La Neue Sachlichkeit e il Realismo Magico (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Terrorizzato dai pur gentili commenti di @Heimat e di @pacorez, ho rivisto tutti i precedenti interventi in modo da renderli più leggibili.
Perciò ho operato soprattutto graficamente. Solo in minima parte sono intervenuto con qualche correzione o aggiunta chiarificatrice.
Spero che ora si possa rileggere il tutto molto più comodamente, anzi , inviterei proprio a farlo. :grinangel: in modo che la discussione possa esistere.
Ripeto che le oscurità del testo sono ciò che proprio non desidero, ma furono conseguenza dell'aver scritto direttamente quanto pensavo, lasciando la cura ed elaborazione del testo ad un secondo momento.
Magari ora è meglio ... :rolleyes:
 

lastra.biffata

Forumer attivo
Parli del diavolo e spuntano le corna.

Nella prossima asta di Christie's a Milano c'è un'opera del '47 di Donghi dal titolo "Ragazzi alla finestra".

Antonio Donghi (1897-1963) , Ragazzi alla finestra

2lw4n4m.jpg
 

Loryred

Forumer storico
Io mi riconosco, già si era capito, con l'impostazione di microalfa. Pur riconducibili ad un comune denominatore ma anche a due "vie di fuga" opposte nell'uso del colore, che sfocia nella cupezza in Casorati nella luce e nel colore in Donghi, quello che mi arriva dal lato spettatore è quasi antitetico.

Nel primo un ripiegamento ed un'intimità o un'anima che "avvicina al quadro", in Donghi una plasticità costruita, una messa in scena, anche un autocompiacimento un pò lezioso della propria abilità, di chi si astrae e si pone su una torre d'avorio volendo frapporre tra sè e il reale un distacco rifiutando quasi la contaminazione.

Per certi versi, nei miei paragoni impossibili, lo accosterei a Botticelli, per la cristallizzazione e la sospensione del tempo e la rappresentazione di una bellezza "inespressiva" quasi asettica, in quel caso giustificata dalla ricerca di un ideale e di un'armonia, mentre in Donghi, in un'apparente perfezione resta sempre un retrogusto disarmonico.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Io mi riconosco, già si era capito, con l'impostazione di microalfa. Pur riconducibili ad un comune denominatore ma anche a due "vie di fuga" opposte nell'uso del colore, che sfocia nella cupezza in Casorati nella luce e nel colore in Donghi, quello che mi arriva dal lato spettatore è quasi antitetico.

Nel primo un ripiegamento ed un'intimità o un'anima che "avvicina al quadro", in Donghi una plasticità costruita, una messa in scena, anche un autocompiacimento un pò lezioso della propria abilità, di chi si astrae e si pone su una torre d'avorio volendo frapporre tra sè e il reale un distacco rifiutando quasi la contaminazione.

Per certi versi, nei miei paragoni impossibili, lo accosterei a Botticelli, per la cristallizzazione e la sospensione del tempo e la rappresentazione di una bellezza "inespressiva" quasi asettica, in quel caso giustificata dalla ricerca di un ideale e di un'armonia, mentre in Donghi, in un'apparente perfezione resta sempre un retrogusto disarmonico.

Capisco l'accostamento a Botticelli, però mi manca la dolcezza della linea.
Io avevo piuttosto pensato ad Andrea del Castagno.


upload_2018-4-6_20-58-29.jpeg
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215px-Andrea_del_Castagno_Giovanni_Boccaccio_c_1450.jpg
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andrea_del_castagno_cenacolo_di_santapollonia_1447_15.jpg


Andrea_del_castagno%2C_momumento_a_niccol%C3%B2_da_tolentino.jpg
 

Loryred

Forumer storico
Sono d'accordo con te su Botticelli, da sempre uno dei miei pittori preferiti, ma l'accostamento era per rappresentare un artista colto e rarefatto con gusto del colore ma altra visione.

Hai postato credo il monumento equestre di Paolo Uccello, lo stesso Donghi mi pare abbia ripreso il soggetto in uno dei suoi lavori anche se non riesco a trovarlo!
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Sono d'accordo con te su Botticelli, da sempre uno dei miei pittori preferiti, ma l'accostamento era per rappresentare un artista colto e rarefatto con gusto del colore ma altra visione.

Hai postato credo il monumento equestre di Paolo Uccello, lo stesso Donghi mi pare abbia ripreso il soggetto in uno dei suoi lavori anche se non riesco a trovarlo!
Quello di Paolo Uccello sta a fianco di questo, di A. del Castagno Monumento equestre a Niccolò da Tolentino - Wikipedia
Il cavallo del monumento a Mussolini ricorda peraltro quelli di Paolo Uccello .

dal commento wikip.
Tipica di Andrea del Castagno è poi la sapiente resa anatomica e il chiaroscuro forte e incisivo, che dà effetti grafici stridenti e metallici, tanto criticati dal Vasari.
 

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