La III° guerra "light" mondiale. (2 lettori)

deep

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Eccoci giunti a scrivere sui rapporti USA-Europa.
Scrivere ancora qualcosa.
Il titolo dell'articolo di questa domenica, non è una sorta di annuncio di catastrofe imminente ma una forzatura, per quella che attualmente si sta combattendo tra Europa e America.
Il terreno di scontro ? Non è uno, sono due per nostra sfortuna.
Il primo è il "pianeta", il secondo l'Europa stessa. Le armi sono commerciali e diplomatiche ovviamente. Lo scontro c'è, inutile negarlo, è lo scontro tra due visioni del mondo. Tra due strategie.
Non è che l'Europa non abbia interesse ad avere influenze esterne ad essa, anche dirette. Francia e Belgio, ad esempio, sono particolarmente attive anche da un punto di vista militare ma complessivamente l'Europa sceglie sempre la strada della dissuasione e diplomatica, oltre che commerciale. Gli USA sono sempre stati poco inclini alla diplomazia e prediligono l'azione militare, la dove ritengono opportuno difendere i loro interessi, che generalmente tendono idealmente, dico idealmente, a coincidere con la difesa della stabilità e della democrazia.

Molti ideologizzano quest'ultimo discorso, per cui tendono ad identificare ogni azione americana, volta esclusivamente alla tutela degli interessi propri.
Come non dargli torto, quando Bush dice che "il tenore di vita americano va difeso ad ogni costo". Cioè gli americani parlano al singolare.
Come pensare quindi che la loro azione è per il bene dell'umanità, quando prima di compierla hanno già compiuto atti "egoisti". Prima delle guerre in Afghanistan ed Iraq, gli USA hanno stracciato qualsiasi intesa internazionale possibile, come il protocollo di Kioto o anche l'istituzione del tribunale internazionale per crimini di guerra. L'agire è quindi da impero ed esclude ogni visione collettiva. Al massimo "chi ci sta, ci sta", sennò amen, come nella guerra irachena.

Io invece tento di lasciare ancora una porta aperta e gettarmi, invece che nella discussione ideologica, in quella più complessa ma sicuramente più stimolante, relativa al mercato che abbraccia la democrazia. Per cui ogni atto compiuto dagli USA, in fondo tenta oltre agli interessi propri, di tutelare davvero la democrazia.
Sarò breve su questo, perché è un'altro discorso e non voglio farlo qui, dico solo che gli errori ahimè, si moltiplicano, la diplomazia è un disastro per gli americani ed è qui che lo scontro con l'Europa si accende. Le due visioni, su come si coltivano gli interessi, lo si è visto in Iraq, con lo scontro tra Francia e USA.
Chi parlava di falso pacifismo francese, in virtù di interessi petroliferi reali, nell'ordine diceva: una ovvietà, due era ideologizzato all'opposto dei pacifisti senza se e senza ma, tre era il bue che diceva cornuto all'asino, visto che gli USA non erano esattamente disinteressati al petrolio. Ma mentre la Francia aveva le sue licenze di estrazione, gli USA la licenza se la sono procurata con i fucili, il resto è una oscura storia di fasulli dossier, che rischia di mettere sotto impeachment lo stesso Bush, come dire qualcuno ha fatto in modo che si forzasse la mano, pur di giungere allo scopo.
Ebbene si, il pragmatismo americano porta anche a questo. cade Bush ? Non importa, morto un papa, se ne fa un'altro.
Quale Europa, arriverebbe a tanto ? Ma ancora, l'Europa continuava a chiedere l'intervento ONU, di agire sotto suo mandato. I falchi di Washington non ne hanno voluto sapere. Ora però, che in Iraq la situazione si fa difficile ogni ora, ecco che la Casa Bianca pare invocare l'ONU, mentre Rumsfield e soci, si preparano ad inghiottire il boccone, forse.

Sul fronte commerciale invece, la guerra si svolge attualmente sugli OGM ma vale la pena ricordare la guerra delle banane, così come quella dell'acciaio, dove l'amministrazione Bush, esce perdente. La scorsa settimana il WTO ha condannato gli USA, notizia passata in sordina.
Sugli OGM, il compromesso si è raggiunto. In Europa però la normativa prevede l'esatta indicazione sui prodotti, se essi siano o meno costituiti da alimenti transgenici. Ma l'episodio del mais in Piemonte, ci fa capire come la guerra sia condotta anche con colpi bassi. Le multinazionali Pioner e Monsanto, americane, hanno trovato il modo di smerciare il seme transgenico, in barba alle leggi italiane che, ovviamente, ancora non recepiscono la direttiva europea varata solo un paio di settimane fa.

Questo episodio mi fa approdare alla discussione sull'altro fronte in cui si combatte. L'Europa stessa e la capacità di penetrazione dell'influenza politica e commerciale USA, oltre che culturale ma quest'ultima ora la tralascio.
Per poter agire su questo fronte, gli USA hanno bisogno di alleati fidati. L'Inghilterra è un alleato storico e non voglio parlarne in quanto ovvio. L'Italia dipende dai governi. Quello attuale da l'impressione davvero di lavorare per il Re di Prussia e Berlusconi mi sembra più il ministro degli esteri americano che il nostro premier, cioè io intendo atteggiamenti oltre la semplice sincera alleanza, che invece prescinde dal colore della coalizione che guida il paese. Ma anche l'Italia ora non mi interessa in questa discussione. Voglio invece citare l'est europeo, la Polonia in particolare.
In generale però, prima va detto che tutto l'est europeo, uscito dai regimi totalitari che caratterizzavano la seconda parte del '900, trova naturale avvicinarsi agli USA e gli USA questo lo sanno e furbescamente, quanto opportunamente, alimentano questa passione. In una sua analisi, il politologo polacco di destra, Aleksander Hall, dice che destra e sinistra polacca, sono vicine agli USA con la stessa intensità ma per motivazioni diverse. La sinistra perché abituata ad una sorta di "obbedir tacendo", dato che culturalmente cresce durante l'era dell'URSS e quindi hanno insita la mentalità di chi comunque tende a sottomettersi al padrone di turno. Condivido questa tesi ma ritengo che non siano estranee a questa cultura, un pò tutte le nicchie politiche. Intendendo con questo che tale mentalità, dura a morire, visto che la democrazia non è praticamente mai esistita in quei paesi, è comune ai popoli a prescindere dalle bandiere guelfe o ghibelline che siano. Quindi a tutto l'est. Tuttavia questa fedeltà, non è cieca in toto. La Polonia sa che innanzitutto fa parte dell'Europa e vi ha aderito a furor di popolo o quasi. Gente come Reiter, influente consigliere del presidente polacco, esorta a non gettarsi bovinamente tra le braccia degli USA, per "farsi usare". Dice bene con usare, credo.
Il gioco in questa campagna d'Europa del conflitto euro-americano per l'influenza sul pianeta, è quello del tenere più lontana possibile la Russia. O meglio l'influenza russa sull'est e io aggiungo tedesca. Non dimentichiamo la vocazione "sull'est" tedesca. Mi ricordo ancora le discussioni un decennio fa, sulla tentazione mittel-europea dei tedeschi, con un occhio alla Polonia sopratutto, dove le minoranze tedesche abbondano. E' quindi un gioco, il cui risultato finale deve essere una certa debolezza dell'Europa. Una debolezza che serve agli USA, per poter meglio influenzare e controllare le varie aree del pianeta. L'impero "benevolo" che teorizza Kagan, uno degli ideologi della attuale nomenclatura americana. L'impero "light" come teorizza Ignatieff, ne abbiamo parlato la scorsa settimana.

Questo conflitto tra due culture quanto può durare ? Come dice Dahrendorf, l'Europa deve rinnovarsi ma non imporsi affermando la propria diversità. Non condivido questa tesi. La forza di ognuno sta nella propria diversità, poi la storia deciderà chi debba prevalere, se l'uno o l'altro. Al momento però, anche se apparentemente sembrano prevalere gli USA, se ne vedono tutti i limiti. Il pianeta cioè, è una bestia maledettamente complicata e agli USA manca l'arma della politica e del compromesso all'europea. Allora mi chiedo se il destino, sia alla fine un tandem tra due diversità.

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Argema

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deep, ti supplico .. formatta il testo :)
vai a capo ogni tanto.. lascia un riga . te ne prego :)
 
Il mio commento è il seguente:

tesi deliranti, esposizione sgrammaticata e dal lessico raffazzonato.

Fossi un prof. darei 2 per un tema così

Cinquantino
 

deep

Nuovo forumer
cinquantino ha scritto:
Il mio commento è il seguente:

tesi deliranti, esposizione sgrammaticata e dal lessico raffazzonato.

Fossi un prof. darei 2 per un tema così

Cinquantino

interessante,
lo comunico subito a Reiter e Kagan, visto che quest'ultimo è anche uno dei miei ispiratori delle discussioni che faccio sugli USA, nonchè ispiratore di Bush e della nuova (per così dire) destra USA :D :D
 

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