Intesa Sanpaolo (ISP) la PASSERA.... la Passera e il caso di Air One (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
seganlo un interessante commento di ZENER su Banca IntesaSanPOLLO
http://zener.investireoggi.it/buongiorno-se-po-fa-1305.html

11 Novembre 2008
Buongiorno, se po fà!

Postato da Zener alle ore 12:04 | Analisi Fondamentale
Metto il GPL alla mio mostro assettato: un bel toroidale così non perdo nemmeno lo spazio nel bagagagliaio della mia BMW X5 usata e nera, quattromilaequattro di CC : pochi lo sanno ma le differenze di consumo con il tremila sono davvero minime e poi costa molto meno che ti esce fuori l’impianto a GPL ed hai una macchina come si deve.
Peccato aver perso del tempo dietro a degli installatori che volevano mettermi il bombolone e che mi dicevano che il toroidale (ciambella) non si poteva mettere.
Ed invece si può fare!
Altra cosa: per 5 anni mi risparmio la spesa del bollo che qui in Liguria per una macchina come la mia sono circa 800 euro.
Detto questo ieri ho visto una notizia Ansia che parlava dei dati trimestrali di Buongiorno.
Li vedremo insieme
Ultima cosa, tornando sull’argomento BanchIntesaSanPollo sia chiara una cosa: la banca è una vera merda ma piena solidarietà a chi ci lavora, costretto a far da diga tra le esigenze dei clienti e gli out out dei vertici.
 

tontolina

Forumer storico
e sempre LUI
http://zener.investireoggi.it/la-mia-banca-e-differente-1304.html

10 Novembre 2008
la mia banca è differente

Postato da Zener alle ore 19:14 | Analisi Fondamentale
La mia banca è l’Intesa San Paolo.
E’ la mia banca da circa 30 anni.
Mai chiesto soldi.
Caso mai gliene è sempre portati, direttamente ed anche facendo “ambasciate” sponsorizzando a gratis la puttana.
Questo il fatto.
Premetto che tra studio e conto personale il mio ” curriculum bancario” è di tutto rispetto: mai chiesto mutui, mai in rosso, sempre ben ben in attivo, deposito titoli, ecc.
Insomma in fondo sono io che do ed ho sempre dato i soldi alla banca Intesa: non me li remunerano nemmeno decentemente ma va bene così, anche se il servizio offerto dopo l’integrazione con San Paolo fa schifo, per non parlare dei costi assurdi applicati per semplici bonifici.
Ma va bene così: cambiare dopo circa 30 anni non ne ho voglia e quindi passo sopra queste cosine.
Questo il fattaccio.
Io e mio fratello abbiamo una società di costruzioni.
Le unità immobiliari - 35 in tutto tra box e posti auto - sono terminate da un pezzo.
Sono state tutte pagate: solita formula di avanzamento lavori.
Non abbiamo mai chiesto un solo euro alla banca.
La banca è appunto sempre banca Intesa San Paolo.
Il conto adesso è a ZERO: non mi preoccupa, dobbiamo vendere ed incassare l’ultima tranche prevista alla stipula.
Però c’è stato un piccolo imprevisto: abbiamo dovuto rifare la pratica per il cemento armato e dobbiamo ri-pagare un altro ingegnere.
Costo circa 3.500,00 euro.
Dovrei fare una antipatica operazione di sovvenzione soci infuttiferi: vorrei evitarla per il dover scrivere in nota integrativa righe di inchiostro inutili.
Penso che una piccola apertura di credito la posso chiedere a Banca Intesa San Paolo.
Dapprima ci ha pensato mio fratello: picche!
Al che chiamo io: ri - picche!
O meglio: mi si chiede di inviare “semplice” documentazione circa gli incassi effettuati per ogni unità immobiliare (ce ne sono ben 35 come ho detto) e quanto c’è da incassare!
Inutile far presente che ho già dei rapporti buoni storicamente consolidati con sto merda di istituto bancario.
Non ci sentono.
Pazienza: vada per la sovvenzione infruttifera soci e un podi inchiostro sprecato nella nota integrativa.
Le banche sono tutte delle puttane: finchè gliene porti sei un Dio.
Quando gliene chiedi ti trattano come un pezzente: serve a niente.

In compenso questi campioni di Banca Intesa ti fanno il check up finanziario. bella la pubblicità con la famiglia Scemetti alle prese con le rate.
E già perchè quando i soldi ce li debbono dare passiamo appunto per scemetti, stupidotti che hanno bisogno della loro consulenza.
Non so quanto possa valere cotanta consulenza di BanchIntesaSanPaolo..ma forse non si ricordano che hanno finanziato un certo Zalesky per circa 1,60 MILIARDI di euro per comprare cosa?…AZIONI!
No..siete bravi!
Sto pensando di togliere il conto.
Pronto a cambiare idea.
Nel caso ve lo farò sapere.
 

tontolina

Forumer storico
scusate ... ma ho appena sentito la notizia

dunque
TrimoRti per aiutare le banche imporrebbe per decreto il Tier1 all'8% invece del 6%

cioè?
le banche le stanno studiando tutte per risalire sopra il 6%
non disdribuiscono il dividendo in cash ma in "natura"

e lui qui che fa?
scopre che magari le banche italiane ce la fanno e non hanno bisogno dei fondi dello Stato italiano
e lui che fa?
si inviperisce e restringe per decreto subito i "ratio's", aggravando le difficoltà delle banche a rientrare nei parametri di solvibilità

in questo modo non sarà sufficiente la distribuzione in azione dell'utile (leggi aumento di capitale forzoso) ma avranno bisogno di ulteriore liquidità


liquidità che TremoRti è disposto ad elargire con un'obbligazione subordinata al semplce tasso del 8%.... simpatico nèèèèèè

non gli sembra vero!
finalmente le banche italiane sono in difficoltà
e lui con la retorica le aiuta
ma de facto le costringe ad aumenti di capiatale moster

oppure accettare l'obbligazione "disinteressata" dello Stato.
 

tontolina

Forumer storico
io se fossi una banca italiana
se dovessi portare il tier1 subito all'8%

comincerei a tagliare di brutto il credito


POI
se fossi una banca in forte difficoltà
allora accetterei l'aiuto disinteressato dello Stato italiano
accetterei l'obbligazione subordinata Monster all'8%

per non pagare un tasso così alto
eviterei di pagare il dividendo per i prossimi 5 anni
e nel frattempo riacquisterei l'obbligazione al tasso nominale quindi senza versare un cent

in questo modo risanerei i miei conti a costo zero
 

tontolina

Forumer storico
segnalo
da http://www.socquot.com/2008/810_20_intesasanpaolo.htm

[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Intesa-Sanpaolo S.p.A. [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]tegola sul capo[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]
Gli indicatori di performance del Gruppo Intesa Sanpaolo al 30 giugno 2008 hanno consuntivato quanto segue:
[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]ML[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]30 giugno 2008 [/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]30 giugno 2007 [/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Interessi netti [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]5.724[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]5.162[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Commissioni nette [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]3.137[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]3.341[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Risultato dell'attività di negoziazione [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]284[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]801[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Risultato dell'attività assicurativa [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]186[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]300[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Proventi operativi netti [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]9.580[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]9.846[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Oneri operativi [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]-4.818[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]-4.681[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Risultato della gestione operativa [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]4.762[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]5.165[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Rettifiche di valore nette su crediti [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]-712[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]-702[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Proventi netti dei gruppi di attività in via di dismissione [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]925[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]3.038[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Risultato netto [/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]3.105[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]5.286[/FONT]​
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Da una più attenta analisi si rileva che le variazioni percentuali dei principali indicatori economici sono tutte a segno negativo, indice di una sensibile contrazione delle performance che ha confermato i risultati non certo brillanti registrati da Gruppo Intesa-Sanpaolo: [/FONT]

    [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif] Commissioni nette -6,1%;[/FONT]
    [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Risultato dell'attività di negoziazione -64,5%[/FONT]
    [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Risultato dell'attività assicurativa -38,0%[/FONT]
    [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Proventi operativi netti -2,7%[/FONT]
    [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Risultato della gestione operativa -7,8%[/FONT]
    [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Proventi dei gruppi di attività in via di dismissione-69,6%[/FONT]
    [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Risultato netto -41,3%[/FONT]

[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif] Nonostante ciò il comunicato stampa sui dati semestrali del Gruppo Intesa-Sanpaolo esordisce con quanto segue: "I risultati del Gruppo nel primo semestre 2008 evidenziano un positivo andamento, se si normalizza il confronto con il primo semestre 2007 escludendo le principali componenti non ricorrenti e gli effetti negativi della crisi dei mercati finanziari internazionali riflessi nel risultato dell'attività di negoziazione".
In altre parole nonostante la rilevabile contrazione degli indicatori che ha determinato oggettivamente una riduzione del Risultato netto del 41,3% per Corrado Passera il primo semestre registra un positivo andamento.
Tale convinzione risulterebbe, però, basata sulla stima di dati "normalizzati", ovvero, risultati che non recepiscono componenti non ricorrenti e nemmeno tengono conto della crisi in cui versano i mercati finanziari internazionali. Quindi una stima di valori che si colloca su una "utopica realtà" la quale è ben lontana dallo scenario di instabilità e di grave incertezza a livello internazionale che si è venuto a creare negli ultimi mesi.
In definitiva - come ha proposto il CdA, se non si considerassero le poste non ricorrenti e si ipotizzasse una favorevole condizione di mercato e i benefici fiscali "l'utile netto consolidato crescerebbe del 22,4%".
[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Su questa teoria "dei se e dei ma" si è evidentemente basata la decisione di corrispondere [FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]ai dipendenti di Intesa-Sanpaolo[/FONT] un "premio aziendale" parametrato al raggiungimento degli obiettivi, la cui erogazione pare fosse prevista nel giugno 2009. Il 16 ottobre u.s. il Gruppo, in accordo con le rappresentanze sindacali, ha deciso di anticiparne l'assegnazione al febbraio 2009, motivando che tale decisione è frutto di "verifiche effettuate sull'andamento del gruppo, alla luce degli obiettivi di redditività e di produttività raggiunti e tenendo conto anche del trend generale del mercato".[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Verrebbe quindi da pensare che i dati economici su cui si è basata tale verifica non siano gli stessi diffusi al mercato nella Semestrale, o che questi ultimi siano stati letti solo in chiave "utopica" e non certo basandosi sulle reali risultanze contabili che segnano, invece, tutte un pesante ridimensionamento in termini economico-reddituale.[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Si annota che il premio dovrebbe ammontare a circa 1.940 euro per il livello medio impiegatizio con la possibilità per i dipendenti (circa 80.000 per un totale di circa 155,2 ML) di percepirlo in contanti o in opzioni su azioni della banca, eventualità questa, forse, economicamente molto svantaggiosa tenuto conto che le burrasche sui mercati finanziari hanno affossato il titolo Intesa-Sanpaolo di circa il 38% negli ultimi sei mesi e del 23% solo nell'ultimo mese di contrattazioni, e determinato più volte la sospensione delle contrattazioni del titolo per eccesso di ribasso.[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Suona, pertanto, anomalo che solo qualche giorno fa le congetture erano positive tanto da considerare poco rilevante l'impatto della crisi finanziaria sugli indici di redditività e produttività su cui è stato calcolato il "premio" per i dipendenti, mentre, è stato reso noto che il 28 ottobre p.v. il Consiglio di Gestione di Intesa-SanPaolo si riunirà per "fare il punto sull'impatto della crisi finanziaria sui conti della banca" ipotizzando un quasi certo taglio del dividendo per rafforzare il proprio patrimonio dichiarato dallo stesso Corrado Passera solo pochi giorni fa in una intervista a "Libero Mercato" del 18 ottobre u.s. "comunque del tutto adeguato!".[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Pare che i grandi soci, tra i quali la Fondazione Cariplo che detiene circa il 4,48% di Intesa-Sanpaolo, abbiano espresso parere favorevole, meno chiara la posizione di Romain Zalesky (5% del capitale) che vedrebbe ridimensionato notevolmente il gettito derivante dagli ipotizzati 190 ML di dividendi che avrebbe dovuto incassare nel 2009.
Nessuno, però, si è fatto carico di sondare cosa ne pensa il Mercato che detiene circa il 60,12% del Capitale, al quale oltre al sacrificio derivante da una perdita evidente in termini di quotazione si chiede ora anche di rinunciare ad una quota del dividendo che tutto sommato avrebbe compensato parte delle perdite subite e contribuito a ristabilire un clima di fiducia nell'Istituto bancario e nel suo management.
[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Se il "Premio Aziendale ai dipendenti" è stato concepito come un necessario incentivo produttivo, certo è che Corrado Passera debba, però, anche, prevedere una terapia "anti-depressiva" per gli azionisti (soprattutto quelli piccoli) abituati a fare i conti con la "realtà vera" non con quella "utopica" sulla quale si sono fin ora fatte ipotesi per il futuro.[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Di certo in tempi di magra come quelli attuali il premio aziendale sarà per i dipendenti una specie di "manna da cielo", mentre, l'annuncio del probabile taglio del dividendo rappresenta per gli azionisti l'ennesima tegola sul capo.[/FONT]
 

tontolina

Forumer storico
IL SEGRETO DI INTESA....
http://*************************.blogspot.com/2008/07/il-segreto-di-intesa.html

SEGRETO.jpg

ALITALIA ENNESIMO SCHIFO !!! GRAZIE AL GOVERNO E A PASSERA (BANCA INTESA)



Su Alitalia è calato uno strano silenzio....Con il silenzio è più facile impostare inciuci..


Mercato Libero vi aveva avvertito da mesi sulla possibile ipervalutazione di AIRONE.

Airone è di Toto. Toto è finanziato da IntesaSanPaolo. Rynair ha dichiarato nel passato che Airone sarebbe fallita.

Passera, amico di Toto e della GIOVANNONA SALSA (CON LEI ALLE POSTE, CON LEI IN VACANZA QUESTA ESTATE, FATTA ENTRARE IN AIRONE, ORA ENTRERA' NELLA NUOVA ALITALIA...è proprio ovunque questa bella donna apparentemente NON LEGATA SENTIMENTALMENTE CON NESSUNO!!!)
è riuscito a salvare capra e cavoli.


Eliminare lo scomodo Modiano (la moglie di modiano ha dovuto implorare a sinsitra un posto a casa del fallendo Zalesky per evitare che il marito...già in fuga da Unicredito...dove era famoso per i derivati...stesse a casa a curare la minestra di fagioli...)!!!
Eliminare nel prossimo futuro Bazoli (reo di aver sostenuto i debiti mostruosi di Zalesky, che ha fatto shopping sempre su titoli legati a Bazoli ...chissà come mai....)
Farsi amico Berlusconi con l'affare Alitalia, magari promettendo il via libera alla conquista di Generali...e Mediobanca (Telecom inclusa)..

Ma sopratutto far valutare l'AIRONE DI TOTO BEN 790 MILIONI DI EURO!!!

Così facendo Toto (per Rynair un altro fallendo) ottiene un ricco riconoscimento!!! e Intesa San paolo evita un buco nei crediti che sarebbero diventati inesigibili...

MA CHI PAGA IL CONTO???

NOI SEMPRE NOI.......

NOI...CHE DOVREMMO COMPRARE TITOLI DELL'ENEL E DELL'ENI (TITOLI POI CROLLATI)
NOI CHE DOVREMMO COMPRARE BOT T BTP MENTRE IL RISCHIO PAESE AUMENTA E LE FINANZE PEGGIORANO
NOI CHE DOVREMMO SMETTERLA DI FARE LE FORMICHE MENTRE FUORI IMPERVERSA UNA TORMENTA DI NEVE E L'ECONOMIA COLA A PICCO
NOI CHE DOVREMMO CONSUMARE PRODOTTI ESTERI IN MODO DA DIVENTARE SEMPRE PIU' POVERI

IL CONTO E' SEMPRE IN MANO A NOI

Intanto vi ricordo che l'intera Alitalia è stata valuta 1052 milioni (solo il 25% in più di Airone....)

E pensare che:
1) Alitalia è senza esuberi (se li accolla il governo...ovvero noi)
2) Alitalia è senza Debiti (se liaccolla il Governo...ovvero NOI)
3) Il fatturato di Alitalia è 6 volte quello di Airone
4) Alitalia possiede preziosi Slot in molti aereoporti nel mondo e in Italia

Senza contare che:
Alitalia ora conterà sul 57% dei voli italiani (siamo prossimi al monopolio...contro il 40% di british Airways in Inghilterra)
Il Governo ha tappato la bocca all'antitrust per questa concentrazione
Il numero di voli di Alitalia e Airone sarà molto minore al numero di voli offerti dalle due società insieme.


ALITALIA 1052 MILIONI - AIRONE 790 MILIONI è uno dei più grossi scandali della storia economica in Italia.

Ma non è l'ultimo...infatti fra pochi giorni una grossa fetta di questa nuova ALITALIA finira' in mano di AIRFRANCE (la quale spenderà molto meno di prima).

Gli imprenditori amici di Berlusconi E Veltroni saranno tranqulli e beati e avranno il loro investimento al sicuro. Anche a me piacerebbe far tali affari "sicuri".
Pubblicato da consulenza finanziaria di Mercato Libero a domenica, dicembre 14, 2008 2 commenti



BRUNETTA E LE DONNE!!!

 

tontolina

Forumer storico
comunque PASSERA è stato davvero in gamba
ha evitato di mettere a bilancio il fallimento di AIR ONE

e i scaricarlo.....
banca intesa era esposta sia sulla società di TOTO ( che ricordiamolo è coinvolto con le inchieste sulle tangenti del PM di Potenza ) sia su Alitalia

almeno una l'ha scaricata...

TOTO, PASSERA GIOVANNA SALSA....E I SOCI DELLA NUOVA ALITALIA


La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati 8 fra presidenti, ad e direttori generali che si sono succeduti alla guida di Alitalia nel periodo 2000-2007. Lo riferisce una fonte giudiziaria, aggiungendo che a seconda dei ruoli il reato imputato è "la bancarotta per dissipazione o per distrazione". I quattro presidenti indagati sono Fausto Cereti, Giuseppe Bonomi, Giancarlo Cimoli (indagato anche come ad) e Bernardino Libonati. I quattro ad sono oltre a Cimoli, Domenico Cempella, Francesco Mengozzi e Marco Zanichelli (indagato anche come direttore generale). L'ultimo dell'elenco è l'ex direttore, Giovanni Sebastiani.

Ci domandiamo...perchè la procura agisce sempre con anni di ritardo....

In questi giorni si sta celebrando lo scandalo degli scandali...

Corrado Passera, nuovo numero uno incontrastato di INTESA SANPAOLO (capace di rendersi amico Berlusconi....cacciando il sinistroide marito della Pollastrini Modiano e lo scomodo Zalesky amico da anni del "caduto in disgrazia" Bazoli...)
ha un grande cliente: TOTO E LA SUA AIRONE.


Pensate che a capo delle relazioni esterne TOTO ha collocato da anni una vecchia conoscenza di Passera, l'affascinate Giovanna Salsa.
Giovanna è amica di Passera dai tempi delle Poste e quest'estate è stata avvistata in barca con amici e ...Corrado Passera...

L'Opusdeiano Passera sembra più forte che mai.....ora si è fatto amici tutta la cordata Alitalia...

E si dice che la Giovanna Salsa sarà la nuova responsabile delle relazioni esterne dell'intera Alitalia...una vera scalata al successo.....Ma si sa...a questo mondo non basta essere bravi per far carriera...anche belli!!!

Ma il vero scandalo è la valorizzazione di AirOne: 790 milioni. PENSATE, L'INTERA ALITALIA (senza debiti ed esuberi...quelli li paga lo stato, ovvero i cittadini...)
è stata valuta solo 1050 milioni.
Eppure il fatturato Alitalia è 6 volte quello di Airone....gli slot di Alitalia sono molti ma molti di più di quelli della compagnia del magnifico TOTO.

Da semplici cittadini (che pagano le tasse e che quindi subiamo una grossa perdita nell'operazione Alitalia accollandoci dei costi elevatissimi....almeno superiori al miliardi di euro)...ci domandiamo:

1) Quanti debiti aveva Airone?
2) Come andavano i suoi conti?
3) Che rapporti esistono fra Toto, Passera e la Salsa?
4) Come mai Rynair ha fatto queste dichiarazioni pochi mesi fa? secondo quanto dichiarato dal tesorerie della compagnia aerea britannica, Jimmy Dempsey, la compagnia Air One sarebbe presto destinata a fallire!!!
5) Come si è arrivati dal fallimento a una valutazione di 790 milioni?
6) I soldi che incasserà Toto andranno a chiudere il buco con Banca Intesa?
7) Intesa e Passera hanno dei conflitti d'interesse nel salvataggio Alitalia.

Nel frattempo...ecco qualcuno che indaga su Toto...:

Pescara - Sono 40 complessivamente gli indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica di Pescara sulle presunte tangenti negli appalti pubblici. Tra gli indagati anche il patron di AirOne, Carlo Toto, il figlio Alfonso e l'imprenditore Dino Di Vincenzo.

Indagato Carlo Toto Secondo l'accusa Carlo Toto e il fratello Alfonso avrebbero fornito al sindaco di Pescara un'auto con autista per tre anni, dal settembre 2004 al gennaio 2007, per ottenere appalti. Dalle indagini, inoltre, sarebbero state trovate tracce di tangenti in denaro, concessione di voli gratis sulla compagnia area AirOne, pranzi e cene per circa 11mila euro. I fratelli Toto, sempre secondo le accuse, avrebbero anche versato finanziamenti a società ed enti ricollegabili in qualche modo a D'Alfonso (100mila euro alla Pro Loco di Lettomanoppello, 100mila mila euro per acquisito mezzo di soccorso sempre a Lettomanoppello).

Le presunte tangenti pagate da Toto Diversi gli episodi che il gip, Luca De Ninis, cita nell'ordinanza di custodia cautelare in relazione alle presunte tangenti che Carlo Toto e il figlio (e non fratello come riferito in precedenza), titolati della Toto Spa, avrebbero versato a Guido Dezio, segretario del sindaco di Pescara e allo stesso Luciano D'Alfonso. Un somma di 7mila euro, nel marzo-aprile 2006, quale contributo non dichiarato in prossimità delle elezioni politiche nazionali del 2006 (somma riscossa con la collaborazione di Guido Dezio). Viaggi gratuiti sulla compagnia area Air One tra il 2003 e il 2006. Il pagamento a D'Alfonso ai ai suoi familiari una vacanza a Malta e Venezia, nella Pasqua del 2006, mettendogli a disposizione per il viaggio un aereo privato Iulia Falcon 20 per la tratta Pescara-Malta-Venezia (costo del volo 25.893 euro o sostenuto interamente da Airone Spa verso la Airone Executive). Il pagamento di 10.843 euro in favore dell'Agenzia Orchidea Viaggi che aveva rilasciato biglietti di viaggio a D'Alfonso per una vacanza il 15 maggio 2006 (pagamento avvenuto alla fine del settembre 2006). Il pagamento di cene personali, di rappresentanza ed elettorali, presso il ristorante Sea River di Pescara per un importo pari a 10.800 euro sino al 18 dicembre 2006. Il finanziamento di 10mila euro, per ritorno di immagine del sindaco, nel gennaio 2007. La contropartita per tali elargizioni - secondo l'impianto accusatorio della Procura di Pescara - sarebbe stata "la promessa volontà politica benevola" verso l'impresa Toto Spa. In particolare l'analisi del project financing aggiudicato alla Toto Spa per la gestione della cosiddetta area di risulta della ex stazione ferroviaria.



Insomma ....gli investitori di azioni Alitalia non riceveranno un centesimo.
Gli investitori di obbligazioni Alitalia riceveranno un pugno di mosce.
I cittadini e lo stato si sobbarcheranno miliardi di costi per Alitalia.
I Francesi si impadroniranno del 25% DI ALITALIA CON UN MINIMO ESBORSO E SENZA ONERI AGGIUNTIVI.
Airone esce dai problemi e Toto vince.
Passera fa bingo e la Salsa esulta.

POSSIBILE CHE I COGLIONI SIAMO SEMPRE E SOLO NOI!!!

CHIEDO UNA CHIAREZZA MAGGIORE!!! CHE SI INDAGHI E SUBITO!!!
Pubblicato da consulenza finanziaria di Mercato Libero a giovedì, dicembre 18, 2008 2 commenti
 

tontolina

Forumer storico
dopo aver garantito ad AIR FRANCE di non perdere il suo interesse per Alitalia
così bella ripulita dai debiti

debiti che pagheremo NOI
non il NANO
che ha trovato 10 eroi italiani imprenditori che si arricchiranno sulle nostre spalle e su quelle dei nostri figli
mentre in Italia imperversa un fascismo simile a quello del Cile di pinochet
http://www.investireoggi.it/forum/l-italia-rovesciata-vt37075.html?p=722414#post722414

Passera mette a segno un colpaccio
da http://cobraf. wallstreetitalia.com/forum/coolpost.php?topic_id=6063&reply_id=133562

13 miliardi di mutui di Intesa ad esempio vengono cartolarizzatti e rivenduti da Intesa a se stessa, ma poi vengono accettati in quanto bonds dalla BCE che in cambio da soldi a Intesa che così ha "liquidificato" i suoi asset.

La FED sta facendo questo gioco anche in modo più massiccio, è una versione più diretta del piano Paulson originale, invece di fare aste degli asset tossici o dubbi che nessuno al momento vuole, li passi alla Banca centrale per un poco

E' così che risolvi (temporaneamente) la crisi delle banche e del sistema finanziario, non bisogna sottovalutare l'ingegno della gente quando ha le spalle al muro

La Banca Centrale Europea non può per statuto stampare moneta però può fare qualcosa di simile comprando temporaneamente mutui e altro debito delle banche; il che non aumenta tecnicamente la massa monetaria e creditizia, ma ne aumenta la "velocità" cioè rende liquidi attivi che ora non lo sarebbero che poi l'effetto è lo stesso


---------------
... E tre. Intesa Sanpaolo ha effettuato la terza cartolarizzazione delle ultime due settimane. Ieri ha infatti "trasformato" un pacchetto di 193mila mutui in 13 miliardi di euro di obbligazioni. Se si aggiungono le altre due operazioni concluse dal gruppo guidato da Corrado Passera negli ultimi 15 giorni, il conto sale a 20 miliardi.
Ci si può chiedere: chi può aver mai comprato questa montagna di titoli, nell'anno in cui i mutui-bond non li vuole nessuno?
La risposta è ovvia: li ha comprati la stessa Intesa Sanpaolo
.
Prima li ha emessi (attraverso la società-veicolo Adriano Finance 2) e poi li ha acquistati.
Un girotondo che, ultimamente, hanno fatto un po' tutti: si pensi che solo negli ultimi due mesi le banche italiane hanno realizzato 13 cartolarizzazioni per un totale di circa 55 miliardi di euro. E quasi tutte hanno collocato questa montagna di bond a se stesse. Con un obiettivo: avere più titoli da consegnare alla Banca centrale europea nelle operazioni di rifinanziamento.

La moda delle cartolarizzazioni auto-comprate è figlia della crisi di liquidità che ha paralizzato per mesi il mondo finanziario. Da quando è scoppiata la bufera dei mutui subprime, la scarsa fiducia tra le banche ha infatti letteralmente congelato il settore interbancario: il mercato su cui da sempre gli istituti si sono prestati i soldi l'uno con l'altro è improvvisamente sparito. I tassi (il famoso Euribor) sono volati alle stelle e gli scambi di denaro si sono ridotti al lumicino. Per le banche europee, dunque, in questo contesto è restata una sola ancora di salvezza: la Banca Centrale Europea. È stato infatti l'istituto centrale di Francoforte a iniettare per mesi ammontari enormi di liquidità sul sistema. Insomma: da Francoforte le banche di tutta Europa hanno attinto per mesi i fondi necessari per andare avanti. E ancora lo fanno.

Ma la Banca Centrale Europea non funziona come un "bancomat": per ottenere i finanziamenti, che vengono erogati ogni martedì tramite un meccanismo ad asta, le banche devono consegnarle titoli obbligazionari in garanzia. Insomma: gli istituti europei possono chiedere alla Bce tutta la liquidità che vogliono, a patto che in cambio le diano titoli obbligazionari. Le banche, quindi, per poter "prelevare" devono avere tanti bond.
Da qui nasce l'idea di realizzare le auto-cartolarizzazioni. Dato che tenere i mutui in portafoglio non serve a nulla, le banche preferiscono venderli a una società-veicolo e comprare le obbligazioni (garantite dagli stessi mutui) che questa società emette.
Così i finanziamenti per la casa, erogati a migliaia di privati cittadini, diventano titoli obbligazionari con tanto di rating. E i titoli diventano a loro volta "merce di scambio" per approvvigionarsi presso la Banca centrale europea
 

tontolina

Forumer storico
buona questa boutade

LO SPORT NAZIONALE E' DARE LA COLPA ALLE BANCHE...



Ieri il "prode" Bazoli ha superato se stesso.....

In un'intervista, il numero uno di IntesaSanPaolo (ma ancora per quanto?) ha avuto il coraggio di dire che lo sport nazionale è diventato quello di dare la colpa di tutto alle banche.

Forse potrebbe avere ragione...ma da che pulpito viene la predica....???

Pensate che la banca di Bazoli ha finanziato per miliardi di euro Zalesky. Il finanziere polacco con i soldi che ha ricevuto a prestito ha comprato oltre il 5% della banca Intesa SanPaolo e ha acquistato partecipazioni azionarie in UBI, Generali, MPS, Telecom, Mittel, Mediobanca ecc ecc....
La Banca Intesa NON HA MAI AVUTO IL CONTROLLO SUL RISCHIO DI CREDITO DI QUESTO FINANZIERE.

Mercato Libero ha avvisato 12 mesi prima CON tanti e tanti articoli i credit officers della banca (e delle altre banche finanziatrici) del pericolo legato alla svalutazione delle partecipazioni...

Eppure il valore dei titoli in borsa continuava a scendere...i margini di sicurezza per la banca continuavano a diminuire...EPPURE NESSUNO HA RICHIESTO NUOVE GARANZIE, NON E' STATO RICHIESTO IL RIENTRO DALLE POSIZIONI!!!

I credit officers, i dirigenti e in ultima istanza Bazoli (che di Zalesky era amico) non si sono preoccupati del rischio....
La stessa banca d'Italia, che aveva autorizzato Zalesky a salire oltre il 5% in Intesa...non ha mai realizzato il pericolo ....

E ora Intesa Sanpaolo ha una posizione di credito COMPLETAMENTE INCAGLIATA, E PIU' I MERCATI SCENDONO E PIU' BANCA INTESA PERDE...

E perde i soldi dei clienti, dei correntisti...e se va male dovrà ricorrere agli aiuti dello stato...

Pensate che Bazoli e Company hanno distribuito 10 mesi fa un dividendo mostruoso (0,38 euro) agli azionisti e oggi piangono miseria.


E POI NON E' COLPA DELLE BANCHE.....

Bazoli ha ragione, non è colpa delle banche...E' COLPA DEI BANCHIERI....Vero Bazoli??

BAZOLI NON DOVREBBE PIU' NEANCHE APPARIRE IN PUBBLICO. dovrebbe ritirarsi in pensione a pescare cavedani sul Mincio.....

E soprattutto i giornalisti non dovrebbero neppure intervistarlo, ne i politici farsi vedere con lui.....

Pensate che oggi ero in una banca insieme a una mia amica giornalista. Chiedavamo un finanziamento (per finta) per una nostra ipotetica attività imprenditoriale (domani leggerete l'articolo su Libero e nel pomeriggio su questo blog).
Il responsabile della filiale ci ha ricordato che nel caso volessimo dare in garanzia azioni lo scarto era del 50% sui titoli liquidi (e poteva essere del 70% su titoli meno liquidi). Naturalmente nel caso il prezzo del titolo fosse sceso.. avremmo dovuto reitegrare la garanzia.
E in questa banca stavamo chiedendo un piccolo prestito per un'attività imprenditoriale. A Zalesky, la banca Intesa prestava quantità di denaro enormi solo per far speculare il polacco!!!

E poi LA COLPA NON E' DELLE BANCHE....

Ma se non è delle banche o dei banchieri ...di chi cacchio è???


DOMANDA :
CHI VORREBBE CHE I SEGUENTI BANCHIERI RIMANESSERO AL LORO POSTO?
PROFUMO
MUSSARI
GERONZI
PASSERA
BAZOLI
Pubblicato da consulenza finanziaria di Mercato Libero a venerdì, febbraio 13, 2009 10 commenti
 

tontolina

Forumer storico
LO STRESS TEST DI CAMILLA CONTI E LORENZO DI LENA


ARTICOLO DI CAMILLA CONTI E LORENZO DI LENA

Cosa succederebbe se lo stress test sulla solidità patrimoniale delle banche Usa fosse applicato anche per le big del credito italiane? Guardando i numeri rischierebbe di trasformarsi in un crash test da cui, con l’eccezione di Ubi, il cui coefficiente patrimoniale “tangibile” si ridurrebbe comunque, la forza patrimoniale degli istituti nostrani verrebbe quasi dimezzata. Oggi in America inizieranno gli stress test sull’adeguatezza patrimoniale delle principali banche americane, come aveva preannunciato nei giorni scorsi il ministro del Tesoro Timothy Geithner.

La novità è che i test utilizzeranno come indicatore di criticità non il tier 1, ovvero il coefficiente patrimoniale di base calcolato sugli attivi ponderati per il rischio, ma piuttosto il cosiddetto Tce ratio (Tangible common equity), ossia un rapporto che tiene in considerazione le sole attività materiali e include nel computo del patrimonio le sole azioni ordinarie.
In sostanza il Tce indica quanto gli azionisti ordinari otterrebbero in ipotesi di scioglimento della società, ed esclude dal calcolo titoli ibridi e soprattutto e i beni intangibili, come l’avviamento, i marchi e le altre attività immateriali.

Utilizzando questo rigido criterio di valutazione, l’amministrazione Obama vuole verificare in modo ultimativo la capacità delle banche statunitensi di stare in piedi da sole, per poi decidere il da farsi.
Ma cosa succederebbe se il Tce dovesse essere usato come nuovo standard di valutazione della solvibilità delle banche anche in Europa e Italia?
Certo, per adesso si tratta solo di un esercizio.
Comunque utile per far capire la solidità “materiale” delle big del sistema creditizio sui cui bilanci pesano gli avviamenti da fusioni accumulate negli ultimi anni.
In America il caso esemplare è quello di Citigroup: mentre il Tier 1 è all’11,8%, ben al di sopra del livello richiesto per considerare una banca ben capitalizzata, il Tce, stando almeno alle rilevazioni effettuate lo scorso 31 dicembre, è solo all’1,5%, ben al di sotto del 3%, livello che gli investitori considerano accettabilmente sicuro.

E le banche italiane quanto sono “stressate”? Partiamo dal vertice della top ten del credito. E prendiamo come riferimento il rendiconto al 30 settembre del 2008 insieme all’attivo e patrimonio tangibile al 30 giugno.
Ebbene, se Unicredit oggi può contare su un coefficiente di base (tier 1) del 7,34% (includendo l’effetto dell’aumento di capitale da 3 miliardi), lo stress test farebbe emergere un coefficiente di base tangibile al 3,34 per cento.

Intesa Sanpaolo ha un coefficiente di base del 6,90%, cui corrisponde un patrimonio netto tangibile pari al 3,58% dell’attivo tangibile.

Non se la passerebbero tanto meglio il Banco Popolare con un tier 1 del 5,70% ma un Tce del 3,40%
e il Monte dei Paschi, che dopo l’operazione Antonveneta ha un Tier 1 del 5,20% e un tangibile book ratio del 3,30 per cento.
Più morbida la caduta di Ubi che oggi presenta un coefficiente patrimoniale di base del 7,59% e in caso di stress test scenderebbe a un 5,10% di Tce.
In tutti i casi, comunque, va rilevato che il Tce ratio, per quanto ridimensionato rispetto al tier1, resterebbe sopra la soglia (ritenuta) di sicurezza del 3%.

L’esercizio appena fatto è puramente teorico. Ma utile, se considerato come una sorta di check up dello stato di salute del credito. E in questo caso la “prognosi” sarebbe riservata. Secondo i prezzi di mercato le banche oggi valgono molto meno del valore di libro, in qual che caso appena il 20-30% del patrimonio netto contabile, quello “ufficiale” che risulta dai bilanci. Ciò significa che gli operatori ritengono che molte attività siano da svalutare o che la redditività sia destinata a peggiorare in futuro, per effetto di una grave crisi che comporterà perdite sensibili su crediti e simili (o un mix delle due cose).

Lo stress test varato negli Usa, servirebbe inoltre a dimostrare se e quali banche abbiano un patrimonio netto “fittizio”, dato da avviamenti immaginari, che come tale non ha alcuna rilevanza dal punto di vista dei coefficienti patrimoniali. Dimostrando magari che se la crescita fosse stata davvero “sana”, ovvero attraverso aumenti di capitale reali, ora avrebbero coefficienti patrimoniali tangibili molto più alti, in certi casi doppi.

Ieri il presidente della Fed, Ben Bernanke ha ribadito che il governo sta fissando le condizioni per sostenere le banche sottolineando però che i fondi non vengono elargiti «per far sì che le banche facciano ciò che vogliono delle risorse ottenute». E che lo stress test previsto nel piano di Obama ha come obiettivo quello di determinare il capitale necessario ed è condotto «su un’orizzonte temporale di due anni».

Di certo, se i 20 grandi istituti di credito americani non superassero l’esame, dimostrandosi in grado di garatirsi in autonomia la sopravvivenza in un contesto economico in peggioramento, il governo Usa è già pronto a pretendere quote azionarie con diritto di voto in cambio dei suoi interventi.
Pubblicato da consulenza finanziaria di Mercato Libero a mercoledì, febbraio 25, 2009 3 commenti
 

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