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Commento Giornaliero e un nuovo strumento operativo : Gli ETF




Buonasera,



La settimana in borsa si apre positivamente con gli indici europei tutti in territorio positivo. Milano chiude le contrattazioni con un guadagno vicino al punto percentuale per entrambi gli indici principali. Il MIBTEL chiude a 19.789 + 0,94 %, mentre l'indice delle blue chips (MIB 30) chiude a 25.800 +0,97% . La volatilità è però ancora ridotta, e il nostro indice appare meno reattivo degli altri. Il risultato è che il mib 30 non è ancora riuscito, dopo numerosi tentativi, effettuati negli ultimi mesi, a superare la resistenza presente a quota 26300, la cui violazione graficamente costituirebbe un buon segnale positivo di medio periodo.

In Europa invece bene il CAC 40 francese che chiude con un rialzo dell'1,64% ed il FTSE 100 in rialzo dell' 1,19%. Molto bene l'indice tedesco che chiude con un guadagno vicino ai 2 punti percentuali. (+ 1,93 %)


A trainare il rialzo a Piazza Affari ancora una volta i bancari e gli assicurativi con BNL e CAPITALIA in rialzo di oltre il 4%, mentre GENERALI e RAS chiudono in guadagno vicino al 2%.



Dal punto di vista tecnico BNL sembra ormai diretta verso la resistenza di area 1,96 € e successivamente verso 2,00 € dopo le veloci prese di beneficio della scorsa settimana. Superato tale scoglio il titolo avrebbe campo aperto almeno sono a 2,18/20 €, mentre CAPITALIA con la chiusura odierna (2,31 €) si porta ai massimi dell'anno, con possibile estensione del rialzo verso i 2,44 € ed in rottura verso 2,57 €. In entrambi i casi, molto ben impostati gli indicatori tecnici.



Tra gli assicurativi, RAS recupera molto bene la trendline rialzista di medio periodo con possibilità una volta violata la resistenza di area 13,70 € di ritornare verso l'importante 14,00/15 € che per il momento ha sempre fermato i tentativi rialzisti del titolo, mentre GENERALI recupera l'area 19,70 € restando però ancora in territorio neutrale vicino ai minimi dell'anno.



Sul derivato italiano confermiamo quanto esposto nelle precedenti analisi: il derivato, portatosi nella giornata di giovedì oltre la trendline ribassista di breve termine, deve cercare ora nuova forza oltre i 25800 punti al fine di raggiungere i primi obiettivi su 26015 e successivamente in zona 26180/200. Zona di stop per eventuali posizioni long in essere in caso di rottura (confermata in close) dei 25300 punti: la stessa soglia di prezzo è da tenere in considerazione per l’impostazione di stop sui titoli azionari a protezione dell’eventuale guadagno accumulato.

Invariata anche la nostra view di medio su cui non notiamo novità in termini di tendenza: il FIB30 si dovrebbe mantenere all’ interno del range 24800/26200, conferma la generalizzata debolezza relativa agli altri mercati azionari e al momento non fornisce segnali di buona qualità che ci possano far pensare ad uscite dai valori precedentemente citati.





Un nuovo strumento operativo : GLI ETF



Iniziamo col dire cosa sono gli ETF :


ETF è l'acronimo di Exchange Traded Funds, e la sigla più frequentemente usata nel panorama mondiale per indicare una particolare categoria di fondi, le cui quote hanno la peculiarità di essere trattate in continua sulla Borsa, alla stregua dei più comuni titoli azionari. I fondi tradizionali, è bene ricordarlo, non sono quotati: si comprano e vendono le quote al prezzo stabilito una sola volta al giorno direttamente da chi lo gestisce.

Gli ETF, nonostante siano una categoria di fondi, presentano notevoli differenze con i fondi comuni di investimento in quanto si caratterizzano come una via di mezzo tra azione e fondo anche se, come ribadito dalla Consob, sussistono gli obblighi di invio dell'informativa prevista per i possessori di fondi e di pubblicazione - prima del lancio - di un prospetto informativo.

Si è detto che questi prodotti tendono a replica l'andamento di indici azionari, ma anche parte di essi qualora l'investitore voglia selezionare un determinato settore merceologico (es. tecnologico, bancario, ecc.)

Questi titoli quindi, si pongono per gli investitori come interessante alternativa al possesso della singola azione, permettendo una calibrata diversificazione all'interno di un determinato comparto consentendo quindi all'investitore di attenuare fortemente il rischio specifico di un singolo titolo. Con gli ETF, si è a conoscenza dell'esatta composizione del portafoglio acquisito e del suo valore in tempo reale grazie al così detto iNAV (Indicative Net Asset Value), in qualsiasi momento della giornata; mentre a fine seduta (o all'apertura), la Borsa su cui lo strumento è trattato provvederà a fornire il NAV ufficiale.

L’investitore potrà acquistare quote di un ETF per fare trading, anche di tipo intraday, sfruttando la volatilità dell’indice in una o più sedute particolarmente “movimentate”, oppure per operazioni d’arbritaggio, approfittando di una momentanea differenza di prezzo che può essersi venuta a creare tra la quota ed il benchmark di riferimento, per la legge della domanda e dell’offerta. Inoltre, se abilitato dal proprio broker, potrà assumere posizioni ribassiste sull’indice, vendendo allo scoperto l’ETF e mantenendo l’operazione aperta per uno o più giorni.

La collocazione più appropriata di questo strumento è, probabilmente, all’interno delle gestioni di fondi e di singoli patrimoni, con un’ottica d’investimento che può variare dal breve/medio periodo al lungo termine, per strategie di asset allocation e di bilanciamento di portafogli; ma non è una prerogativa riservata ai soli gestori, come si potrebbe essere portati a pensare. Con l’ausilio di un consulente d’investimento, infatti, anche l’investitore privato potrà essere in grado di costruirsi un portafoglio sufficientemente diversificato o più semplicemente di sovrapesare un’area geografica o settoriale di suo particolare interesse.

In alcuni Paesi d'Europa, tra cui l'Inghilterra, spesso rispondono al nome di Trackers, ma una cosa è bene fin da subito specificare, comunque si vogliano chiamare gli ETF sono fondi comuni aperti e SICAV (Società d'Investimento a Capitale Variabile) a gestione espressamente passiva, che tendono a replicare quanto più possibile un determinato indice di mercato. Pertanto, quando sentirete parlare di active ETF, sappiate che questo è un uso improprio del termine per definire una categoria di fondi, quotati anch'essi in continua, ma gestiti in forma attiva con l'intento di sovraperformare l'indice sottostante, manipolandone chiaramente la composizione originaria, e facendo così venir meno uno dei tanti meriti di questo strumento: la trasparenza.

Un altro punto di forza degli ETF, oltre alla trasparenza, è la loro economicità: non presentano commissioni d'ingresso, d'uscita o d'overperformance, e hanno dei costi di gestione molto contenuti, in media dello 0.50% (nel panorama globale possono variare dallo 0.08% allo 0.99%), cui vanno aggiunti i costi di negoziazione applicati dall'intermediario. Al pari dei fondi comuni e dei titoli azionari, possono distribuire agl'investitori i dividendi incassati dalle azioni detenute in portafoglio, nonché i proventi del loro reinvestimento e di quelli derivanti dal prestito di titoli rappresentativi dell'indice di riferimento.

( Fine prima parte)
 

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