,
ma da questo giorno tu sei uno straniero tra noi. Conserverai i tuoi privilegi di cittadinanza, ma essi diverranno inutili.


È ciò che sta accadendo a tutti coloro che rimangono pervicacemente ancorati alla libertà di utilizzare il proprio denaro,
ossia il frutto del proprio lavoro e dei propri investimenti, senza limite alcuno, lottando contro il governo che per l’ennesima volta si appresta a limitare l’uso del contante.

Il suo utilizzo scenderà a 2mila euro dall’attuale limite di 3mila euro,
pensando così di attaccare e risolvere l’annosa questione dell’evasione fiscale ritenuta l’origine di ogni male.

Il governo Conte barcolla in preda al panico derivante dall’incapacità di ideare e seguire una linea programmatica di lungo respiro
durante la crisi economica che ancora deve dare il meglio di sé, e dunque
si rifà all’antico adagio per cui le tasse sarebbero più basse se tutti le pagassimo.


Naturalmente, essendo in cattiva fede, costoro omettono di ricordare che gli introiti derivanti dalla lotta all’evasione aumentano di anno in anno
e, nonostante ciò, di riduzione del carico fiscale non vi è neanche l’ombra.


Questo perché l’ideologia che muove la sinistra fa sì che una tassa non serva ad erogare un servizio pubblico,
ma che sia una punizione per chi osa ancor oggi accumulare ricchezza.

Chi, dunque, resiste eroicamente ritenendo i proventi del proprio lavoro una proprietà privata intangibile
e che dovrebbe essere intaccata dallo Stato solo su basi certe e non discrezionali,
viene presentato dall’opinione pubblica come un ladro della peggior specie avido di ricchezza e incapace d’empatia verso i bisognosi.

Il ragionamento giusto, invece, dovrebbe partire dalla consapevolezza che
i cittadini non sono sudditi sulle cui teste possono pendere tasse come se fossero delle taglie
,
con discrezionalità e sulla base dello strapotere pubblico, piuttosto che l’ingiustizia originale
sta nel considerare moralmente ineccepibile un sistema fiscale che prevede molte tasse e al quale non bastano mai.

Qualsiasi cretino può pensare e ideare nuove tasse, mentre solo lo statista saprebbe comprendere le ragioni di un popolo oppresso.


A questo contesto di follia liberticida si aggiunge naturalmente la batosta della limitazione del contante,
ben voluto da chi, con l’anello al naso, asserisce che “in Svezia si fa così”.

Giustificazione, questa, complessa e articolata, tanto che, quando al ragazzo di ritorno dall’Erasmus si chiede
su quali basi giuridiche poggi tale limitazione della libertà individuale, egli si affretta a prendere un altro aereo.

Si ha la netta impressione che questo governo possa tutto e tutto gli sia concesso
sulla base dell’emergenza che stiamo vivendo
, prima sanitaria e ora economica.

Minoritari nel paese, essi arraffano il potere a piene mani ritenendolo nelle proprie disponibilità
e ritenendo tutti noi dei caproni da muovere a bacchettate.

È insostenibile e insopportabile un’ingerenza di tal fatta nella vita dei cittadini senza che questi ultimi
si siano espressi in elezioni politiche facendo risultare costoro vincitori.

Si tratta di un intervento di una gravità inaudita perché spalanca le porte all’arbitrio più totale.
 

Val

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“Dio mi ha mandato quelli di colore ed assieme a quelli di colore sono arrivati i soldi”.

In questa frase – emersa dalle intercettazioni telefoniche pubblicate stamattina da La Verità in un articolo a firma di Francesco Borgonovo –
si può condensare il pensiero di padre Zanotti, il don bergamasco arrestato il 17 giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa delle coop d'accoglienza orobiche.


“Sono un imprenditore, sono nato così non lo so, sono frate, ma mi hanno detto tutti tu sei un grande imprenditore”,
si vantava con la sua collaboratrice Anna Maria Preceruti, una delle 38 persone finite nel mirino della procura
nell’indagine coordinata dal pm Fabrizio Gaverini; le accuse vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato
attraverso l’acquisizione di erogazioni pubbliche non spettanti, allo sfruttamento del lavoro nero fino ad arrivare al riciclaggio.

In questo contesto si inserisce Zanotti, il don dalle due facce: pio e dedito alla causa dell’accoglienza da un lato, e imprenditore spregiudicato dall’altro.

Su di lui gravava già un’accusa, nel 2018, di ricatti sessuali ai danni di un ospite della struttura.

A fare l’imprenditore era bravo davvero: peccato solo che i proventi di questa maestria
non venivano messi a disposizione dei “fratelli migranti”, ma finivano nelle sue tasche.

Senza però mancare di tirare in ballo la propria fede a giustificazione del suo – davvero poco limpido – operato:

“Dio non si dimenticherà mai perché me l’ha promesso la Madonna – ripeteva alla Preceruti –
non ti prometto di essere né povero né ricco, ma tutto quello di cui tu avrai bisogno io te lo darò”.

Quello di cui aveva bisogno Zanotti, per lo più, arrivava dalla prefettura di Bergamo (5 milioni di euro),
da quella di Como (600mila euro), Lodi (500mila euro)
e seppur in minima parte, anche da Milano.

Una valanga di soldi – erogata soprattutto nelle fasi di forti flussi migratori –
quando cioè gli enti facevano ricorso ai servizi della sua cooperativa, la Rinascita, per gestire i richiedenti asilo.

Una valanga di fondi che il don era bravissimo a far fruttare: principalmente evitando di spenderli e risparmiando su tutto,
anche sui pasti degli ospiti
– anche dei minorenni:

“Altro che 200 euro di verdura, di frutta alla settimana, in nessun albergo al mondo si spende così!”.

Due soci della coop parlavano così del sacerdote:

“Lui dice che è il padre padrone, vuole sapere tutto anche quante mele mangiano i bambini a Campisico
– si legge nelle carte – ma ti rendi conto figa… io non posso andare a dire a un bambino se deve mangiare la mela o no?!”.

Ma se su frutta e verdura vigeva l’austerity, su altre voci e altri nominativi Zanotti non badava a spese:

“Lui butta via i milioni – questo ancora il commento dei suoi collaboratori – Ma sai che il cantante Congiu che non fa un cazzo,
non fa niente sai che non fa assolutamente nulla e gli dà 3.000 euro netti al mese?
Ha un costo per la cooperativa di quasi 100.000 euro annui solo lui… cioè che senso ha una cosa del genere?”.

Stesso discorso per l’autista del don:

“Che senso ha che il suo autista prenda 1.000 – si legge – che il suo autista che non lavora
cioè dice che fa l’autista ma lavorerà tre ore a settimana. Il rumeno Aurash figa… Ionescu Aureil… figa questo qua
che lo ricatta in continuazione non so perché lo ricatta… non so ancora perché lo ricatta,
se uno è ricattabile qualcosa avrà fatto… eh… prende 1.500 gli hanno dato l’aumento
e prende 1.500 euro al mese senza fare niente... non fa niente, niente!”

Non solo: il denaro per l’accoglienza degli immigrati veniva utilizzato da Zanotti

“per mantenere in vita le attività commerciali e produttive create all’interno della cooperativa – è la conclusione degli inquirenti –
al solo fine di generare fondi neri dai quali poter attingere denaro per scopi personali”.

Emblematica la scoperta di un’attività di compravendita di mobili pregiati, predisposta in un capannone a Barbata.

“Tutti i soldi provento dell’accoglienza dei migranti sono utilizzati dal prete per mantenere in vita
tutte le attività commerciali inserite nella cooperativa tra cui quella presso il capannone di Barbata”.
 

Val

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Terrorismo mediatico posto in essere da un "teorico"
al quale Zangrillo ha risposto :

“Poi se volete chiudere l’Italia in zona rossa da domani, fatelo”

ma dalla controparte, nessuna risposta.
Solo terrorismo mediatico. Senza soluzioni fattive.
 

Val

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Una coppia di St. Louis, nello Stato del Missouri, ha minacciato con una pistola e una mitragliatrice,
un folto gruppo di dimostranti che passava davanti alla loro abitazione nell’esclusivo quartiere di Central West End della città.

Le immagini mostrano la coppia – lei con la pistola in pugno, lui col mitra sottobraccio –
mentre puntano le armi contro i dimostranti che passano davanti alla loro lussuosa abitazione in stile neo-calssico.

L’uomo si rivolge alla folla, ma dal video non è possibile sentire ciò che dice a causa del rumore di sottofondo.

Da alcuni manifestanti arriva l’invito a proseguire nella marcia per evitare incidenti e non cadere nelle provocazioni.

Secondo la Nbc, poco prima era stato distrutto un cancello di una casa.

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Questa è la notizia pubblicata e trasmessa dai media asserviti al regime.

La verità la trovate in un video pubblicato su twitter.

Si vede chiaramente che i manifestanti si spostano dalla strada principale
ed entrano da un cancello - che poi distruggeranno - in una proprietà privata
e solo allora i due - spaventati - escono di casa con le armi e si sente - distintamente -
lui dire : andate via è una proprietà privata.
 

Val

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Forse perché abbiamo tutti in questo Paese una memoria corta
o forse in tutti noi scatta quasi in modo automatico una volontà a non inveire,
in modo forte e definitivo, contro i perdenti, contro coloro che sono, a tutti gli effetti,
falliti nell’attuazione di precise azioni programmatiche.

Invece io non posso rimanere disattento nel denunciare la sommatoria di fallimenti
perché il Movimento ha sempre cercato di colpire non solo la mia persona, ma tutti quelli
che hanno tentato di dare attuazione e continuità alle scelte strategiche utili per la crescita socio economica del Paese.

Quindi sembrerà un blog personale, sembrerà un attacco quasi interessato contro il Movimento 5 stelle
ma nei fatti è solo un obbligato ricorso alla memoria storica di due anni di Governo.

Comincio con il fallimento più recente: lo stop del Senato al taglio dei vitalizi agli ex parlamentari
e, indipendentemente dalle dichiarazioni del Movimento 5 stelle, della Lega e dello stesso Pd,
penso sia utile leggere quanto ha detto l’avvocato dei senatori ricorrenti l’ex senatore Paniz:

“Varie sentenze della Corte costituzionale e una massiccia giurisprudenza hanno fissato le regole di base di un taglio delle pensioni.
Nessuno dei 5 paletti che rendono giuridicamente potabile un taglio previdenziale era rispettato”.

Ora resta da capire cosa accadrà alla Camera dove il contenzioso sui vitalizi è ancora in corso.

Sicuramente sarà molto difficile che prenda corpo un provvedimento diverso da quello del Senato.

Insisto questo fallimento era scontato perché è pura follia incrinare l’assetto normativo consolidato.


Passo dopo a un’altra iniziativa portata avanti sempre dal Movimento 5 stelle: il “Reddito di cittadinanza”.

La Corte dei conti ha dichiarato:

“Sul Reddito di Cittadinanza è enorme la forbice fra i 2,4 milioni di richieste avanzate e il milione di domande accolte
e ancora più grave è il fatto che solo nel 2 per cento dei casi il Reddito ha dato luogo ad un rapporto di lavoro tramite i Centri per l’impiego.
Al 1° marzo scorso sono stati 65.302 i percettori di reddito di cittadinanza assunti
e che solo per il 18 per cento di loro il contratto firmato è a tempo indeterminato”.

A questo misurabile fallimento se ne aggiunge uno ancora più preoccupante ed è relativo all’operato
dei 2.874 navigator precari coordinati dal presidente dell’Anpal Mimmo Parisi.

In proposito è utile ricordare la lettera al presidente Giuseppe Conte di otto parlamentari della maggioranza
con la quale i parlamentari denunciano la serie di errori commessi e precisano:

“Purtroppo Anpal e Anpal Servizi appaiono totalmente bloccate e inconcludenti rispetto alle risposte che dovrebbero dare
alle centinaia di migliaia di italiani che hanno perso il lavoro a causa della pandemia.


Non posso poi non ricordare due altri esempi indimenticabili di cambiamento di strategia: il caso Ilva ed il caso Tap (Trans Adriatic Pipeline);

per l’Ilva nelle elezioni del marzo 2018 l’impegno del Movimento era stato quello di rivedere integralmente
il mantenimento del centro siderurgico e quindi l’impegno di annullare, una volta al Governo,
il contratto sottoscritto dall’allora ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda con Arcelor Mittal.

Una volta al Governo il ministro Di Maio dichiarò formalmente che il contratto era da rifare ed erano inaccettabili le clausole sottoscritte
e che quindi in assenza di un cambiamento sostanziale avrebbe annullato tutto.

Poi, dopo aver consultato l’Avvocatura generale dello Stato, dopo aver capito che gli impegni assunti in campagna elettorale
erano stati utili solo per aggregare il consenso locale, il contratto sottoscritto da Calenda con modifiche modeste,
a mio avviso peggiorative, fu confermato integralmente.

Per la Tap l’impegno in campagna elettorale fu ancora più forte; in particolare l’onorevole Barbara Lezzi assicurò
che l’opera sarebbe stata bloccata e la stessa Lezzi, diventata ministra del Mezzogiorno, purtroppo,
dovette ammettere che durante la campagna elettorale non era stato consentito al Movimento
di conoscere tutti gli impegni contrattuali e che quindi l’opera non poteva essere sospesa.


Ancora più pesante ritengo sia il fallimento sugli impegni assunti sia con i cosiddetti “No Tav”,
cioè coloro che osteggiavano e osteggiano la realizzazione del nuovo tunnel ferroviario Torino – Lione,
sia con coloro che da sempre osteggiano la realizzazione delle infrastrutture strategiche.

Per la Torino – Lione addirittura una volta insediato al Governo l’allora ministro Danilo Toninelli dichiarò
che aveva incontrato il Ministro dei Trasporti francese ed avevano concordato un itinerario mirato al blocco dei lavori.

In realtà la colpa non fu del ministro Toninelli ma di coloro che stando al Ministero avrebbero dovuto informare il ministro che:


quell’opera non l’aveva deciso la Francia e l’Italia ma l’Unione europea;


quell’opera era stata oggetto di un accordo internazionale approvato per Legge.



Per quasi un anno abbiamo letto dichiarazioni del ministro Toninelli di condivisione della Francia sul ripensamento dell’opera,
più volte abbiamo letto del blocco di risorse comunitarie, più volte abbiamo letto dell’assenza di lavori sul tracciato
e poi abbiamo appreso i risultati negativi dell’analisi costi benefici prodotta dal professor Marco Ponti.

Poi tutto questo è finito perché nella realtà erano solo deformazioni mediatiche per tentare di bloccare un’opera essenziale,
per tentare come Movimento 5 stelle di non perdere ancora una volta la propria dignità politica.


In merito alle infrastrutture strategiche, sempre utilizzando il professor Marco Ponti,
il ministro Toninelli volle effettuare una ulteriore “analisi costi benefici” sulla linea ferroviaria ad alta velocità GenovaMilano (Terzo Valico dei Giovi),
sulla linea ferroviaria ad alta velocità BresciaVeronaVicenzaPadova e, praticamente,
le opere rimasero bloccate per quasi un anno e poi come per l’Ilva, come per la Tap intervenne l’Avvocatura generale dello Stato
ed il Governo dichiarò che le opere non erano convenienti però il blocco delle stesse avrebbe prodotto un forte contenzioso e quindi un rilevante danno economico.

Cosa davvero strana dopo appena un anno lo stesso presidente Giuseppe Conte pone come
“obbiettivo primario per la reinvenzione del Paese la rete ad alta velocità”.

Potrei continuare a sfogliare l’album di fallimenti del Movimento 5 stelle al Governo, ma mi fermo perché avverto un senso di dispiacere
per un Movimento che ha capito con molto ritardo che raccontando obiettivi irraggiungibili si può stare alla opposizione per tutta la vita
ma se democraticamente si vuole governare un Paese gli obiettivi falsi diventano una vera tomba per qualsiasi movimento.
 

Val

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Ma mi faccia il piacere”!

Era l’esilarante frase rivolta allo sventurato passeggero del vagone letto, onorevole Trombetta,
da Totò che, nella sua produzione cinematografica, della politica ne ha fatto un cavallo di battaglia.

La stessa esclamazione viene spontanea prenderla in prestito e gridarla oggigiorno a quella politica, divenuta di seconde file,
che sembra sempre più prendere le sembianze di un cavallo azzoppato e che si vuol far passare, invece,
come cavallo di razza come nel caso di Luigi Di Maio o Vito Crimi, incoronandoli leader di un qualcosa.

Ma vi ricordate cosa erano i leader?

Sembra che più si va avanti e più ci si infogna in questa assurda stagione, sfortunatamente troppo lunga, di bassa politica,
dove per giunta si tenta in modo ostinato e maldestro di attribuire, a dei politici, un elemento di autorevolezza e abilità che non hanno.

Se facciamo un salto nel passato, nella politica di un tempo, confrontando quei leader con quelli che impropriamente chiamiamo oggi con tale appellativo,
non si può prescindere dal fatto che la comparazione non regge nemmeno lontanamente, quelli sì che lo erano per davvero.


Quei leader, di qualsiasi schieramento si voglia prendere in considerazione, riuscivano con abilità
a tenere insieme persone che ragionavano in modo diverso, come in una sorta di team
dove ciascuno era chiamato a dare sempre il massimo delle proprie capacità.

Pur nelle diversità di vedute, ad un certo punto, quelle differenti opinioni divenivano un terreno fertile
dal quale nascevano delle idee che poi venivano poste in campo nell’azione politica concreta.

Vi era una logica diversa, quella di produrre risultati reali e in molti casi vincenti, erano motivati,
proprio quella stessa motivazione li portava, anche a duro muso, a credere in ciò che stavano facendo con l’elemento imprescindibile della passione.

Oggi tutto questo manca, per lo meno non giunge ai cittadini che, giorno dopo giorno, assistono disgustati al teatrino del tutti contro tutti
oppure alle incomprensibili messe in scene dei cosiddetti leader politici che, per parlare con i loro alleati di governo,
scrivono lettere sui giornali, invece di usare il telefono o fissare un banale incontro in una stanza intorno ad un tavolo riunioni.

Si rimane sempre più increduli nell’assistere a questi episodi che viene da chiedersi, ma questi ci sono o ci fanno?

È vero che il voto altro non è che una delega in bianco che si dà a qualcuno per rappresentarci,
ma di certo i cittadini non sono quel ciarpame che, molte volte, viene rappresentato in politica e che a loro non appartiene, ma neanche lontanamente.


Quando si parla di Luigi Di Maio o Vito Crimi, come di leader, si compie un errore di fondo,
si confonde l’essere a capo (o essere stato messo a capo) con l’essere davvero un leader che, sapete, non è proprio la medesima cosa.

Nel sistema stellare dei Cinque Stelle si dovrebbe conoscere che un capo si limita a dirigere, mentre un leader, vero,
è capace di indicare una via, ha carisma, sa motivare, crea entusiasmo favorendo le condizioni per far emergere quella spinta propulsiva
che permette poi ai propri parlamentari, amministratori locali e militanti di tirar fuori il loro entusiasmo e le loro capacità.

Praticamente il contrario di ciò che è accaduto sotto i nostri, anzi i loro occhi, infondendo un clima di tensione,
sospetti e terrore quando qualcuno non era allineato o in regola con la ridicola questione dei versamenti di denaro.

E così facendo sono emerse, man mano, quelle incongruenze per cui erano nati, quello che doveva essere “noi” è divenuto “io”,
la sindrome del “qui comando io” ha preso sempre più il sopravvento facendo sentire molti pentastellati non più parte del progetto.

La verità, forse, è che chi aveva creduto nel M5s si è sentito usato dal proprio “capo”,
invece di essere posto nelle condizioni, come avrebbe fatto un leader, di crescere.


Un vero leader, caro Beppe Grillo, sviluppa le persone, non le nomina o ancor peggio le caccia!

Dapprima si è assistiti all’investitura come leader di Luigi Di Maio, le cui gaffe ci hanno fatto capire, fin da subito,
la portata e il calibro da novanta che stava guidando, con grande conoscenza, il popolo pentastellato.

Per citarne qualcuna, a chi non sovviene alla mente quando il succitato capo politico criticò l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi,
accusandolo di aver occupato con arroganza la cosa pubblica come ai tempi di Pinochet in Venezuela,
dimenticando un piccolo dettaglio geografico, Pinochet era in Cile, o ancora, quando definì la Russia un Paese del Mediterraneo?

Certo, adesso, le cose volgono al meglio con una figura in grado di sopperire, al momento, a un leader,
ahimè nominato per non discostarsi troppo dai costumi, alla Vito Crimi, anche detto “lo smentito
per le innumerevoli smentite, fatte a suo discapito sia da Grillo che dai colleghi parlamentari e militanti pentastellati,
a sue dichiarazioni che lo hanno consegnato alla storia e creato più di un imbarazzo nel Movimento.

Dinnanzi ad uno scenario del genere viene naturale, a chiunque sano di mente, esclamare la fatidica frase di Totò: “Ma mi faccia il piacere!”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Di tutto e dippiù per incutere terrore e paura....

Gli individui che sono guariti dal coronavirus rischiano di incappare in un altro problema, in questo caso di natura psicologica: il PTSD, ovvio il disturbo da stress post-traumatico.
Lo riportano i ricercatori del Covid Trauma Response Working Group dello University College London,
che consigliano un check-up completo almeno una volta all’anno a tutti i pazienti guariti dal Covid-19, in particolare quelli che sono stati in terapia intensiva o in pericolo di vita.

ma va a cagare.........
 

Val

Torniamo alla LIRA
terrore due ......

La seconda ondata di coronavirus potrebbe avere origine dalla ripartenza dei voli internazionali:
ne è convinto l’infettivologo Stefano Vella, secondo il quale al virus “non serve di certo la carta di imbarco”.
L’ipotesi del docente di Salute Globale alla Cattolica è che l’infezione possa arrivare “con qualche passeggero asintomatico“.
È esclusa, tuttavia, “una seconda ondata catastrofica”.

In un’intervista al Corriere della Sera, Vella ha parlato così del coronavirus:
“Dobbiamo comportarci come se lo aspettassimo al varco. Non facciamoci fregare una seconda volta – ha sottolineato -.
Pensavamo che non sarebbe uscito da Wuhan invece un giorno è entrato senza bussare”.

Sulle temperature estive, inoltre, Vella ha messo in guardia:
“Non illudiamoci che il caldo gli faccia poi tanto male.
In alcuni Stati americani, ora colpiti, ci sono 42 gradi. Senza lockdown adesso saremmo come negli Usa”.

“È un’epidemia globale, non pensiamo in chiave locale – ha avvertito -.
Il virus ci mette un attimo a ripresentarsi ora che si riaprono voli internazionali”.


Per quanto riguarda l’Italia, l’emergenza Covid-19 “non è finita“:
“Da noi il virus sembra meno pericoloso soltanto perché circola poco, meno persone si infettano e quindi diminuiscono i malati che sviluppano sintomi gravi.
Non è vero però che abbia perduto aggressività, togliamoci dalla testa per favore che sia diventato più clemente”.

....................
ho la soluzione per te e per la tua salute. DIMETTITI dall'università (così risparmiamo il tuo lauto stipendio)
e chiuditi in casa.....così ti salvi. Almeno tu. E mettiti la mascherina anche quando dormi...il virus è in agguato.
Non è questa la soluzione. La soluzione è curare gli eventuali malati prima che peggiorino, come invece
accaduto da febbraio in avanti........dove li vede i 42 gradi negli stati americani ?
Non è la temperatura, ma l'autunno inverno che porta l'influenza.
 

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