................per cui si decise che i diritti andassero venduti durante il periodo di contrattazione, ovvero l'ultimo venerdi' della seconda settimana.
In effetti, per quanto possa apparire incredibile ad alcuni, questa regola (come pure l'asta dell'inoptato) è di tipo ECCEZIONALE (nel senso di eccezione alla regola) ed è posta a TUTELA dei risparmiatori che non aprono le pagine della stampa finanziaria, e si ostinano anche a non ritirare la posta (tutti i principali intermediari avvisano delle operazioni sul capitale dei titoli detenuti).......
Dalla disciplina ORDINARIA del diritto di opzione, contenuta nel Codice Civile, discende chiaramente che in caso di inerzia del socio (o di sua impossibilità a sottoscriverlo o negoziarlo), il diritto stesso DECADE..... come sanno bene i soci di SPA non quotate (nel cui ambito - infatti - si trovano casi di ADC fatti apposta per marginalizzare compagni di viaggio non più graditi...).
Ora, come avvenuto nel caso di PMI, si imporrebbe che la Conboss vietasse lo short selling, sia nudo che a prestito, il venerdi' mattina, mentre invece
viene tollerato.
Non so di tutti gli intermediari italiani, so che presso i miei intermediari lo short multiday è vietato per tutto il periodo di trattazione dei diritti, ultimo venerdì compreso.
In ogni caso, vorrei solo sommessamente ricordare - solo al fine di non illudere qualche neofita che trada con la CANISTRACCI SIM
- che data la presenza del "minuto random" non si tratta di arbitraggi completamente senza rischio (data la forte variabilità nell'ultimo minuto prima dell'OPEN, non lo sarebbero neanche in assenza del minuto random, perlomeno per chi non è fornito della possbilità di gestione automatica degli ordini a bassa latenza... ma lasciamo perdere....).
Dalle rapine derivanti dagli ACD sembrano guadagnarci un po' tutti: le banche che rinunciando all'esazione del 2 per mille dei bolli ricavano lauti margini di commissioni in coloro che chiedono i prestiti ipermarginando x000%, i 5-10 trader folistici che attuano tali pratiche senza scrupoli morali (l'altra settimana erano pero' molti di piu', a leggere i loro commenti trionfalistici), poi l'emittente ed il consorzio che possono dichiarare trionfalmente che e' stato optato il 99,9% dell'ADC e che quindi "il mercato ha fiducia nella societa'".
Se di diverso trattamento durante gli ADC vogliamo parlare, secondo me vi sono argomenti di maggiore spessore.
Esempio1: la discriminazione tra chi . negli ultimi 20 anni - ha sempre trovato i titoli a deporto, non tanto il venerdì mattina ma durante tutti i 15 gg di trattazione dei diritti, cioè tra investitori favoriti da funzionari di banca compiacenti (per ignoranza e/o interesse) e tutti gli altri.
Per inciso, diversi anni fà fà hiesi ad uno dei tuoi idoli del FOL come diavolo facesse a trovare SEMPRE titoli sotto ADC a prestito, in situazioni in cui gli intermediari non davano nulla a nessuno (all'epoca, in ogni caso, lo short multiday per il retail era semplicemente impensabile)... PERCHE' arbitraggiavano INTERNAMENTE tra titoli e diritti..... e lui svicolò elegantemente la mia domanda...
Esempio2: la differente disponibilità dei titoli rivenienti dall'ADC, che alcuni broker concedono il mercoledì prima (valuta lunedì), mentre alla maggioranza li "danno" per il lunedì successivo (valutà giovedì)
Esempio3: io trovo assolutamente scandaloso che una delle prime banche del paese annunci di pagare il dividendo in azioni
DERIVANTI da aumento di capitale gratuito deliberato ad HOC e scriva - nel silenzio assordante di tutti, Consob compresa - nella relazione accompagnatoria che "lo scrip dividendi è assolutamente normale (*)sui mercati internazionali"
Ma capisco che sono argomenti un filino tecnici..... sui forum fa più presa gridare al complotto sui diritti degli speculatori, che sono brutti sporchi e cattivi...
(*) Si, "è assolutamente normale", ma a condizione di distribuire azioni proprie in precedenza acquisite sul mercato, non se fai un ADC gratuito ad HOC, che in quest'ultimo caso non distribuisci valore agli azionisti ti limiti a ripartire lo stesso valore su un numero maggiore di titoli;